FOLDING CAMERAS

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Il mio ultimo workshop presso la benemerita Fondazione Fotografia di Modena si è svolto in una maniera, devo dire, molto interessante e proficua, penso per tutti. Sicuramente molto per me: in questi casi è molto più quello che ricevo rispetto a ciò che dò.

Tutto questo grazie a molti fattori, non ultimo un gruppo di allievi che ho trovato ottimo (nessuno è scappato!).

Il merito maggiore però, secondo me, non è stato mio, non è stato degli allievi, non è stato della Fondazione…ma è stato in larga parte della macchina fotografica che abbiamo usato. E già!

Su questo argomento il buon Toni ha già detto la sua, in maniera intelligente e approfondita come al solito, qui.

La questione del mezzo con il quale si scatta è in effetti molto importante, proprio perché il mezzo è molto importante per raggiungere un certo fine: temo che spesso invece, il mezzo con il quale si scatta venga confuso con il fine.

Comunque, tornando al workshock di Modena, mi sono MOLTO divertito, inutile negarlo, all’inizio dei tre giorni, quando ho chiesto ai miei allievi di mostrarmi le loro macchine e loro tutti orgogliosi a mostrarmi canonpentaxnikonleicax1dsxxt1super…allora io li ho invitati a lasciare tutte le loro meravigliose super macchine fotografiche perché noi avremmo usato, per tutto il week end, solo ed esclusivamente il mio amatissimo banco ottico, compagno fidato ed indistruttibile (ciò che non c’è non si può rompere, e lì c’è ben poco…) di mille avventure, scattando con polaroid 10×12.

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C’è poco da fare: scattare con il grande formato obbliga, inevitabilmente, a pensare prima a cosa fare e perché.

Sul quel week end ha realizzato un bel racconto Gabriele, un allievo.

Ma non è del workshop di Modena, che volevo parlare, ma di Alessandro Gibellini, che proprio in quel week end ci è venuto a trovare, portando le sue creature, che ovviamente si sono perfettamente ambientate: banchi ottici da lui realizzati 20×25 cm (8×10 pollici).

La sua storia è fantastica, e dovrebbe essere di grande insegnamento sia per quello che riguarda la Fotografia e sia per quello che riguarda in generale l’imprenditorialità: Alessandro, ingegnere meccanico, non trovando sul mercato ciò che cercava ha cominciato a realizzarlo da sé, con le sue manine. Tutto ciò è poi diventato un business che sta funzionando alla grande.

Potete trovare tutte le informazioni che vi servono sul suo sito

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E bravo Alessandro!

PS: dopo il workshop un’allieva, Chiara, mi ha mandato una bella letterina e soprattutto una bellissima spilletta! (spillona, anzi): grazie!

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9 risposte

  1. alex

    ehilà blogger: lo sai che da quando non scrivi stronzate sei ancora più anonimo?? Torna te stesso, ti pregoooo! 🙂

  2. damiano

    Ma quella spilla non era arrivata in ritardo già una volta?

  3. vittorio

    Immagino non sia stato un workshop sul grande formato vero e proprio,ma percepisco l’impiego del banco ottico durante il corso , come un pretesto per aprire la mente ai giovani digitalisti su cosa sia la costruzione di una fotografia senza l’uso di automatismi,in 2 giorni la vedo dura imparare a destreggiare una macchina a corpi mobili,sopratutto per gli effetti causati da basculaggi,decentraggi ecc..,che bisognano di tempo e prove,ad ogni modo la trovo una proposta valida ,sopratutto per far riflettere sull’impegno a “partorire” ogni singola immagine,dare il giusto peso all’atto fotografico,previsualizzare ogni scatto,pensare a tutti i fattori che compongono una fotografia,e dare un senso logico ad essi,sopratutto in funzione del messaggio che si vuol dare.
    Gibellini invece e’ pe rme una bella sorpresa,conoscevo artigiani validi austriaci,inglesi,tedeschi,ma non pensavo ad un Italiano cosi’ bravo!

  4. damiano

    Ho ottima memoria visiva e quando una cosa attira la mia attenzione rimane impressa.
    Quella foto l’ho già vista! E incuriosito avevo cercato di carpirne il contenuto celato.
    Ora non ricordo dove e quando.
    Da qui nasce la domanda che ho posto.

    Ciao!

  5. Chiara

    Forse perché è la STESSA foto della STESSA spilletta che Benedusi aveva messo su instagram?
    Magari scrivere “questa foto l’ho già vista” avrebbe reso più comprensibile quello che volevi dire.

    Ciao!

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