L’ASSISTENTE #02

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[it]è abbastanza noto che il mio post sull’assistente ha avuto infiniti commenti e critiche: che NON voglio adesso continuare ad alimentare… 😉

tra le infinite reazioni sul quel post c’è stata anche una singolare richiesta: ad un certo punto mi scrive, con tatto ed educazione, fabio camandona (che sinceramente non conoscevo) per chiedermi se era possibile avere un testo scritto da un mio assistente, per la rivista on line da fabio appena fondata OUR PHOTO, così per avere un parere del diretto interessato sull’argomento. abbiamo pensato che non sarebbe stato molto obiettivo chiedere l’intervento al mio assistente del momento, ma sarebbe stato opportuno chiederlo ad uno dei miei passati assistenti.

tra i vari assistenti che sono passati dal mio studio ho voluto coinvolgere alessio gianni, per varie ragioni: è stato con me parecchio tempo, è un ragazzo intelligente, che scrive bene e penso sia la persona che mi conosce più a fondo, tra coloro che negli anni mi hanno aiutato.

alessio ha accettato, con una sola grande condizione: che il giornale avrebbe pubblicato ciò che lui avrebbe scritto senza che io potessi non dico correggere ma neanche leggere alcunché. ho accettato la condizione…

sono passati un po’ di mesi, fino a quando mi scrive fabio che aveva ricevuto il testo di alessio dicendo, sostanzialmente che era impubblicabile: non era abbastanza cattivo, o almeno non lo era così come lui avrebbe voluto che fosse.

e quindi mi ritrovo con il testo di alessio che nessuno vuole, cosa che mi sembra un peccato, sia perché secondo me è divertente e poi alessio ha fatto una gran fatica: e allora lo pubblico io! eccolo qui:

Settimio Benedusi è un uomo pieno di difetti.

Il principale e più grave difetto di Settimio è essere un uomo.

Lui è perfettamente cosciente di questo scomodo difetto, ma nonostante i continui sforzi per cercare di elevarsi al di sopra della sua natura, non è ancora riuscito a liberarsene. Da quattro dozzine di anni si danna per vincere questa battaglia con scarsissimi risultati.

Ogni suo sforzo di salire è annullato da una newtoniana forza invisibile che lo riporta allo stato originale.

Non ci vuole una laurea in Psicologia per comprendere la dimensione della frattura interiore che contraddistingue quest’uomo. Pensate con quale difficoltà Settimio Benedusi ogni giorno si alza dal letto sapendo di doversi ancora una volta confrontare con il suo quotidiano fallimento.

Probabilmente l’unico suo momento di pace e serenità è quello che al mattino intercorre tra il cuscino e lo specchio, davanti al quale in una quotidiana e disneyana epifania si ritrova inesorabilmente di fronte alla cruda realtà.

Ed è probabilmente proprio davanti a uno specchio, d’acqua di mare, che una tarda mattina Settimio ha elaborato il suo metodo per colmare la frattura. Quel mare fu per lui come la Strada di Damasco per Paolo di Tarso, osservando riflessi e gibigiane il Benedusi capì quale doveva essere il suo modo di esprimersi: la Foto Grafia.

Settimio mi ha chiamato verso la fine del 1992, o era l’inizio del 1993. Cercava un assistente. Io cercavo un fotografo, anzi aspettavo che un fotografo mi cercasse o inciampasse nel mio nome. Avevo appena frequentato un corso di fotografia organizzato da una scuola del Superstudio. Un corso del tutto inutile, se non per il fatto che la segretaria del corso ha dato in giro il mio nome (e quello di un caro amico che aveva frequentato il corso con me) a fotografi in cerca di assistenti.

E così è iniziata la mia “carriera” di assitente fotografo. Per i successivi quattro anni, tranne una parentesi di qualche ora come assistente di un fotografo di food terminata con una repentina fuga, ho fatto l’assistente fotografo di moda.

Altro che RAW e HDR. Ai tempi caricavo e scaricavo Pentax 6×7 in 2.3 secondi (non perdete tempo a darmi del contapalle, ho inventato). Maneggiavo contemporaneamente dodici dorsi Hasselblad con una mano sola, mentre con l’altra sviluppavo negativi e li stampavo che neanche Adams. E con i denti sbucciavo Polaroid 10×12 e leccavo gli acidi sulla pellicola da scartare. Ero il Super Fly TNT degli assitenti. Get a Life.

Ma questa è un’altra storia. Torniamo al Foto-Grafo. Tanto ero schiappa io a fare l’assitente e altrettanto schiappa era Settimio come fotografo.

Ecco, la cosa bella è che ho visto, in questi anni, Settimio crescere e migliorarsi con una determinazione rara. Di tutto si può dire del Benedusi, ma una cosa è certa: è un articolo determinativo. Uno che si mette in testa una cosa e, perdio, la fa.

Che sia un servizio fotografico complicato come un quadro di Magritte, o un libro con la copertina bucata (e un altro con le pagine incollate), o portare a termine un servizio fotografico nonostante una violentissima intossicazione alimentare (che ha colpito lui E l’assistente, fottutissime uova strapazzate francesi) o farsi calare dal cielo una cassaforte di millemila tonnellate in studio, o licenziare un assistente perché ha ordinato a Capri un piatto di linguine al salmone affumicato o fragole con lo zucchero a dicembre (sto romanzando, ma neanche tanto).

Che questa determinazione si traduca poi in opere d’arte, in servizi fotografici bene eseguiti e professionali, in idee creative talmente geniali da essere incomprese o in porcate inguardabili non sta a me giudicarlo; potrei cavermela con una citazione che amo “Codesto solo oggi possiamo dirti, ciò che non siamo, ciò che non vogliamo”, ma una cosa di Settimio so di poter dire.

Settimio è un uomo molto umano. Questa determinazione e dedizione gli arriva dalla pancia, laggiù nasce un’idea che attraversa tutte le sue viscere e le risale, passa dal cuore dove tutto si mescola e diventa ancora più umano, gli arriva come una secchiata nel cervello, lì avviene una misteriosa esplosione di sinapsi e neuroni impazziti (c’è uno studio in corso al CERN), la sua bocca lo racconta (che poi chi lo ascolta capisca qualcosa è da dimostrare), a questo punto quella che era un’idea astratta si materializza per pochissimi secondi, i suoi occhi la cristallizzano nel tempo e attraverso le sue dita questo flusso incontrollabile diventa una Fotografia.

In tutto questo caos tipo Big Bang, ammetterete anche voi che se Settimio riesce a mettere a fuoco qualcosa è un miracolo. Non lamentatevi quindi se qualche volta, spesso, le sue Fotografie non sono opere d’arte.

PS: e io che volevo scrivere un pezzo tutto su f22, curve&livelli, istogrammi, banchi ottici e il difficile (impossibile) rapporto tra Fotografo e Assistente. M’è venuto un pezzo che sembra una canzone di De Andrè… Ma forse per Settimio “Papi” Benedusi è giusto così, tanto a lui di tecnica non frega nulla e poi a me piace pensare “che dove finiscono le sue dita debba in qualche modo incominciare una Fotocamera”.

Alessio Gianni [/it]

[en]It is known enough that my post on the assistant has had infinite comments and critics: which I DO NOT want to keep on feeding…

amongst the endless reactions on that post there was also an unusual request: he writes at one point, with tact and education, Fabio Camandona (which I really didn’t know at that time) and asked if it was possible to have an article written by my assistant, for the online magazine OUR PHOTO founded by Fabio, so to have an opinion on the subject of the individual concerned. We thought it wouldn’t have been very objective to ask the intervention of my current assistant, but it would have been more appropriate to ask one of my past assistants.

Amongst the various assistants who have gone through my studio I wanted to get Alessio Gianni involved, for various reasons: he has been with me for a long time, is a smart guy who writes well and I think the person who knows me the most, amongst those who over the years have helped me.

Alessio agreed, with one big condition: that the newspaper would publish what he wrote without me neither correcting it nor reading it. I accepted the condition…

A few months went by, until Fabio wrote that he had received Alessio’s article saying basically that it was unpublishable: it was not bad enough, or at least it was not as he would have wanted it to be.

So then I find myself with Alessio’s article that nobody wants, which seems a shame, both because I think it’s funny and Alessio worked very hard at it: so I will post it! here it is:

Settimio Benedusi is a man full of faults.

The main and worst fault Settimio Benedusi has is being a man.

He is perfectly conscious of this uncomfortable defect, but despite his constant efforts to try to rise above his nature, has not yet managed to break free. For four dozen years he condemns himself to win this battle with very little results.

His every effort to get has been annulled by an invisible Newtonian force that brings him back to its original state.

It does not take a degree in psychology to understand the size of the inner fracture which marks this man. Think how difficult it is for Settimio Benedusi to get out of bed every day knowing that once again he’s having to confront his daily failure.

Probably his only moment of peace and serenity is the time that occurs in the morning between the pillow and the mirror, before which a daily and Disney like epiphany he finds himself inexorably epiphany in front of the harsh reality.

And it is probably right in front of a mirror, of sea water, on a late morning Settimio has developed his method to bridge the gap. That sea was to him as the Road to Damascus for Paul of Tarsus, observing the reflections and gibigiane Benedusi realised what was his way of expressing himself: Photo Graphy.

Settimio had called me towards the end of 1992, or was it the beginning of 1993. He was looking for an assistant. I was looking for a photographer, actually I was expecting a photographer to look for me or even stumble on my name. I had just attended a photography course organised by a school of Superstudio. A totally useless course, if not for the fact that the secretary of the course gave around my name (and that of a dear friend of mine who had attended the course with me) to photographers looking for assistants.

And so began my “career” as assistant photographer. For the next four years, except for an interlude of a few hours as an assistant to a food photographer ended with a sudden elusion, I was a fashion photographer’s assistant.

Nevermind RAW and HDR. At that time I was loading and unloading Pentax 6×7 in 2.3 seconds (do not bother to call me a bullshitter, I made it up). Twelve Hasselblad backs handled simultaneously with one hand, while with the other I was developing film and printing like no other not even Adams. And with my teeth I was peeling Polaroid 10 × 12 and licked the acids on the film to be discarded. I was the Super Fly TNT of assistants. Get a Life.

But that’s another story. We return to the Photo-Graph. I sucked as much as an assistant as Settimio sucked as a photographer.

There, the nice thing is that I saw, in those years, Settimio grow and improve himself with a rare determination. You can say many things about the Benedusi, but one thing is certain: he is a definite article. One who makes up his mind one way and, by God, he does it.

Whether it is a photo shoot as complicated as a painting by Magritte, or a book with a pierced cover (and another with the pages glued), or to complete a photo shoot despite a violent food poisoning (which hit him and the assistant, fucking french scrambled eggs) or lower from the sky a safe weighing a thousand thousands tons in his studio, or fire an assistant because he ordered in Capri a plate of linguini with smoked salmon or strawberries with sugar in December (I’m making this up, but not so much).

That this determination is then translated into works of art, in photographic shoots that are well executed and professional, in creative ideas so brilliant as to be misunderstood or unsightly filth is not mine to judge, I could get by with a quote that I love “This only can we now say, what we are not, what we do not want”, but one thing about Settimio I know I can say.

Settimio is a very human man. This determination and dedication comes from the belly, there comes an idea that runs through all his bowels and back, passes from the heart where everything is mixed and becomes even more human, comes to him like a bucket in the brain, then there is a mysterious explosion of synapses and crazy neurones (there is an ongoing study at CERN), his mouth tells it (which if the listener understands something still has to be proved), at this point what was an abstract idea materialises for a few seconds, his eyes crystallise over time and through his fingers this uncontrollable flow becomes a Photograph.

In all this chaos, like the Big Bang, you will also admit that if Settimio manages to focus on something is a miracle. Do not complain then if sometimes, often, his Photographs are not works of art.

PS: and I wanted to write a piece all about f22, levels & curves, histograms, optical benches and the difficult (impossible) relationship between Photographer and Assistant. I created a piece that sounded like a song by De Andrè… But perhaps for Settimio “daddy” Benedusi its rightly so, he does not care less about technique anyways and then again I like to think that “where his fingers end should in some way start a Camera”.

Alessio Gianni [/en]

21 risposte

  1. Stefano

    Articolo interessante e sicuramente condizionato umanamente da quattro anni di vita assieme. Purtroppo non ne viene fuori, giustamente, “la merda benedusi”, come a lui piace dipingersi. Che poi ci siano in mezzo gli anni in cui il Sig. Benedusi ha iniziato e poi ha fatto “successo e soldi”, forse questo differenzia lo scritto del Sig. Alessio Gianni dal precedente post a proposito dell’assistente.
    Ah fuori dalle righe il precedente post, tanto discusso in modo quasi sindacale (non ho idea se esiste un sindacato degli assistenti fotografi, ma immagino uno stuolo di uomini in protesta a viale Sabotino…), non faceva altro che mettere in risalto ciò che in tutti i mestieri succede, ma che nessuno ha il coraggio di dire (mi vengono in mente gli assistenti avvocati, ingegneri, medici, tutta gente tra l’altro che ha una laurea…), sicuramente con l’atteggiamento da “milanese fighetto” e un po’ provocatorio, ma vero.

  2. Roberto

    Consapevoli di essere Umani, con il solo scopo di riuscire a DARE agli altri… e riuscirci.
    non c’è cosa più bella nella vita.
    la fotografia… un mezzo di trasporto.

  3. Alessandro Di Noia

    Ma così non vale! Quest’uomo è senza dubbio innamorato di te! 😀
    Però immagino sia veramente bello sapere che una persona con la quale hai lavorato spenda così belle parole per descriverti.

    PS: c’entra nulla, ma grazie al tuo secondo post sul fotometro non riesco più a scattare una foto ad un tramonto senza avere il rimorso di aver aggiunto una foto inutile al già affollato insieme delle foto inutili. Te possino!!! Mi piacevano i tramonti, mi darò quanto prima ai gattini!

  4. Karlo Capozzoli

    IO non metto bocca sull’argomento perchè nn potrei ma so solo che se avessi continuato la carriera di modello avrei voluto essere immortalato dall’occhio e dal genio del Sig.Benedusi……le sue foto sono l’espressione dell’arte fatta materia…..

  5. fabio

    Pezzo indubbiamente molto ben scritto, dico davvero. Si era intuito anche dalle prime righe inviateci come bozza che l’Alessio sapesse scrivere con qualità.
    Semplicemente cercavamo un racconto più realistico, riguardante fatti accaduti durante il lavoro di assistente intendo, invece l’alessio ha scritto un’ode all’uomo Benedusi 🙂
    Bella eh, davvero ripeto, ma non quello che cercavamo.
    E non cercavamo un pezzo cattivo, non sei l’orco della verdura dei nostri sogni 😉 anzi ancora ti ringrazio per averci “cagati”. Idem per i link, molto gentile.

    PS se un giorno un mio assistente scrivesse un pezzo così su di me… lo pubblicherei subito. Probabilmente gli darei anche un bacio in bocca.

  6. fabio

    Mi sono scordato, per correttezza, di ringraziare anche qui l’Alessio per averci inviato un potenziale articolo, come abbiamo già fatto nelle ns comunicazioni.

    buon lavoro a tutti.

  7. Ettone

    E’ indubbiamente il pezzo che tutti i professionisti (imprenditori) vorrebbero leggere da un loro dipendente alla fine della loro carriera… Se poi la carriera è ancora lunga (come auguro a Settimio) e il pezzo viene dal cuore e non è “spinto” da altri fattori allora il tutto prende sicuramente un valore aggiunto che non può far altro che dare al diretto interessato una marcia in più.

    Non bisogna dimenticare che un fotografo è anche un imprenditore e il più delle volte è “CAPO” (per dirla alla Fantozzi “gran pezz di mer, figl di putt in gran croce…”) e questo, così come i suoi “ordini” e le sue “decisioni”, lo possono rendere antipatico… Ma questa è la vita e se veramente non si vogliono paletti e rotelle della bicicletta non resta altro che pedalare da soli…

  8. Simona

    @Fabio :

    Ciao Fabio,
    scrivo rivolgendomi a te perchè vorrei davvero dirti qualcosa che mi auguro possa essere uno spunto di riflessione.

    Dopo aver finito di leggere il testo di Alessio ho pensato: “Fuori tema” (rispetto a ciò che chiedevi tu), ma ti domando :

    “Davvero i tuoi lettori hanno bisogno di leggere un “giorno o anno o anni tipo” passati con Benedusi a sistemare luci o “aiutarlo” in cose pratiche ?!”

    In questo ambito, se gli assistenti fanno gli ” assistenti “, nel senso stretto del termine, che sia da Benedusi o da “Gioacchino” cosa cambia?

    La differenza, e quello che suppongo interessi a te ed ai tuoi lettori, non può trovarsi altrove?

    Io credo sia nel fatto che, lavorando al fianco di Benedusi, in questo caso, hai l’opportunità prolungata di osservarlo nel suo lavoro, nel come arriva dentro di sè per poi esprimerlo.

    Ciò che ha scritto Alessio, come scrivi tu, è un’ode…ma ti sei chiesto il perchè?!

    Il mio personalissimo pensiero è questo:

    Quando hai l’opportunità di lavorare con persone come Benedusi (nb: persone come Benedusi, non fotografi, perchè poteva essere uno stylist o lui stesso un assistente), quello che incontri e con cui ti “scontri” è ” l’artista” :
    una persona con una sensibilità, nel bene e nel male, così particolare e profonda che non puoi che ammirare/amare e “voler rubare” per provare e trovare “la TUA formula” per vedere ed arrivare ai TUOI pensieri e alle TUE idee fino all’osso ed oltre esattamente come lui riesce con le sue.

    Concludo col dirti che sono una modella e sono stata anche una sua modella, quindi potrei sembrarti di parte…proprio perchè infatti lo sono!
    “fare la modella” è il mio lavoro (vuol dire che mi mantiene e quindi non perchè è un hobby) ma non sono “così di parte in positivo” verso tutti coloro con cui ho lavorato … anche se, ti assicuro, mi piacerebbe moltissimo !!!

    Il bello di lavorare con le persone “DIVERSE” come Benedusi, non importa se sia come modella, assistente, segretaria, stylist è il dono di finire con la scoperta di qualcosa in più su te stesso e questo per gli assistenti, che come lui scelgono di esprimersi attraverso la fotografia, credo si concretizzi nel diventare ad es. “il fotografo Alessio” e non la copia mal riuscita di un’altro!…pensaci 😉

    Un saluto cordiale

    Simona Basti

  9. fabio

    Simona, rispondo breve causa tempo sempre tiranno: magari se avessi anche io fatto l’assistente a Settimio ne avrei scritto un’ode identica (magari scritta un po’ meno bene…).
    Ma non l’avrei pubblicata sulla mia rivista.

    Sono solo scelte “editoriali”, null’altro.
    Si voleva raccontare “la vita di un assistente di un fotografo di calibro” ed il pezzo non ne rispecchiava il tema.

    E ripeto, beato settimio che ha ricevuto un’ode 😉

  10. Barbara Taurua

    Curiosa come una scimmia mi piacerebbe tanto vedere qualche scatto dell'”artista ” con la modella Simona….chissà se Babbo Natale mi aiuta… :-))

  11. Erika

    … poi a me piace pensare “che dove finiscono le sue dita debba in qualche modo incominciare una Fotocamera”.

    :o)

  12. Barbara Taurua

    No,Stefano,credo sia proprio tu Babbo Natale :-)) Non Gogol
    certo che bastava cliccare Benedusi Simona modella ed usciva anche una pagina di Wikipedia!! :-))
    Chissà la Simona cosa avrà scoperto di più di se stessa dopo quel set di foto….. :-))
    ma è tutto uno scherzo? :-))

  13. paolo

    anche a me piacerebbe sapere cosa ha scoperto di piu’ di se stessa la Simona dopo quelle foto?? purtroppo penso che non stava scherzando….

  14. Alessio Gianni

    Grazie, Grazie, siete stupendi. Grazie.

    Grazie a Fabio. Permettimi di precisare: il mio racconto È totalmente realistico. Anzi, visto il protagonista, definirei il mio pezzo un Documentario, anzi un Saggio. Un Saggio su una persona che ha un ego talmente sviluppato che quando va al ristorante da solo prenota per due.

    Grazie a Settimio (e al suo ego), che ha pubblicato questo pezzo senza chiedermi il permesso e dopo aver minacciato il povero Fabio se non glielo avesse inviato. Adesso io e Benedusi siamo per avvocati, tutti i migliori matrimoni finiscono così…

    Grazie ai lettori di questo blog (Get a Life!). Che poi lo so che sei sempre tu Benedusi che te le canti e te le suoni. Devo dire che il travestimento da Simona ti è venuto benissimo, non sembri proprio tu, nelle foto.

    E grazie a Taone, il cane del tenutario qui. Potesse parlare come queli del film Up…

    Merda, mi sono reso conto ora che nel pezzo non ho scritto delle cose importantissime.
    Tipo che grazie a Settimio ho conosciuto, sul set di un catalogo di Ippologia, Marisa Berenson, sì quella di Barry Lyndon, che è il mio film preferito del mio regista preferito.
    E non ho nemmeno raccontato di quella volta che a Vienna ci siamo svegliati io nel suo letto e lui nel mio (lui Benedusi, non lui Kubrick) e a nessuno dei due facevano male le chiappe.
    E di quella volta che abbiamo attraversato tutta l’Irlanda da Dublino a Galway per fare delle foto di paesaggi e arrivati di là mi accorgo di non aver portato le pellicole?

    Vabbé, mi toccherà scrivere la versione “Redux”. Vuoi vedere che stavolta Camandona me la pubblica?

    Rock’n’Roll.

  15. Herbert

    Non sono un fotografo di professione ma un semplice foto-amatore, ma adoro i professionisti che si mettono in discussione con tutti. Settimio è un esempio di professionista e di persona intelligente, sacrificherei il mio tempo libero per apprendere da lui l’arte della fotografia. @ Settimio: fai un bel workshop tu rivolto a noi amatori per insegnare qualche tecnica o passare qualche messaggio utile e pratico. Mi raccomando trova un week end da dedicarci 🙂

  16. fabio

    Alessio ma sei un fetente li voglio !!!! ahahahahah

    Benedusi-simona. SImona è il nome di mia moglie. Fa foto anche lei. Devo preoccuparmi ? mmmm

  17. emanuele

    alessio forse hai sbagliato mestiere, dovresti fare lo scrittore. scrivi veramente bene ….
    tornando al discorso dell’assistente: l’assistente fotografo è un lavoro in sé e per sé, non c’entra nulla con il mestiere del fotografo. Infine sulle foto di settiminio: il fotografo professionista non deve fare foto belle o artistiche, deve fare foto che si vendono. E’ il mercato che dirà se sono arte o no, con tutto il gossip che ne consegue in stile mario testino.

  18. piernicola

    Credo che sia davvero fuori tema (e non perchè Benedusi non viene fatto a pezzi) e poi non mi sembra proprio scritto così bene, sembra il diario di un 15enne come tanti che imperversano sui socla network oggi. ?fottutissime uova strapazzate’ ‘ l’idea viene dalla pancia e lo attraversa tutto’… ma per favore! Per sua fortuna fa l’assistente fotografo… PS: e si DOVEVi srcivere un pezzo tutto su f22 e banchi ottici, qui volevamo conoscere i dettagli del lavoro di assistente come lo stesso Benedusi ha scritto all’inizio di questo post, quando si lamentava della scarsa professionalità degli assistenti e non della loro (presunta) vena poetica!

  19. Umberto

    Mi dispiace non aver potuto partecipare allo scambio di opinioni, non seguo sempre il sito di Benedusi e quindi questo passaggio riferito alla “pubblicazione” che seguo giornalmente mi è sfuggito.
    Difficilmente prendo parte ma questa volta è giusto farlo; Ourphoto è una goccia nel mare della fotografia è un niente, uno zero cosmico rispetto a quanto scrivono e fanno milioni di persone in tutto il mondo, con conoscenze e attrezzature superiori alle nostre, ma Ourphoto vuole essere diversa, non prendiamo soldi, non abbiamo sponsor, non pubblichiamo editoriali pagati, usciamo quando possiamo, rispondiamo quando possiamo, ma lo facciamo solo per amore della fotografia, e vi assicuro che non c’è ne frega un *x$%& se scattate con nikon, canon, hasselblad oppure una compatta in plastica, se avete un flash onboard oppure lavorate con 17 flash in remoto se avete 37 ottiche 1.2 oppure un fondo di bottiglia sporco; ci interessa solo capire perchè avete fatto quella foto e cosa volete comunicare.

    Fatta questa doverosa premessa, ringrazio Fabio per aver risposto al posto mio ma il motivo reale del rifiuto, se così si può definire, del pezzo di Alessio Gianni è mio. Il pezzo è ben scritto, ci sono citazioni colte (come ho già scritto via email all’autore) da un quadro dell’artista e uomo Benedusi ma e sottolineo ma, non risponde alla nostra stupida e forse inutile domanda: ci racconti la vita di un assitente di un fotografo famoso? Ci racconti qualche retroscena divertente o meno e come ci si muove su set importanti?

    Questo non emerge dal pezzo che Alessio Gianni ha scritto e quindi, anche se non siamo nessuno, devo dire di no; questo pezzo non sarà pubblicato. Opinabile come scelta? Sicuramente si, come la teoria del caos oppure il mutare delle stagioni ma in linea con la nostra richiesta.

    Visto che siete tutti professionisti, quando vi chiedono di raggiungere un obiettivo preciso lo raggiungete? Secondo me si.

    Grazie per il tempo che avete dedicato a leggere queste righe.

    Cordialmente
    Umberto Gavazza Sarubbi

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