WHITE MAGAZINE

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fotografare abiti da sposa non è assolutamente cosa facile. essendo abiti (al di là dell’uso per il quale sono stati creati…) d’alta moda, sarebbero da fotografare come tali: e così accade nel 99% delle volte, con un trionfo di super location, modelle raffinatissime con colli lunghissimi, auto lussuose e tutte quelle cose lì. tutto ciò a me piace poco, cercando di fare una fotografia (per quanto mia sia possibile…) il più possibile realista piuttosto che aspirazionale (voi che volete fare i fotografi, imparate questo vocabolo, è molto usato e piaciuto nell’ambiente…).

la rivista white è la più bella rivista, oserei dire del mondo, di moda di abiti da sposa: grande ricerca, ottima grafica e stampa fantastica.

ho fatto per loro due servizi, usciti negli ultimi due numeri.

nel primo servizio avevo un concetto molto preciso in testa: volevo fotografare la modella in un atteggiamento e in un contesto assolutamente normale e quotidiano. come se lei fosse vestita in jeans e maglietta. anzi diciamo che lei era vestita in jeans e maglietta, e quindi ovviamente lei si sentiva, e la gente la vedeva, assolutamente e totalmente normale. però io avevo in mano un mezzo potentissimo, capace di vedere ben oltre la realtà: di vedere addirittura i suoi sogni!

la macchina fotografica quindi vede ciò che nessuno intorno a lei riesce a vedere.

queste le due immagini, una fatta in tram e l’altra in metropolitana:

per non farci mancare nulla ecco anche un video backstage, dove si potrà notare l’uso incredibile di pannelli, luci, flash e quant’altro:

l’altro servizio nasce invece dalla voglia di fare dei ritratti a ragazze sia con abiti normali che con abiti da sposa, per cercare di trovare quella linea che divide la quotidianità dall’eccezione, per andare a trovare che, forse, questa linea e quantomai indefinita e indefinibile: dove finisce la fantasia e dove incomincia la realtà?

queste le immagini:

scattate in luce naturale, ho una fotina dal backstage:

tutte le immagini sono cliccabili ed ingrandibili [/it]

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Photographing wedding dresses is not an easy task. Being dresses (beyond the idea of what they have being created for) of haute couture, they should be photographed as such: and so it happens 99% of the times, with triumphant super locations, well refined models with long necks, luxurious cars and all those things. All which I don’t like very much, trying to take photographs (as much as I am allowed to..) as realistic as possible rather than aspirational (you lot that want to be photographers, learn this word, it is very used and really liked in the industry..).

White magazine is the most beautiful magazine, I would even say of the world, of wedding gown fashion: great research, excellent graphics and wonderful print.

I have done two editorials for them, which came out in their last two editions.

In the first one I had a very precise concept in mind: I wanted to photograph the model in a very simple and every day life attitude and context. As if she was dressed in jeans and t-shirt. Actually lets say that she was dressed in jeans and t-shirt, so therefore obviously she felt, and the people saw her, absolutely and totally normal. But I had in hand a very powerful tool, capable to see well beyond the reality: to even see her dreams!

The photographic camera therefore sees what nobody around her manages to see.

These are the two images, one taken in a tram and the other in the underground:

Not to let you miss anything here is a backstage video, where you can notice the incredible use of panels, lights, flash and so on:

The other editorial was born out of the desire to do portraits of girls with normal clothing as well as wedding dresses, to try and find that thin line that divides the mundane from the exception, to go and find that, maybe, this line is by all means undefined and undefinable: where does fantasy end and where does reality begin?

These are the images:

Shot in natural light, I have a little backstage photo:

All images are click to enlarge

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16 risposte

  1. roberto

    chapeau…..bellissimi lavori, concordo sul fatto che fotografare abiti da sposa sia cosa per nulla facile e in cui spesso si finisce nel banale. Spettacolare. Bravo Settimio

  2. Barbara Buschiazzo

    Davvero tutto bello bello…!!!
    Però.. se mi fai un cerchiolino sugli abiti “normali”.., perchè proprio non li vedo ;- )
    complimenti!

  3. Simone

    Complimenti, mi piace molto sia l’idea sia come hai affrontato ‘la sfida’.
    Una curiosità, non hai avuto obiezioni da chi si trovava sul tram/metro per non uscire nelle foto?

    Grazie per i tuoi post, sono molto interessanti!

  4. MatteoF

    mmmmmmhhhhh nel video io vedo un palese conflitto d’interessi! 😀

  5. Simone

    Buongiorno.

    Son uno di quelli che han criticato gli utlimi tuoi interventi, ma nonostante questo seguo sempre il tuo blog, perchè ne ero certo che sarebbe ritornato il Benedusi che mi convince!
    Complimenti, a mio parere, è un ottimo lavoro, soprattutto per l’idea che sta alla base.

    La seconda parte mi ricorda molto il lavoro di Greenfield-Sanders XXX Pornstar. Ma anche quello di molti altri “maestri”.

  6. sara

    Bellissime ! soprattutto le due in metrò e tram. lo studio in luce naturale è il tuo ?

  7. andrea

    ecchecazzo ecchepalle!!!!!!
    e quanto sei bravo, e quanto sei fico, ma che cazzo state dicendo.
    Le foto sul tram se non era per una bella modella, uno styling eccelso e un make up super…e dai… sono di una banalità disarmante.
    Il look book in studio invece… ok, ok, non ho una butterfly così grande… ma la so usare meglio.
    dai Benedusi, la mediocrità non va postata, almeno per educare i quei tanti celebrolesi che ti osannano… eccheccazzo!

  8. Max

    ciao Settimio, mi piacciono questi lavori, sarò cerebroleso ma mi piacciono parecchio! Avevo già visto da qualche parte delle foto fatte in tram o nel metrò e mi sono sempre chiesto, come ha già fatto qualcun altro, come ci si comporta con le possibili obiezioni di persone che non vogliono comparire nelle immagini (a me una volta è capitato che per fare un video ho avuto una persona che mi ha tampinato per mezz’ora chiedendo di non filmare perché non voleva lesa la sua privacy.. vaffanculo va).
    Altra domanda: ma per fotografare nel tram e nel metrò avete chiesto delle autorizzazioni? anche in questo caso io ho avuto spiacevoli rotte di palle perché mi sono trovato zelanti difensori dell’altrui privacy che mi volevano impedire di fotografare (per i cazzi miei) nelle stazioni, tram eccetera… son sfigato io forse? (ti prego rispondiiiii…)

  9. Simone

    Max, per solidarietà posso dirti che anche io nella metro di milano son stato braccato dai “vigilantes” perchè avevo osato fare una foto al monitor che c’è all’inizio del tunnel.

    Per il mitico e bravissimo Andrea. Io ultimamente ho criticato e parecchio ciò che è stato postato su questo blog. Ma quando un’idea ricorda azioni compiute in passato da grandi fotografi, bisogna rendere merito. Soprattutto quando si ripropone oggi che c’è la fissazione sul corredo fotografico. Sarò celebroleso, ma detto da te è un complimento.

    Buona giornata a tutti!

  10. Maurizio Melozzi

    il bello ……… è che tu vedi lontano !!!

  11. Maurice Cira

    spot on with this write-up, i truly think this website needs much more consideration. iőll probably be again to read much more, thanks for that info.

  12. piernicola

    Quindi secondo te queste foto sarebbero reali, cioè raccontano una vita reale e non aspirazionale e costruita. Quindi le modelle tipo manichino sono veramente così? Vengono da Gliese o sono degli zombie katatonici lobotomizzati? Chiedo tutto questo senza ironia o presunzione o vena polemica, ma se volgioprovare a farmi apgare per foto ad abiti da sposa da qualcuno dovrò pur eimaprare eh! Quindi mi contatta l’ateliere in questioen e io dico: “La moda prevede foto molto aspirazionlai con colli lunghi auto di lusso super ville e super modelle, ma io proporrei di fare qualcosa di molto naturale e realistico’. E poi me ne esco con queste foto? Settimo, diciamoci la verità, tu sei troppo bravo famoso e affermato per fare il maestro perchè la gente ormai ha cos’ rispetto di te e del tuo nome che potresti anche fotorgafarti mentre evacui sul tuo cesso e direbbero che è arte moderna per paura di fare la figura dell’ignorante di fronte all’avanguardia (vera o pressunta non sta a me dirlo). QUesto catalogo (detto da uno che di cataloghi ne ha visti fare forse 10000 prima come impaginatore e grafico e poi coem assistente fotografo) è bellissimammente unguale a tutti gli altri che non sono cme quelli che hai descritto te, perchè in qeusto settore o sono super aspirazionali o sono come il tuo super katatonici. Niente di Nuovo, se non la conferma che eccelli nell’uso della luce ambiente.

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