capri, ritorno a milano AGGIORNATO

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[it]giuro che è la verità tutta la verità:

oggi sono tornato da capri. del lavoro fatto lì ne avrete un resoconto sull’altro blog, quello serio.
ma dato che qui è il backstage del backstage e si cazzeggia vi vorrei raccontare, e più che altro lo racconto al me medesimo che leggerà tra dieci anni e che magari si sarà dimenticato di questo 17 luglio 2008, cosa è successo oggi.
voglio anzi prendere una bella rincorsa e raccontare per benino la giornata dall’inizio.
il lavoro è finito ieri, questa mattina quindi mi sveglio bello tranquillo beato, come succede solo quando il lavoro finisce, che uno non ha più le angosce, piccole o grandi, di come sarà il tempo, di come andrà a finire…ecc…
mi sveglio, la mia stanza dell’albergo dava sulla piscina, mi butto in acqua, faccio un po’ di vasche e mi asciugo al sole.
poi mi accorgo che è tardi, faccio la valigia di corsissima, vado alla reception, pago gli extra (23, 50 euro) e mi faccio chiamare un taxi.
sono fortunato, il taxi che mi viene a prendere è l’ultimo rimasto di quelli storici, rosso e con il tendalino sopra.
ci fiondiamo al porto, dove riesco a prendere per un pelo il traghetto.
navigazione meravigliosa, sole bellissimo, l’amerigo vespucci con le vele spiegate, un branco di delfini che saltava felice…
arrivo al porto di napoli.
e dopo tutta questo, peraltro inutile, preambolo, inizia il racconto vero e proprio:

scendo dalla nave e c’era solo un taxi ad aspettare i passeggeri.
mi avvicino ma vedo che c’era già una persona seduta dietro. il taxista mi urla “a guagliò, dò vaI?”. “all’aeroporto” dico io.
“perfetto! sali, che anche la signorina qua dietro va lì, tanto altri taxi non ci sono e vi porto a tutte e due”
perfetto, dico anche io, e salgo davanti.
si comincia a chiaccherare, lui si chiama antonio.
mi accorgo presto che la strada non è quella verso l’aeroporto.
scopro presto che la signora seduta dietro non va all’aeroporto, ma a napoli centro “ma settimio (antonio ha imparato presto il mio nome) la signora la fermo sulla strada che va verso l’aeroporto, non perdiamo neanche un minuto!”
e giù nel casino e nel traffico demenziale del centro di napoli, vicoletti, stradine…
lasciamo la signora e, parla che ti parla, antonio scopre che non ho fatto colazione (nel preambolo qui sopra in effetti non avete sentito parlare di colazione).
“settimio, fermiamoci in un bel bar e facciamo colazione!”
e ci fermiamo in un bar (bello e buono, non so dove fosse, ma vicino all’università) a fare colazione.
e intanto si parla, si parla, e antonio mi racconta tutta la sua vita.
tipo ad esempio che la moglie l’ha conosciuta sbagliando numero di telefono sul cellulare…

usciamo dal bar belli soddisfatti ed ad antonio gli squilla il telefonino.
era un tizio che qualche ora prima aveva portato dall’aeroporto a napoli, e si erano messi d’accordo che quando avrebbe finito di fare quello che doveva fare l’avrebbe chiamato per farsi riportare all’aeroporto.
“a settimio, ti scoccia mica se passiamo a prendere questo mio cliente, tanto va anche lui all’aeroporto…”
“ma figurati antonio, andiamo a prendere il tuo cliente!”
e giù di nuovo vicoletti, stradine, periferia napoletana, con racconti infiniti sulla sua vita privata e una sorta di guida turistico (questa piazza si chiama così ma noi la chiamiamo così…)/ cammoristico (qui abita il famoso boss tal dei tali)/ erotica (qui alla sera è pieno di mignotte…).
strada facendo però antonio mi rivela la strategia: “settimio caro, dobbiamo dire al mio cliente che tu sei mio cugino, altrimenti mica vuole pagare la corsa intera!”
“ok antonio caro, da adesso sono tuo cugino”
e lo pago per la corsa, affinchè sia chiaro che il “cugino” mica paga.

arriviamo quindi, nel mezzo della periferia disastrata e piena di ipermercati cinesi, nella fabbrica dove il “cliente” di antonio ci aspettava.
il tizio era un tecnico che riparava forni per pane industriali, ed era di padova.
lo carichiamo, lo saluto gentilmente, e antonio gli dice ” dottò le presento mio cugino, che parte per milano”
“piacere!”
“piacere!”
e cominciamo un po’ di conversazione.
dopo poco il tizio padovano mi dice (ok, cercate di fare l’accento veneto), “scusi, ma lei non sembra mica cha abbia un accento napoletano”.
allora io, tra i due fuochi (da una lato per non far fare casini ad antonio e dall’altro oramai complice di antonio), comincio a blaterare in un improbabile napoletano che sì ero napoletano ma da oramai vent’anni stavo a milano.
in napoletano.
con il tizio che mi guardava malissimo.
e io che da un lato avrei voluto dirgli “scusi, sono un passeggero come lei, pago tutto io il taxi e morta lì…” ma dall’altro lato avevo antonio che mi guardava con gli occhi sbarrati, tradendo complicità e divertimento.
un viaggio d’inferno.
finalmente arriviamo all’aeroporto, io esco velocemente, prendo i miei bagagli e, davanti al sospettosissimo padovano, io ed antonio ci abbracciamo e ci baciamo come due cugini che non si vedono da vent’anni.
” e salutami carmela! e salutami ciro! e torna più spesso!”
ancora poco ci saremmo messi a piangere.

questo è il racconto del mio ritorno da napoli a milano oggi, 17 luglio 2008.
poi il resto viene tutto da sè, tipo che per andare all’aereo dell’alitalia non c’era ne’ tunnel ne’ autobus, ma siamo andati a piedi.
ma questa è un’altra storia…

PS: non c’entra veramente nulla con il racconto di cui sopra, ma la giornata del 17 luglio 2008 è terminata veramente in bellezza: tornato da capri sono andato in studio a lavorare un po’ e poi al teatro arcimboldi qui a milano (teatro bruttissimo, con un’acustica orrenda e senza parcheggio) per vedere un concerto eccezionale: il grande tom waits!
il prossimo 17 luglio mi tengo pronto…[/it] [en]i swear this is all true: today i came back from capri. you have an account of the work i did there on the other blog, the serious one. but because this is the backstage of the backstage and we fuck around, i want to tell you, but i even more want to tell myself when i will be reading this in ten years time, and maybe i will have forgotten about this july 17, 2008, what has happened today. i want to start from the very beginning. the job ended yesterday, this morning then i woke up nicely relaxed, that only happens when the job is over, and one doesn’t have any more angiushes, small or big, on how the weather will be, how will be the outcome … etc….. i wake up, my hotel room was facing the swimming pool, i dive into the water, i swim few lengths and i lie in the sun. then i realize it is getting late, i rush to get my suitcase ready, go to the reception, pay the extra (23, 50 euros) and i ask for a taxi. i’m lucky, the taxi one of the last historical, red with a canopy above. we rush to the harbour, where i catch the ferry by a close shave, perfect crossing, beautiful sunshine, the “amerigo vespucci” navy ship with unfurled sails, a group of dolphins happily jumping. and after all this unuseful preamble, the real story starts: i get off the ferry and here was only one taxi waiting for the passengers. i go near but i see there is already a person sitting inside. the taxi driver shouts to me: “a guaglio’, where are you going?”. “to the airport” i say. “ perfect! come on board, the lady also sitting in the back goes there, there are no others taxis, and i’ll take you both”. perfect, i also say, and i sit in front. we start chatting, his name is antonio. i soon realize that is not the road to the airport, and i discover that the leady sitting in the back is not going to the airport, but to downtown naples. “but settimio, (antonio learnt quickly my name) i drop the lady on the road to the airport, we don’t even waist one minute!” and down in the caos and the absurd traffic of naples, small alleys, tiny roads … we drop the lady and while talking antonio discovers i didn’t have any breakfast (in fact you haven’t heard any breakfast mentioned before!) so we stop at a bar (nice and good, i don’t know where it was, near the university) to have breakfast, and in the meantime we talk and talk, and antonio tells me all his life story. like for instance that he met his wife dialling the wrong number on the cell phone …. we leave the bar nicely satisfied and antonio’s cell phone rings. “ settimio, you don’t mind if you go and fetch this client of mine, he is also going to the airport..” “not at all anotnio, let’s go and fetch your client!” and down again through small alleys, tiny roads, naples’ outskirts, with unending tales about his life, some sort of tour guiding, (this square is called like that but we call it like this …), camorra’s (here lives the famous boss called so and so), erotica’s (here is full of whores at night…) but along the road antonio reveals his strategy: “setttimio my dear, we have to tell my client that you are my cousin, otherwise he will not want to pay the whole journey!” “ok antonio my dear, from now on i’m your cousin” and i pay him for the run, so that it will be clear that the “cousin” doesn’t pay. we arrive in the middle of the wrecked outskirts, full of cines hypermarkets, at the factory where antonio’s “client” had been waiting. the dude was a technician specialized in fixing industrial bread ovens, and he was from padua. once on board, i greet him kindly, and antonio tells him “sir this is my cousin, leaving for milan” “nice to meet you!” “nice to meet you!” and we start the conversation. after a while the fellow from padua tells me (all right, try the venetian accent”) : “excuse me, but you don’t seem to have a neapolitan accent”. so, caught between two fires (on one side not to give problems to antonio and on the other already his accomplice), i start to chatter in an improbable neapolitan that i was neapolitan but it had already been twenty years since i moved to milan. in neapolitan. and the dude was giving me a nasty look. and i would have liked to tell him: “i’m sorry, i’m also a passenger like you, i pay the whole run and we finish here …. “ but on the other hand antonio was staring at me, showing complicity and enjoyment. a hell of a journey. finally we arrive at the airport, i get out quickly, take my luggage and in front of the suspicious guy from padua, antonio and i hg each others and we kiss like two cousins that haven’t seen each others for twenty years. “and say hi to carmela! and say hi to ciro! and come and visit more often!” we were just about to start crying. this is the story of my trip from naples to milan today, july 17, 2008. the rest is a tale on its own, like to go to the alitalia aircraft there was no bus or tunnel, but we went on foot. but this is another story…. P.S. : this has nothing to do with the story above, but the day, july 17, 2008, ended really with a flourish: back from capri i went at the studio to work a bit, then to the arcimboldi theater here in milan (very ugly theater, with horrendous acustics, no parking) to attend an exceptional concert: the great tom waits! next july 17 i’ll be ready……[/en]

48 risposte

  1. giovanni

    Anche io faccio fatica trattenere le lacrime
    grandissimo

  2. giovanni

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  5. yellow

    ma alla fine quando e quanto hai pagato per questa incredibile avventura? spero tu non risponda come la nota pubblicità: priceless! 😀
    p.s.= complimenti per lavori e blog

  6. yellow

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  9. rossano

    buon compleanno al nostro presidente nelson mandela…..!!!

  10. rossano

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  11. rossano

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  12. rossano

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  13. Ferro.27

    cinesi, russi, nuova economia… finche’ al mondo ci sara’ anche un solo napoletano, non ci saranno cazzi per nessuno! w napoli!

  14. Ferro.27

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  17. Eva

    Che risate!

    Devi prenderla un po’ così Napoli. O forse è lei che prende te e ti devi allora far semplicemente trasportare..

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  21. acciu(ga)

    mi sono ribaltata… :-DDD
    talmente bello e divertente che sembra inventato! Grande!

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  25. andrea

    Grande avventura, ma soprattutto complimenti per i tuoi lavori!

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  28. andrea

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  29. sara

    beato te, che te sei andato al concerto di Tom Waits. Funiculì funiculà

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