vacanze

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è nel suo trionfo quel tragico periodo dell’anno in cui la domanda che imperversa è: dove vai in ferie?
AHAHHHHH!!!
allora, premessa: io non vado in ferie. anche perchè c’è da fare una fondamentale distinzione: ci sono le ferie, le vacanze e la villeggiatura. in ferie ci va chi ha una/due massimo settimane libere dal lavoro, in vacanza ci va chi può non lavorare per un periodo abbastanza lungo, e comunque quanto gli pare a lui, e per finire in villeggiatura ci va chi va dove cazzo vuole lui per il tempo che vuole, generalmente da giugno a settembre.
io non vado in ferie, vado in vacanza, e tendenzialmente tenderei per la villeggiatura.
ma c’è un “ma”.
ho orrore per le vacanze.
il dover partire, per andare dove, per soffrire, per illudersi di divertirsi, per fare in due/tre settimane quello che non si riesce a fare durante tutto l’anno, “ancora un mese e poi finalmente mollo ‘sto cazzo di lavoro di merda e vado finalente in ferie”, ma che cazzo dici?!, la vita di tutti i giorni deve essere una vacanza, è la vita di tutti i giorni che deve essere vissuta godendo, non le due settimane ad agosto!
e poi uno parte bello contento per la località scelta, torna e dice, “era bellissimo, un paradiso!”, io allora comincio a incasinare il tutto domandando “scusa, dici che ti sei tanto divertito, ma non è per caso che alla malpensa c’era un caos indescrivibile, in aereo una calca spaventosa, oppure in autostrada una fila interminabile, un caldo mostruoso, e poi volevi tanto andare alle maldive, ci sei andato c’era un umido spaventoso, i pescioni che là pescano non li sanno cucinare, pioveva ogni due ore, dopo due giorni ti sei rotto i coglioni e non vedevi l’ora di tornare a casa?” risposa:”si”
e allora!?!
tutti DEVONO andare in vacanza, sono OBBLIGATI ad andare in ferie, devono dire di essersi tanto tanto divertiti.
tutti però poi tanto contenti di tornarsene a casa.
l’unica cosa che tollero è la villeggiatura, stare un bel po’ in un posto, e dimenticare di essere un turista, diventare un viaggiatore, per finire di essere uno del luogo, e far diventare quel posto, ciò da cui si era partiti: casa propria.
perchè quella è l’unica mia verità: sto bene solo a casa mia, con le mie cose, i miei libri i miei cd…
e lo scorso sabato sera, pieno luglio, quando la maggior parte della gente era in località di villeggiatura a farsi inculare da ristoratori ingordi, dopo ore di fila in macchina, ciabattando in orrendi lungomare, io con un po’ di amici ho fatto una seratona, a milano, in un luogo, che vale, quello sì, un viaggio: la discoteca “nuova idea”. non la conoscete? diciamo un posticino alternativo…

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