TURISTI ITALIANI ALL’ESTERO

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[it]giro parecchio, si sarà capito, per il mondo.
vorrei porre la mia attenzione su un argomento preciso, grazie a questa mia esperienza: i turisti italiani.

intanto una stupefacente e per me incomprensibile realtà: sono assolutamente dappertutto. new york? tutti italiani. londra? tutti italiani. bali? tutti italiani. brasile? tutti italiani. e così via… qualsiasi posto dove tu vada, nel più sperduto della terra trovi una comitiva di turisti italiani. e come sono questi turisti italiani?!? così:

-super vestiti. nel senso tanto vestiti. sono vestiti come se dovessero scalare l’everst, ma si trovano a parigi. hanno sciarpe, cappelli, maglioni, piumini e quant’altro. pronti nel caso la grande glaciazione li sorprendesse mentre sono fuori casa.

-a proposito di vestiti: sono tutti firmatissimi. “che ‘sti brasiliani non pensino che siamo dei poveracci!” e allora giù di scarpe hogan, occhialoni chanel, borse vuitton/gucci, giacca moncler e così all’infinito…

-hanno sempre zaini, zainetti, zainoni: chissà cosa c’è dentro. forse un maglione in più, che non si sa mai…

-oltre lo zaino, con dentro chissà cosa, sono gli unici al mondo ad avere un meraviglioso avanzo degli anni ottanta: il marsupio. lì dentro tengono il passaporto, le chiavi di casa, dei dollari nascostissimi (che tutti sanno benissimo dove sono) e tutte quelle cose che non si fidano a lasciare in hotel (“la cameriera nera secondo me è una ladra, glielo si legge in faccia”).

-sono sempre e solo alla ricerca del cibo italiano. della pasta italiana. del caffè espresso italiano. tutto ció che è locale semplicemente non esiste. finiscono inevitabilmente a parlare del cibo della mamma.

-in questa italocentralità comprano solo ed unicamente le stesse identiche cose che comprerebbero in italia: vanno fino a new york per comprare le kalvin klein, per dire.

-parlano inevitabilmente ad alto volume. anzi, urlano: “AÓ!!! VIÈ QUI, CHE CE STA AMBRI E COMBRI!!!!”

-figli: è difficile che li portino in quel posto pericolosissimo che è…londra. ma se questo succede, tutto ció che ho detto finora viene aumentato esponenzialmente: ‘sti giovani teppisti impuniti dai nomi cretini (kevin, jessica…) sono vestiti come per il polo nord griffattissimi e si aggirano inferociti urlando ai genitori: “STRONZI!!! L’APPLE STORE PER DI QUI!!!!”

-non conoscono una parola di inglese. al massimo azzardano (URLANDO, ovviamente) il classico “NOIO VOLUVAN SAPER…”

-appena scendono dall’aereo attaccano il cellulare e chiamano casa assicurando che il pericolosissimo viaggio è andato benissimo e ne sono usciti sani e salvi. ok, era milano-parigi, ma sai i pericoli che si annidano sopra le alpi…

-non si mischiano: italiani sempre e solo con italiani. gli altri, anche se sono londinesi e mica del borneo, sono sempre selvaggi, sporchi e ubriaconi.

-in qualsiasi posto vadano lo paragonano ad un posto in italia: spiaggia maldiviana?!? loro conoscono una spiaggetta in sardegna che ne vale mille! un castello sulla loira?!? ma hai visto mai la reggia di caserta, ne vale mille! si finirà inevitabilmente a dire “l’italia è il più bel paese del mondo, ma non sappiamo valorizzarlo!”

-viaggiano, viaggiano e viaggiano (chissà perchè!) ma poi vogliono solo una cosa: tornare a casa. anzi il segreto penso sia tutto lì: gli italiani non viaggiano per il piacere di viaggiare, ma per quello di tornare a casa e soprattutto quello di poter dire agli amici: “quest’estate? sono andato alle mauritius!”

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you must have understood by now that I travel a lot around the world. thanks to my experience I would like to focus my attention on a specific topic, the italian tourists.

first of all, an astonishing and incomprehensible fact: they are absolutely everywhere. new york? all italians. London? all italians. Bali? all italians. brazil? all italians. and so on… any place you go, in the furthest corner of the earth you will find a group of italian tourists. And how are these italian tourists!? as follows:

–  about their clothing: only super labels. “may these brazilians not think that we are poor!” so they wear hogan shoes, big chanel sunglasses, vuitton/gucci bags, moncler jacket and so on…

–  they always have a backpack, little backpacks, huge backpacks: I wonder what is inside. maybe one more jersey because you never know…

–  besides the backpack, with who knows what is inside, they are the only ones in the world with a magnificent leftover of the eighties: the fanny pack.   in there they keep the passport, the house keys, some dollars hidden extremely well (but everyone knows where they are) and all those other things they do not dare leaving in the hotel room (“I think the black maid is a thief, you can read it on her face”).

–  they are always and exclusively seeking italian food. italian pasta. italian espresso. everything that is local simply does not exist. they inevitably end up talking about their mother’s cooking.

–  on this italocentricity they only buy the same identical things they would buy in italy: for example, they go all the way to new york to buy calvin klein.

–  they inevitably speak aloud. actually, they shout: “HEY!!! COME OVER HERE, WAIT FOR AMBRI AND COMBRI!!!!”

–  children: it is rare that they bring them to that extremely dangerous place… london. if they do everything I said so far gets multiplied: these young thugs go unpunished with names like (kevin, jessica…) they are dressed as if they are going to the north pole with big labels, hovering angrily shouting at their parents: “ASSHOLES!!! THE APPLE STORE IS THIS WAY!!!!”

–  they do not speak a word of english. at most they dare (SHOUTING, obviously) the classic “NOIO VOLUVAN SAPER…”

–  as soon as they get off the plane they get on their cellphones and they call home reassuring that the extremely dangerous flight went very well and that they have landed safe and sound. ok, it was milan-paris, but one never knows of the dangers that lurk over the alps…

–  they do not mix: italians are always with italians. the others, even though they are from london and not from borneo, they are always wild, dirty and drunk.

–  no matter where they are they always compare it to some place to italy: maldivian beach!?? they know of a little beach in sardinia that is worth much more! a castle in the loire?!? have you ever seen the palace in caserta, it’s worth a thousand! they will end up saying “italy is the most beautiful country in the world, but we don’t know how to promote it!”

–  they travel, travel, travel (I wonder why!) but in the end they only want one thing: to go back home. in fact the secret is all there: italians do not travel for the pleasure of travelling, but for the pleasure of coming back home and especially to be able to tell their friends: “this summer? I went to the mauritius!”

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38 risposte

  1. Sara Lando

    E’ tutto cosi’ vero che fa quasi male 😀
    Un’altra cosa agghiacciante che urla “italiano all’estero” sono le intere famiglie vestite uguali, come se avessero la divisa.
    Se e’ estate si fanno fare le t-shirt tutte uguali con il nome sulla schiena. Secondo me ci sono gli estremi per il maltrattamento di minore.

    Sui posti privi di turisti italiani, consiglio Cawker City, Kansas.
    C’e’ anche il gomitolo di spago piu’ grande del mondo. Non c’e’ niente altro, ovviamente, ma vuoi mettere?

  2. Stefano

    disanima veramente completa e tragicomica. La cosa che stupisce è appunto, in Italia c’è crisi e gli italiani girano il mondo griffatissimi, ora, vero che ho clienti che pagano 100.000 euro di tasse di immondizia (cosa che mi aveva stupito particolarmente…), per dire, quindi hanno un giro d’affari che sicuramente gli permette di girare il mondo griffati senza troppi problemi. Però, se vogliono mantenere quel che hanno, non hanno molto tempo da dedicare ai viaggi, per cui restano poche categorie di persone che possono permetterselo…

  3. YoRosco

    Copio, incollo e mando a mia moglie.
    Lei è tedesca e tu hai sintetizzato perfettamente tutto quello che lei vede negli italiani in vacanza all’estero.
    Stupendo, assolutamente stupendo.
    Giuseppe

  4. Simone

    Che bello non riconscersi! 😀
    (vabbè che mi prendono per straniero anche a casa mia…)

  5. Federica

    Tutto vero, mi sento di aggiungere, italiani che visitano le citta´ con la tuta da ginnastica, e non ho mai capito perche´.

  6. Lelaporta

    Quello col marsupio che nasconde i soldi è mio suocero. 😀
    Ma utilizza anche un portacellulare con disegnata una bella foglia di Marijuana (senza saperlo) e lo perdono.
    Siamo anche questo, purtroppo.

  7. MArco

    Settì, quant’è vero ciò che hai scritto!! … big hug …magari ci si vede all’apple store a L.A. 😀 😀

  8. Lorenzo

    E ti sei dimenticato la colazione al buffet degli alberghi.. l’inglese, arriva al bancone e prende le cose tipiche dela sua colazione, il francese pure, così come il tedesco e via dicendo.. arriva l’italiano e mette sul vassoio TUTTO! 🙂

  9. Stefano

    ah una precisazione: non dico “NOIO VOLUVAN SAPER…” ma “NOIO VOLUVAN SAVUAR..” sarà perchè sono piemontese LOL

  10. Andrea Rossi

    Condivido. Xò…..il marsupio è praticissimo!!!! 🙂

  11. nicola

    Il bello di parlare una lingua minoritaria è poterla usare all’estero, per dissociarsi dalla nostra italianità. E’ una triste affermazione, ma è una pratica che per me è usuale.

  12. max lusetti

    Un’altra peculiarità degli italiani (all’estero o in Italia è quella di spararsi addosso le peggiori parole e di dire anvedi quelli so italiani – ma noi semo diversi non semo nella media!) scagli la prima pietra chi di voi non l’ha fatto! 😀 Insomam il massimo del popolo demente!

  13. Herbert

    Namibia, pieno deserto ristorantino carino in stile african 2 famiglie con bimbi, chiedono spaghetti alla bolognese e se la pizza e’ cotta con il forno a legna. Mi vergogno di essere italiano. Hai ragione: vergognosi. Ciao:-)

  14. corrado a.

    Sì, vero… o sono così o sono l’opposto. Gnecchi e snob. Noi siamo normali, vero? 🙂

  15. michele

    un po’ banale come disamina … considerando che i tuoi’ “amici” all’estero sono sempre e solo vip italiani …jovanotti , saturnino , la canalis…e ne parli solo bene . isomma dai…

  16. paolo

    ma guarda che e’ cosi per tutti , gli americani i francesi i tedeschi ec ec pensano la stessa cosa dei loro connazionali all’estero .

  17. Luca

    Alla “AMBRI E COMBRI” sono letteralmente morto! 😀
    E’ un bel taglio, direi tutto vero… Certo ho visto stranieri fare pure di peggio da noi, ma gli italiani (e per talune cose mi ci metto pure io) sono fatti a stampo, tutti cosi. PS: dai però non credo tu vesta OVIESSE quando sei in giro 😀

  18. pennarrabbiata

    Spruzzi merda da ogni singolo poro della tua pelle…
    perchè? mi chiedo, perchè?
    Pensa, con ogni probabilità quelli che vedi sono al loro primo viaggio, il primo, sudato viaggio… e dopo aver risparmiato un secolo per poterlo fare si devono vestire come tu decidi?
    Ringraziali che sono griffati, che senza griffe per te sarebbe un bel casino…
    ma tu no, tu sei fico, tu hai incominciato a viaggiare a 15 anni e lo facevi con vestiti da straccione e per questo ti sentivi fico ( peccato che chi ti vedeva pensava esattamente il contrario) …
    Al tuo primo viaggio eri già imparato, parlavi dodici lingue che ovviamente hai imparato facendo corsi con il professore privato pagato da papa che ti ha dato i soldini per viaggiare e pensa, anche per te ce stato il pirla di turno che quando ti ha visto
    ha pensato ” l’idiota turista italiano che mai vorresti avere o trovare nel tuo viaggio” Mio caro benedusi, sappilo
    nei tuoi primi viaggi ce stato qualcuno che quando ti ha visto ha pensato esattamente come tu pensi degli altri che sei un pirlotto spaesato in un paese che non conosci… e diciamocelo quando hai parlato inglese la prima volta sai che cosa si sono detti quelli a cui ti sei rivolto>” come cazzo parla?!!!
    Umiltà, e abbassare la cresta forse sarebbe utile a tutti anche ai lecchini sopra che ogni scoreggia che fai sono li a dirti;
    ” si, vero, hai ragione, sei fico.. ma io non mi riconosco, vabbè, voi mettere a me mi scambiano per straniero pure in italia…”

    Anvedi ho! come sei messo..!!! vantati pure, curioso sarebbe sapere come te scambiano all’estero… !!!

    Tutti vogliono viaggiare in prima, lo dice anche Ligabue… ma visto che tanto parli degli italiani all’estero, vogliamo parlare dei russi in italia? o dei romeni? tunisini o tedeschi? o preferisci gli inglesi?
    a quelli si, sono fichi, sono educati, quelli per vedere la città hanno la bombetta e il doppio petto?No caro mio… con ogni probabilità frecquentando musei e gallerie locali dove ce sta la colombari, il billy, e la canalis tu i veri inglesi in itlaia non li hai mai visti… si aggirano pallildi pallidi, sono mbriachi come pochi e se sono piu di due, pensano a come sfasciare il bar che li ospita… I governati dalla culona inchiavabile invece sono quelli che girano a dicembre in calzoni corti e maglietta bianca con padelle di sugo… e di solito non hanno scarpe ma zoccoli… da non confondere con le russe e le rumene che vedi nei locali dove ti ritrovi con il Billy e la Canalis, quelle hanno una bella facciata ma svegliati non sono li per ballare… fidati porova ad allungare un cento euro e vedi cosa succede!!!
    Ma anvedi de scrollarti de dosso sto strato de melma che ti ricopre e ritorna sulla terra, bello!!! sai fotografare e mo ti gira bene, ma mica per sempre e ricordate da dove sei arrivato che senza quattrro succhiotti all’amico mega desinger e un paio de carci in culo manco te viaggivi in prima… forse forse viaggivi in vespino per correre a fotografa l’anima de li mortacci tua!!!
    Con stima Pennarrabbiata!!

  19. Cecopato

    Dai Settimio…. puoi far di meglio… 😉
    Anche perchè i Giapponesi ci hanno surclassato in tutto e… dappertutto!

  20. Aldo Martucci

    Il post e’ pieno di luoghi comuni: quelli che tu descrivi sono gli italiani che vedi tu, perche daccordo che giri il mondo, ma lo giri come loro, da turista toccata efuga e vai solo nei posti da turisti. Gli italiani che il mondo lo conoscono e lo girano davvero sono diversi da come li descrivi. E anche da te… Molto sarcasmo che secondo me nasconde insicurezza e poca capacita di stare al mondo.

  21. rossano

    Bravo penna non cambiare eri ,sei e sarai sempre un grande ……..burino !!!

  22. paolo

    scusa, ho visto come parli inglese …non mi sembra che lo parli benissimo

  23. pippo

    bè, dare torto a penna mi pare fuori luogo, mi pare molto ironico e tutto sommato non dice cose sbagliate…
    che benedusi provochi ci sta… ma insomma prima con i turisti grassi nelle piscine ora con tutti gli altri…
    sempre cose scontate dice…
    grazie a dio fa bene le foto
    Se poi uno che si chiama “SETTIMIO” ce l’ha pure con i nomi altrui, è scontato che lo faccia per prendere per il culo…
    Ora se si chiama cosi è per due motivi… o forse tre
    la mamma adovava questo nome o con ogni probablità era del padre di uno dei genitori…
    due è nato settimino
    tre quel giorno all’anagrafe erano in festa ubriachi fradici…
    e Benedusi lo sa…

  24. Mario Zacchi

    Benedusi, non trovo nulla di originale in quel che ha scritto. Chiaramente non è l’ unico che ripesca periodicamente queste mezze leggende, facilmente spendibili. Ma tra i tanti che ne hanno scritto, c’ è stato chi lo ha fatto con classe, con fine ironia, rendendo l’ argomento divertente. Qui l’ impressione è quella di chiacchiera stantia che non so chi possa far sorridere.

  25. paolo

    Caro amico, ho letto il tuo post e ti rispondo qui. Perché se inneschi queste chiaccherate 2.0 è giusto non discuterne tra di noi a voce, ma qui dentro. L’italiano cafone è un argomento piuttosto noto. Abbiamo sorriso con Sordi, con Verdone, con i De Sica padre e figlio, e pure con i Vanzina, tanto per scendere in basso, ma tanto.
    Devo dirti che dei tanti difetti di noi italiani, forse quello del caciarone in vacanza vestito firmato è uno di quelli che mi danno meno fastidio. All’italiano piace vestirsi. Cafone/griffato o Nobrand studiato a tavolino, l’italiano è sempre stato così e anche in passato si comportava allo stesso modo; succedeva alle famiglie contadine quando i nostri nonni andavano nelle piazze di paese la domenica con la sciarpa e il cappello sistemato per bene e succedeva con i nostri emigranti che partivano per Paesi lontani con la valigia legata con lo spago e dentro di essa il vestito buono, perché non si sa mai.
    Il secolo scorso c’erano i cappelli, le stole di seta, gli abiti Facis mezzo/forte e il borsello, ai giorni nostri ci sono i Moncler, i jeans di Crombie e il marsupio: il succo del discorso non cambia, fa parte della nostra cultura che ci piaccia o no. Mi colpirebbe di più vedere un italiano slandrone che rutta davanti a venti litri di birra ma questo, grazie al cielo, da lui nemmeno me lo aspetto. Come di rado capita l’italiano che puzza. Non voglio fare del qualunquismo ma molti dei nostri fratelli europei quando girano per il mondo si portano dietro queste caratteristiche poco simpatiche.
    Però questa tua disamina mi ha fatto riflettere sulle caratteristiche negative dell’italiano all’estero e ho provato a guardare se il problema non è fuori, ma è dentro il Moncler.
    L’italiano all’estero, che sia in campeggio o al Sette stelle, è sempre il furbo della compagnia; il problema è che non lo fa nemmeno più apposta, è così. Egli deve agire diversamente dagli altri. Che si tratti della doccia a gettoni nel campeggio o la Spa in Kenya, l’italiano deve sempre trovare un sistema per avere dei vantaggi. Lui vuole il favore, vuole mangiare meglio e di più e fare una doccia di un’ora. Per lui la mancia è un lasciapassare, una tangente per ottenere benefici riservati, mentre per un inglese o un americano generalmente la mancia è il premio per un servizio corretto. Una volta capito il trucco poi, la soddisfazione non sta nel godere del vantaggio conquistato, ma la vera e unica goduria è trasmettere questo privilegio agli altri italiani presenti: si sa, tra italiani all’estero ci si dà sempre una mano: la conoscenza giusta per l’ingresso in discoteca, entrare dentro le Piramidi dove nemmeno gli studiosi del Cairo sono mai riusciti, il parcheggio in prima fila che nemmeno Obama. Insomma, noi dobbiamo essere i meglio del quartiere. E non è finita. Una volta parcheggiata la macchina e trovato il sistema per dormire nel sarcofago di Tutankhamon il lavoro dell’italiano in vacanza è appena all’inizio. Egli è l’unico che riesce a trovare il migliore sigaro di Cuba, il Whisky top sotto banco in Scozia, il Patanegra fantastico o il formaggio di alpeggio della suocera del maestro di sci. Tutti prodotti che, nella maggior parte dei casi, fanno cagare. Perché non sono di qualità ma sono una sintesi tutta italiana nello scegliere le cose: se il maestro di sci è simpatico e ha insegnato bene, sicuramente il formaggio della suocera è straordinario. Idem per i sigari forniti dall’amico del bagnino.
    Trasferendo questo atteggiamento a casa nostra, una volta tornati dalle vacanze, ci accorgiamo che i comportamenti sono gli stessi. Che purtroppo hanno portato a una società che crede di essere furba ma al contrario è una società scollata, rancorosa e amministrata da tante suocere di maestri di sci. Ma qui il problema si fa serio e merita un altro capitolo.

  26. dipassaggio

    “l’ignoranza è un diritto di tutti ma c’è chi se ne approfitta”
    Vero, invece egocentrismo è il male del mondo.

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