THE SAME PLACE BUT NOT THE SAME PHOTOGRAPHER

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[it]spesso si sente dire “se avessi avuto io quella supermodella!”, “se avessi fatto le foto alle maldive piuttosto che all’idroscalo” il tutto ovviamente riferito ad un’altro fotografo che tutte quelle fortune ha avuto facendo un lavoro (speriamo!) meraviglioso.

poi ovvimente non funziona così perchè anche alle maldive piove e anche la super top model ha le occhiaie e le palle girate.

ho pensato spesso che sarebbe molto interessante mettere diversi fotografi nella stessa identica situazione e vedere cosa di diverso verrebbe fuori filtrato dalle diverse sensibilità e capacità.

questa introduzione in verità però c’entra solo marginalmente con l’argomento di questo post.

andando al sodo: qualche giorno fa io e l’amico toni siamo stati gentilmente invitati ad andare in cima alla torre branca, qui a milano. spettacolo meraviglioso, con una milano che al tramonto e dall’alto dava il meglio di sè.

tutti ovviamente si sono messi a fotografare il panorama, ed ovviamente anche io e toni, tutti e due con l’iphone.

questa la mia fotografia:

questa quella di toni thorimbert:

due immagini più diverse non potrebbero essere!

io ho fatto la “bella cartolina”, arrivando addirittura ad usare l’HDR (so benissimo che questo procedimento è stato dichiarato illegale dall’unesco, mi prendo le mie responsibiltà con questa ammissione di grave colpevolezza. prometto di non farlo più…). toni ha rivolto il suo obiettivo esattamente dalla parte opposta, cercando il buio più che la luce.

non voglio andare oltre nell’analisi, e (ovviamente!) lungi da me il voler cercare un meglio o peggio nelle scelte.

volevo solo ed unicamente far vedere come la stessa cosa può essere vista e fotografata in maniere completamente diverse.

(mi perdonino i miei venticinque lettori, ma, lo ammetto,  questo post è pensato e scritto ad uso e consumo di mr. matteo oriani: matteo dacci dentro! ;-)) [/it] [en]

You often hear saying “if I had that top model!”, “if I had taken the photographs at the Maldives instead of the Idroscalo” all of it obviously refers to another photographer whom had all those fortunes by doing (hopefully!) a marvellous job.

Then it obviously does not work like that because also at the Maldives it rains and also the top model has bags under her eyes and woke up the wrong side of the bed.

I often thought that it would be very interesting to put different photographers together in the same identical situation and see how the different outcomes would be filtered by the different responsiveness and capabilities.

This introduction actually has little to do with the argument in this post.

Lets get to the point: a few days ago my friend toni and I where kindly invitedd to go on top of the branca tower, here in Milan. Wonderful show, with a Milan from above that gave all of herself at sunset.

Everyone obviously started snapping away at the view, and obviously so did Toni and I, both of us with the iPhone.

This is my photograph:

This is Toni Thorimbert’s photo:

Two images could not be more different!

I took the “nice postcard”, getting to the point of even using HDR (I am fully aware that this procedure has been declared illegal by unesco, I take full responsability with the admission of serious guilt. I promise I will not do it again…). Toni turned his eye exactly at the opposite side, looking for the darkness instead of the light.

I don’t want to go any further in the analysis, and (obviously!) far be it from me trying to find a better or worse in the choices.

I just purely wanted to show how the same thing can be seen and photographed in completely different ways.

(I apologise to my twenty five readers, but, I admit it, this post was thought and written for the use and consumption of mr. Matteo Oriani: Matteo get involved!) [/en]

14 risposte

  1. Antonio

    “so benissimo che questo procedimento è stato dichiarato illegale dall’unesco”.

    Settimio sei un mito! ahahahah! 😀

  2. francesco-pellegrino

    E’ proprio la fase di ACTION in cui avviene lo scatto che si incrociano la creatività, lo stile, il risultato dello studio, della ricerca, la psicologia, lo stato d’animo, l’esperienza, la sensibilità, … Questo post mi ha fatto pensare a quando c’è chi ha paura a fare vedere come lavora pensando che qualcuno lo possa copiare… Chi pensa questo sta ignorando tutte le componenti elencate prima e crede che la modella o il posto o la marca della fotocamera fanno il risultato… in soldoni, non è un fotografo.

  3. Stefano

    Bhe visto che il Sig. Benedusi ha citato una parola vietata dal buon gusto oltre che procedimento dichiarato illegale dall’unesco, io ci aggiungo il carico da 100 (o da 10, non ricordo): nel suo post ha descritto quello che mi è accaduto nel week end appena passato, ho partecipato ad un WORKSHOP, dove in effetti ci sono 20 persone che fanno foto alla povera modella di turno tutte assieme, tutte dallo stesso punto di vista. Sarebbe bello vedere tutte le foto di tutti, tutte assieme e capire se ci sono differenze… Non fosse che ho avuto la possibilità di conoscere un fotografo che amo, probabilmente troverei inutile il WORKSHOP. Ma alla fine ho fatto tre foto carine, una uguale ad uno dei fotografi e tanto mi basta.

    W HDR
    W WORKSHOP
    W BENEDUSI

  4. Matteo Oriani

    Prima di tutto qualche nota. La Torre Branca è un’opera di Giò Ponti (Milano 18 novembre 1891-Milano 16 settembre 1979) e fu costruita nel 1933 di fianco al palazzo della Triennale a Milano, nel parco Sempione. È alta 108,6 metri. Giò Ponti ha prodotto favolose opere di architettura e design tutt’ora esempi spettacolari di genialità creativa. Ha cominciato la sua carriera alla Richard Ginori come designer, ha fondato la rivista Domus, ha disegnato Palazzo Montecatini all’angolo tra Via della Moscova e Via Turati, e molte case a Milano tra cui casa Rasini all’angolo tra corso Venezia e i basitioni di Porta Venezia.
    Adesso le vostre foto. Hai ragione, Settimio, sembra che tu abbia fatto una bella cartolina. Tra tutte le inquadrature possibili da lassù, questa è forse la più scontata, la più “giusta”, quasi da fotoamatore evoluto. Ma perchè e cosa la rende diversa da tutte le altre? Di solito, quando sei in giro a fotografare donne biotte, le tue fotine extracurricolari non sono mai banali. Sei un tipo curioso e non ti stanchi di andare in giro a scoprire. Allora vuol dire che c’è qualcos’altro, oltre all’inquadratura scontata. Ecco: questa è una foto sexy. Sei riuscito a tirare fuori da Milano, che proprio sexy non è, un’immagine sensuale. Sará quel filtro comesichiama, saranno i riferimenti fallici a cui hai dato risalto, sarà la luce morbida, sarà quel vedo e non vedo, sarà quel che sará che viene fuori una sensazione di rassicurante erotismo. Io vedo una Milano che accoglie dentro di sè un atto d’amore. Tu sei un uomo di mare, ma Milano è la cittá che si è offerta a te per diventare quello che sei diventato: un fotografo di successo. Io credo che quella foto sia un atto di amore che hai voluto regalare a Milano. Una foto sensuale, con una forte componente affettiva. Quella inquadratura è stata fatta da migliaia di turisti, fotoamatori e fotografi. Credo che nessuno di loro abbia colto la sensualità di quel panorama. Io credo che la tua sia stata una sfida: datemi una scopa, una top model, una casalinga, una città e io vi faccio una foto erotica. Non ti smentisci: sei il solito sbruffone!
    La foto di Thorimbert, invece, non è proprio una cartolina. E non è neanche buia. Cioè Toni cercava una spiegazione, una chiave di lettura per una certa questione e l’ha trovata. Forse non è ancora consapevole, ma l’ha trovata. Cerco di spiegarmi senza spingermi in un campo troppo intimo. Ogni tanto Toni fa delle foto “buie”. È successo con un certo suo autoritratto in occasione di un suo compleanno. Non capiva bene come fosse saltato fuori un ritratto così tenebroso e poi ha scoperto che c’era di mezzo una incazzatura che lo condizionava. Ultimamente ha fatto un servizio di moda maschile per Style molto “buio”, pubblicato anche sul suo blog. Forse è stato ispirato da qualche stato d’animo. Anche quando ha fatto il ritratto alla premiata ditta Oriani Origone ero sorpreso dalla mancanza di luce (in quel caso ero forse io a condizionare la scelta!). Adesso eccolo lì. Può sembrare una foto buia ma non lo è. Lui ha cercato buio. Ed ecco cosa ha trovato. C’è un palazzo alto, che non mi sento di chiamare grattacielo ma, lì in mezzo, ha una forte personalitá (e Thorimbert ha, diciamo, una forte “personalità”). È al centro dell’inquadratura. Osservate come si stacca dalla penombra, come ha una luce propria. Al suo fianco c’è una strada illuminata che riscalda la scena. La strada, in realtá, per un effetto prospettico, non sembra “andare” ma sembra piuttosto appoggiarsi al grattacielo creando con esso una bella simbiosi. Per leggere meglio questa visione, consiglio di sfocare  gli occhi o togliere gli occhiali da lettura se avete più di 40 anni. Ai lati dell’inquadratura ci sono due lucine, una più alta dell’altra. Adesso ci interessa la lucina più alta. Dalla lucina partono due raggi: uno, il più lungo, indica il grattacielo e l’altra va in direzione opposta.  È una bellissima luce, dritta e alta. Nella composizione assume una notevole rilevanza. Davanti alla casa alta, alla strada illuminata e alle lucine, c’è una linea retta che corre da una parte all’altra dell’inquadratura: è una ferrovia (Ferrovie Nord Milano per chi non conosce Milano) che collega tutti gli elementi. Ai bordi della ferrovia ci sono dei segni grafici moto netti. Non capisco molto bene se sono ringhiere, graffiti o altro. Poco importa. A una mente fanatica e visionaria potrebbe sembrare la scritta del logo Porsche (un’auto di elevate prestazioni n.d.r.) che è formata da lettere in stampatello maiuscolo piuttosto schiacciate. Ferrovia+Porsche = movimento e velocitá. Questa, come tutte le foto di Thorimbert, non è una fotografia statica.
    Queste mie riflessioni sono, come sempre, per gioco. Un gioco che prendo seriamente come é giusto che sia. 

  5. Antonino

    “Te vorria bassar” – Piccolo capolavoro per quelli che ancora credono (e purtroppo ce ne sono tanti) che :” mi faccia lei la foto che ha una fotocamera professionale che viene meglio”. Grande lezione. Grazie. Già condiviso sul mio circolo fotografico.

  6. Giuseppe (Giobbe) Pellegrino

    Io riporto un’esempio, alla zingarata dell’anno scorso con Chico a Savignano, te, tony e benassi che avete fotografato la ragazza, tornando al discorso della diversità di fotografare e di stile fotografico, quella giornata mi ha fatto accapponare la pelle è fatto capire un sacco di cose!! 😉

  7. vittorio

    Mah,quando leggo certi voli pindarici a supporto delle fotografie rimango sempre basito,sono sempre cose soggettive che invece un qualunque fruitore dell’immagine non trova poi riscontro,se devo fare un’analisi distaccata delle 2 foto evinco solo il modus operandi dei 2 fotografi che e’ diametralmente opposto,uno hauna visione positiva quasi poetica,l’altro piu’ cupa intimistica,quasi negativa.

  8. christian

    Sono immagini diverse ed è normale,sono due persone diverse con modi di vedere diversi.
    Non potranno mai vedere la stessa immagine ne produrre la stessa immagine,siamo condizionati dalla cultura personale,la nostra personalità,il vissuto personale,anzi menomale se no le immagini sarebbero tutte perfettamente uguali

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