SANTO DOMINGO #04: IL QUARTO STATO

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[it]il QUARTO STATO, celeberrimo quadro di giuseppe pellizza da volpedo, mi è stato fatto amare dal mio professore d’arte al liceo, e da allora è uno dei miei quadri preferiti: andavo a vederlo spesso quando stava (ignorato e mezzo abbandonato) in via palestro a milano e sono stato felice quando gli è stata la dignità che merita, esposto all’inizio del nuovo museo del novecento in piazza del duomo a milano.

quando nei giorni scorsi siamo andati a fare un servizio in un piccolo villaggio di raccoglitori di canna da zucchero, qui a santo domingo dove mi trovo per un lavoro, ho avuto uno choc, un’emozione pazzesca: mi sono trovato, in una sorta di viaggio culturale e temporale, dentro a quel quadro. potevo vivere in diretta ciò che avevo sempre solo visto da fuori. e capire più a fondo e molto meglio le motivazioni che sono state alla base di quell’opera d’arte.

ad un certo punto si è avvicinato un contadino con una larga ferita su una gamba. gli ho chiesto se ci fosse un medico o un’infermeria per andare a farsi curare e mi ha risposto no. ho capito in quel momento che le cure mediche che noi abbiamo gratuite e ottime non sono un stato di fatto scontato, ma una conquista e un privilegio straordinari.

ho poi capito che la scuola, in quel paesino presente e perfettamente funzionante, non è solo e semplicemente studiare per imparare delle cose, più o meno utili, ma una conquista fondamentale, che fornendo cultura fornisce soprattutto libertà, emancipazione e consapevolezza.

ho capito che i valori del socialismo che sono la “teoria” alla base del quadro di pellizza, sono valori che fanno indissolubilmente parte della nostra storia: solo i nostri nonni o al massimo i nostri bisnonni vivevano nella società che adesso era lì davanti a me.

certo poi uno si fa un sacco di domande, tornando la sera nel villaggio dove stiamo, vedendo il corrispettivo moderno e contemporaneo di quei contadini, questo nuovo proletariato che viene per mille euro qui in vacanza, e trasuda non solo calore caraibico ma soprattutto infinita ignoranza, infinito conformismo (il tatuaggetto!!!), infinito vuoto.

inevitabile domandarsi se tutto questo nulla sia il prezzo da pagare per l’emancipazione. se l’imparare a leggere sia servito per leggere CHI. se la sanità gratuita sia servita per curare i disordini alimentari provocati da troppi hamburger.

ovviamente non ho risposte. mi piace soprattutto farmi domande e fotografare.

esaurite quindi le domande, a fine lavoro ho pensato di realizzare un mio personale omaggio al quarto stato, rifacendolo in fotografia. tra l’altro, la tecnica con la quale è realizzato è in qualche maniera simile alla fotografia, (il divisionismo) usando piccoli punti di pennello, simile ai nostri pixel.

ho chiesto quindi ad un po’ di gente di venire, li ho disposti e fotografati, in dieci minuti. questo il mio quarto stato.[/it] [en]The fourth estate, famous painting by Giuseppe Pellizza da Volpedo, was made to love by my art teacher in high school, and since it has been one of my favourite paintings: I used to go see it often when it was (ignored and abandoned) in Via Palestro in Milan and I was very pleased when it was given the merit it deserves, exposed at the beginning of the new twentieth century museum in Piazza del Duomo in Milan.

A few days ago we went to do an editorial in a small village here in Santo Domingo, of sugar cane harvesters, I was surprised, a crazy emotion: I found myself in some sort of time and culture trip, within that painting. I could live this life that I had always only seen from outside. I understand more deeply and much better the motivations that where behind that work of art.

All of a sudden a farmer with a large wound on his leg approached us. I asked him if there was a doctor or a nurse that could attend to him and he said no. I understood in that moment that the great medical facilities we have free of charge are not to be taken for granted, but an extraordinary privilege and a conquest.

I further understood that the perfect functioning school in that small town is not simply to study and learn things more or less useful, but a fundamental conquest, that by providing culture it gives freedom, empowerment and awareness.

I understood that the values of socialism which are the “theory” at the core of Pellizza’s painting, are inextricable values of our history: only our grandparents or perhaps our great grandparents lived in the society which was now in front of me.

Then you question yourself, the evening going back to the village where we are staying, seeing the modern and contemporary equivalent of those farmers, this new proletariat which comes at a thousand euro holiday, and exudes not only Caribbean heat but above it all infinite ignorance, infinite conformism (the little tattoo!!!), infinite emptiness.

It is inevitable to ask yourself if all this nothing is the price to pay for emancipation. If learning to read was to read about WHO. If free health care was to cure the eating disorders created by too many hamburgers.

Obviously I don’t have all the answers. I mostly like asking myself questions and taking photographs.

Having exhausted all the questions, after the job I decided to create my own personal tribute to the fourth estate, remaking it with photography. Among other things, the technique in which it was made is in some manner similar to photography, (divisionism) by making small dots with the paintbrush, similar to our pixels.

I therefore asked some people to come over, I placed them and photographed them, in ten minutes. This is my fourth estate.[/en]

16 risposte

  1. Chiara

    Io ho conosciuto il QUARTO STATO a tredici anni al cinema grazie a 900 di Bertolucci (grandissimo film )
    ed è anche uno dei miei quadri preferiti, mi ha sempre emozionato ….
    Molto bella la contemporaneità della tua foto e lodevoli tutte le riflessioni che seguono.

    Bravo!!!

  2. valentina

    Scrivi Settimio, scrivi, perché le tue parole hanno lo stesso gusto dei tuoi scatti…sono un sollievo dall’intorpidimento e un morso alle coscienze.

  3. lucia

    La bellezza e la verità non hanno bisogno di photoshop. L’autentico è già quadro, fotografia, cinema, teatro. Scena. Il corrispettivo di cui parli è intorno a noi ciascun giorno e non è piacevole ma preso nell’ironia della propria pochezza potrebbe essere interessante come reportage, a testimonianza della vera miseria, che è solo una : quella intellettuale.

  4. Francesco

    Ho visto per la prima volta in vita mia il IV Stato nel gennaio scorso.. non mi aspettavo di trovarlo subito all’entrata del museo del novecento..sono rimasto con il fiato mozzato per un bel po…. trasuda la teoria del socialismo da ogni poro. Anche il tuo omaggio fotografico dà dignita a quei raccoglitori di canna da zucchero e ci fa fermare a riflettere.. così come quella foto del carretto fatto con il flacone che hai pubblicato di recente. Un bel reportage di S. Domingo. Spero di rivederti alla X edizione del festival Corigliano Calabro Fotografia.

  5. Lory

    Grande sia nello spiegamento dlle persone x la foto ke la spiegazione sulle emozioni ke provoca sia questa foto ke quella di pellizza da volpedo…..molto coinvolgente l’accostamento tra la ns società e la loro….. loro sì ke lavorano con il sudore della loro fronte …. grazie

  6. Ross

    Hanno fatto un qualcosa di bello e vero e non il solito e scemo”Italia uno” !!!

  7. Ross

    Ovviamente insegnato dalla maggior parte dei turisti !!!

  8. Elisa

    Sensitivita’ visiva splendida, grazie per le tue parole ed il tuo scatto.

  9. Rainer Maas

    “The Fourth Estate” is powerful painting. So is your photography and your text.
    Congratulation,

    Rainer

    Ps
    I would love to purchase a copy.

  10. Michele Saponaro

    Eccellente fotografia. le ho inviato una mail per chiederelel’autorizzazione ad utilizzarla per il comunicato stampa dell’Ufficio dove lavoro in occasione del 1°Maggio.
    Grazie.

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