CAPE TOWN

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[it]eccomi qua, sono dall’altra parte del mondo, a cape town, per lavorare.

come sempre è un po’ strano partire, stare per un certo periodo di tempo lontano dai propri spazi, dalle proprie abitudini…ed è ancora più strano se questo spazio e questo tempo si passa stravolgendo (come qui succede) le stagioni: sono in piena primavera.

nel bel libro di andrea de carlo che sto leggendo in questi giorni (LEIELUI) ci sono alcune pagine dedicate al viaggiare e agli aerei, con una interpretazione della parola “decollare” molto interessante, direi pure geniale: quando si parte si decolla, nel suo significato più tradizionale ma è anche un po’ come si staccasse la testa dal corpo, strappando via il collo, de-collare, per l’appunto…

mi trovo in un albergo, o meglio, in una guest house, con pochissime stanze, molto carina. è nel pieno centro del quartiere gay, tenuta e gestita da una coppia gay, tipo vizietto: si sta molto bene.

in stanza ho affianco al letto una vasca da bagno a vista con i piedini: ogni sera mi faccio un bel bagno caldo, con tanto di sali dentro l’acqua bollente. frammenti, dettagli. ciuffi di lavanda sui tavolini della colazione. pale che girano sul soffitto.

essere sospeso.

” Al centro del vuoto
c’è un’altra festa ”
– Roberto Juarroz

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non sono mai stato un fotografo che si porta la macchina fotografica in giro, non so neanche bene io perchè, direi per pigrizia. da quando però c’è l’iphone faccio un sacco di fotine. mi piace soprattutto fotografare oggetti e paesaggi: soprattutto questi ultimi, nei bei posti dove vado, sono spesso straordinari.

qui sotto ecco una fotina fatta in questi giorni con il mio iphone. raramente dò informazioni tecniche, questa volta diamole: l’ho scattata con iphone 4 con hdr disattivato. ho fatto quattro scatti in successione, poi uniti tramite il software AUTOSTITCH. a quel punto ho aperto il file con PHOTO FX e l’ho modificato (special FX-B/W looks-drammatic). poi l’ho aperto con PHOTOGENE per dare una maschera di contrasto, per ravanare i livelli e per aggiungere un bordino nero.

[/it] [en]Here I am, I am on the other side of the world, in cape town, on a job.

It is always a little weird to leave, to stay for a period of time far away from your own space, from what you are used to.. And it is even stranger if in this space and time you spend it (as it is happening) upsetting the seasons: I am in the middle of spring.

In andrea de carlo’s beautiful book that I am reading now (LEIELUI) there are a few pages dedicated to traveling and airplanes, with an interpretation of the word “take-off” which is very interesting, I would even describe it as very clever: when you leave you take-off, in its more traditional of meanings but it is also as if the head would detach from the body, tearing away from the neck, take-off, precisely..

I am in a hotel, or better, in a guest house, with very few rooms, very pretty. It is situated in the middle of the gay area, run and maintained by a gay couple,  like La Cage aux Folles: it is very comfortable.

In my room right next to my bed I have a bath tub with feet and a view: every night I take a nice hot bath, with salts in the boiling water. Fragments, details. Lavender bunches on the breakfast tables. Spinning blades on the ceiling.

Being suspended.

“At the centre of the void

There is another party”

-Roberto Juarroz

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I’ve never been a photographer who brings his camera around, well I don’t even know why, I would say laziness. But since there is the iPhone I take a lot of pictures. I especially enjoy photographing objects and landscapes:especially the latter, in the beautiful places where I go, are often extraordinary.

Below is a little photo I took during these days with my iPhone. I rarely give technical information, but let’s give it this time: I took it with the iPhone 4 with hdr disabled. I took four photographs in succession, then joined them with the AUTOSTITCH software. After that I opened the file in PHOTO FX and I modified it (special FX-B/W looks dramatic). Then I opened it in PHOTOGENE to give it a contrast layer, and fiddle wit the levels and add a little black border.

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8 risposte

  1. Barbara

    Super invidia. Cape Town rimane una delle mie mete-sogno per passarci “il resto della vita”. Buona permanenza.

  2. Fra

    Sarà un caso, ma sto leggendo il tuo post mentre iTunes mi propone “My room” del nostro Picco. Spesso anch’io mi soffermo sui particolari di una stanza, quando vado in albergo. Non sempre c’è qualcosa cui aggrapparsi che non sia impersonale e “seriale”, che in qualche modo dia l’impressione di una presenza umana che le abbia scelte e messe lì in un certo modo. Una vasca a vista con i piedini, dei rametti di lavanda, cose così. C’è un posto dove a volte mi fermo a dormire nelle mie puntate di lavoro vicino a Cesena: un delizioso agriturismo che ha stanze davvero carine, ognuna dipinta in un colore differente, con tende leggere di lino, arazzi sulle pareti e mobili in stile coloniale. La prima volta che mi ci sono svegliata era pieno inverno, poco dopo l’alba: ho aperto le finestre e c’era la neve che luccicava sotto il sole radente. Come te non fotografo quando viaggio, ma quella volta ho fatto qualche scatto col telefonino in giro per la stanza, pervasa da quella luce così delicata e silenziosa. Ho portato con me quei piccoli particolari e ora quell’agriturismo è diventato un pochino “casa”, un piccolo pezzetto di terra tutta mia: quando ci torno at-terro.

  3. ©hico

    comprati una canon S95 e spugnetterai molto meno con quel cellulare sempre in mano!!!!!
    hihihi

  4. sara

    no. andrea de carlo NO ! per tutto il resto: complimenti ! 🙂

  5. rossano

    18 anni che abito in questa citta’…..mai vista una foto brutta di Cape Town !!!!!

  6. Riccardp

    Percepisco solitudine nelle tue parole, ma – forse – è proprio attraverso la solitudine che emerge la genialità dei tuoi scatti.
    Non appartengo al tuo mondo, ma ti seguo sempre con estremo interesse.

  7. Giuseppe

    Perdona la franchezza
    Ma la tua foto è inguardabile
    Per quanto anche io vivo a CT
    E si possano fare foto stupende come in molte parti del mondo!
    Sei riuscito a farne una orrenda

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