FORZA, ITALIA

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ieri sono andato, finalmente, a visitare il museo del novecento, da poco aperto a milano in piazza del duomo: quello che ho visto penso possa essere una valida sintesi dei problemi sia dell’italia (di cui oggi festeggiamo i 150 anni) e sia della fotografia (italiana!).

-il museo è un gran casino. sarà che io sono scemo, sarà cosa sarà ma mi sono perso più volte, entrando dall’uscita e uscendo dall’entrata, salendo e scendendo dalle scale mobili come se fosse un centro commerciale, o camminando su e giù in una rampa in salita come se fosse il guggenheim meneghino…insomma, lo ribadisco, un gran casino.

CONFUSIONE ED APPROSSIMAZIONE

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-all’ultimo piano c’è un famoso ristorante, con tavolini con vista spettacolare. un foglietto scritto a cazzo di cane ed attaccato con lo scotch dice che quello spazio è riservato solo ed unicamente ai (ricchi) fruitori del ristorante, gli altri che si tolgano dai coglioni.

CORPORATIVISMO

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-però è un’esperienza e una visita da fare: lo è perchè la location è meravigliosa e lo scenario, che quasi inconsapevolmente ci accompagna, è bellissimo.

BELLEZZA

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-e ne vale la pena per le opere lì esposte, ci sono fontana, boccioni, balla, schifano, morandi, marinetti…insomma tantissimi artisti italiani che, nonostante tutto, sono riusciti a creare un’arte nuova, moderna ed originale. c’è lo straordinario “quarto stato” di pellizza da volpedo, quadro tanto rivoluzionario quanto simbolico. insomma, ci sono grandi artisti e grandi opere.

FANTASIA ED INTRAPRENDENZA PERSONALE, NONOSTANTE TUTTO

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-in un museo del novecento è legittimo aspettarsi la presenza di un’ arte che nel novecento ha avuto la sua consacrazione: la fotografia. e non è vero che io lo dico e voi fate così con la testa (su e giù…) perchè siamo fotografi, è così perchè così lo dicono i libri di storia dell’arte! giusto? giusto!

e infatti ci sono, alla fine dell’esposizione, esposte delle fotografie. 4. esatto: quattro! e nessuna di un italiano: sono di grandi autori (laszlo moholy nagy, robert frank, harry callahan e il quarto non lo ricordo…) ma nessuno italiano! solo per nominarne uno, visto che siamo a milano e visto che ha fotografato tantissimo gli artisti, anche qui esposti: ugo mulas???? NO!!!! non c’è!

ESTEROFILIA

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ecco, questo è quanto.

io però, quando sono in giro per il mondo, penso sempre con grande affetto e tenerezza all’italia e a quegli stronzi (me compreso!) di italiani. e quindi ho voluto mettere la bandiera italiana fuori dal mio studio.

e, nonostante tutto, voglio dire: forza, italia!

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Yesterday I, finally, went to visit the 20th century museum, recently opened in Piazza del Duomo in Milan: I think that what I saw could be a valid synthesis of the problems in Italy (in which today it celebrates 150 years) as well as in (italian!) photography.

–  the museum is confusing. It might be that I am stupid, it might be whatever it might be but I got lost a few times, I entered through the exit I exited through the entrance, going up and down with the escalators as if it was a shopping mall, or walking up and down in an uphill ramp as if it was the Meneghino Guggenheim… In short, I repeat, it was confusing.

CONFUSION AND APPROXIMATION

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–  on the last floor there is a famous restaurant, with tables and a spectacular view. A small piece of paper written with a dog’s dick and stuck with scotch tape saying that the space is reserved for and uniquely to the (rich) consumers of the restaurant, may the others get the fuck out.

CORPORATISM

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–  but it is an experience and you must make a turn: it is because the location is marvellous and the scenery, which almost unconsciously it accompanies us, is beautiful.

BEAUTY

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– and it is worth it for the works on show, there is Fontana, Boccioni, Balla, Schifano, Morandi, Marinetti… in short a lot of italian artists that, despite everything, they managed to create a new kind of art, modern and original. There is the extraordinary “fourth state” by Pelizza da Volpedo, a painting as revolutionary as it is symbolic. In short, there are great artists and great works.

FANTASY AND PERSONAL ENTERPRISE, DESPITE EVERYTHING

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–  in a museum of the 20th century it is legit to expect the presence of and art in which it had its consecration in the 20th century: photography. And it is not true that I say it and you do like this with your head (up and down…) because we are photographers, it is because so they say in the books of art history! Right? Right!

In fact there are, at the end of the exhibition, exposed some photographs. 4. Exactly: four! And none of them are by an italian: they are by great authors (Laszlo Moholy Nagy, Robert Frank, Harry Callahan and I don’t remember the fourth…) none of them is italian! Just to name one, seeing that we are in Milan and seeing that he photographed many artists, some of whom are on show here: Ugo Mulas???? NO!!!!

in un museo del novecento è legittimo aspettarsi la presenza di un’ arte che nel novecento ha avuto la sua consacrazione: la fotografia. e non è vero che io lo dico e voi fate così con la testa (su e giù…) perchè siamo fotografi, è così perchè così lo dicono i libri di storia dell’arte! giusto? giusto!

e infatti ci sono, alla fine dell’esposizione, esposte delle fotografie. 4. esatto: quattro! e nessuna di un italiano: sono di grandi autori (laszlo moholy nagy, robert frank, harry callaghan e il quarto non lo ricordo…) ma nessuno italiano! solo per nominarne uno, visto che siamo a milano e visto che ha fotografato tantissimo gli artisti, anche qui esposti: ugo mulas???? NO!!!! non c’è! Not here!

ESTEROFILIA

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Here, this is all.

Although, when I am around the world, I think with great affection and tenderness of Italy and those italian dickheads (including me!). So I put outside my studio the italian flag.

And, despite everything, I want to say: Forza, Italia!

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8 risposte

  1. MatteoF

    dopo qualche post un po’ troppo buonista, ecco il Settimio che conosco!
    bentornato!
    p.s.: complimenti per la panchina firmata 😀

  2. Riccardo

    ci son stato due settimane fa al museo del 900 e come te ne son uscito un bel po’ amareggiato, oltre che frastornato da quel casino… anch’io son entrato dall’uscita, l’unica sala dove sono presenti una manciata di fotografie messe li in croce, provenienti dal’archivio della Bank of America (e quindi neanche italiane presumo). le scale mobili le avrò fatte anch’io un paio di volte tutte, e pensavo fosse un museo un po’ diverso più vasto nello spettro delle opere esposte, non con solo opere solo scultoree e pittoriche, di cui alcune davvero stupende!

    W l’Italia!

  3. Monica

    Concordo con il casino del museo… non sono ancora riuscita a produrre una seria recensione perché l’unica cosa che mi viene da dire è che alcune sale sembrano una mensa scolastica!
    illuminazione, allestimenti,… un disastro.
    Il palazzo però è bellissimo… ma non basta per fare di questo museo un museo internazionale. nemmeno un po’.

  4. Matteo Oriani

    Quel museo é lo specchio di questa Italia. Approssimazione, provincialismo, ignoranza. Eppure basterebbe poco. Anche una virgola, in piú o in meno, puó cambiare il senso delle cose. Forza Giappone!

  5. rossano

    bravo settimio ….forza -italia p.s. abbasso il berlusca !!!

  6. Simone

    Ciao Settimio…i feed non funzionavano e dunque commento solo ora.

    Anche secondo me Italo Rota ha dato il peggio di se…e il 4 è Thomas Struth.

    Saluti.

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