welcome back to italy

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[it]volo rio-parigi, con air france, tranquillo e beato.
arrivo a parigi e il mio alitalia che vado a cercare subito sugli schermi delle informazioni, risulta “cancelled”.
cancellato. soppresso. eliminato.
vado nel banco dei transiti per informarmi. mi dicono che in effetti, a causa dei vari casini in italia, il volo è stato cancellato.
ce ne sarebbe un’altro, sempre alitalia, che parte più o meno alla stessa ora. non va a linate ma alla malpensa, ma ovviamente io dico “bene/grazie/lo prendo”.
la gentile signorina telefona all’alitalia per farmi inserire in quel volo.
chiama.
e richiama.
scusandosi mi dice che nessuno risponde. nessuno.
riprova quindi in un’altra maniera, penso attraverso le prenotazioni dell’air france, e attraverso loro mi infila sul volo.
mi fiondo allora verso il check in, prendo la carta d’imbarco e vado verso il gate.
il volo sarebbe dovuto partire alle 13:30. alle 14:30 ancora non si muove nulla.
poco dopo appare la scritta sui tabelloni e ci si incomincia ad imbarcare.
in aereo non hanno tea e coca cola, ma pazienza.

arrivo a malpensa e mi metto sul nastro ad aspettare i bagagli.
aspetto.
e aspetto.
arrivano tutti ma non il mio.
vado dai bagagli smarriti e faccio denuncia. mi dicono, guardando il codice, che la mia valigia è rimasta a parigi.

solo con il mio zainetto esco e mi dirigo verso la stazione del trenino malpensa-milano cadorna.
all’entrata della “stazione” ci sono le macchinette automatiche per fare il biglietto e faccio il biglietto. usando la moneta, perchè non accettano carta di credito.
mi avvio quindi verso il binario e, solo allora, leggo un cartello che, a causa sciopero, il servizio è sospeso. il servizio è però garantito all’interno di una “fascia protetta”, alla fine del pomeriggio. a questa fascia protetta mancavano venti minuti e quindi decido di aspettare, per prendere il primo treno che sarebbe dovuto partire, che in effetti era segnato sui televisori come in regolare partenza.
aspetto
e aspetto. all’ora della prevista partenza nulla succede. nessun treno, nessun avviso. il deserto dei tartari.

mogio mogio mi avvio verso i taxi.
arrivo alla testa delle macchine in attesa e salgo sulla prima della fila.
partiamo e dopo poco l’autista riceve una telefonata dalla sua amante colombiana, equadoregna, argentina…non lo so…ma di lingua spagnola.
il tizio si mette allora a parlare in un maccheronico siculo/spagnolo. “meo amor” “te chiero” “come stas”…
andando sempre più veloce e parlando sempre più amorevolmente alla tipa.
e parla.
e parla.
finalmente mette giù, ma comincia ad andare come un pazzo, dovendo evidentemente correre dalla sua bella. sorpassa a destra. suona. impreca.
‘sto stronzo.

quando siamo partiti il tassista aveva inserito il tassametro. magari per un riflesso condizionato.
quando arriviamo però davanti al mio studio indica con il ditino il tassametro, che segnava 125 euro.
io però gli dico che mi sembra ci sia un accordo che stabilisce che la cifra malpensa/milano è fissa, di 80 euro.
“e già!” dice lui “mi dia 80 euro”.
gli do gli 80 euro, e lui sgommando parte verso la sua colombiana.

no comments.
welcome back to italy

[/it] [en] flight rio-paris, with air france, peaceful and blissful. i arrive in paris and look immediately for my alitalia flight that turns out to be “cancelled” on the screen. cancelled. suppressed. eliminated. i go to the in-transit desk to get information. in fact they tell me that because of the various mess in italy, the flight has been cancelled. there is another one, from alitalia, leaving more or less at the same time. it doesn’t go to linate but to malpensa airport, but obviously i say : “well/thanks/i’ll catch it”. the kind lady phones alitalia to book me on that flight. calls. and recalls. she apologizes saying nobody answers. nobody. she then tries another way, i think through air france booking system, and she slots me in. i rush to the check-in, i take the boarding card and go towards the gate. the flight should have left at 1.30pm. at 2.30 nothing moves yes. minutes after the sign appears on the screen and we start boarding. they don’t’ have tea and coke on board, but is fine. i arrive at malpensa and i stand at the conveyor belt waiting for my luggage. i wait. and wait. all the luggage arrives except mine. i go to the lost and found and i fill the form. they tell, looking at the barcode, that my luggage has been lift in paris. alone with my little backpack i go outside to the station to catch the train malpensa-cadorna. at the entrance of the station there are automatic machines and i buy a ticket. using coins because they don’t’ accept credit cards. i go to the platform and only then i read that because of a strike, the service is suspended. the service is guaranteed within a “protected” time slot, at the end of the afternoon. i still had to wait twenty more minutes so i decided to wait, to catch the first train leaving, and in fact was on screen as scheduled. i wait and i wait. at the time of departure nothing happens. no train, no announcement. all desert. in the dumps i walk towards the taxi rank. i arrive at the top of the cars waiting in line and i get on the one in front. we leave and after a while the taxi driver receives a phone call from his columbian, equadorean, argentinian lover … i don’t’ know … but spanish speaking. the guy starts to talk a fake sicilian/spanish. “meo amor” “te chiero” “come stas” …. driving faster and faster and sweet talking more and more to the girl. and talks. and talks. finally he ends the conversation, but starts to drive like a lunatic, probably because he has to go quickly to his beauty. he takes over from the right. hoots. swears. th’fucker. when we left the taxi driver switched on the meter, maybe because he is used to, and it counted 125 euro. i tell him it seems to me there is an agreement and the amount from malpensa to milan is fixed, 80 euros. “right!” he says “ give me 80 euros”. i give him 80 euros, and while making the tyres squealing he rushes to his colombian. no comments. welcome back to italy.[/en]

52 risposte

  1. Valeria

    Grazie Alan, di cuore. La tua risposta mi fa capire, fra l’altro, come mai la mia domanda iniziale non fosse stata ben accolta. Anche una volta chiarito che non era assolutamente mia intenzione parlare di emulazionemodellipressionesociale&co., mi rendo conto di aver fatto, involontariamente, una mezza gaffe. 🙂
    Nel frattempo ho poi riflettuto sul concetto di canone estetico. Non troppo profondamente, a dire il vero, non ne sarei in grado. 😉 Rispondendomi che un’eventuale ulteriore curiosità del tipo “Sì, ma perché?” dovrebbe restare necessariamente senza risposta. L’arte crea canoni autoreferenziali, semplicemente, la cui genesi esiste ma non è sempre rintracciabile in maniera lineare. L’artigianato li usa, poi, e quindi ancor meno è in grado di risponderne.
    Ed è proprio questa autoreferenzialità che dovrebbe far riflettere le sciocchine (adulte e ben al di fuori da qualsiasi rischio autolesionistico) che piagnucolano sui redazionali di Vogue anziché sulle riprese del fondo femminile alle Olimpiadi…
    Saluti,

    Valeria

    p.s. diamine, ho scritto un pippone.

  2. Valeria

    Grazie Alan, di cuore. La tua risposta mi fa capire, fra l’altro, come mai la mia domanda iniziale non fosse stata ben accolta. Anche una volta chiarito che non era assolutamente mia intenzione parlare di emulazionemodellipressionesociale&co., mi rendo conto di aver fatto, involontariamente, una mezza gaffe. 🙂
    Nel frattempo ho poi riflettuto sul concetto di canone estetico. Non troppo profondamente, a dire il vero, non ne sarei in grado. 😉 Rispondendomi che un’eventuale ulteriore curiosità del tipo “Sì, ma perché?” dovrebbe restare necessariamente senza risposta. L’arte crea canoni autoreferenziali, semplicemente, la cui genesi esiste ma non è sempre rintracciabile in maniera lineare. L’artigianato li usa, poi, e quindi ancor meno è in grado di risponderne.
    Ed è proprio questa autoreferenzialità che dovrebbe far riflettere le sciocchine (adulte e ben al di fuori da qualsiasi rischio autolesionistico) che piagnucolano sui redazionali di Vogue anziché sulle riprese del fondo femminile alle Olimpiadi…
    Saluti,

    Valeria

    p.s. diamine, ho scritto un pippone.

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