crisi

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si sente parlare sempre più spesso di crisi, nel senso di crisi economica.
tutti si lamentano: non si vendono più automobili, non si vendono più vestiti, non si vendono più telefonini, non si vende più niente…
ma che cazzo dicono!?
più di così cosa vuoi vendere?
siamo sommersi da cose, siamo pieni di telefonini, pieni di vestiti!
si lamentano che non vendono automobili…ma meno male! qualcuno vorrebbe in giro più automobili di così? e poi se vuoi comprare una macchina l’attesa minima è sei mesi, cazzo si lamentano!
non c’è momento della giornata in cui non ci sia una fila pazzesca in qualsiasi supermercato, e tutti con carrelli pienissimi di roba; non c’è week end primaveril-estivo in cui una fila infinita di macchinoni non si lanci verso il mare; non c’è cinema che non sia pieno e con la fila fuori e solo con posti laterali orrendi; non c’è marca sfigata di vestiti che non si fa il negozietto, negozio, negozione negli angoli fighi delle città; non c’è un buco libero per le maldive per natale già da adesso: e questa sarebbe la crisi?
non c’è discografico che non dica che non si vendono più dischi, e la crisi dei CD, e poveri cantanti…ma che cazo dicono! i cantanti e affini non sono mai stati così pieni di soldi, e tutte le nostre case sono piene zeppe di CD, i nostri genitori andava bene se avevano due LP in croce.
mi fanno impazzire quando leggo: quest’anno la crescita del PIL è stata solo del tre per cento.
ma quanto cazzo vuoi crescere!?
sempre solo e unicamente crescere!?
e se invece si dovesse tendere non al di più ma solo al meglio?

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