MIA 2019

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Ho partecipato (per la quarta volta!) al MIA PHOTO FAIR. Che devo dire, a me piace sempre! Vedere tanta (tantissima!) gente in coda per andare a vedere e magari anche comprare della Fotografia a me fa piacere.

Quest’anno ho portato il mio progetto RICORDI? in versione speciale: grazie ai potenti mezzi HP davamo una stampa in formato A2 con cornice di legno massello. Il tutto per 250 euro.

E’ stato bellissimo. Veramente meraviglioso. Quanto mi piace questa cosa!

Qualche giorno prima il Corriere della Sera mi ha chiesto un testo per raccontare questa Fiera della Fotografia. Qui sopra la pagina del giornale, il mio testo:

Non ci sono dubbi che la Fotografia sia il linguaggio della contemporaneità: tutti in tasca abbiamo un oggetto che usiamo forse per telefonare/navigare su internet/messaggiare ma che senza alcun dubbio usiamo per realizzare fotografie. Possiamo ben dire che quella che ci portiamo costantemente in giro sia una macchina fotografica che usiamo ancheper fare altre cose. Qualcuno ha detto che la migliore macchina fotografica è quella che è sempre con noi; nulla di meglio quindi di quella che è anche un telefonino. 

Non è certo un caso che la maggior parte delle immagini usate sui mezzi di comunicazione per i grandi eventi di cronaca siano negli ultimi anni istantanee realizzate da persone comuni che casualmente passavano da quel luogo; molto probabilmente non erano fotogiornalisti, ma si trovavano nel posto giusto al momento giusto, ma soprattutto con una macchina fotografica in tasca. Perfetto, tutto ciò è per me (che sono un fotogiornalista professionista) perfetto; non mi sento usurpato di alcun privilegio, di nessun potere mediatico. Non posso che essere felice che il mezzo che uso sia diventato linguaggio comune! 

Tutto questo però deve essere l’occasione per capire cosa veramente sia la Fotografia; perché se è vero che il fatto di sapere scrivere non trasforma chiunque in giornalista/scrittore/poeta, è anche vero che il fatto di possedere uno strumento che realizza fotografie non trasforma chiunque in un fotografo. 

Allora, cos’è la Fotografia, ma soprattutto come si giudica una fotografia? Permettetemi di essere schematico, cominciando dalle basi:

1) la Fotografia è un linguaggio, con le sue regole grammaticali e sintattiche, e come tutti i linguaggi serve a comunicare. 2) la Fotografia non riproduce la realtà. Mai! Non è questione di fotoritocco, di pellicola/digitale o post-produzione: la Fotografia non è mai lo specchio fedele della realtà. Già il fatto che riproduca solo una parziale porzione della realtà rivela la scelta arbitraria e soggettiva di colui che fotografa. 3) se è vero come è vero che la Fotografia non riproduce la realtà è altrettanto vero che riproduce la realtà di chi la produce. Non dice la verità sul mondo ma dice, inevitabilmente, la verità su colui il quale la usa 4) la qualità di una fotografia non è quella di essere bella. Questo è il concetto che normalmente è più difficile da spiegare: ci provo. Se è vero che la Fotografia è un linguaggio possiamo azzardare un parallelismo con il linguaggio che usiamo da sempre, quello della lingua italiana: secondo voi, la qualità di un testo in italiano è dato dalla qualità del testo in sé oppure dal significato che quel testo comunica? Sarete d’accordo con me nella seconda ipotesi, giusto? Una frase può avere una meravigliosa costruzione sintattica e grammaticale ma non voler dire nulla: succede esattamente la stessa cosa in Fotografia. 5) non sempre (anzi, quasi mai!) una fotografia di una cosa bella diventa una bella fotografia; sarà una fotografia di una bella cosa, non una bella fotografia. E sono due cose molto diverse! 6) quando si fotografa non si rubamai alcun attimo: questo è uno dei pregiudizi più difficili da scardinare. La Fotografia si realizza con il pensiero, con la progettualità, con il raziocinio; non rubando alcunché a nessuno.

Limitiamoci a questi 6 punti, già sufficienti secondo me per cominciare a delineare i confini entro i quali circoscrivere quella che possiamo definire buona Fotografia.

Detto questo, messe queste basi strutturali, ci tengo (da fotografo, certo) a dire (forte e chiaro!) che la Fotografia è qualcosa di molto importante: faccio due esempi per supportare questa convinzione. Per tantissimi anni, in pratica da sempre, la guerra è stata raccontata (da poeti e pittori) come un qualcosa di meraviglioso, di eroico, di glorioso. A volte gli eroi (sempre giovani e belli) morivano, ma sempre in maniera gloriosa e solo perché, ad esempio, il tallone non era stato bagnato dal liquido magico. I condottieri erano dipinti a cavallo in meravigliose armature, pronti a sferrare l’attacco vincente. E così via… E’ stata necessaria la Fotografia per mostrarci cosa veramente sia la guerra, con il suo orrore e il suo dolore. 

Un altro esempio, molto significativo. Da sempre le élite del mondo hanno usato la pittura e i pittori per raccontare se stessi e il proprio mondo; i ritratti erano un privilegio che solo i pochi ricchi potevano permettersi. Con l’invenzione della Fotografia (avvenuta in Francia nei primi anni del 1800) è stato finalmente possibile per chiunque partecipare al rito prezioso di poter tramandare un racconto iconografico del proprio passaggio su questa terra, attraverso un ritratto fotografico. Non so quanti di coloro che mi stanno leggendo hanno in casa un dipinto del trisavolo; tutti invece hanno sicuramente un fotografia (stampata!) del nonno… 

Scriveva Làszlò Mohololy-Nagy nel 1931: Non colui che ignora l’alfabeto bensì colui che ignora la Fotografia sarà l’analfabeta del futuro. Sono passati 88 anni, siamo in quel futuro: cerchiamo tutti quanti di non essere analfabeti!

Per prima cosa ho preso un po’ di stampe delle precedenti edizioni di RICORDI? e ho riempito una parete delle stand
Da buon faccista mi sono messo elegante, con tanto di cravatta!
Ho pensato bene di scrivere GRANDE e GROSSO sul muro la risposta a quello che tutti mi dicono prima di farsi fotografare: non sono fotogenico!
C’è sempre stato un gran movimento! 🙂
Amici che sono passati a trovarmi… Paolo Pellegrin
Giovanni Gastel

Per quello che riguarda Giovanni Gastel c’è un fatto interessante, che merita di essere raccontato: Giovanni non solo si è fatto fotografare ma, con la sua solita generosità, si è messo a fotografare. Nella fattispecie una fanciulla che era venuta ad accompagnare i genitori e che aveva espresso il forte desiderio di NON farsi fotografare. Ovviamente io ho insistito talmente tanto fin quando l’ho fotografata; anche perché era molto bella (ma come tutte le adolescenti si vedeva bruttissima). E lì c’era anche il buon Gastel: anche lui l’ha fotografata! Quindi da niente a due ritratti… Ma il fatto interessante è che la stessa ragazza, con la stessa luce, con la stessa macchina fotografica, con lo stesso obiettivo, nello stesso luogo ma fotografata da due autori diversi ha prodotto (ovviamente!) due immagini molto diverse.

by Giovanni Gastel
by Settimio Benedusi
La domenica mattina ho fatto un talk con la Giovanna Calvenzi: è stato molto bello. Il signore il cui ritratto ho usato per l’invito è un certo Settimio Benedusi, mio nonno!

Tre ritratti:

Ed entrando nello specifico del lavoro svolto c’è un’altra cosa che vorrei raccontare: uno dei (molteplici!) riferimenti per questo mio progetto è il fotografo americano DISFARMER. Non so bene perché ma per questo MIA quel riferimento è stato nella mia mente particolarmente presente. Ecco qualche curioso parallelismo tra il celebre fotografo americano e il mio lavoro:

Disfarmer
Benedusi
Disfarmer
Benedusi
Disfarmer
Benedusi
Disfarmer
Benedusi
Disfarmer
Benedusi

Quando dico che le persone che vengono a farsi fare il ritratto quando si vedono quella bella stampa grande si commuovono spesso fino alle lacrime, vengo probabilmente preso per pazzo, o megalomane. Guardate e ascoltate:

La ragazza del video si riferisce a questo ritratto. Che meraviglia, che commozione! I due signori erano andati a farsi belli (tutte e due dal parrucchiere!) e si sono messi l’abito buono per farsi la Fotografia con il figlio. Bellissimo.
E con questa immagine concludo: abbiamo fatto SOLD OUT, vendendo tutte i 100 ritratti che mi ero messo come limite massimo.
GRAZIE A TUTTI!

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