londra

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lo dicevo io che soprattutto quando sono in viaggio riesco a scrivere: sono a fare un lavoro a londra.
diverse sono le motivazioni che fanno in maniera tale che questo succeda:
1) tirarmela un po’: guardate che figo che sono che sto scattando in inghilterra
2) quel pochino di jet lag (solo un’ora) ma che fa in maniera tale che adesso sono le 7 del mattino (in italia le 8) e io sia già bello sveglio. ho letto tutto quello che avevo da leggere, e cosa posso fare se non che aprire il mio MAC e scribacchiare?
3) i viaggi fanno sempre da “punto e a capo”. i viaggi identificano sempre l’inizio o la fine di un periodo. un esempio per tutti? la fine del medioevo che coincide con la scoperta dell’america. mica un anno prima o un’anno dopo, proprio nel 1492
4) la possibilità di scrivere una delle mille cose che leggo, che imparo, che mi passano davanti ma che nella frenesia della vita milanese non ho mai tempo di fermare. questa mi sembra molto interessante. l’ha scritta roland barthes nel suo libro “la camera chiara” dedicato alla fotografia: “di fronte alla macchina fotografica ognuno è contemporaneamente quello che pensa di essere, quello che gli altri pensano che lui sia e quello che il fotografo pensa che lui sia…”
ok, have a nice day!

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