TRADUTTORE CLIENTE-FOTOGRAFO

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Lo dico spesso, il rapporto fotografo/cliente (e cioè, ricordiamolo, con colui che tira fuori dei soldi per una fotografia, anche se, di questi tempi le parole soldi/fotografia possano sembrare un ossimoro) è un rapporto particolare, spesso simile a quello che c’è tra un uomo e una donna che si corteggiano.
L’uomo è il fotografo, il cliente è la donna.
È abbastanza uno stereotipo (stronzo ma vero come tutti gli stereotipi) il fatto che le frasi di una donna, soprattutto nel corteggiamento, abbiano bisogno di una traduzione.
Ad esempio:
No=Sì
Non ho niente!=Sono incazzata nera
Fai pure!=Se lo fai ti uccido
Ti odio=Ti amo

e così via…

In quest’ottica ho compilato un piccolo traduttore riferito ad un momento molto preciso del rapporto tra cliente e fotografo, e cioè il momento in cui il servizio viene consegnato e il cliente esprime un giudizio.
(vorrei approfittare per chiarire che il cliente è colui che tira fuori dei soldi in cambio di una fotografia: per essere chiari Lui fa un bonifico di denaro in valuta corrente e tu fotografo gli dai un servizio fotografico. Ancora non avete capito? Certo, di questi tempi che tutti si sentono photographer lavorando gratis è un concetto difficilissimo da comprendere, ci riprovo semplificando: tu dare me soldi io dare a te foto. Chiaro? Ancora no?!? E va be’…)

Allora, ecco il traduttore del giudizio di un servizio fotografico da parte di un cliente (per definizione cliente vedi sopra):

Bello: gli fa cagare
Veramente bellissimo: a qualcuno che passava di lì, ma di cui non ha stima, ha gradito, ma a lui gli fa cagare.
Lavoro pazzesco bellissimo, il più bello mai visto: preoccupatevi, è probabile che quel cliente abbia giá in mente un altro fotografo e quello sará il vostro ultimo lavoro.
Non mi è piaciuto: gli è piaciuto ma o non vuole pagare o vuole uno sconto o spera nel prossimo giro di pagare meno.
Nessun commento: gli è piaciuto e farete ancora il lavoro.

Un consiglio, su questo argomento: una volta consegnato un lavoro MAI chiamare il cliente e domandargli se il lavoro gli sia piaciuto. Mai!

15 risposte

  1. Monica

    Ahahaha Vero! Le più grandi incu**te son arrivate proprio da chi si prodigava di fare lodi sperticate! Idem quelli che chiedono lo sconto perché a loro “il lavoro non è piaciuto”.. però intanto lo vogliono usare! Ah il silenzio, che gioia immensa!

  2. Domenico

    Ahahahah questo minè piaciuto lo condivideró. È la lista si potrebbe allungare eh… 😉

  3. Barbara

    All’estero funziona diversamente per fortuna, almeno in Olanda. Gli apprezzamenti sono sinceri e le gratificazioni mai regalate per nulla. E se il cliente si scomoda a chiamarti o scriverti per fare dei complimenti, l’hai proprio conquistato. Però in Italia è esattamente così come dici tu. Nel 99% dei casi è direttamente proporzionale all’importanza del cliente e anche alla sua età.

  4. Ettone

    Concordo pienamente, mi è piaciuta… giusta interpretazione…

    Un’altra cosa che mi fa venire i nervi del cliente “tipo” è una cosa che mi accade indistintamente per progetti prettamente fotografici o grafici. Quando ad esempio presenti un logo con un font X e un colore Y e il cliente esordisce con: “Stupendo! Perfetto! Fantastico! Tutto ok, ma dimmi un po’, quel font X e quel colore Y come li vedi?”… Il più delle volte nella mia testa nasce l’istinto di dirgli: “Avevo intenzione di usare un altro font e un altro colore ma dato che mi stai sul culo ho usato quelli che stavano peggio!”… Grrrrrr…

  5. Fabio

    Troppo vero e per quanto mi riguarda aggiungerei anche questa:
    “Ho visto il lavoro: premetto che è perfetto, centrato il messaggio, davvero di grande impatto bla bla bla.
    Solo una cosa, se fosse possibile: […………]”
    Tra quelle parentesi quadre ci sono le successive due/tre settimane di lavoro che trasformeranno ciò che era “perfetto” in qualcosa di irriconoscibile (tendenzialmente peggiore) 😀

  6. Giulio Riotta

    Non chiamo mai i clienti per sapere se gli è piaciuto o meno. Me ne frega n’cazzo. Se piace a me non può non piacere anche a lui. Quindi approvo al 100%. Per il resto, se quello che dici tu è vero, allora vuol dire che finora ho fatto un buon lavoro. Il 90% delle volte non ricevo neanche una risposta via mail alle fotografie.

  7. loris sambinelli

    azzo!!! ho appena mandato una mail se era piaciuto il lavoro appena consegnato!!!!! dovevi scriverlo prima questo post !

  8. Maurizio Camagna

    D’accordo con Barbara. È vero, qui è così. Ma non è bello e non è divertente. All’estero funziona in un modo completamente diverso, i rapporti sono più franchi e ti viene detto quel che va detto. Anche perché dirsi le cose equivale a fare un lavoro migliore la volta successiva (se ce ne sarà una). Qui ogni volta è a caso, come tutto.

  9. ettone

    Che all’estero (non ovunque sia chiaro… l’estero è grande, l’estero è tutto il resto oltre l’Italia…) siano diversi e che soprattutto in certi paesi più avanti di noi abbiano, come dice Barbara, modi di fare diversi e più costruttivi è un dato di fatto. Basti pensare che ultimamente mi trovo a dover contattare aziende sparse ovunque per il mondo e il 99% di quelle estere (qualsiasi sia la loro importanza, parlo anche di gruppi importanti) trovano sempre il tempo per rispondere alle mail anche quando si tratta di un semplice “non ci interessa, ma la ringraziamo”… In Italia invece è l’esatto contrario, il 99% non risponde! La trovo una cosa di una tristezza unica…

    In tono polemico però aggiungo che purtroppo questo accade perchè in Italia non c’è una cultura dell’immagine legata direttamente al profitto. Non dico sia così per tutti, fortunamente le grandi aziende lo hanno capito (anche se le grandi aziende in Italia spesso sono multinazionali), ma diciamo che a grandi linee se un “boss” capisse che far realizzare delle foto o una campagna fatta bene gli renderebbe mooooolto di più rispetto ad una fatta secondo le sue “idee” (vedi il discorso di Fabio) o fatta a budget zero, penso cambierebbero in tanti modo di lavorare e pensare…

    Purtroppo però i “boss” pensano che far foto per una campagna o per qualsiasi altro mezzo che promuova la loro attività non sia nient’altro che un “prolungamento” del loro “ego” e che quindi il fotografo o l’AD in questione sia semplicemente un ulteriore “prolungamento” delle loro braccia per finalizzare ciò che solo lui e nient’altro che lui è in grado di pensare e creare in modo divino! Tutto questo senza valutare minimante il ritorno d’immagine, economico e non…

  10. Corrado A.

    Vorrei solo puntualizzare: non “lavorando gratis” ma “lavorando a gratis” !
    ciao

  11. Adriano

    Recentemente in attesa di una visita leggevo su Sette un po vecchiotta per la verita’ un articolo
    In Italia i creativi non vengono pagati o sottopagati per il loro lavoro
    La motivazione : facendo il loro lavoro si divertono
    In questi tempi molti troppi si credono fotografi e forse qualcuno un po’ lo è , ma si propongono in modo errato pur di acquisire il lavoro e/o l’esperienza ed entrare nel settore
    Nei clienti un po provinciali, si innesca l’idea di poter giocare a rimpiattino su piu’ tavoli e ottenere vantaggi economici e altro
    Forse il traduttore Cliente -fotografo è un buon strumento di verifica preventiva se il lavoro puo’ arrivare oppure no

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