“In questo terzo millennio di enormi cambiamenti tecnologici, in cui la velocità di fruizione delle immagini prodotte nel mondo è quasi istantanea, esiste ancora una specificità della fotografia italiana, un vedere italiano che differenzi la nostra fotografia da quella straniera?”
qui la mia risposta. [/it] [en]the AFIP, association of professional italian photographers, has recently launched their blog, where the following question has been made to a few people:
“in this third millennium of enormous technological changes, in which the rate of images produced in the world is almost instantaneous, does the specificity of italian photography still exist, an italian view that differentiates our photography from the foreign one?”
here is my answer. [/en]
Lino
Federico Patellani: che bella immagine per celebrare la nascita della Repubblica… Una ventata di freschezza che esce fuori dagli orrori della guerra e dalle assurditá dei totalitarismi. Quello che c’é scritto sul giornale dopo il titolo finalmente puó essere sostituto con un sorriso! É una testimonianza quanto mai attuale.
Simone Lomuoio
Ciao Settimio.
Io penso che, tra i fotografi che possono rappresentare l’italianità si dovrebbe mettere anche Luigi Ghirri. Considerando quanti fotografi (amatoriali e non) ha contaminato con le sue foto. Non ti parlo della gente che si riempie la bocca con Ghirri perché ora va di moda, e fa “figo”, ma anche leggendo come ne parla Gianni Celati: con le sue foto ha messo insieme musica (Dalla, Carboni e altri), fotografi (Viaggio in Italia e molti altri che hanno scimmiottato), scrittori (Celati e altri) tutti con una grande italianità (almeno secondo me).
Un altro che avrei inserito, ma che non considero assolutamente italiano, ma universale, è Mario Giacomelli; ma forse proprio il suo non essere “italiano” l’avrebbe tolto dalla mia risposta.
Ciao e buon lavoro.
settimio
@simone: è vero sia Ghirri e sia Giacomelli sono due grandi nomi che in verità sarebbe stato il caso di mettere…