un messaggio dagli ascoltatori/anoressia

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[it]come dicono i giornali seri, riceviamo e volentieri pubblichiamo:

“Egregio Sig. Benedusi,
ho letto l’ultimo post pubblicato sul suo blog circa il problema dell’anoressia, e non ho potuto fare a meno di scriverle per esprimere dissenso rispetto alla sua posizione.
Sono una ragazza di 23anni, ho una laurea, godo di ottima cultura, e non posso certo dire che la mia autostima si posizioni ad un livello basso, sono mediamente carina, piuttosto alta e non ho particolari problemi di peso. Questo dovrebbe automaticamente escludermi dalla categoria di coloro che soffrono in un certo qual modo di complessi di inferiorità, o sono estremamente insoddisfatte del proprio corpo.
Così non è. A livello periferico, percepisco anch’io, una sorta di pressione sociale che mi porta ad una costante messa in discussione della mia fisicità, della mia avvenenza, del mio peso corporeo.
E non sono anoressica. Sono d’accordo con lei che il problema dell’anoressia sia riduttivo attribuirlo al patinato mondo della moda in cui lei lavora, di certo si tratta di una patologia complessa, che tocca la psiche femminile a livelli profondi e che in parte disertano il mero spirito di emulazione, ma le assicuro, che il mondo dei media, di cui fa parte del resto anche la moda, favorisce il diffondersi di modelli femminili che appaiono vincenti solo in relazione alla più bieca fisicità.
Il proporre reiterato, costante, giornaliero e capillare, di bellezze perfette, sorridenti, serene, e in perfetta forma fisica, con uno spirito, specificatamente italiano, di adulazione, veicola in maniera molto subdola l’idea che soltanto avvicinandosi il più possibile al concetto di perfezione si possa essere socialmente accettate e oserei dire di più, amate.
Questo chiaramente non conduce direttamente all’anoressia, ma per soggetti particolarmente sensibili, la magrezza può veramente rappresentare una sorta di chimera da raggiungere non per emulare la modellina da giornale, quanto più per cercare disperatamente i valori che essa rappresenta, quali, bellezza, ricchezza, successo.
Inoltre, lei di certo lo sa meglio di me, il mondo della moda è estremamente competitivo e non trovo assurdo che una ragazza di 21anni, si lasci morire di fame, per poter continuare a brillare nel patinato mondo dello show business, in cui vieni etichettata come ” vecchia” intorno ai 25anni.
Non è mia intenzione lanciare un Je accuse o utilizzare il mondo della moda come capro espiatorio, il malessere sociale che si respira, l’aumento dei casi di anoressia, non sono certo da imputare in toto al numero di pubblicità o di redazionali che hanno per protagoniste queste bellezze perfette, le cause ripeto, sono più profonde, ma rifiutare una stretta connessione tra i due ambiti non lo trovo opportuno.
Come non trovo opportuno veicolare il messaggio che tutte le modelle siano anoressiche o si sottopongano a chissà quali torture per mantenere un buon peso forma.
Questo è quanto.
La saluto e le auguro una buona giornata.
C.”[/it] [en]As serious newspapers say, we gladly receive and publish:

“distinguished Mr. Benedusi,
I read your last post published on your blog about the problems of anorexia, and I couldn’t help myself but to write to you my dissent in respect to your point of view. I am a 23 years old girl, I have a degree, I am blessed with good education, and I cannot say that my self confidence lays at low levels, I am of average looks, fairly tall and I do not have particular weight problems. This should clearly exclude me from the category of some individuals that suffer from some kind of inferiority complexes, or are extremely unsatisfied with how their body looks like.
Not exactly. At a superficial level, I also perceive, some sort of social pressure that keeps on bringing my physique in discussion, my attractiveness, my body weight.
And I am not anorexic. I do agree with you that the anorexia problem can be attributed to the glamourous world of fashion in which you work, certainly it is part of a complex pathology, that touches the female psyche at deep levels and partly jilt the mere spirit of emulation, but I assure you, that the media world, in which fashion plays a part, favours the diffusion of female role models that appears victorious only in relation to a sinister physique.
To propose reiteratively, constantly, daily and capillare, of perfect beauties, smiling, serene, and in perfect physic form, with a spirit, specifically italian, flattering, vehicle of a subtle idea that merely by getting closer to the concept of perfection you can be socially acceptable and I would dare to say, more loved.
This clearly does not connect directly to anorexia, but for particularly sensible subjects, being thin can represent reaching a chimera not to emulate the magazine model, but to desperately seek the values she represent, such as, beauty, wealth, success.
Moreover, you know better than I do, the fashion world is extremely competitive and I do not find absurd that a 21 years old model, let herself die of starvation, to keep on shining in the patinated world of show biz, in which you are labelled “old” when you reach 25 years of age.
It is not in my intentions to launch a “je accuse” or to use the fashion world as a scape goat, the social malaise that we breathe in, the increasing cases of anorexia, they cannot for sure be charged against the numerous ads or editorials in which these perfect beauties star in, the causes I repeat, are deeper, but I don’t find it opportune to refuse a close connection between the two scenarios.
As I do not find it opportune to generalise by saying that all models are anorexic or they put themselves through tortures to keep in shape and maintain a good weight.
This is all.
Best regards and I wish you a good day.
C.”[/en]

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