IL GESTO

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[it]senza arrivare alla coltissima esegesi del gesto realizzata del coltissimo alessandro baricco vorrei dire la mia su questo aspetto di massima trascurato e marginale: il gesto, con il quale si fotografa.

nella mia irrefrenabile presunzione sono solito dire che per giudicare come siano le fotografie di un fotografo non mi serve assolutamente vederne il portfolio: basta ed avanza vedere come si pone e si muove con la macchina fotografica in mano. mi bastano dieci secondi.

non mi sembra d’altronde così assurdo: non basta forse ad un chef per giudicare un cuoco vedere come taglia con un coltello un pomodoro? e non basta capire come guiderà una persona da come ingrana la prima?

la sicurezza, la precisione, la consuetudine del gesto fanno in maniera che il gesto stesso riveli le precise conseguenze dei suoi effetti. causa-effetto, indissolubilmente legati.

su questo argomento mi ha molto colpito l’immagine di backstage dal blog di un fotografo abbastanza bravino, anzi diciamo così bravino che mi sembra possa essere utile esaminare anche come faccia le cose per capirne la formula…

innanzitutto l’abbigliamento. l’ho già scritto in passato a proposito degli assistenti ma ovviamente riguarda anche i fotografi: per un servizio fotografico bisogna vestirsi in maniera consona a dove e cosa si fotografa. sembra una banalità ma vi assicuro che non lo è. se vedo uno che si appresta a lavorare sotto il sole cocente delle maldive con i jeans neri (mi è successo) non è necessario neanche che prenda la macchina fotografica in mano per capire che il lavoro che farà sarà una cagata. tornando al nostro fotografo misterioso qui sopra, vedete come non solo sia attrezzato per il freddo (se devi scattare tutto il giorno all’aperto in mezzo alla neve DEVI essere organizzato per il freddo!) ma anche quanto sia mimetico rispetto al paesaggio che lo circonda. come un militare (a cui ha preso i pantaloni…) si nasconde e si mimetizza per realizzare il miglior shooting possibile…

ma veniamo al punto fondamentale, al punctum della fotografia qui sopra: ovviamente sono i piedi. la posizione dei piedi! non so se io sono esagerato, se trovo troppi simbolismi nelle piccole cose, se vado sempre alla ricerca del poco che racconti il tutto, se piuttosto che la declinazione preferisco un po’ troppo il paradigma degli avvenimenti, se penso troppo semplicisticamente a “lo zen e la manutenzione della motocicletta“, se cerco sempre la piccola serratura che apra la grande porta..eccetera eccetera…ma vi assicuro che io leggo in quella posizione dei piedi il segreto della grande capacità del nostro fotografo misterioso. e già! è tutto lì!

la calma con la quale si pone, l’apparente mancanza di equilibrio che porta invece ad una rilassata solidità. il corpo che segue placidamente le scorrerie della mente. il distacco che rivela invece un profondo senso di appartenenza.

ecco, il segreto di mr. toni thorimbert è tutto lì! [/it] [en]Without having to mention the erudite exegesis of the of the gesture made by Alessandro Baricco I would like to voice my opinion on the overall effect that is neglected and marginal: the gesture, with which one photographs.

In my irrepressible presumption I am used to saying that in order to give an opinion on the photographs of a photographer I absolutely do not need to see his portfolio: it is more than enough to see how he poses and how he moves with the camera in his hands. I only need ten seconds.

It doesn’t seem so absurd to me: doesn’t a chef only need to see how the cook will cut a tomato to judge him? And doesn’t it take to see how a person will put the car into first gear to judge how he will drive?

The security, the accuracy, the habit of the gesture are made in a way that the very act reveals the precise consequences of its effects. Cause and effect, inextricably linked.

On this topic I was very impressed with the backstage photograph of a pretty good photographer’s blog, or rather let us say he’s good enough that I think it can be useful also to examine how he does things in order to understand the formula…

First of all the clothing. I’ve written before about the assistants but of course it also applies to photographers: you have to dress for a photo shoot in a manner adequate to where and what you are shooting. Seems a banality but I can assure you that it is not. If I see someone that is going to work under the scorching sun of the Maldives wearing black jeans (it has happened to me) it is not necessary to pick up a camera in hand to understand the that work will be crap. Going back to our mysterious photographer pictured above, you notice how not only is he equipped for the cold (if you have to shoot all day outdoors in the snow you MUST be organised for the cold!) but also how mimetic he is in relation to the landscape that surrounds him. As a soldier (where he got the pants from…) he is hidden and camouflaged to make the best possible shooting

But lets get to the core here, at the punctum of the photograph above: obviously its in the feet. The position of the feet! I do not know if I am exaggerating, if I find too much symbolism in the tiny details, if I am always looking for the enough that will tell the whole, rather than decline I prefer a little too much the paradigm of events, if I think to simplistically about the “zen and the maintenance of a motorbike“, if I am always looking for the small lock that opens the big door… etcetera etcetera.. But I can assure you that I read in that position of the feet the secret of the great capabilities of our mysterious photographer. Yes! It’s all there!

The calm with which he poses, the apparent lack of balance that leads to a rather relaxed solidity. The body following that follows placidly the raids of the mind. The detachment that reveals  deep sense of belonging.

There it is, the secret of Mr. Thorimbert is all there! [/en]

32 risposte

  1. fabrizio

    cazzate. prima di tutto non centra un cazzo come uno si veste, saranno pure affari suoi?
    poi prova ad andare a vedere come fotografa Teller….. guarda le foto durante i set suoi, lo vedi e sembra un morto di fame che non li daresti due lire e invece poi fa dei capolavori come toni thorimbert.

  2. roberto

    L’avevo notata anch’io questa foto, hai tradotto esattamente i miei pensieri, aggiungerei che a Mr. Thorimbert gli piace anche fare un pò il giovanotto!

    p.s.
    Mi dicono che quando fotografo assomiglio a un cecchino ceceno psicotico…. pensa te!

  3. Matteo Oriani

    Buffo. L’uso e il non uso del “gli” in questi 2 interventi. A conferma dei concetti espressi, due grandi intellettuali.

  4. settimio

    @matteo: sei sempre il numero uno! 🙂

    ti avrei voluto citare nel mio post, scrivendo “nonostante questo post lo scriverebbe meglio Matteo Oriani, con la sua finezza intellettuale, tocca scriverlo a me!”. più o meno.
    adesso ti tocca dare un tuo, articolato come al solito, contributo sull’argomento del GESTO… 😉

  5. paolo

    bo ! e’ cosi importante come ci si veste per fare delle foto ? per altro a cinquant’anni suonati io mi vergognerei anche ad andare a prendere il tram vestito cosi’ (parere personale ovviamente)

  6. Matteo Oriani

    È semplice, Settimio. Sai cosa stava fotografando Toni: una motocicletta. Una motocicletta con l’architettura del motore particolare: cilindri a V. Vedi la posizione delle gambe (e dei piedi, di conseguenza) di una persona di una sensibilitá particolarmente sviluppata, è a………V! TT è (anche un ritrattista). Un ritrattista entra in empatia (o in simbiosi) con il soggetto fotografato.

  7. rubens

    il focus su quanto sia importante l’abbigliamento per un fotografo è ovviamente puntuale.
    mi sorprende un po’ l’attitudine a giudicare da un particolare iniziale un’intera attitudine, che mi sembra solo la via più diretta verso il preconcetto.
    con lo stesso criterio, dopo la prima riga avrei dovuto dedurre l’assoluta incapacità di scrivere in italiano e dopo il secondo capoverso quella di sviluppare un qualsiasi argomento degno di nota (lasciando stare che baricco può essere parametro di riferimento solo per i gradi di snobismo culturale… chi può).
    cordialità

  8. settimio

    @Rubens:
    (lasciando stare che baricco può essere parametro di riferimento solo per i gradi di snobismo culturale… chi può)

    saró io limitato: cosa vuol dire?

  9. Toni Thorimbert

    mamma mia! Roberto, tranquillo, quando prenderemo il tram assieme vengo vestito normale! 😉

  10. Toni Thorimbert

    scusa, Non è roberto con cui devo prendere il tram, ma Paolo!

  11. Piernicola

    ahahahahahah! io metto il piede destro esattamente nella stessa posizione del Sig. Thorimbert e mi hanno sempre detto che è molto poco professionale perchè non posso adattarmi alla’altezza degli occhi del soggetto nè posso conquistare una sicuramente utile stabilità… quindi che faccio continuo così o cambio abitudini? Mettetevi d’accordo e fatemi sapere, ci tengo moltissimo anche perchè ormai mi sono rassegnato, di fotografia vado a parlare su ‘domande e risposte’ yahoo!

  12. Paolo

    Ma l omino in questione Toni Thorimbert, secondo me aveva freddo e si e messo così.
    Per quanto riguarda il vestiario, sembra un Gianni Berengo Gardin più moderno(senza offesa).

  13. roberto

    Settimio sulla posizione di TT, la sua calma e la disciplina sono perfettamente in accordo con te…voglio ben sperare che un Signor fotografo come TT sappia quello che fà e sul set sia concentrato e tranquillo.

    Circa l’abbigliamento due domande Settimio:

    visto che nel blog di TT ci sono tante sue foto di back stage e mi par di capire che TT vesta così di suo gusto vorrei capire da la necessità di scattare in studio mimetici con pantaloni di taglio militare…..che studio ha TT?

    poi vedo le foto di back stage di Benedusi ai tropici e lo vedo in spiaggia con le scarpe da ginnastica e i calzini della rinascente a mezzo polpaccio stile nerd (tutti gli altri a piedi nudi o in infradito)….cioè così al volo dovrei pensare cosa sulle foto di detto nerd al sole?

    @ Paolo…..scusa ma TT sarà pur libero di vestirsi come vuole o superati i 50 è necessario girare con la badante….giusto per saperlo che mi porto avanti nello scegliere la badante

    ciao

  14. Paolo

    @Roberto la badante giovane e di facili costumi (daje finchè puoi)

  15. andrea

    Per me gli scappava solo la pipì. 🙂 Credo che la fotografia, come ogni forma di “comunicazione” sia importante per i suoi contenuti e come vengono trasmessi, raccontati; come uno poi si vesta, si muova o si atteggi per sentirsi a suo agio ed esprimere quello che sente, è davvero troppo soggettivo. Certo che dal come uno si muove si può intuire il suo sentirsi “a suo agio” o meno. L’impressione che ho vedendo questa fotografia è che TT stia facendo qualcosa in modo estremamente naturale, che a mio avviso è un’ottima premessa PUNTO. Conosco fotografi che ostentano una grande sicurezza, ma che poi non mi dicono assolutamente nulla. Ne conosco altri che sembra abbiano sempre paura e poi quando vedi le foto rimani lì per qualche minuto ad ammirarne la forza. Non lo so … non condivido fino in fondo Settimio in questo caso.

  16. Corrado

    Scusate, ma secondo me questa discussione resterà inconcludente, perché manca un’informazione fondamentale: la foto che è stata scattata.
    La tesi è che basti vedere come uno affetta il pomodoro per capire se sia un grande chef? Bene, per verificare la tesi lo vogliamo assaggiare il piatto finito o no?
    Chiedo al gradissimo Toni: possiamo vedere quella foto?

    ciao a tutti

  17. Marco

    A legger certi commenti ho come l’impressione che il mondo di alcune persone manchi di leggerezza.
    Leggerezza che ritrovo nel passo quasi di danza di TT.

    P.S. La foto aveva colpito anche me quando l’ho vista sul blog la prima volta.

  18. Armando

    Farei soprattutto i complimenti anche al fotografo che ha immortalato il bel “GESTO” di Toni.
    🙂

  19. Jurij

    Condivido in pieno il pensiero di Settimio. Avete mai visto le posizioni di Cartier-Bresson, cercatele si capisce molto…era un grande anche nelle movenze e nelle posizioni più adatte al tipo di scatto. Un professionista sa di cosa stiamo parlando

  20. Giorgio Serinelli

    Grazie Armando…stavo perdendo le speranze ormai…

  21. Matteo

    Leggendo le varie risposte (alcune anche molto piccate) noto che la gente non c’ha proprio un ca&@o a cui pensare 😉

  22. settimio

    e diciamolo: la fotografia del fotografo che fotografa e che racconta così bene la capacità del suddetto fotografo di fotografare è del fotografo Giorgio Serinelli!

  23. Giorgio Serinelli

    oh! mi sento molto meglio, grazie Setti

    p.s. Al Paolo dei vestiti: Toni non prende il tram, lo cavalca

  24. settimio

    il servizio di Toni è visibile per intero sul suo blog,
    http://tonithorimbert.blogspot.com/2012/02/riders-magazine-february-issue.html
    dove, me ne sono accorto adesso, c’è un commento di Matteo a questo mio post! (yes, è tutto un magnamagna)

    e a proposito del commento di Matteo sul post di Toni che commenta il mio post sul mio blog che commenta un post di Toni ovviamente sul suo blog (!)volevo dire che quando mai io ho detto che per fotografare bisogna essere vestiti BENE?!?!
    mai scritta una cosa del genere! ho solo detto quella che forse è una banalità: per fotografare bisogna vestirsi in maniera adatta a cosa e dove si fotografa. per fare il ritratto al presidente della repubblica ci si deve vestire in maniera diversa rispetto a fotografare abbigliamento da ski in cima al monte bianco. tutto qui!

  25. Ettone

    Sono più di dieci anni che quotidianamente, nel mio lavoro di Art Director pubblicitario, “dipingo di santità monaci satanici” e sono più che convinto che l’abito non faccia il monaco.

    Ok, anche io sono il primo a sentirmi a mio agio con chi si veste in modo consono alla professione che pratica, che diamine, sarei falso se dicessi il contrario. Dopotutto se un idraulico si presentasse con una tuta di latex o un cantante lirico salisse sul palco in bermuda, la cosa risulterebbe alquanto fuori luogo… Ma la fotografia fa comunque parte di quel mondo professionale che strizza l’occhio al mondo dell’arte e delle emozioni e si sa che gli artisti sono strani…

    Non vorrei quindi pensare che anche nella fotografia vi siano sommari e prevenuti metodi di selezione o giudizio. Prima dovrebbe contare il lavoro finale, poi la persona che ci sta dietro, no?

    Detto questo, quando vedo professionisti che fanno bene il loro lavoro come è il caso del Sig. TT e che in più lo fanno con una leggerezza e una rilassatezza quasi irreali, non posso far altro che rimanere positivamente colpito, ammaliato e… avere anche un po’ di sana invidia… Per dirla con un esempio è un po’ come il ginnasta che ti fa credere che sollevarsi con la sola forza delle braccia sugli anelli sia facile come portare un bicchiere d’acqua alla bocca…

  26. Francesco

    che bello, mi basta leggere il titolo del feed per sapere che ancora una volta Settimio ha scatenato il putiferio.
    …mi butto nella mischia…
    Chi e quando avrebbe dimostrato che la bravura di un fotografo è direttamente proporzionale all’abbigliamento o alla postura nel momento dello scatto? se non fosse per comodità o scomodità in funzione di luogo e condizioni meteorologiche, come detto da Settimio (mille volte!)…
    Penso piuttosto che “fotografare è porre sulla stessa linea di mira la mente, gli occhi ed il cuore. E’ un modo di vivere” (Henry Cartier-Bresson) chi ci riesce, e TT onestamente sembra riuscirci molto bene, si veste come vuole, incrocia i piedi come vuole, prende il tram se vuole, lo cavalca se vuole, e non credo ci sia nessuno accreditato per impedirglielo o per consigliarlo diversamente!
    Con le foto dei backstage di TT ci si può fare un corso, un master, un corso di laurea… e per chi, come me, non è tanto fortunato da fargli da assistente (a me basterebbe anche solo guardare…o passargli l’acqua, sperando che non beva come Celentano!) è tutto oro colato!

  27. Alessandro Di Noia

    Però sei veramente cattivello! Lanci certi ami a cui, per alcuni, è veramente difficile non abboccare. Provocatorio e snob al punto giusto per pungolare l’animo del fotografo non ancora affermato. Comincia a pensare se assume la giusta postura, se tiene la macchina nel modo corretto e, soprattutto, se veste in maniera consona….così si dimentica pure la regola dei terzi e gli vengon male le foto.

    Almeno, questo è quello che ho pensato io 😀

  28. Paolo

    Mah….. la nuova moda e fotografare come Steve Mccurry che preme il tastino della sua Nikon D3qualcosa con la manina sinistra, il futuro sara fotografare come Massimo Vitali, con quegli accrocchi grossi e molto manegevoli. Buone foto a tutti

  29. Piernicola

    Comunque Settimio intende dire che non conta tanto l’abbigliamento in se ma il fatot che l’abbigliamento ‘giusto’ in riferimento al contesto in cui si lavora ti permette poi di poter pensare solo alla foto che stia facendo, senza doverti preoccupare del freddo se hai vestiti troppo leggeri e sei in Alaska, del caldo se gli hia troppo pesanti e sei in Arrica, o degl indios che ti centrano in pieno petto con le cerbottane inbecute di belladonna se ti sei vestito troppo appariscente nella foresta amazzonica. Giusto perchè ogni 5 post pieni di cazzate che scrivo ve ne regalo uno serio e illuminato

  30. paolo

    scusa tutti sti giri di parole per dire che quando fa freddo bisogna coprirsi e quando fa caldo va bene la maglietta??
    ma cosa centra la fotografia , i fotografi la qualita’ delle immagini ? anche uno che pulisce i tombini se il 3 di dicembre lavora con il gessato e le scarpette di vernice pensi che non fara’ esattamente bene quello che deve fare e allora?

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