bene, carmelo bene

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“non frequentavo nessuno. milano è invivibile. e poi non avevo una lira. la lettura di joyce mi aveva scombussolato. non si poteva più scrivere niente. niente. bisognava lasciare quella palude. bisognava partire. lasciai milano. a mia moglie dissi solo: “vado a cercare una villa a genova”. quando non si ha un becco di un quattrino è più semplice cercare un castello o una villa. una topaia non te la daranno mai, magari una villa sì, tanto vale esagerare. in effetti fu proprio così, mi toccò in sorte la più bella villa della riviera. ma non finii subito a genova. fu un viaggio pieno di soste e delizie. prima da rodrigo a bologna, le ubriacature di sangria, le stupide orge con le matrone bolognesi, il veneto. le biciclette rubate ai contadini.
quel non aver nessuna alcuna idea di cosa fare di sé, della propria vita.
come direbbe machado:” cerco quello che non trovo…”

dalla bellissima “vita di carmelo bene” edita da bompiani

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