TRE STELLE MICHELIN

[it]è già uscito da qualche settimana, ma mi sono reso conto solo ora di non averlo mai postato: per SETTE, il settimanale del corriere della sera, sono andato in giro per l’italia per fare il ritratto dei sei chef con tre stelle michelin, il punteggio massimo della celebre guida.

è stato meraviglioso e a volte addirittura commuovente vedere l’eccellenza più eccellenza del mondo al lavoro, andare a curiosare nei backstage dove le brigate di cucina si muovono in sincronia perfetta e professionalità incredibile, e (non ultimo!) in quasi tutti i posti assaggiare pasti incredibili e vini meravigliosi.

se è (come è!) l’italia il posto migliore al mondo per mangiare bene, essere stato nei sei migliori ristoranti d’italia è stata un’esperienza veramente pazzesca.

per risolvere iconograficamente questo lavoro ho fatto costruire dal mio fabbro tre vere stelle michelin, in ferro battuto. le ho usate non solo per “legare” le sei immagini, ma anche per rendere l’atmosfera della fotografia un po’ più ironica e scherzosa rispetto a come normalmente vengono fotografati gli chef famosi.

questa la copertina:

questa l’apertura del servizio:

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visto che ci siamo provo anche io a fare una sorta di lista di preferenza dei quattro ristoranti dove ho mangiato, a parte che sono stati tutti veramente eccezionali.

direi il mio preferito è stato il pescatore, in provincia di mantova. solo il fatto che le tre persone che reggono le stelle siano nonna, mamma e nipote la dice lunga sulla incredibile unione di tradizione e novità, sperimentazione e sicurezza, passato e futuro. ho visto cuocere patate fritte una a una. ho mangiato e bevuto provando emozioni che venivano dal mio DNA (i benedusi sono originari di mantova!). l’italianità più solida con uno sguardo internazionale: aspetto di una trattoria di una volta, ma con eliporto.

commuovente.

altrettanto “familiare” il ristorante al sorriso, provincia di novara. funghi ripieni di funghi pazzeschi. risotto incredibile (io amo il risotto, lo preferisco pure alla pasta). piccolissima brigata di cucina. anche qui, come al pescatore, lo chef è una donna, il che rende il tutto più normale, più familiare. e quindi più buono.

le calandre, a padova. grandissima cultura e sapienza quella nelle mani di alajmo, lo chef. ricerca pazzesca di materia prime, spezie, prodotti. incredibile fantasia, che ridà nuova vita ai piatti della tradizione e del territorio. tutto meraviglioso. ristorante tanto bello dentro quanto brutto fuori, si trova infatti su uno stradone da overdose di psicofarmaci. peccato. ma merita la visita, nonostante lo stradone…

a bergamo da vittorio. grande ristorante (in tutti i sensi), con una tradizionale e insolita specialità per il pesce. ho mangiato un fritto misto di pesce che non ho mai mangiato in liguria. per i miei gusti un po’ troppo ristorantone, un po’ da riunione settimanale del rotary. ma assolutamente fantastico. se vi viene voglia di pesce eccezionale in nord italia e lontani dal mare, venite qui

negli altri due ristoranti, l’enoteca pinchiorri a firenze e la pergola a roma, non ho invece mangiato

PS: sì, per fare questo lavoro mi hanno pagato… ;-)[/it] [en]It is already hit the shelves a few weeks ago, but I realised only now that I’ve never posted it: for SETTE, the weekly of the corriere della sera, I travelled around Italy to take the portrait of the six chefs with three michelin stars, the highest score you can get on the famous guide.

it was wonderful and sometimes even more heart-warming to see the excellence of excellence in the world at work, go and take a look backstage where the kitchen brigades move in perfect sync and amazing professionalism, and (last but not least!) in almost all places I got to taste incredible meals and wonderful wines.

If Italy is (is indeed!) the best place in the world to eat well, to have been in the six best restaurants in Italy it has been one crazy experience.

To resolve graphically this job I got my smith to build the three michelin stars,  in wrought iron. I didn’t do it only to “tie” the six images, but also to add a more fun and ironic atmosphere in the photograph in comparison to the usual portraits taken of famous chefs.

This is the cover:

This is the opening of the article:

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Seeing we are at it I am also going to try and make a list of preference of the four restaurants where I ate, besides the fact that they where all truly exceptional.

I would have to say that my favourite was il pescatore, in the Mantova province. Just the fact that the three people that are holding up the stars are grandmother, mother and nephew it says it all on the incredible union between tradition and innovation, experimentation and security, past and future. I have seen potatoes been fried one by one. I ate and drank feeling emotions that came from my DNA (the Benedusi are originally from Mantova!) the strongest Italian essence with an international built:  the look of a trattoria of yesteryear, but with an helipad.

Very moving.

Also “familiar” was al sorriso, in the province of Novara. Mushrooms stuffed with delicious mushrooms. Amazing risotto (I love risotto, I prefer it over pasta). Small kitchen brigade. Here as well, as at il pescatore, the chef is a woman, which makes it morenormal, more familiar. And therefore more appetising.

le calandre, in Padua. Huge culture and great wisdom in the hands of Alajmo, the chef. Searching like crazy for raw materials, spices, products. Incredible imagination, which brings new life to traditional dishes and its territory. All wonderful. Restaurant as beautiful inside as ugly outside, it is located infact on a big road from an overdose of psychiatric drugs. What a pity. But worth the visit, despite the big road..

By vittorio in Bergamo. Great restaurant (in all senses), with a traditional and unusual specialty for fish dishes. I ate a mixed fish fry that I have never tasted in Liguria. For my taste a bit too big restaurant, a little bit like the weekly meeting of the Rotary. But absolutely fantastic. If you feel like excellent fish in the great northern Italy and far away from the sea, come here.

I didn’t eat instead in the other two restaurants, the enoteca pinchiorri in Florence and the pergola in Rome.

PS: yes, they did pay me to do this job… [/en]