benedusi_thorimbert: l’ultimo spenga la luce…

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[it]eccoci qui, ognuno è rientrato a casa propria, io scrivo sul mio blog, l’amico toni sul suo.
abbiamo fatto una specie di scambio di case del web, e mi è piaciuto.
debbo dire che toni e i suoi si sono comportati veramente bene, non ho trovato casino, tutto era in ordine e pulito: bravi!

vorrei fare un po’ di riflessioni, e, per una volta, sarò forse serio e anche schematico.
quindi:

-comincio dal generale: tutto l’ambaradam di questo nostro scambio mi è molto piaciuto, lo ribadisco. mi è molto piaciuto nel senso che è una di quelle operazioni per cui ha senso internet. che non basta mettere i link di quelli che ci piacciono, infatti io questa cosa non ce l’ho e forse mai ce l’avrò. bisogna che, tra persone che si piacciono e si apprezzano, si creino come dei vasi comunicanti, in maniera che le esperienze, le conoscenze, le affinità e quant’altro passino da una parte all’altra.
tra l’altro è sbagliato il paragone con i vasi comunicanti qui sopra, perché nel nostro caso accade la magia che i livelli non si mediano ma quello più basso passa solo a quello più alto.
purtroppo la nostra attività, ma come penso quella di chiunque, è un’attività solitaria. siamo sempre ripiegati su noi stessi, e la tentazione di dire e pensare “io, io, io, io ,io…” è fortissima. con “io, io, io, io, io…” non si va da nessuna parte. bisogna pensare al NOI.

-sempre legato a tutto ciò, c’è un ‘altra riflessione: su internet c’è tutto e di più, lo sappiamo bene. ovviamente c’è tutto e di più anche per quello che riguarda il nostro campo: la fotografia. io penso che la funzione di un sito come il mio debba evolversi verso una specie di piattaforma nella quale l’infinito “mare magnum” di internet sia filtrato dal mio gusto, dalle mie affinità, da ciò che io sono. vorrei veramente che il mio nuovo sito, che tra non moltissimo vedrà la luce, dopo un’infinito travaglio, possa ambire a diventare una grande casa dove ci sia la mia stanza ma anche tantissime altre stanze di persone, fotografi, ristoratori, alberghi, modelle, amici, architetti…verso i quali io senta ( e loro nei miei confronti) affinità.
e comunque la prima stanza, quella con la vista migliore e il sole che la illumina bene però sarà sempre di toni…

-lasciamo il generale, e arriviamo allo specifico, a toni thorimbert: innanzitutto vorrei fare una piccola regressione al passato raccontando dei miei inizi, nei quali c’è lo zampino di toni. io arrivo dalla provincia ligure a milano ventenne. senza conoscere niente e nessuno, allo sbaraglio, con il sogno di diventare fotografo. avevo una specie di book, fatto con amici e amiche in quel di imperia. arrivo con il classico misto di timidezza e arroganza di chi comincia. l’arroganza però era tale che ho pensato bene di saltare tutta la questione assistentato, per propormi subito ad un giornale: così, allo sbaraglio! sono andato allora in una edicola e ho comprato tutti, dico tutti, i giornali che c’erano. sfoglia e sfoglia e sfoglia…ho trovato ad un certo punto un servizio che mi piacque tantissimo, se non sbaglio era fatto usando come modelli gli spettatori di un concerto rock (giusto toni?). il giornale era duepiù (da un po’ non esiste ovviamente più) e il fotografo era un certo toni thorimbert. presi il tram verso la mondadori e, con la fortuna del dilettante, ottenni il primo servizio proprio per quel giornale, che tornai a realizzare ad imperia con i miei amici. quando però capii che saper fare le fotografie non bastava per dirsi fotografo ma che bisognava imparare la professione, smisi di fare il fotografo e incominciai a fare l’assistente. ma questa è un’altra storia…

-vado ancora più nello specifico, alle risposte di toni:
i libri: abbiamo sfiorato un uno a uno, con avedon…
la macchine fotografiche: toni, con mia grande ammirazione, per tanto tempo ha usato il banco ottico e il sei per sei, realizzando con questi strumenti immagini meravigliose. giustamente le cita. adesso però, usa, giustamente, il digitale. però ha ragione, un FOTOGRAFO, deve saper usare quelle macchine, devono essere nel suo DNA.
le attrezzature digitali: direi che siamo d’accordo, un fotografo deve usare il MAC, nient’altro.
le riviste: beh! qui si vede la passione di toni per le moto… e comunque (sarà un caso?) non c’è una rivista di moda italiana…
la musica: ok massive attack, ma qui toni poteva dare di più… 😉
i film: grandissime scelte. di stanley kubrick io avrei messo anche barry lindon, se non altro per un uso pazzesco della luce e per la presenza di una grande modella, marisa berenson (che io ho fotografato più volte, e ho stressato da matti chiedendole di quell’esperienza…)
le tre foto: scelta ovviamente fantastica. in qualche maniera una scelta simile alla mia, nel senso che nella sua prima foto, fatta da giovanissimo c’è già tutto.
il primo servizio da fare: qui toni dice una cosa meravigliosa e giusta del nostro lavoro. che tu sei bello tranquillo nel tuo studio, e uno ti chiama e ti manda a fotografare il culo delle scimmie del bengala. e noi si parte e si va…
errori: giusto!
arte da comprare: cazzarola! mollino avrei voluto dirlo anche io!
studio: il nuovo studio di toni è bellissimo con una bellissima luce naturale, ben venga di rifarselo uguale!
garage: lo dicevo io che questa domanda era ad uso e consumo tutto suo! 😉
vestiti: toni è, come si confà ad un grande fotografo, molto elegante… 😉

-insomma questo è quanto. penso proprio che questa non sarà un’esperienza isolata. il mio piccolo blog, caro toni, è a completa disposizione tua e dei tuoi amici. fate cosa e quello che volete. una sola raccomandazione: che l’ultimo spenga la luce…

ovviamente potete vedere i commenti di tutta la cosa sul blog di toni, qui http://tonithorimbert.blogspot.com/[/it] [en] Here we are, each one back to their respective homes, I write on my blog, my friend toni on his.
We did some kind of home web swap, and I liked it. I have to say that Toni and his family behaved very well, I didn’t find chaos, everything was in order and clean: well done!

I would like though to reflect on this and, for once, I might be serious and schematic.
So:

– I’ll start from general: I loved this all thing of swapping, I said it already. I liked it a lot in the sense that it is one of those things for which internet has a point. It is not enough to post the link of whom we like, infact I do not have that and maybe I never will. You need, between people that like and appreciate each other, to create communicating networks, in order to let the experiences, the knowledge, the affinities and whatever else to pass from one another. Besides it is a mistake to make such a comparison above with communicating networks, because in our case mentioned above the magic happens that the levels do not average but the lowest only moves to the higher. Unfortunately our activity, but I do think that it includes anyone else, is a solitary activity. We are always folded on ourselves, and the temptation to say and think “I, I, I, I, I, I …” is very strong. With “I, I, I, I, I, I …” you won’t get anywhere, you have to think of US.

– Attached to all this there is another thought: there is everything and more on the internet, we know it very well. Obviously there is everything and more also concerning our field: photography. I think that the use of a website like mine has to evolve into some kind of platform in which the infinite internet “mare magnum” is filtered by my taste, from my affinities, and from what I am. I would really love that my new website, that will be launched very soon, after infinite travails, could desire to become a big home where there could be my room but also many other rooms of people, photographers, restauranteurs, hotels, models, friends, architects… where I will work hard (and they will towards me) towards affinities. In any case the first room, the one with the best view and the sun that shines on it all the time will always be toni’s…

– let’s leave the general feeling, and get to the specific, toni thorimbert: first of all I would like to take a step back and go back as far as my beginnings, in which toni had a finger in the pie. I come from the Liguria province and arrived in Milan when I was about twenty years old. Without knowing anything or anyone, threw myself in there, with the dream of becoming a photographer. I had some kind of a portfolio, done with friends back in Imperia. I got there with a classic mix of shyness and arrogance typical of someone beginning. The arrogance was such that I thought well to jump the whole idea of assisting, to propose myself to a newspaper: like that, jeopardized! I then went to a news stand and bought all, I mean all, the newspapers and magazines that were available. Flipping through I found an editorial that I loved so much, if I’m not mistaken it was done by using a crowd from a rock concert as models (right toni?). The magazine was duepiù (which doesn’t exist anymore from quite sometimes) and the photographers was someone by the name of toni thorimbert. I took the tram and headed towards mondadori and, with beginners luck, I got my first editorial for that exact magazine, for which I went back to Imperia to shoot it with my friends. When I then understood that to become a photographer it wasn’t enough call yourself a photographer but you needed to know the profession, I stopped being a photographer and began assisting. But this is another story…

– I am going even deeper in the specific, to toni’s answers: the books: we’ve skimmed them one by one, with avendon… the photographic cameras: toni, with my greatest admiration, used the optic bench and the six by six for a long time, creating beautiful imagery with these instruments. I righteously quote it. Although now, he uses, righteously, digital format. But he is right, a PHOTOGRAPHER, has to know how to use those cameras, they have to be in his DNA. The digital equipment: I’d say we all agree, a photographer has to use MAC, nothing else. The magazines: well! Here we see toni’s passion for motorbikes… anyways (is it a case?) there isn’t an italian fashion magazine… The music: ok massive attack, but here toni could give more… 😉 the movies: great choices. Of stanley kubrick I would have also said barry lindon, for the crazy use of lighting and for the presence of a great model, marisa berenson (which I have photographed a few times, and I have asked her all emotional about the experience…) the three photographs: obviously impeccable choices. Somewhat choices made similar to mine, in the sense that in his first photograph, shot when he was very young, there is already everything. The first photo shoot: here toni says something beautiful and righteous in our line of work. You are all quiet and realxed in your studio, someone calls you and sends you to take pictures of monkeys’ asses in bengala. And we pack and we go… mistake: right! Art to buy: damn! I also would have liked to have said mollino! Studio: toni’s new studio is beautiful with a beautiful natural light, more than welcome to do it the same again! Garage: I did mention that this question was at his use and abuse! 😉 clothing: toni is, as you’d think of a great photographer, really elegant… 😉

– in short this is all. I really think this won’t be an isolated case, my little blog, dear toni, is at your and you friend’s disposal. Do what you want to do. On one condition: that the last one switches off the light…

Off course you can see all the comments of this whole thing on toni’s blog, here is the http://tonithorimbert.blogspot.com/
[/en]

12 risposte

  1. Ercole

    Le due parole chiave che più mi rimarranno nella memoria dell’ultimo atto di questa intervista, di 2 grandi amci e di 2 grandi della foto, sono quelle di Settimio: io – noi, 2 parole che cristallizzano il tutto. La tendenza è sempre quella di godere del proprio egocentrismo dimenticando che l’uomo da solo vale meno di una formica.

  2. Toni Thorimbert

    Eccoci qua, bellissima esperienza Settimio…non mi avevi mai raccontato di Duepiù!..credo anche di ricordare il servizio di cui parli…pazzesco..bhe sono contento..concordo anche sulle tue riflessioni sul web, un’evoluzione ci sarà e comunque sono sicuro che potremmo esserne protagonisti. Grazie mille per la camera con vista, ricambio con affetto!
    Toni

  3. remind me

    leggerti mi ha fatto pensare di te che:
    “Per me c’è solo il viaggio su una strada che ha cuore, in ciascuna strada che può avere cuore. Lì viaggio io, e la
    sola sfida di valore per me è il percorrerla tutta. E lì io viaggio guardando e, guardando, resto senza fiato”.
    quindi te riscrivo queste poche parole di Castaneda, mi piace pensarti così …

  4. Osvaldo

    Settimio, concordo quasi su tutto. Più che altro, essendo tue opinioni, non potrei fare altrimenti (nel senso che ognuno c’ha le sue e vanno rispettate). però c’è una cosa che vorrei meglio capire. Tu dici che un fotografo DEVE usare il Mac. Ma i MAC attuali, anzi da qualche anno, SONO DEI PC. Schede madri, memorie, processori e schede video sono esattamente quelle di un PC. Cambia il sistema operativo e, senza entrare in guerriglie da tifosi, non è che il sistema operativo influenzi le prestazioni grafiche di un computer. Anzi, a voler essere sinceri sul PC c’è il supporto DirectX che migliora di molto le cose. Forse, allora, è una questione di software? Nemmeno, perchè i software grafici esistono in versione Mac come per PC. Insomma, quella del Mac, secondo me, è una credenza popolare fondata sulla vecchia architettura Mac (oggettivamente più votata alla grafica). non discuto le tue scelte, sia chiaro: sono tue e nessuno le toccal Solo che, oggettivamente, le caratteristiche tecniche dei due mondi, Mac e PC, si equivalgono (con la differenza che il PC costa meno). tutto qui.

  5. @marco

    caro osvaldo a parole il tuo discorso non fa una piega, anzi, sta di fatto che la relatà sull’hardware è così.

    Nella mia esperienza con windows, non so come, ma c’era sempre un qualcosa che prima o dopo ti andava storto, programmi che si inceppavano una volta a settimana, ritrovamento di files “corrotti” ed altri mille fastidi che ti assicuro, sia su una macchina che su un’altra, mi hanno sempre messo un po’ di terrore ogni qual volta incominciavo a lavorare. windows mi ha fatto letteralmente incazzare eppure i programmi sono gli stessi che uso da un anno e mezzo in versione mac su mac pro.
    molti colleghi confermano.
    Senza parlare di acune risorse costruite attorno all’ambiente della grafica come colorsync che mi riconosce due monitor differrenti e due profili colore differenti-
    Ormai mi si può dire qualsiasi cosa ma la filosofia di apple è la migliore –per me–, l’approccio più pratico e non mi si inceppa nulla da un anno e più.
    come te lo spieghi?
    un saluto

    ps.:lavoro circa 13h al giorno

  6. ANA

    sono inamorata della sua fotografia ..veramente complimenti ad SETTIMIO BENEDUSI.
    il mio desiderio e di esere fotografata da lei .. lavoro come modella e fotomodela …

  7. Osvaldo

    x @Marco

    bè Marco, io non discuto sul sistema operativo. Credo di averlo accennato nella mia precedente. Ma è pur vero che io al computer ci lavoro 15 ore al giorno (no, non voglio fare a gara e comunque è una sfida che perderei molto ma molto volentieri!), sia con Windows che con Mac. Bene, a me Mac (un iMac) si pianta, Windows (Vista) no.
    Anche Windows riconosce profili colore diversi a seconda del monitor: dipende dalla scheda grafica che hai (guardati le Matrox di fascia alta…). Perchè la differenza fondamentale è questa: mentre Mac ti dà un computer specifico, difficilmente o poco personalizzabile, Windows ti offre versatilità. E qui sta il nocciolo: se rientri nel target che Apple si prefissa con i suoi modelli (e per carità, l’offerta è anche variegata lo so), con Mac ci vai a nozze. Altrimenti schiatti. Un PC Windows, invece, funziona nella misura in cui hai saputo personalizzarlo senza combinarci casini, ma Windows Vista è davvero un bel passo in avanti nel facilitare questo compito.
    Io nno voglio generare polemiche, ma se Settimio mi fa un discorso del tipo “non conta la macchina che utilizzi ma come la utilizzi”, bè credo che questo valga pure coi computer. Non è assolutamente vero che Mac è un must per un fotografo. Se io mi trovo meglio con un PC, è il PC che diventa un “must” per me. è un discorso semplice, che non vuole, lo ripeto ancora, scatenare guerre ideologiche, ma che anzi inneggia al par condicio. E offre qualche speranza a chi un Mac non se lo può permettere.

  8. @marco

    @osvaldo

    se mi ci fai pensare, ho notato anch’io che conoscenti colleghi e amici vari con l’iMac, lamentano tutti qulache crash di troppo per una macchina più costosa della concorrenza.
    Tuttavia trovo che nei MacBook Pro unibody e MacPro questo problema non esista neppure con la configurazione piu bassa.
    Secondariamente la gestione colore ed altre soluzioni attorno all’ambiente grafico sono in casa Apple a disposizione del SO anche si dovesse comprare il macMini da 499€ e non solamente nelle schede grafiche di fascia alta.
    Il fatto di potersi scegliere migliaia di configurazioni tipica del ambiente windows (che pare un punto a favore) necessita invece una conoscenza tecnica dei vari hardware e delle loro interazioni, più approfondita con –a volte– estese competenze di programmazione (Persino per settare una semplice rete wifi) che genera molta confusione.
    Apple (parlo di fascia pro) cerca di lasciarti lavorare senza farti sorprese in niente per cui non fosse atteso.
    POi (come sempre esistono le eccezioni) tu potrai benissimo aver trovato una azzeccata scelta hardware senza noie ma sarai daccordo con me che non tutte le configurazioni della sfera win siano performanti e compatibili tra loro ne che l’utente sia sempre essere informato sulle mille varianti di tutto.

    comunque le divergenze sono sempre minori e anch’io vorrei ci fosse un po meno spocchia tra l’apple user e il resto. non mi è mai piaciuta.

    un saluto.

  9. @marco

    ..in fin dei conti, trovo però bizzarri e quantomai inutili i miei materiali commenti in rapporto agli ultimi post di Tony e Settimio.
    tenterò così di esprimere e rinnovare il mio apprezzamento attraverso due misere righe.

    Trovo nelle loro parole quella forza e consiglio che mi è necessaria come l’ossigeno in un periodo opaco come questo..
    che a volte, provando e riprovando, le cose funzionano con l’entusiasmo di chi intuisce di potercela fare;
    perchè in loro risiedono quegli imprescindibili ingredienti come la caparbia, l’intelligenza, l’umiltà il buon senso e la passione nel fare qualcosa, conditi –perchè no– da una qualche botta di culo (che niente mai potrà sostituire) tipico delle grandi persone.

    prima ancora dell’essere fotografi di successo.

  10. Toni Thorimbert

    Vorrei inserirmi in questa inusitata diatriba su Mac-PC con un aspetto che mi sembra nessuno ha toccato e che invece è di gran lunga il motivo fondamentale per preferire un mac ad un qualsiasi PC: I mac sono esteticamenti perfetti….e, appunto, lavorandoci tante ore al giorno direi che lì non c’è storia. come si fa a stare 13 o 15 ore al giorno davanti ad una cosa brutta? non si può..e i PC, mi spiace, ma sono proprio bruttini…baci a tutti! Toni

  11. Alessandro

    Citazione: “il mio nuovo sito […] possa ambire a diventare una grande casa dove ci sia la mia stanza ma anche tantissime altre stanze di persone, fotografi, ristoratori, alberghi, modelle.”

    Attenzione!

    Io frequento il tuo sito perché, da appassionato di fotografia, posso leggere le opinioni di un fotografo che fa il fotografo e non che vorrebbe esserlo. Per questo è tra i miei “bookmark”.
    L’internet delle “grandi case con tante stanze” è finita nel 2000, quando ancora si pensava di portare la tv sul computer (vi ricordate quanti portali c’erano?)

    Nel web, ognuno è editore di se stesso ed un sito ha successo perché ha una identità chiara, come il tuo!

    A prescindere da ciò, di un restyling se ne sente il bisogno 🙂

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