L’ASSISTENTE

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[it]argomento non di poco conto: l’assistente fotografo.

la figura dell’assistente, sinceramente, è non poco sottovalutata. ad esempio nelle scuole di fotografia si insegnano tantissime cose (a volte abbastanza inutili, tipo sviluppo e fissaggio…) ma non si insegna come diventare un bravo assistente: è un po’ come se uno volesse fare il pilota di macchine e sapesse tutto sul motore ma non sapesse come aprire la porta per salire…

l’assistente invece è molto importante, perchè, se funziona, è il braccio destro del fotografo.

una premessa: è innegabile che chi fa l’assistente lo faccia per imparare delle cose, che si suppone gli siano utili quando sarà lui stesso fotografo. questo però non vuol dire una cosa, che sia lì solo per imparare. capita molto spesso che io riceva mail più o meno con questo testo: “buon giorno, sono un fotografo e non riesco a fare il fotografo come vorrei, mi piacerebbe venire da lei a fare l’assistente per imparare più cose possibili”. e no! non funziona così, mi dispiace: è l’assistente che deve essere utile al fotografo, non il contrario. altrimenti il denaro dovrebbe prendere un senso inverso rispetto a quello normale…

andiamo al dunque della cosa, cerco di spiegare, in maniera semplice e schematica cosa deve fare e sapere il buon assistente:

-prima regola, che le comprende tutte: tre secondi prima. esatto, 3 secondi prima, prima di tutto. il buon assistente deve pensare/fare/agire tre secondi prima che le cose accadano/servano/si incasinino. questa basilare regola è evidentemente la conseguenza del fatto che l’assistente deve far continuamente lavorare il cervello per pensare cosa starà per accadere per anticiparlo.

-regola che precede quella dei “tre secondi prima”, ma in maniera più vasta e completa: l’assistente deve sempre essere preparato su ogni evenienza e pensare a tutto ciò che accadrà. il bravo assistente non deve essere un pacco che si fa portare da una parte all’altra, non deve essere dominato dagli eventi, ma deve dominare gli eventi.

-per dominare gli eventi il bravo assistente deve essere preparato. preparato per affrontare le situazioni, i luoghi, gli eventi: se si va a scattare in montagna deve pensare a tutto ciò che in montagna potrebbe essere utile. ho detto tutto ciò che potrebbe essere utile. tutto vuol dire un infinito elenco di cose, che magari non serviranno a nulla, ma magari sì: scarpe calde e impermeabili, guanti, cappelli, sciarpe, tea caldo, coltellino multiuso svizzero, richiamo per cervi, cartina delle montagne, GPS per salvarsi…..e mille altre cose che magari potrebbero servire. facevo l’assistente (tanto tempo fà…) e con il fotografo con il quale lavoravo partimmo in aereo per la sicilia, verso palermo. troppo vento a punta raisi ed atterrammo a catania, dove noleggiammo un’auto per andare a palermo: io mi ero portato una cartina della sicilia, e grazie a quella arrivammo tranquilli beati a palermo…

-regola collegata alla precedente: se ci fosse una scuola di assistenti all’interno delle scuole di fotografia insegnerebbero una cosa fondamentale. che è forse una cazzata ma che fa cambiare l’approccio dell’assistente nei confronti del fotografo in maniera radicale: il bravo assistente dovrebbe avere sempre con se’ un marsupio/borsa con dentro delle cose. cose tipo?!? tutto! tutto ciò che c’è in quel marsupio potrebbe servire: nastri, corda, accendino, pinzette, mollette, pile, caricabatterie, matite, penne, coltellino……insomma di tutto e di più. se un assistente si presenta sul set in alta montagna con i moon boot e questo marsupio non è forse meglio del presentarsi con i mocassini e le mani vuote? e non è forse una cosa semplice che depone enormemente a suo favore? sicuramente sì, quello che però succede nella maggior arte dei casi è l’abbinata mocassini/mani vuote… non lo sapevate? adesso lo sapete

-il bravo assistente deve essere informato. una volta di pellicole e sviluppi, adesso di computer. un bravo assistente deve conoscere il MAC e PHOTOSHOP, come minimo. quando mi dicono che conoscono il MAC non faccio dei test compicatissimi, gli dico di fare una nuova cartella sulla scrivania. non ci crederete ma nella maggior parte dei casi cominciano ad andare a cercare in alto a sinistra verso la scritta FILE, e poi cercano e cercano…una nuova cartella si fà (ma voi lo sapete!) maiuscola/mela/N. se uno non sa questo non sa nulla. un ragazzo di vent’anni o poco più deve saperne di computer più di me! (da adesso in poi il test sulla conoscenza MAC sarà diverso, of course…)

-l’assistente è e deve essere l’ultima merda del gruppo. attenzione, dico questo con il massimo del rispetto. ma lo dico per essere il più chiaro possibile. ma così è. e solo avendo in mente questo le cose possono funzionare. ad esempio, a pranzo l’assistente deve essere l’ultimo a sedersi e il primo ad alzarsi. (mocassini, mani vuote e il primo a sedersi a tavola?: vaffanculo)

-inglese. you have to speak english.

-piccola cosa ma importante: MAI le mani in tasca. MAI

-non puntuali. dieci minuti prima

-questa riguarda gli assistenti ma, ovviamente, anche i fotografi. sembra banale ma non lo è: deve piacere la fotografia. pensa te! ma non è così scontato. soprattutto nel caso di un fotografo come…me. se un assistente mi fa da assistente soprattutto perchè gli piace andare in posti esotici, perchè gli piace la figa, perchè pensa di divertirsi…proprio non ci siamo. a me piace fotografare le bellezze di max in egual misura di quanto mi piace fotografare i bambini di miss blumarine. veramente. perchè mi piace innanzitutto fotografare e fare delle belle fotografie. lo stesso deve valere per l’assistente. (mocassini, mani vuote, primo a sedersi, no english e pazzo per la figa?: be’, lo sapete…)

-a cascata dalla precedente, il bravo assistente deve conoscere la fotografia. e deve conoscerla meglio di me! deve conoscere la nuova fotografia cinese, che io non conosco, ad esempio. oltre a conocere, ovviamente, diane arbus e guy bourdin…

-eliminare dal proprio vocabolario: “no”, “non lo so”, “non mi ricordo”…insomma tutte le frasi che cominciano con la parolina “no”

-una parola è poca, due sono troppe

-ok, temo che adesso io vada oltre all’aspetto prettamente “fotografico”, ma fare l’assistente, e quindi il fotografo, molto spesso va ben oltre all’aspetto prettamente “fotografico”: il bravo assistente deve mangiare a tavola in maniera educata. e già, io la penso così. fare il fotografo è uno strano, stranissimo mestiere, dove si passa dal stare e confrontarsi con delinquenti cubani, allo stare e confrontarsi con capi di stato. bisogna un po’ essere pronti a tutto. e in questo contesto il mangiare a tavola in maniera educata è, credetemi, una cosa importante. tra un’assistente fantastico con photoshop ma che mangia come un’animale e un’altro che photoshop non sa cosa sia ma mangia educatamente io preferisco di gran lunga il secondo: photoshop si impara sempre, l’educazione è già più difficile…

per ora non mi viene in mente altro. sappiate che fare bene l’assistente è l’unica maniera concreta di diventare un bravo fotografo. alla fine il bravo assistente è colui che fa ciò che farebbe se fosse lui il fotografo. è quindi una palestra formidabile per imparare ciò che prima o poi, se mai diventerà tale, sarà indispensabile sapere.

PS: ho come l’idea che questo testo sarà stampato e messo sotto il naso a molti aspiranti assistenti. fate pure. regalatemi, o molto meglio, regalate un pezzo di itunes a chi volete bene per ogni copia che stamperete…

PS #02: il caro amico toni thorimbert dà anche lui un contributo, molto interessante, sull’argomento: ovviamente sul suo blog [/it] [en]Honestly, the position of an assistant photographer is quite under estimated. On a photography course for example they teach many things (some of them  quite useless, like developing and fixing…) but they never teach you how to become a good assistant: it is as if one would like to become a racing pilot and knows everything about the engine but doesn’t know how to open a door to get in…

The assistant is very important, because, if it works out, he’s the right hand man of a photographer.

A premise: it is undeniable that whoever is an assistant does it to learn things which are supposed to be useful when the latter will become a photographer. But this doesn’t mean that he’s only there to learn. It often happens that I receive emails with more or less this message: “good day, I am a photographer and I can’t seem to be one like I’d like to, I would like to become your assistant so that I can learn as much as possible”. No! It’s not like that, I’m sorry: it’s the assistant that must be useful to the photographer, not the other way around. Otherwise the money should go the other way compared to the usual…

-let’s cut to the chase, I will try to explain in a simple and schematic way what an assistant must do and know to be good:

-first rule, which comprises them all: three seconds before. Exactly, 3 seconds before, before everything. A good assistant must think/do/act three seconds before things happen/are needed/become complicated. This is the basic rule and it is the consequence of the fact that the assistant has to constantly think on his feet to think of what is going to happen to anticipate it.

-a rule that precedes the “three seconds before”, in a more wide and complete way: the assistant must always be prepared for any situation and think of anything that will happen. A good assistant mustn’t be a parcel that gets carried from one place to another, must not be dominated by the events, but must dominate the events.

-to dominate the events the good assistant has to be ready. Ready to confront the situations, places, events: if you are going to shoot up in the mountains you have to think at everything that could be useful. Everything means an infinite list of things, which might not be used for anything, which they might be not needed for anything, or maybe they will: warm shoes and impermeable, gloves, hats, scarfs, hot tea, swiss army knife, deer call, maps, gps to save oneself… and a thousand other things that could be useful. I was an assistant (a long time ago…) and I left on a plane heading for sicily to palermo with the photographer I used to work for. Too much wind at punta raisi so we landed in catania, where we rented a vehicle to drive to palermo: I brought a map of sicily with me, so thanks to that we arrived in palermo relaxed and tranquil…

-rule connected to prior: if there was an assistants school within the photographic school they would teach you a very fundamental thing which perhaps is bullshit but changes the light on the assistant in regards of the photographer in a radical way: a good assistant should have a fanny pack/backpack with things inside. Things?!? Everything! Everything that is in the fanny pack could be needed: tape, rope, lighter, tweezers, pegs, batteries, charger, pencils, pens, knife… everything and more. If the assistant pitches up on set up in the mountains with moon boots and this fanny pack won’t it be better than pitching up with moccasins and empty handed? And isn’t it a simple thing that goes in his favour? Definitely yes, what happens in most cases though is the coupling of moccasins/empty handed.. Didn’t you know? Now you know.

-a good assistant has to be informed. Once upon a time about film and developing, nowadays about computers. A good assistant at least knows MAC and PHOTOSHOP. When they tell me they know MAC I don’t do complicated tests, I tell them to create a new folder on the desktop. You won’t believe me but in most cases they start looking for FILE on the top left bar and they search and look… to create a new folder (and you know it!) is shift/apple/N. If one doesn’t know this they know nothing. A twenty something year old should know about computers more than I do! (from now on the MAC test will of course be different…)

-the assistant is and must be the last piece of shit of the group. Careful, I say this with the outmost respect. But I say this to be as clear as possible. It’s like that. And only by having this in your head things can work out. For example, at the table the assistant has to be the last one to sit down and the first to get up. (moccasins, empty handed and the first one to sit down?: go fuck yourself)

-English. You have to speak english

-small but important thing: NEVER have hands in your pockets NEVER

-not on time. Ten minutes earlier

-this is for the assistants but, obviously, for the photographers as well. It seems banal but it’s not: you have to like photography. Can you imagine! It is not that obvious. Especially in case of a photographer like… Me. If an assistant is my assistant especially because he likes to go to exotic places, because he likes pussy, because he thinks he’s going to have fun… we are not on the same page. I like photographing Max magazine’s beauties as well as I like photographing miss blumarine’s kids. honestly. Because above all I like to photograph and to do beautiful photographs. Same thing has to be for the assistant. (moccasins, empty handed, first to sit down, no english and mad for pussy?: so, you get it…)

-continuing from the previous argument a good assistant must have a knowledge in photography. And must know it better than me! Has to know the new chinese photography that, for example, I don’t know. Besides knowing, obviously, diane arbus and guy bourdin…

-delete from your personal vocabulary: “no”. “I do not know”, “I do not remember”… in short all the phrases that begin with the word “no”

-one word is too little, two are too many

-ok, I am afraid that I am going beyond the “photographic” aspect, but to be an assistant, therefore the photographer, often goes well beyond the “photographic” aspect: a good assistant must eat at the table in an educated manner. Yes, I think of it that way. A photographer s a strange, very strange job, where you sit and get confronted with cuban outlaws and next thing you sit and get confronted with heads of state. You have to be ready for everything. So in this context to eat well and in an educated manner at the table, believe me, is important. Between an assistant brilliant at photoshop but that eats like a beast at the table and one that doesn’t know photoshop but eats with good manners I prefer by far the second one: you can always learn photoshop, manners are way more difficult…

For now I can’t think of anything else. Know that to be a good assistant is the only concrete way to become a good photographer. In the end the good assistant is the one that does what he would do if he was the photographer. Therefore it is a unique training ground to learn what sooner or later, if it will ever happen, will be absolutely necessary.

PS: I have a feeling that this article will be printed out and pinned to the wall of many aspiring assistants. Be my guest. Give me as a present, wait much better, give an iTunes track as a present to whom you love for each copy that you will print…

PS #02: my dear friend toni thorimbert also gives a very interesting contribution on the subject: obviously on his blog [/en]

117 risposte

  1. Nicola

    Mi chiamo Nicola. Ho lavorato per venti anni in un’azienda che produce infissi. Sono arrivato lì che avevo quindicianni, un ragazzino, un apprendista appunto. Quando ho iniziato ero l’unico “assistente” e ho dovuto letteralmete farmi in quattro per gestire spesso da solo una (allora) piccola azienda. Sollevavo pesi da solo, cercavo le soluzioni più possibili e a fine giornata dovevo presentare il risultato del mio lavoro. Ad un titolare non frega niente di cosa hai dovuto fare per arrivare alla conclusione, o meglio, adesso so che non frega niente che tu glielo racconti, perché al mondo ci sono gli idioti e le persone intelligenti e se hai la fortuna di un titolare inteliggente lui lo avverte che hai lavorato sodo. Perdonatemi questa premessa ma era necessaria. Ho lasciato quell’azienda lo scorso dicembre per essere fotografo. Amo talmente tanto la fotografia che faccio fatica a chiamarlo il mio lavoro. Ho sempre desiderato essere assistente di un fotografo e mi nutro di blog, riviste, foto, mostre, siti, e attraverso il blog di Thorimbert sono giunto fra questi post qui oggi. Volevo condividere il mio pensiero.
    Essere apprendisti, assistenti, garzoni, è un punto di partenza. Ho letto molti post e in pochi ho avvertito il vero motivo per cui si scegli di essere assistenti. Chi aspira ad essere fotografo del calibro di… e si propone come assistente dovrebbe avere le idee chiare. Tutti vorremmo essere quelli che ce la fanno, ma quelli che ce la fanno, che lo vogliamo o no sono il risultato di una selezione naturale, e questa selezione la si supera anche e sopratutto con la resistenza, la crescita, la determinazione, l’umilta. Poi accade che qualcuno è anche fortunato, vabbé…Nella mia esperienza da officina ho costruito il mio carattere, e non solo. Ho alimentato i sogni, e grazie a quella formazione, anche se non centra un accidenti con la fotografia, adesso sono capace di non fermarmi davanti alle difficoltà, posso costruire i miei set, so dialogare con le persone, capisco quando è il momento di parlare e quando quello di ascoltare, e porto sempre con me un set di piccoli cacciaviti e del nastro adesivo perché non si sa mai. Non conoscevo Settimio fino a mezzora fa, adesso so di condividere delle cose con lui e altre meno. E magari quelle che non condivido posso sempre decidere di migliorarle un giorno che avrò un mio assistente.

    Grazie per il confronto.

    Nicola

  2. Roberta

    Mi scuso per il refuso, ma dopo essermene accorta ho scoperto che non era possibile modificare il commento o cancellarlo e riscriverlo corretto.
    Però è pur sempre un refuso, e non mi sembra un grande argomento di discussione.
    Come se io fossi venuta qui a dire cose tipo “ha scritto perchè, con l’accento sbagliato, potrebbe imparare a scrivere prima di pontificare su un blog”, cosa che non mi sogno di fare, perché non ritengo molto costruttiva 😉

  3. Vincenzo

    Scrivo questo commento, assolutamente non per andare contro Setimio ne tanto meno per fare polemica.
    La cosa fondamentale che in tutti i mestieri ma in generale nella vitta ci vuole è il RISPETTO!
    Perchè l’assistente citato da Marta ero io, e mi è dispiaciuto nn il fatto di esser stato ripreso , ma il modo in cui è stato fatto. Anyway …. ognuno è come è , il problema è che tante volte quando si arriva in alto certe piccolezze si fa fatica a vederle !!!

  4. FrancescoB

    Sinceramente non vedo nulla di così scandaloso nel post di Settimio, e ci sono degli spunti molto interessanti anche nei commenti. Su Flickr vedo che c’è gente che si infervora attaccandosi a questa o quella parola, ma secondo me sfugge il senso di questo “vademecum”. Da alcuni commenti “critici” vedo una situazione davvero triste, come se ci fosse gente che crede che sia tutto facile e bello, noto una mancanza di contatto con la realtà, non solo in ambito fotografico, come se per fare il fotografo servisse solo comparsi una bella reflex e cominciare a scattare.

    Ho studiato e mi sono confrontato con un po’ di fotografi, e forse l’unica cosa che mi hanno SEMPRE detto tutti è che per riuscire in questo lavoro, in primis, devi avere tantissima tenacia e fare dell’insicurezza (in senso economico) una tua cara amica (poi ovviamente servono tante altre cose, ma questa è una frase che mi è stata ripetuta più spesso, molto di più di padroneggiare la tecnica): se non ti sta bene perseverare per anni e vuoi lo stipendino fisso, con orari fissi, in un posto fisso, allora è meglio che ti cerchi un altro lavoro e ti diverti a scattare delle belle foto durante il weekend o le vacanze.

    Ho lavorato nel cinema per qualche anno, e in pubblicità: dopo 3 anni dall’ “inizio”, per motivi di trasferimento, ho dovuto ricominciare tutto da capo, e mi sono ritrovato a Roma, a fare da assistente alla regia e poi videoassist per una serie televisiva molto conosciuta: 10 mesi di lavoro con 5 giorni di vacanza a ferragosto, uscivo di casa alle 6 e non tornavo mai prima delle 19, pagato 63 euro a settimana, nessun tipo di assicurazione o altro, e mi facevo un culo colossale, ogni giorno. Ho imparato tanto, ho conosciuto gente fenomenale e anche tanti stronzi, e ho imparato TANTO. Mi sono beccato delle sonore cazziate (quasi tutte stra-meritate) ma, cosa fondamentale, MAI due volte per la stessa minchiata che avevo fatto: in altre parole, una volta fatto un errore ed essendo stato “punito” per lo stesso, non l’ho più ripetuto. Mi andava benissimo essere considerato l’ultima ruota del carro, perchè è esattamente quello che ero, ma ero in un ambiente dove tutti sanno perfettamente che l’ultima ruota del carro è importante quanto tutte le altre, soprattutto in una situazione dove il lavoro è “diviso” in tanti ruoli e fra tante persone, e per questo il mio contributo veniva rispettato, anche se all’apparenze sfottò e cazziate potevano indicare il contrario.

    Sinceramente la cazziata in pubblico fa sempre male, e rimane nell’aria per un po’, ma serve molto di più di una parola sussurrata in un angolo al riparo da tutti. Il rispetto c’è sempre, non è certo una bella strigliata a farlo sparire, altrimenti sarebbe molto più facile per il fotografo trovarsi un altro assistente. C’è da avere paura quando di cazziate non te ne fanno più, perchè vuol dire che a quel punto di te non gliene frega più niente.

  5. Francesco Rossi

    Mi accodo a questa lunga lista di commentatori scusandomi in anticipo per non aver letto nei dettagli tutte tutte le risposte. Se dico cose già più volte ribadite cestinatemi pure ;).

    Io comprendo incazzature da vari assistenti trattati male, o disquisizioni su certi toni usati da Settimio nel post del blog, ecc. Però credo che molti, trasversalmente, cioè sia tra i detrattori che tra i sostenitori, partano da premesse sbagliate, o quantomeno discutibili.

    Il problema non è se gli assistenti debbano o non debbano accettare certe situazioni, debbano o non debbano essere trattati male e fare orari da panico. Il problema non è se DOVREBBERO. Il problema è che SONO! Questa è la realtà, ragazzi! E cioè: gli assistenti FANNO orari da panico, gli assistenti VENGONO trattati a pesci in faccia da una gran parte dei loro capi. Bisogna prendere questo come dato di fatto, che ci piaccia o meno. Da qui si parte. E non solo nell’ambiente fotografico in senso stretto, ma in ogni singolo ambiente lavorativo. Io ho fatto da “garzone” in più ambiti, dalla ristorazione all’immobiliare, e me ne sono accorto bene. Nel frattempo ho studiato e anche lì stessa cosa; prof universitari copiano le tue tesi di laurea e ci fanno pubblicazioni sulle riviste specializzate senza che te ne venga una sega in tasca.

    I tuoi capi spesso fanno sfuriate davanti a tutti per farti sentire una merda: a me è capitato per anni. E’ giusto? No. E’ quel che accade? Sì. Settimio mi pare essere anche uno dei meno stronzi, tra i tanti dell’ambiente: io ho avuto capi nella pubblicità che facevano casini indescrivibili, e non lavoravamo certo all’epoca a livello di Settimio. Ma bisogna ricordare una cosa: l’assistente non è un bambino di 5 anni. Se non è in grado di affrontare una sfuriata, se si fa mettere sotto da un fotografo, non vale molto, e può cercarsi un altro mestiere, in banca, in proprio o dove vuole.
    Ok, ti lancia contro un tappo e urla isterico. E allora? Che cos’è, tuo fratello o tuo padre? No che non lo è, svegliati. In un caso è un poverino per cui non vale la pena prendersela. In un altro caso (quello di Settimio e di chi lavora al suo livello) è una persona che risponde di progetti da decine di migliaia di euro o più, con committenti che hanno visibilità internazionale, e sente probabilmente sulle sue spalle una pressione notevole; magari ha passato una settimana a rodersi la mente su come fare o non fare questa cosa (e vi assicuro che avendo provato sia la vita del garzone che quella del capo posso dire come vanno entrambe le cose) e dopo tutta sta roba mettere davanti agli occhi la camera e vedere nero perché c’è su il tappo lo può anche sbroccare.

    Marta dice: che colpa ne ho io se si rompe il phon? E’ vero, non è colpa tua, come la storia del tappo è di per sé una cagata (prendete tappo e phon ovviamente come puri exempla), ma mettiti nei panni di un capo che oltre a te ha dietro personaggi grossi e grossi finanziamenti, come dicevo pressioni psicologiche importanti e rompicoglioni vari alla porta che manca solo il numerino e metterli in fila: ci sta che ogni tanto faccia sfuriate.

    Personalmente sono sempre uscito fortificato da queste esperienze; una parte della forza me la dava il vedere molti altri mollare (per motivi giustissimi peraltro) quando io tenevo duro. Ma poi come dicevo sono passato dall’altra parte della barricata, e vedo alcune cose con altra ottica. L’assistente a sera si butta a letto e dorme come un bimbo. Il capo si butta a letto e spesso resta ad occhi spalancati con la luce spenta perché ha mille pendenze, mille scadenze, responsabilità verso molti (tra cui l’assistente di cui sopra), soldi “usciti”, cioè scoperti (nel caso gli investimenti siano suoi, non so bene quale sia il caso di Settimio, ma questo è un discorso che travalica il mero ambiente fotografico), ecc ecc.

    l’altra sera vedo da Fazio Valentino che presenta il documentario su di lui. In una clip lo vediamo che prende un suo assistente e gli fa un culo quadrato perché le videocamere non gli stanno inchiodate abbastanza per tutto il tempo. Arriva a dire: “Mi si devono inginocchiare tutti davanti” o qualcosa del genere. E’ un esaltato un pochino patetico da vedere? Certo che sì, le cose hanno un nome e bisogna chiamarle con quel nome. Ma poi è anche Valentino cavolo, ha un’azienda da milioni di euro, si è costruito un nome lottando come pochi e vuole che tutto sia fatto in un certo modo. Questo non è giusto, ma non è nemmeno sbagliato; perlomeno non dal punto di vista lavorativo. E’ il sistema. Se non lo si accetta nessuno obbliga nessuno, si può fare da assistente a uno che fa le cresime e i matrimoni, o aprire un negozio di pesca, chi ti obbliga a fare da assistente a Benedusi o Valentino? E dal poco che ho capito pare che Benedusi sia davvero uno dei meno peggio nell’ambito.

    Badate, io non voglio dire che qualcuno abbia ragione e qualcuno torto. Se vogliamo giudicare l’ambiente moda o spettacolo in senso etico/morale lo dobbiamo però fare a monte, altrimenti è ipocrita. Non si può andare nella tana del lupo e poi piangere perché ci morde. Credo che Settimio parta da questa premessa: il mondo della fotografia E’ così. Per fare l’assistente bene lo DEVI FARE COSI’. Ed è la pura verità. Poi che lui sia stronzo, buono, talentuoso, gentile, cazzone, disponibile o quel che vi pare è un’altra cosa, va tutto bene, siamo tutti santoni a giudicare quando siamo dall’altra parte. Ma se tu non fai così l’assistente non lo puoi fare. E’ questa la premessa unica, non si può sempre fare la solita sparata tipicamente italiana e mammona del “povero giovane bistrattato dal lupo cattivo quando lui invece si prodiga tanto”: semplicemente non è così che funziona. Ma, e qui chiudo, lo ripeto: se vai a lavorare in un certo ambiente lo sai benissimo cosa ti aspetta, e già da prima.

    Francesco.

    Ps. Non volevo mancare di rispetto a nessuno, sul serio. Ho il vizio di usare toni abbastanza schietti, ma credo, come diceva qualcuno a proposito di Settimio, che se queste parole me le sentiste pronunciate in bocca avrebbero un sapore molto meno duro, (ed anzi ironico e pacato), di come non paiano a me stesso rileggendole prima di pigiare “Invia”. Un saluto a tutti!!

  6. Francesco Rossi

    Ps 2 !!! Leggo che Settimio ama mettere sempre nome e cognome, ecc. Essendo una cosa che amo da sempre anche io, aggiungo solo che Francesco Rossi è in effetti il mio nome. Lo dico perché è meno scontato di quanto sembri: anni fa ero “garzone” schiavo in una testata giornalistica (leggi post sopra: siamo in tema) e l’editore una mattina piombò incazzato come un tricheco in redazione bestemmiando contro il giornalista che si firmava “Francesco Rossi”. Credeva fosse lo pseudonimo di qualcuno per poter scrivere senza peli sulla lingua!

  7. ciro fabbricino

    Quello che esprimiamo nella vita di tutti i giorni e, quindi, nel nostro modo di esercitare la professione è SEMPRE il risultato del nostro spessore…credo francamente che quanto scrivi non meriti di essere considerato identificativo della professione di fotografo….l’arroganza…la poca educazione….il pensare di poter dettare regole comportamentali umane…..credimi…non appartengono a chi ha scelto di amare la fotografia e di farne ragione di vita professionale.
    ( per favore…evita citazioni su Diane Arbus……)
    ciro fabbricino.

  8. corrado

    Sono d’accordo a metà con tutti,
    ma quella volta del tappo, Settimio non è stato veloce come al solito.
    Questo bellissimo argomento mi ha ispirato.
    Scriverò un film.
    Lo intitolerò “Il diavolo veste Prada”.
    ciao 😉

  9. damon

    Settimio, i don’t think you could have described the role of an assistant in a better way.
    I was an assistant for many years, 6 in total and had the pleasure of assisting many fantastic photographers from many countries(UK,USA,Italy,France,Spain,Australia,Japan,Swiss,German,South African,South American) and you are one of them. Infact if i had to pick 2 of the best photographers from all the countries in the world who i have worked with, you would be 1 of the 2. What i have learned from you is how to be professional. I learned my place as an assistant and i learned many photographic tips from you. To be an assistant, you are an apprentice. You are not there for traveling, you are not there to eat the best food, you are not there to meet beautiful girls, you are not there to be funny or to bring your attitude and you are not there for money. You are there to work and learn. Perhaps some people may have misunderstood your article but totally understand what its is you are trying to say. You are a kind and generous man and as your friend and part time assistant I have so much respect for you as a professional photographer because i know how hard it is to get to where you are today.
    I wish you all the best for the future.

    ciao

  10. Luigi Cade

    concordo con quanto da voi scrtitto, ma se qualcuno dovesse mancarmi di rispetto, anche un grosso capo, vi assicuro che se la vedrebbe brutta….non ho mai subito sfuriate o incazzature dei capi, fortunatamente ad oggi ho sempre lavorato in modo piuttosto eccellente, ma se qualcuno mi dovesse mancare di riepstto tipo insultarmi o simili rimpiangerebbe di aver solo pensato di aver aperto bocca….nel senso….l’educazione ed il rispetto sono condizio sine qua non per lavorare con me…concordo con il post in cui si dice che l’assistente deve mangiar bene ed essere educato, ma ovviamente anche tutti gli altri devono esserlo 🙂

  11. claudio

    io credo che se un assistente avesse tutte le qualità elencate da Settimio sarebbe un grande fotografo. ciao a tutti.

  12. Michele Casagrande

    Salve a tutti.

    Sono un assistente e ho avuto modo di conoscere e veder lavorare Settimio.

    Al di là delle (piccole) polemiche scatenate dal post di Settimio, credo in compenso che dica SACROSANTE VERITA’ a riguardo del ruolo dell’assistente.

    Lavoro come tale e confermo che la realtà lavorativa (tanto dell’assistente quanto all’interno del mondo della fotografia) sia davvero paragonabile ad una giungla. E non è per far la vittima o l’eroe, è così. Punto.
    Nessuno vi obbliga, anzi, c’è la fila di gente che vorrebbe assistere fotografi di un certo livello.
    E sapete perchè? Perchè si guadagna molto di più del mero compenso economico.

    Si impara il mestiere, intendo dire. E non parlo di saper mettere due luci ma di saper trattare con il cliente, fare un preventivo, relazionarsi ogni giorno con una modella/foto/situazione differente. E soprattutto capire come funziona il meccanismo perchè se avete tanta Passione, Dedizione e vi fate Un Mazzo Così (metto le mani a mò di vassoio per rimarcare il concetto…!) allora FORSE un giorno potrete definirvi fotografi per davvero!
    Ma succederà solo se prima sarete stati “l’ultima merda del gruppo” di fianco ad un bravo fotografo.

    Ah, ultimo dettaglio non da poco.
    L’assistente lavora come un mulo, anticipa e fa tutto quello che gli dicono. Poi però se le foto non piacciono o fanno schifo non è un suo problema, avrà comunque imparato un sacco di cose. Non potrei dire altrettanto del fotografo…

  13. Tommaso

    Per puro caso mi sono imbattuto su questo post. Non ho mai scritto prima, anche se a Marzo di questo stesso anno avrei potuto scrivere un poema sul “modus operandi” della Benedusi’s Facotry! Lo scriverò ora.
    Intanto vorrei sapere da che mondo è mondo quale “assistente” ambisce a restare assistente a vita. Credo che questo non esista. Tutti gli assistenti fanno gli assistenti per imparare il mestiere e generalmente questo aspetto non è solo legato alla fotografia ma a tutti i mestieri : il falegname, l’idraulico etc…
    …forse solo l’assistente al Presidente della Repubblica avrà difficoltà a diventare Presidente.
    A Marzo sono entrato in contatto con lo studio di Benedusi, nella speranza di entrare all’interno dello studio come assistente. Dopo varie email con il suo assistende Claudio, è venuto fuori che si era aperta la concreta possibilità che lo studio avesse necessità di un secondo assistente. Avete capito bene, “l’assistente dell’assistente”. Se l’assistente è l’ultima merda del gruppo, figuriamoci cosa sarei stato io. Cmq sia, mi viene fissato un appuntamento. Parto da Firenze dove vivo e lavoro da sempre per raggiungere, con molte aspettative, lo studio di Benedusi. Al mio arrivo mi accoglie con molta gentilezza Claudio. Dopo più di mezz’ora si fa avanti Settimio che, con mio stupore, non sapeva nè della mia esistenza, nè delle mail interorse e nè tantemeno dell’appuntamento, “conditio sine qua non” non sarei neppure partito da Firenze. In poche parole dopo aver realizzato il motivo della mia presenza mi rifila il poema scontato che vede l’assistente come: un ragazzo giovane che si trasferisce a milano senza avere una certezza, che magari fa il cameriere per mantenersi e che magari pur di entrare nel mondo della fotografia avrebbe inizialmente offerto i suoi servizi anche a costo zero. Non prese neppure in considerazione il mio curriculum, le mie capacità, non ha ascoltato le mie ambizioni. Si è solo posto il problema se io fossi nella situazione di bisogno estremo che mi avrebbe portato a fare l’assistente – ultima ruota del carro. E considerate che sono molto educato a tavola, ma credo che Settimio questo non lo saprà mai. Ciliegina sulla torta, una frase uscita da Benedusi è stata “se vuoi venire qui a fare l’assitente per un mese mi dovresti dare 5,000 euro”. 5,000 euro per sentirsi l’ultima merda del gruppo mi sembrano un po’ troppe per quanto masochista possa essere.
    Credo che chi possiede un’arte dovrebbe condividerla e non avere paura di insegnare un mestiere a chi un giorno potrebbe diventare un potenziale concorrente. Tra maestro e assistente è difficile ci sia competizione anche per questioni di età . Mi aspettavo di trovare una persona più alla mano…forse non sarà stato nemmeno in giornata, diamogli questo beneficio del dubbio; e soprattutto, visto il post che ha scritto, un’organizzazione migliore che non faccia perdere una giornata di lavoro ad una persona per un appuntamento di cui non è neppure a conoscenza.

    Detto questo dal mio incontro con Benedusi non posso certo dire che mi abbia fatto una grande impressione, resta comunque un fotografo di fama internazionale anche se non credo dia sempre il meglio di se (il servizio di Italia’s Next Top Model con le tigri mi ha veramente deluso). Si vede che è arrivato talmente in alto che può permttersi sia questo che quanto di cui sopra. buon per lui !

  14. cristina

    Non lo so…ma mi fido di lei: sarà sicuramente difficile trovare un assistente con tutte queste qualità…

    …ma le assicuro che è ancora più difficile trovare un SERIO professionista che ti dia la possibilità di imparare facendo l’assistente…
    ho lavorato (gratis) come assistente con due fotografi…mi sono proposta anche ad altri (tra cui anche un mio prof. universitario fotografo di moda) ma la domanda era sempre quella “a lei chi la manda?”
    ma la mia ultima esperienza durata un anno e mezzo è stata surreale: lavorare più di 12 ore, cazziatoni pubblici, portare tutta l’attrezzatura (e io peso 50 kg) una volta durante un servizio sono svenuta per il caldo ed è successo il delirio…oltre a questo dovevo fare anche la vaga sulle avance che mi faceva.
    Ma quando tornavo a casa ero contentissima di quello che facevo e di quello che avevo imparato.
    (MA LA PARTE SURREALE ARRIVA ORA…)
    Fino a quando sono stata preferita ad un’altra assistente, una che gli dava qualcosa che da me nn avrebbe avuto mai…

    Tutto questo mi ha solo fatto bene, non lo so è come se mi sento più forte. E adesso sono qui di nuovo alla ricerca di altri “sadici” (tono ironico eh…)

    Però, e c’è un però, da quello che ho potuto notare è come se ci sia una certa diffidenza dei fotografi quando gli si presenta una donna assistente…ma forse è solo una mia impressione!

  15. Filippo Cajo de Cristoforis

    La verità è che questi fotografi di moda si credone dei fighi ma sono solo delle merde…per la maggior parte froci leccaculo che si inchiappettano e raccomandano a vicenda e hanno talmente paura di perdere il posto che si sono guadagnati da non lasciare spazio a giovani molto più freschi e interessanti.
    Io sono per il merito…viva i maiali!!!

  16. total mission control at autoscatto

    […] che si tratti di make up artist o di assitenti ( a tal proposito leggetevi il pezzo di Benedusi sugli assistenti ). Alla fine arriva il momento di assemblare tutte queste cose e di creare un’immagine unica. […]

  17. paolo

    hahahaha….

    Settimio….. mi hai fatto morire!!! … parole sante…. parole strappate via dalla bocca di molti di noi…. !

    Great!

    adesso me la stampo e la attacco in studio…. vediamo se vedo ancora mani in tasca!!! ;O)

  18. paolo

    per filippo…

    se sei vero sei un mito pure tu… ;O)

    e se sei vero dimmi una cosa… Tu scrivi “…hanno paura di perdere il posto CHE SI SONO GUADAGNATI…”

    e se così fosse…. ti sembrerebbe una cosa sbagliata?
    appunto… ce lo siamo guadagnati questo posto… mica ce l’hanno regalato… perchè dopo averlo sudato dovremmo buttarlo al vento?
    credi che Settimio si sia svegliato una mattina e gli hanno comunicato “hey tu, si è liberato un posto, da domani farai il fotografo, buona fortuna” ;O)

    e allora datti da fare filippo… guadagnati il tuo posto di gloria…. comincia a correre… e togliti le mani dalle tasche!!! ;O)

  19. Giulio Riotta

    Caro Settimio,
    ho fatto l’assistente fotografo per quasi 2 anni quando vivevo a Milano. Proprio come dici tu, fare l’assistente fotografo è un ruolo di passaggio. Non a caso chi lavora in tal senso spesso ambisce alla professione del fotografo stesso.
    Mi fa piacere sapere che esiste qualcuno che stimi la figura dell’assistente per quello che realmente è, ovvero il braccio destro del fotografo. Purtroppo viviamo in una società in cui le competenze non vengono ripagate, a meno di non essere ad altissimi livelli. Benché fossi una persona responsabile, decisa, giovane e veloce, competente in campo informatico e fotografico non ho mai ricevuto più di 50 euro per una giornata intera di lavoro. A quanto mi risulta neanche i miei colleghi se la passavano molto bene, anzi. Probabilmente potevo già considerarmi fortunato a essere retribuito.

    Sono curioso di sapere quanto saresti disposto a pagare per l’assistente fotografo che hai descritto sopra. Dico, sai bene che la qualità si paga…

  20. Fabrizio

    Settimio, mi dici per cortesia quanto paghi un assistente?
    Grazie
    Fabrizio

  21. Roberto

    Scusa Settimio, leggo solo ora questo post.

    Un assistente deve essere un MacGyver della situazione, più veloce e più preparato del fotografo che assiste.
    Tecnicamente forse più preparato ?

    Allora la mia domanda è questa e premetto, che io sono uno di quelli che amando il tuo lavoro e il tuo modo di scattare, avrei voluto farti da assistente, ….

    uno cosi perchè dovrebbe fare da assitente a te o chiunque altro, invece di trasferirsi a NY, lavorare la sera come cameriere e durante il giorno, andare a rompere le palle a tutti proponendosi e proponendo il suo lavoro ?

    Se dovessi rispondere, non buttiamo la questione in polemica, perchè la mia email non è da intendersi in questo modo, ma semplicemente una discussione costruttiva.

    Grazie aspetto tue,
    Roberto

  22. Topina

    Ehy settimio, mi chiamo Antonia e vivo a Capo Nord.
    Sono carina, simpatica e giocosa. Il nostro rapporto potrebbe diventare molto intenso, me lo sento nel cuore che ci sono delle affinità tra di noi. È scritto nel destino.

    HAI POSTO PER MEEEE?
    Io faccio le valigie e parto per Milano domani, se mi dici di sì.

    (Scusami, ma mi sono svegliata con la NECESSITA’ di farlo). 😛
    baci sfruttatore senza scrupoli! xxx
    Ale

  23. Roberto

    Scusate invece di dare risposte facili e scontate a Filippo, perchè con tutta la vostra educazione e disponibilità non date risposte a chi come me e Tommaso ne vorrebbe, se il suo racconto è veritiero ed io credo di si, la cosa è a dir poco sgradevole.

  24. riccardo

    Mi permetto di dire una sola cosa, ogni lavoro, ogni ora, ogni borsa portata, per qualsiasi tipo di “assistenza” a qualsiasi tipo di datore, è pur sempre “lavoro” chiaro è che ogni professionalità (da quella meno competente a quella più volonterosa) ha un prezzo, detto ciò io se voglio un assistente devo essere disponibile a retribuirlo poco o tanto che sia. E’ una questione di rispetto dato che lui sta prestando il proprio tempo al mio lavoro. Quando questo non mi permetti di pagarlo mi arrangio da solo, con taglierina, nastro e coltellino svizzero in tasca.

  25. Roberto

    Scusate, ma a me piace molto Settimio… perchè è un provocatore della madonna, gli piace molto sia la lettura ma anche la scrittura e si vede. Gli piace creare, diciamo che è un creativo.. e guai se cosi non fosse.

    Possessore del dono di comunicatore, coinvolge le follle come mosè fece con il suo popolo. Chi ha voglia e tempo ottimo è Il libro del Deuteronomio.

    Addirittura c’è chi lo esalta dicendogli :

    “hahahaha….Settimio….. mi hai fatto morire!!! … parole sante…. parole strappate via dalla bocca di molti di noi…. !
    Great!
    adesso me la stampo e la attacco in studio…. vediamo se vedo ancora mani in tasca!!! ;O)”

    Ma di che stiamo parlando ? Aria fritta forse ? Si passa dalle lezioni di galateo all’educazione comportamentale e poi si danno questi messaggi ?

    Ahooo … la schiavitù è finita da anni, come anche i salotti buoni e le piccole lobby dalla parvenza intellettuale….. Il vero problema è che l’editoria oggi è in crisi come anche le riviste specializzate del settore moda, e la concorrenza e l’estro deve essere soffocato in tutti i modi possibili, se il mercato offre 100 come lavoro e abbiamo 200 bravi fotografi il rapporto è presto fatto… ma se i bravi fotografi diventano 400 ? e magari con prezzi più allettanti, che cosa succede a questo equilibrio ?

    Vero è uno dei tuoi consigli caro Settimio,… andare a NY, ma non per imparare a fotografare, ma direi per diventare manager di noi stessi, per imparare a venderci e vendere le nostre opere e servizi. E’ la stessa equazione Made in Italy = Successo, Capacità, Qualità etc etc. non serpre vera, ho visto del made in italy che faceva “cagare” ma solo perchè veniva dall’Italia attraversando quella mervigliosa terra che è la Cina, ragiungendo il mercato Usa a prezzi fuori mercato.

    Altro consiglio che ti prego voler accettare, è che se un giovane fotografo, quale io sono…. ti dovesse mai scrivere ancora e chiederti la possibilità di venire da te in studio anche solo per ramazzare e per ammirare il tuo lavoro, frasi del tipo :” mi dispiace, siamo già in troppi… e abbiamo anche un cane” non fà onore al tuo modo di essere e la cosa contrasta con le lezioni di galateo e buona maniera che tu ci dai ogni giorno.

    Detto ciò, concludo dicendo, che non sarà certo questo a farmi smettere di osservare, studiare e imparare anche dai tuoi lavori… ci mancherebbe altro, diversamente da molte persone ritengo che il bene come il male possa arrivare da chiunque e stà a noi recepire il buono e buttare il marcio.

    Grazie
    Buon lavoro a tutti, specialmente agli “assistenti”

  26. Filippo

    Buon giorno a tutti.
    Mi chiamo Filippo e sono un fotoamatore. Pertanto per vivere faccio fortunatamente altro. Al di là della professione che uno fa, credo che ci sia in italia un problema generalizzato che emerge tristemente dallo scritto del Sig. Settimio. Ovvero la perdita totale di rispetto che chiunque “datore di lavoro” va ad avere per qualsivoglia suo dipendente.
    Volete un consiglio? Lasciate perdere i fotografi italiani. Magari sono bravi, ma credo non siano adatti ad interagire con qualcosa che sia diverso dal proprio smisurato ego. Non è necessario fare delle lezioni di galateo o di inglese. Basta fare delle selezioni. Se una persona è adatta si assume con un contratto, trattandola come persona, e non come servo. Sul contratto si scrivono le proprie mansioni, e si discute su quali sono gli aspetti del lavoro che vanno curati. Il portare il coltellino svizzero in montagna o la borraccia se fa parte delle mansioni dell’assistente le fa, altrimenti non le fa. Nulla di più e nulla di meno. Questa vaga atmosfera che viente creata del “devi morì” sa tanto di persone che hanno fatto fortuna loro malgrado, e che cercano di ostacolare con metodi da caporale frustrato, coloro che aspirano ad una professione e hanno ancora l’illusione che la loro passione si trasformi in un lavoro. In realtà la trasformazione di un hobby in lavoro crea quasi sempre delle enormi delusioni: quindi se amate la fotografia cercate di non fare il fotografo professionista. Nella maggior parte dei casi si finisce nel fotografare cozze inimmaginabili ai matrimoni senza avere un minimo di creatività.
    Se in linea di principio sono d’accordo con lo scritto forse provocatorio di Settimio, sono invece in forte disaccordo con le modalità su come questo è stato presentato. Nelle cose ci vuole anche un po’ di forma ed educazione.
    Qui siamo tutti grandi e vaccinati, e la funzione di educatore esula le competenze di un fotografo professionista. Anche se reputato bravo e famoso.

    Buon lavoro a tutti….e buona luce a chi come me ha la fortuna di svagarsi con la fotografia.

  27. Claudio

    L’idea di fondo magari è giusta, i toni però, man mano che si scorre l’articolo, sono del tutto fuoriluogo. Per carità, oggi qualunque ragazzino con una reflex in mano si fa la sua gallery su internet, un po’ di hdr, un po’ di bianco e nero e un po’ di mosso crede di essere un artista. O magari da’ titoli “profondi” a foto che sono capolavori solo nella sua testa. Poi si chiede come mai la sua arte non venga riconosciuta.
    E sicuramente sono molti, fra coloro che arrivano a prendere in considerazione l’idea di fare l’assistente – mentre altri pensano di sfondare grazie ad internet (e quel che è peggio è che qualche miracolato esiste), sono molti, dicevo, quelli che si approcciano al lavoro di assistente nel modo descritto dall’autore.
    Però… andando avanti nell’articolo si arriva al surreale: l’assistente, che magari non è mai uscito dalla propria città, deve essere un’esperto di trekking himalayano, di immersioni oceaniche e magari paracadutismo acrobatico; deve conoscere il computer e saper usare photoshop meglio del fotografo (sulla prima parte, pure pure… sulla seconda proprio no; infine, e qui siamo all’apice, deve conoscere la fotografia meglio del fotografo. Beh un ragazzo simile che si fa trattare come l’ultima merda del gruppo dal Benedusi di turno – niente di personale, non è certo l’unico – o si fa pagare a dovere, viste le sue vase competenze, o deve avere una buona dose di masochismo (e di idiozia).
    Quanto al modo in cui riprendere un dipendente, farlo in privato e non in pubblico è una questione di educazione esattamente come quelle poste dall’autore. Chi ha bisogno di cazziare davanti a tutti, non sa essere un vero capo
    La sensazione che si trae da questo post – condivisibile, ripeto, in alcune parti – è che alcune persone abbiano un’idea del rapporto con i dipendenti un tantino sorpassata e priva di rispetto per il prossimo in genere.

  28. Roberto

    Ma come funziona ? I detti popolari hanno ragione ?

    ….. vedrai che il tempo cancella tutto ? Se funziona cosi, allora ditelo e ne prendiamo atto.

    Tanto ormai in Italia siamo abituati anche a questo, si lancia la bomba e si nasconde la mano e poi fischiettando ci si allontana aspettando che la notizia svanisca con il tempo, tanto la memoria dell’Italiano medio è a brevissimo termine. Non che questa sia una questione di vita o di morte, ma mi piacerebbe che l’autore del dictum ci possa dire la sua in merito.
    Mi piacerebbe che in Italia si incominciassero a vedere persone che ammettano i loro limiti e alzassero la mano dicendo scusate … ma ho detto una cazzata.

    Come possiamo pretendere che la nostra classe politica lo faccia se poi questo ormai è diventato uno status culturale ?

    Grazie ancora

  29. Roberto

    “He always took the time to teach and mentor other photographers, especially young photographers. He always wanted to share his career.”

    dice questo un collega fotografo di Charles Moore, fotografo vincitore del Pulitzer. E’ morto martedì scorso aveva 79 anni.

  30. jankow

    Sono finito qui per caso e sono spezzato dalla sonno (dopo due giorni di studio e post-prod), ma prometto giuro anzinò domattina di rileggere tutti i commenti con lucidità e di rispondere coerentemente. Per esempio, non capisco nel secondo commento a quale Marta ci si riferisca.
    Torniamo però al post: quello sì, l’ho letto con attenzione, e se magari su alcuni punti sono d’accordo (sulla “velocità” della testa dell’assistente, per esempio: o ci sei o vai a casa è una cosa che condivido), su molti altri dissento fortemente.
    In sunto, potrei dire: va tutto bene, se però quel giovanotto non farà il fotografo di professione ma sarà un professionista assistente. Perchè se io vado da qualcuno a far l’assistente, vado ad imparare, altrimenti dovrei aspettarmi che il garzone sappia far il pane meglio del fornaio, il che naturalmente metterebbe a casa tutti i fornai, visti gli eccellenti garzoni.
    Cazzate la faccenda del denaro. La verità è che l’80% dei fotografi professionisti specie in alcuni ambiti “d’immagine” sono degli strapagati fighetti dell’obiettivo: bravi, sì, alla “valentino”, ma in sostanza isterici e privi di rispetto per gli altri..
    Sarà che i miei maestri erano due saggi vecchi della fotografia italiana ai quali cominciava a mancar un po’ il fiato data l’età, ma non hanno mai alzato la voce e mi hanno al tempo stesso insegnato molto. Sapevano che ero – che sono ancora, per alcuni aspetti – inesperto e hanno calcolato il massimo rendimento che potevo dare, riprendendomi quando non ero all’altezza e incentivandomi quando potevo correggermi da solo. Ma alzato la voce, mai cazziato in pubblico. Queste cose sono umilianti, e mi fanno incazzare solo a pensarci. Un assistente non è colui il quale trae d’impaccio il fotografo ormai affermato che può permettersi di non calcolare una serie di situazioni o possibilità. Paragone della montagna: se il fotografo viene in ciabatte perchè tanto c’è l’assistente, beh, l’assistente ha il diritto di fanculizzarlo. S’è visto mai un titolare d’azienda arrivare in ritardo perchè un suo operaio non lo ha svegliato telefonicamente per tempo? No. Ho fatto anche altri lavori, non solo il fotografo, e in quelli pure ho avuto la fortuna di vedere e trovare persone umane che mi hanno fatto crescere senza screzi, senza ansie, stando sempre tra le righe. L’umiltà dell’assistente o del garzone è fondamentale, tanto quanto lo è quella del professionista/maestro. Se il maestro è supponente, non vedo perchè io da assistente dovrei essere umile per compensare la sua inettitudine umana. Questo introduce un elemento non irrilevante: l’arte e la bravura di un “artista”, un “professionista del mestiere”, non sono scollegate (o non dovrebbero esserlo) dalla sua biografia. Sarà per questo che un Valentino per me non conta nulla, se maltratta i suoi dipendenti/collaboratori. Potrei essere accusato che non conosco il sistema. Balle, ci sono fior di creativi e professionisti che rispettano i loro subalterni: chiedono molto e danno molto, con rispetto. Dunque, si può fare. Se qualcuno mi paga 63euro alla settimana per lavorare come un cane beh, se li può tenere quei soldi. Perchè se il tuo prof ti copia la tesi, non devi star la a non dire nulla e poi quando sarai prof tu farai lo stesso (passa la similitudine con gli assistenti?). Non devi accettare solo perchè “è il sistema” e poi “ma mi serve quell’esperienza”. E’ così che le cose si sono incancrenite, nel nostro paese prima di tutto, visto che all’estero (io ora lavoro e vivo a Londra) questo non accade sempre, per fortuna. In Italia è sistema. Certo, con questo non voglio dire che un assistente debba fare il fancazzista e fregiarsi di posizioni che non ha ancora raggiunto solo perchè il suo capo è uno affermato. Il garzone ha molti obblighi, deve impegnarsi, così come deve farlo il suo maestro, perchè spesso è assieme che si cresce. Al maestro nuovi stimoli, al garzone tanta esperienza. Insomma. Leggo il post del 24 febbraio di Claudio e condivido. Specie il saper fare il capo. Di prime donne in Italia ne avete abbastanza, è inutile crescerne delle altre. Vorrei tanto che in questo mestiere, come in tanti altri, si tornasse un po’ ad alcuni maestri ormai estinti, che se la tiravano molto meno e insegnavano molto di più. Certo, avevano anche assistenti rispettosi, ma la cosa deve essere reciproca. Con le competenze che ho potrei smettere di fare il fotografo e fare l’assistente alle condizioni di Settimio. Ma il mio prezzo non sarebbe irrisorio.

    un’ultima chiosa, sul posto che certi professionisti o presunti tali hanno paura di perdere, per citare un filippo di qualche commento prima.. è vero, anche la fotografia ha i suoi gerontocrati.. che dovrebbero avere il coraggio di evolvere, e finiscono per tener sotto gli assistenti perchè sì, hanno davvero paura che qualcuno più bravo di loro emerga e li faccia scomparire. Invece, il bravo professionista, il buon fotografo, i migliori se li cresce in casa, con dedizione, perchè sa che la loro freschezza potrebbe essere un buon modo di evolvere e mantenere quel posto così faticosamente guadagnato.

    Jankow

  31. NG

    “tra un’assistente fantastico con photoshop ma che mangia come un’animale e un’altro che photoshop non sa cosa sia ma mangia educatamente”

    Evidentemente l’uso corretto degli apostrofi non fa parte del bagaglio culturale del fotografo, e quindi immagino che non sia richiesto neanche ad un assistente (senza apostrofo: maschile singolare….).

  32. settimio

    gentile NG, hai perfettamente ragione e ti ringrazio. vedrò in futuro di non commettere più strafalcioni così elementari, che fanno più rabbia a me che a te. anche perché, avendo fatto il liceo classico ed essendo gran divoratore di libri (come suppongo anche tu), mi ritengo, scusa la presunzione, un fine intellettuale.

    cerca poi di capire che scrivere centinaia di righe su questo blog può avere anche qualche incidente di percorso, soprattutto quando queste righe non sono scritte solo per un mio personale ego ma soprattutto quando nascono con l’intento di insegnare qualcosa a qualcuno, come nel caso di questo vituperato post sull’assistente, che piacerà o non piacerà ma insegna ciò che non viene mai insegnato da nessuno: come diventare un bravo assistente.
    non mi sembra un caso che tutti i professionisti che hanno commentato questo post lo abbiano lodato: semplicemente, piaccia o non piaccia, rappresenta la realtà.

    però, gentile NG, permettimi di evidenziare due piccoli problemini e scusami se ti “uso” per parlare attraverso te anche ad altre persone:

    -i commenti su questo blog sono liberi e non calmierati. io non ho mai cancellato un solo commento. però trovo bizzarro che le critiche arrivino sempre da utenti anonimi. io sono qui, con la mia faccia e il mio nome. mi fanno più felici le critiche delle adulazioni (per davvero!). ma mi fa strano quando le critiche arrivano in maniera anonima. anche perchè, gentile NG, è abbastanza facile sapere che di nome fai Nicola. il cognome lo evito per rispetto tuo.
    -puntare il ditino e correggere gli altri è sempre molto pericoloso. bisogna essere MOLTO meglio degli altri, e se sei MOLTO meglio degli altri probabilmente sei umile e quindi non hai da correggere nulla a nessuno. insomma, per dare lezioni a qualcuno devi essere perfetto e sapere, ad esempio, che alla fine di una frase quattro puntini non si mettono. mai. ne bastano tre…

  33. Settimio Benedusi è uno onesto | basilestudio's Blog

    […] Quando Benedusi parla a molti pare uno stronzo, siccome io dalla scuola degli stronzi ci provengo, non mi fa mai paura uno che quando parla sembra, appunto, uno stronzo. Perchè magari non è stronzo lui, siamo noi che siam fragilotti visto che ci proclamiamo fotografi tutti quanti senza ancora aver capito una mazza di cosa serva per fare una bella fotografia. Se fossimo certi di essere nel giusto non ci sentiremmo toccati quando parla così. […]

  34. Claudio Caravano

    Autore del commento del 24 febbraio.
    Così ho messo nome e cognome e, sapendo come vanno le cose, accetto il rischio di finire su qualche lista di proscrizione.

  35. marcello m.

    Ho appena finito di leggere questo articolo, vengo dal blog di Toni Thorimbert, e ammetto che è stata una lettura interessante.
    Mi chiamo Marcello, sono un assistente di studio, e lavoro a Milano, uno come tanti che cerca piano piano di riuscire a fare il fotografo ( e la strada è ancora lunga).
    Vorrei lasciare un qualcosa di scritto che non sia una banale critica o un elogio al fotografo, voglio dire, quando ho iniziato a muovere i primi passi nell’ambito della fotografia professionale, o meglio, nel mondo della fotografia, quella vera per capirci, non ho trovato praticamente niente che mi aiutasse a intraprendere questa specie di “sfida”, se non una sorta di vademecum generalizzato su un sito di fotografia che spiegava molto vagamente cosa fosse e cosa implicasse fare il fotografo.
    Il primo passo, quello più semplice ( e questo dice tutto), tra quelli citati per diventare un fotografo vero, ( dipende molto dalla persona) era appunto fare l’assistente, e questo post disperso tra una lunga lista di altri post dentro un sito di settore che se non conosci fai fatica a trovare, è una delle cose che fino ad ora ho scovato, che piu corrisponde alla realtà e che piu potrebbe chiarire le idee.
    Cio però non implica la mia approvazione, per intenderci farsi mettere i piedi in testa dalla mattina alla sera, fare lo sherpa di qua e di la in giro per il mondo, e sgobbare per quattro soldi non credo sia l’aspirazione di nessuno, però ho intrapreso questo cammino, questa sorta di “viaggio” sapendo che questo era quello a cui andavo in contro, non condividendolo, ma sapendo che se volevo arrivare dove volevo arrivare sarei dovuto passare anche attraverso questo.
    Ora a distanza di tempo, non sono arrivato e non lo sarò mai penso, perchè ogni giorno è una cosa nuova, ma ci sono passato in mezzo, sono in mezzo tutt’ora, e ho conosciuto in poco tempo persone che non immaginavo neanche, e tra questi c’è una persona che lei conosce bene, ( rif. Settimio Benedusi), un tale che vive in quel di Rimini che di nome fa Chico e di cognome De Luigi, che un giorno ha detto una frase semplice ridendo e scherzando con me e un mio collega di studio, che sempre per scherzare mi riprendeva tipo padre incazzato: ” massimo, oggi fare cosi non paga piu, non ottieni piu un cazzo se gridi dietro alla gente, ci perdi solo il fegato.”
    O comunque qualcosa di molto simile. ( da quando l’ho sentita mi viene in mente ogni volta che lavoro)
    Ora non me ne vogliano tutti quelli che per un motivo o per l’altro hanno aderito a quanto detto sopra da Benedusi, ma personalmente ritengo un comportamento del genere avvilente, un qualcosa di cui vergognarsi piu che andarne fieri, perchè i toni sono proprio questi, voglio dire in altri campi sta roba si chiama nonnismo, sembra quasi che la cosa risuoni come ” a me questi comportamenti non mi appartengono, però tutti gli altri fanno cosi, quindi lo faccio anche io perchè tanto è roba assoldata e data per buona.”
    No! ma proprio NO! cavolo è umiliante far fare una figura di merda a un assistente davanti a un cliente… risultato?
    pari a nessuno se non che il cliente si ricorderà di un assistente che ha fatto una figuraccia, e che il fotografo non è stato in grado di gestirlo, l’assistente se ne torna a casa incazzato e il fotografo… il fotografo non lo so.. forse qualche punto in piu nel suo ego… perchè è riuscito a mettere sotto ancora una volta le cosiddetta “ultima ruota del carro”.
    Ma torniamo a noi, perchè dicevo non approvo questa sorta di sistema, pero bene o male ci sono passato e ci sto passando in mezzo.
    Io ho iniziato il mio primo lavoro, con un certo fotografo “old school”, abbastanza famoso che però non ho voglia di nominare, e la pensava proprio cosi, ovvero pari pari quello che c’è scritto in questo post che stiamo citando, zero scrupoli, dritto per la sua strada se ci sei bene se non ci sei ciao, gente che esce piangendo dagli studi, modelle incazzate nere, e lacrimanti, però vederlo lavorare è stata una delle esperienze piu inebrianti e belle della mia vita, sono rimasto affascinato dalla cultura ( in ambito fotografico e non ) dal modo di gestire le situazioni, dalla tecnica e dall’esperienza di questa persona… insomma è uno che o ami o odi…
    Io sono passato dall’ammirazione all’odio nel giro di sei mesi, tanto è durata la mia esperienza lavorativa con lui.
    Anzi poco, mi ero già progettato un cinque anni alle sue dipendenze, ( e badate bene che io tecnicamente sarei un grafico, e prima di spostarmi da lui a iniziare a lavorare avevo il posto fisso da 1200 euri al mese, e una serie di cosine simpatiche e molto noiose) e poi è svanito tutto in una sorta di bolla di sapone, perchè, passione o meno , lavorare cosi non vuol dire viversi una passione.
    Se devo fare un lavoro di sola forza fisica e mentale allora faccio il muratore, il garzone o la figura esiste pure in quel campo come in altri ,e tanto vale, mi porto a casa pure piu quattrini.
    Se faccio l’assistente fotografo però è per un motivo ben preciso, e quindi quello che mi porta avanti è semplicemente la forza di volontà.
    Se però, oltre a tutto quello che, anche altri prima di me hanno elencato, pochi soldi fatica a non finire, orari massacranti e via discorrendo vado ad aggiungere che il rapporto con una persona che stimi viene messo in crisi da mancanza di rispetto o pretese che esulano da quello che rappresenti: bè non è quello che intendo io.
    Chiariamo questo ultimo pezzo: alla mia domanda “cosa dovrei fare a livello pratico”? lui mi ha risposto ” tutto” e fin li…
    Dopo di che, dopo aver fatto tutto, aver ribaltato lo studio, dopo aver tentato e fallito e ritentato di nuovo, aver fatto degli errori, imparato cose nuove, e averle assimilate si pretende quella cosa nota ai piu come ” culo” ( sia chiaro in maniera figurata, non è che mi ha chiesto il culo – l’ho riletta e sembrava un po troppo esplicita 🙂 ) be io li mi tiro indietro.
    Perchè, non so, è come la famosa linea che non andrebbe varcata, quella che separa un buongiorno da un vaffanculo.
    Superata questa linea, ovviamente non ho mandato affanculo il fotografo e me ne guardo bene, però ho preferito proseguire per un altra strada, dove mi sono dovuto fare il doppio del culo, e nel giro di 4… si 4 giorni, ho trovato un altro studio che cercava assistenti, dove ho conosciuto una marea di fotografi, e con alcuni ho lavorato e sto lavorando anche in altre sedi, ho trovato altri sbocchi, e piu o meno sto andando avanti per la mia strada, riuscendo a dare quello che un qualsiasi fotografo pretende, ovvero un servizio ( di qualità – perchè se no non torna) e riuscendo a non farmi mettere i piedi in testa.
    Questo però dopo e solo dopo aver capito cosa di questo mondo, che per me è piu bello ogni volta che ci lavoro, non voglio e cosa invece si, quindi non voglio gente, che siccome guadagna 2-3-4 mila euro a servizio, può pensare di avere altra gente prostrata ai suoi piedi, perchè io non sono cosi, io ti do quello che ti serve, e non ti faccio casini in studio, seguo il tuo lavoro e sono gia li quando mi chiedi una cosa, corro finche il tuo lavoro è finito, e questo è normale; dopo di chè finisce li, come è giusto che sia.
    Il fotografo è uno dei lavori piu belli al mondo, e come in ogni lavoro ci son persone che lo rovinano, pensare di essere di piu di ciò che si è, questo è un errore, sicuro come l’oro ne sapete piu voi di me, e su questo non ci piove, ciò non vi mette però nella situazione di essere considerati come un qualcosa di “divino”, pretendere è doveroso, esistono però vari modi di pretendere, ( anche questa è una citazione di un fotografo che ho conosciuto e con cui ho lavorato, Fulvio Terenzi), e anche perchè con i tempi che corrono c’è gente che copia alla perfezione certi lavori e per molto meno.
    Il succo in sostanza è che dopo che prendi una ricompensa per un lavoro ben svolto devi dare atto che anche parte del tuo operato è dovuto a tutte le persone che ci girano attorno, indubbiamente avrai la mano, l’occhio, l’idea, ma una parte seppur piccola sta anche nel tuo assistente, quindi, e la penso cosi da quando ho iniziato a lavorare, se non vogliamo parlare di soldi che sinceramente è l’ultimo dei miei pensieri, bè allora parliamo di imparare a trattare le persone perchè come serve saper parlare con i clienti, saper interloquire con le modelle e i vari arti director, bè l’assistente non è da meno, ci sono dei fotografi con cui non vedo l’ora di lavorare solo e semplicemente perchè alla fine del lavoro mi hanno fatto una battuta o perchè durante il lavoro c’era una aria tesa ma serena.
    Questa è una dote che dev’essere fondamentale per essere considerato un buon fotografo, sempre parlando a livello personale.
    Il fatto di saper stemperare una determinata situazione durante la fase lavorativa secondo me aiuta in tutte le circostanze, un assistente teso che ha paura di sbagliare è pericoloso tanto quanto uno poco sveglio e inesperto.
    E il motivo principale per cui ho cambiato strada è stato proprio questo, io auguro a qualsiasi persona voglia intraprendere la carriera del fotografo, di conoscere entrambi i lati della medaglia, perchè è una cosa che ti serve da lezione, sicuramente, tanto quanto la capacità di prendere in mano la situazione e sapere quando dire no.
    Probabilmente la lezione piu importante da imparare.

    Ovviamente non è una cosa da prendere sul personale, non era diretta al blog o allo scrittore, però era una considerazione che mi sembrava doverosa e che spero possa servire a chiunque legga, anche a Benedusi, non ho mai avuto il piacere di incontrarla, e spero che un giorno le nostre strade si possano incrociare, come lo spero con Toni, queste però restano e sono delle considerazioni generalizzate a tutto il mondo della fotografia tanto quanto il suo post, penso, fosse generalizzato a tutto il mondo degli assistenti.

    Saluti
    Marcello

  36. Andrea Basile

    @marcello : Questo è su tutti il post che preferisco, perchè ha generato un pandemonio. E a me il pandemonio piace.
    Ho letto con interesse il tuo intervento e un po mi ci sono ritrovato, ma vorrei aggiungere anche la mia… Sono anche io un grafico che prova a fare il fotografo anche se a dire il vero fare il grafico mi piace proprio, amo l’odore della carta, degli inchiostri, le mie mazzette pantone e tutte quelle cose che spesso oggigiorno si tendono a dimenticare. Fu amore quando entrai per la prima volta in una tipografia e così è ancora dopo 10 anni (pochi ancora, lo so, per avere una opinione matura del tutto). Questa premessa per dire che graficamente ho avuto un capo anche io, molto ma molto duro. e ci metto dentro le scenate in pubblico (anche se a volte, la colpa non era mia), gli orari impossibili, le vacanze annullate il giorno prima per un suo capriccio, le chiamate mentre ero a new york per cose inutili che mi facevano spendere l’ira di dio di telefono, eccetera eccetera eccetera. Il peggio? E’ un mio stretto parente, quindi peggio, antinepotista e completamente meritocratico, ad oggi, non mi ha mai fatto un complimento. Alla fine dei 3 anni con lui ho incassato x ed ho speso per lavorare x+10. I conti non tornavano ed abbiamo litigato. Poi ho capito alcune cose, pensavo fosse un grosso stronzo, invece è diverso. Lui è rimasto il burbero che era ma io mi sono reso conto della differenza sostanziale che c’è fra chi il lavoro lo porta a casa e chi aiuta a fare un lavoro. Quando porti a casa un lavoro scattano in te una marea di sensazioni e di motivazioni sentimentali, pratiche, economiche. Per quelli che fanno questo tipo di lavori, una nuova committenza significa molte cose ed inevitabilmente mettiamo in questo nuovo progetto energie e risorse inimmaginabili. Nessun assistente è in grado di mettere un livello di attenzione, cura e dedizione sul progetto che sia paragonabile a chi il lavoro lo porta a casa. Mi è sembrato di essere appassionato al massimo e dedito alla causa come un invasato ai tempi, ma in realtà, portato a casa il mio primo lavoro con responsabilità creativa in primis, mi sono accorto di cosa significasse a livello anche emotivo ed è dieci volte tanto rispetto al “dare una mano”. E’ umano tutto ciò, non c’è niente da fare. Ed è umano anche il fotografo. Mi sembra normale, normalissimo che un fotografo si incazzi se l’assistente non vive la stessa emozione che vive lui, ma mi sembra normale anche che l’assistente creda di aver fatto tutto quel che deve. E’ un problema che esiste da sempre, son tutti convinti di aver dato il sangue e son tutti convinti di aver dato condizioni di lavoro impeccabili. La realtà è nel mezzo, suvvia, siamo umani. Ci si scatena per una scenata di un capo? Va bene, ma cosa credete, che in fabbrica sia diverso? che in un negozio d’abbigliamento una commessa non prenda strigliate, che un giovano commercialista non subisca cazziatoni pubblici se fa una cazzata che costa migliaia di euro allo studio? Sembra quasi che il mondo degli assistenti sia unico nel suo genere ed irripetibile. Per quanto mi riguarda è un lavoro, importante, come tanti altri lavori lo sono. Si sceglie di fare l’assistente, o meglio, si sceglie di essere “dipendenti” o sottoposti ad un altra persona, se non voglio avere un capo mi apro una partita iva e ci provo, ci sono infiniti esempi di fotografi autodidatti che hanno sfondato. Io dal canto mio un giorno, mentre impaginavo una nota rivista, guardando i cromalin di alcune fotografie che sarebbero state pubblicate di li a poco mi sono detto:”oggi è pieno di merda che vende, se merda deve essere, meglio che sia la mia” e ci sto provando. Vedo su facebook tutte le mattine tutti i miei contatti che si lamentano del capo, dell’ufficio, dei colleghi, dicono di essere precisi nel lavoro ed appassionati, ma alle 18 sono già tutti al REFIL a bersi l’aperitivino. Per concludere, io non voglio dire che le ragioni siano da una parte o dall’altra, son sempre e perennemente convinto che le ragioni stiano nel mezzo spostate leggermente dalla parte di chi ha piu ragione dell’altro, ma soprattutto sono convinto che si stia facendo una polemica infinita su un argomento per me scontato, vissuto da tutti, quotidiano.

  37. Stefano

    Fantastico! Vedo applicato al mondo della fotografia quello che si vive nel mondo della medicina. Sono un appassionato di fotografia e di arte, fruitore e basta. Faccio il chirurgo. Leggendo la descrizione dell’assistente fotografo ritrovo la perfetta descrizione dell’assistente masochista del grande chirurgo barone italiano, quello che lavora 12 ore con borsa di studio di 400 euro al mese, quello che si becca le sfuriate del grande Maestro! Evidentemente è così in tutti i campi: per “rubare” il mestiere ai grandi (l’assistente lo fai per quello no?), per poter dire ho lavorato con “Quello”, per poter sentirsi in un mondo speciale…si deve star sotto ed obbedire. Altrimenti fai l’assistente del fotografo da matrimoni con colombe e covoni di grano che però è tanto gentile. I giovani assistenti chirurghi ne subiscono di tutti i colori e si scannano per fare “l’ultima delle merde”, quelli che cedono per orgoglio sono immediatamente rimpiazzati da altri in fila in attesa di essere maltrattati. Perchè anche se vieni maledetto e cacciato dalla sala operatoria davanti a tutti, anche se ti viene detto per una sciocchezza “ti strappo i coglioni” davanti ad eminenti prof e davanti ad una platea di 300 congressisti, alla fine quando lo vedi operare sai che non è solo un atto, è una performance artistica, una estasi squisita. Da lì l’accettazione di tutto, per dire dopo qualche anno, io c’ero, ero con Lui/Lei, l’ho visto agire.
    Solo uno su 10.000 avrà la possibiltà di sbeffeggiare tale maestro (parlo in tutti i campi): sarà quello così geniale, così talentuoso, così unico, da potersi permettere di scalzare dal piedistallo a calci di mocassini il grande maestro sovvertendo le sue regole, non accettandole con strafottenza ma dimostrando di essere meglio di lui. Uno su 10.000. E sarà cura dei vari benedusi, se nasano un personaggio simile, distruggerlo e minarlo finchè è piccolo.

  38. andrea

    La soluzione a tutto questo è molto semplice: Il grande fotografo deve mandare affanculo gli incapaci, gli assistenti capaci mandare affanculo i fotografi montati e maleducati come l’autore del post in questione.
    A questo punto allora avverà una selezione naturale che accoppierà i bravi assistenti educati solo ai bravi fotografi educati.
    Inoltre si parla spesso di cosa si pretenda dall’assistente ma si parla poco di cosa invece si pretenda dal fotografo:
    parliamo ovviamente di esperienza e soldi, esatto sì soldi, anche pochi ma ogni lavoro per piccolo o grande che sia va SEMPRE pagato.
    Se il lavoro è ben pagato allora la cosa può anche concludersi qui, se invece il pagamento si riduce solo a poca cosa, allora oltre ai soldi il fotografo deve darti qualcos’altro: un insegnamento (non di vita però per carità, ma limitarsi invece a quello della fotografia).
    Io la vedo così,in maniera molto, molto semplice.
    Un ultima cosa,sempre molto semplice: un assistente cerca anche un contatto umano,non è una bestia o una merda.Se non hai voglia di lasciare una sorta di tua “eredità” fotografica, e di condividere la tua passione ormai matura ad un giovane ragazzo che stravede per te, allora preparati a pagare tanti soldi per un assistente che non ha bisogno di tutto questo. La mia visione del rapporto assistente-fotografo e totalmente diversa,il mio sogno sarebbe quello di trovare un “grande vecchio” della fotografia, anche che non ti paghi e che ti faccia faticare da cane (sempre con tantissma educazione) ma che ti voglia non tanto perchè gli servi ma perchè vuole insegnare a qualcuno, vuole lasciare qualcosa a qualcuno del suo modo di vedere il mondo attraverso gli scatti….
    Lo so forse la mia concezione della fotografia è troppo romantica.

  39. Andrea Cavalcanti

    A me sembra che solo in Italia si stia discutere sul fatto che una persona vada pagata o no se lavora.
    E basta con le scuse che una persona non è competente. Se domani prendo la cazzuola e vado a lavorare con una squadra di muratori mi pagano la giornata e il pranzo mica ti vengono a dire “ehhh tu non sai costruire una casa quindi ora ci aiuti gratis cosi impari”
    Anche se uno ti fa una fotocopia, una fila alle poste o ti svuota un cestino ti dà una mano. E va pagato.
    Ma d’altronde sembra che la morale sia questa “vuoi fare i soldi?non pagare le persone o pagale meno di quello che dovresti e vendi i tuoi prodotti/servizi al triplo del valore”

  40. Anna

    l’assistente è e deve essere l’ultima merda del gruppo: e neanche li paghi: Benedusi scendiamo un attimo dal pero?! Thanks

  41. Simona B

    PREMESSE:

    1)Non sono una fotografa nè un assistente .e non lo sono mai stata

    2) Non arrivo a capire (forse mio limite) come alcune persone scrivano su questo blog risentite per qualcosa (non so cosa)

    3)La domanda che ” mi perseguita” è: ” Perchè le persone a cui Benedusi non piace o lo ritengono privo di ogni talento ,borioso ecc continuano a leggere e commentare il suo blog?! ”

    Ciò che scrive Settimio credo, fermamente , siano, per la maggior parte, regole base per intraprendere un QUALSIASI LAVORO in maniera ALMENO DECENTE.

    Nella mia vita faccio la studentessa e la modella in entrambe queste attività (ad es. in università ) sono ” la prima ad entrare e l’ultima ad uscire ” semplicemente perchè ho sete di sapere ,di essere di più ed il meglio e per poter, quanto meno, provare ad esserlo si parte necessariamente dall’essere “l’ultima ruota del carro”(da 0) solo così ,forse, si avranno poi le reali basi (quelle che non crollano al primo ostacolo)per diventare ” il carro ” stesso.

    Riguardo l’educazione:
    Viviamo in una società(non da soli) all’interno della quale l’educazione non è altro che un insieme di regole di condotta comuni per rispettare l’altro e le sue libertà è ,inoltre,la nostra “carta di presentazione”.
    Credo sia il minimo non solo nel lavoro, ma in ogni situazione : un MUST.

    Un saluto cortese a tutti

  42. Loris

    salve a tutti, scopro questo post solo oggi, grazie ad un link, letto in inglese articolo sull’assistente, io penso che quello che scrive Settimio e’ giusto e vero, se uno pensa di fare l’assistente per vedere belle donne e non faticare allora tanto vale che si scarica un video di backstage e non ci provi a fare questo lavoro, oppure fai l’assistente stylist 🙂 non ho capito dove si inizia a parlare del fotografo che insulta gli assistenti, vi posso dire che in italia come assistente mi pagavano (dopo i primi mesi a rimborso spese) 100 mila lire euro al giorno e al cliente ne fatturavano 500 al giorno, ma ad Amsterdam e Londra son sempre stato pagato molto di piu e soprattutto trattato molto meglio, nel senso anche per lavori importanti i fotografi son sempre stati educati e cortesi con tutto il team,
    educazione, rispetto, stress, siam tutti diversi, e personalmente prefersico persone rilassate, ma capisco il comportamento di chi sente forte la pressione,
    saluti

  43. Herbert

    Settimio hai ragione, concordo con quello che scrivi. Mi viene da farti una domanda: ma chi volessse fare l’assistente fotografo ed ha una grande passione per la fotografia, poca conoscenza di photoshop e di MAC, ma grande conoscenza di Windows, disposto a lavorare alla sera o durante i weekend GRATIS con il solo scopo di imparare a fare belle foto, ha già una sua carriera in altri campi, è educato e conosce l’inglese cosa dovrebbe fare? Mi piacerebbe avere consigli per muovermi in modo corretto e il meno invadente possibile.

  44. settimio

    @herbert: il punto fondamentale che spesso non viene capito e che tu stesso in questo commento dimostri di non aver capito (scusa, ma è così…) è che l’assistente non è lì per imparare, ma per aiutare ed assistere il fotografo!
    che poi si impari è un “effetto collaterale”

    tu pensi potrebbe aver senso che un aiutante di un idraulico si proponesse di aiutarlo solo la sera e il week-end?!?
    no, vero?!?
    e perchè un fotografo dovrebbe farlo?!?

    la cosa più semplice è la più difficile da comprendere: è l’assistente che aiuta il fotografo e non il contrario…

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