ritorno

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sono tornato questa mattina dal sud africa, passare dal sole di cape town alla malpensa piovosetta delle 6:30 del mattino è stato quasi traumatico. e sì che mi piace la pioggia…ho provato a scrivere da lì, ma qualche intoppo tecnico me lo ha impedito: l’unica cosa che mi ricordo del lungo scritto (ora perso, come lacrime nella pioggia…) era una minuziosa descrizione del mio ristorante preferito di cape town, vi dirò ora solamente che si chiama “panama jack”, si trova nel porto commerciale in mezzo a container e navi giapponesi, e io mi sono strafogato di ostriche, aragoste e un tonno meraviglioso freschissimo appena scottato sulla piastra, croccante fuori e crudo e rosso dentro: straordinario…tutto questo non pensate sia una cosa da ricchi, sempre per due lire. se capitate da quelle parte non mancate di farci un salto…
il viaggio e il lavoro sono andati molto bene, ho avuto la fortuna di avere due clienti/amici straordinari, e debbo dire che quando si riesce a coniugare un buon lavoro con lo stare bene è sempre fantastico.
i ricordi di questa settimana sarebbero quasi infiniti, e tutti conditi da irrefrenabili risate, voglio qui solo ricordare alcuni personaggi che renderanno indimenticabile questo viaggio: lo struzzo pazzo, l’uccello padulo, il puffo anfetaminico, il polipo tossico, bobby on the beet…
i viaggi fanno sempre uno strano effetto, si vedono le cose alle quali si era abituati in una prospettiva diversa: stavo leggendo proprio in aereo alcune pagine di un libro che sto finendo “furore”, dove si racconta delle tormentate vicende di una famiglia poverissima durante la depressione americane degli anni ’20, e ad certo punto questi poveracci hanno la fortuna di stare in una specie di campeggio, dove, per la prima volta possono usufruire di comodità alle quali non erano certo abituati, e facendosi il bagno tutti i giorni si accorgono con stupore di sentirsi sporchi e puzzolenti se saltano questo bagno anche solo per due giorni, mentre prima, quando si lavavano, se andava bene, una volta la mese non sentivano alcuna puzza su sè stessi. nè avvertivano alcuna necessità di lavarsi: l’abitudine nasconde anche la peggiore delle puzze.
vado a dormire…

  1. Malakh Kelevra

    Simpaticissimo post che mi sta facendo pensare moltissimo…
    Chissà se dopo questi 7 anni c’è ancora quel ristorante di cui parli..

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