FIGHT CLUB, OVVERO TUTTO E’ BENE CIO’ CHE FINISCE DUSI

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* Prima regola del Fight Club: non parlate mai del Fight Club.
* Seconda regola del Fight Club: non dovete parlare mai del Fight Club.
* Terza regola del Fight Club: se qualcuno si accascia, è spompato, grida basta, fine del combattimento.
* Quarta regola del Fight Club: si combatte solo due per volta.
* Quinta regola del Fight Club: un combattimento alla volta.
* Sesta regola del Fight Club: niente camicia, niente scarpe.
* Settima regola del Fight Club: i combattimenti durano tutto il tempo necessario.
* Ottava regola del Fight Club: se è la vostra prima sera al Fight Club, dovete combattere.

UN PO’ DI MARASMA IN QUESTI GIORNI PER LA MOSTRA DA ME CURATA REALIZZATA DA MARTINA COLOMBARI ESPOSTA ALLO SPAZIO FORMA.

INTERNET CHE ESPLODE DI COMMENTI IL CUI PIU’ GENTILE E’ CHE SONO UNA MERDA: E’ VERO SONO UNA MERDA!

L’ARGOMENTO PERO’ EVIDENTEMENTE E’ CALDO.

QUESTA SERA ALLE 20:30 SARO’ A FOTOGRAFICA, ALLA SCUOLA FELTRINELLI, ESATTAMENTE DI FRONTE ALLO SPAZIO FORMA.

POTRETE DIRMI TUTTO CIO’ CHE PENSATE: MAGARI PORTATE UN PO’ DI FOTOGRAFIE VOSTRE, COSI’ LE VEDIAMO INSIEME, OK?

PROMETTO, NON PARLERO’ DI ME, PARLERO’ DI VOI.

ANCHE PERCHE’ COME POSSO MAI PARLARE DI PIU’ E MEGLIO DI MR. TONI THORIMBERT, DOPO LA SUA LEZIONE MAGISTRALE DI IERI SERA?

NON C’E’ DUBBIO, CON LUI FINISCO AL TAPPETO…

http://vimeo.com/17184946 [/it] [en]

The first rule of Fight Club is: you do not talk about Fight Club.

The second rule of Fight Club is: you do not talk about Fight Club.

The third rule of Fight Club is: if someone says stop, goes limp, taps out, the fight is over.

The fourth rule about Fight Club is: two guys to a fight.

The fifth rule about Fight Club is: one fight at the time.

The sixth rule about Fight Club is: no shirts, no shoes.

The seventh rule about Fight Club is: fights will go on as long as they have to.

The eighth rule about Fight Club is: if this is your first night at Fight Club, you have to fight.

A BIT OF CHAOS DURING THESE DAYS SURROUNDING THE EVENT CURATED BY ME AND MADE BY MARTINA COLOMBARI SHOWING AT THE SPAZIO FORMA.

THE INTERNET EXPLODING WITH COMMENTS AMONGST WHICH THE KINDEST ONE WAS THAT I’M A DICKHEAD: IT’S TRUE I AM A DICKHEAD!

THE SUBJECT IS OBVIOUSLY HOT.

TONIGHT AT 20:30 I WILL BE AT FOTOGRAFICA, AT THE FELTRINELLI SCHOOL, EXACTLY IN FRONT OF THE SPAZIO FORMA.

YOU CAN COME AND TELL ME EVERYTHING: MAYBE BRING SOME OF YOUR PHOTOGRAPHS, SO WE CAN SEE THEM TOGETHER, OK?

I PROMISE, I WILL NOT SPEAK ABOUT MYSELF, I WILL SPEAK ABOUT YOU.

ALSO BECAUSE HOW CAN I EVER SPEAK MORE AND BETTER THAN MR. TONI THORIMBERT, AFTER HIS MASTER SPEECH OF LAST NIGHT?

THERE IS NO DOUBT, WITH HIM I END UP FLAT ON MY FACE.

http://vimeo.com/17184946 [/en]

44 risposte

  1. ANDREA

    Ehhh no! Mo basta! Col caz cavolo che vengo in Feltrinelli!
    Più che seguire un fotografo sembra di correre dietro a na velina!

  2. Lu

    macchè M**** è che mi pare che stavolta si sia un pò toppato. se non vivessi lontana da Milano ci sarei

  3. Manuela

    Settimio, il problema non è portare delle fotografie nostre affinchè tu ci faccia neri per dimostrare che tu ne sai e “noi” no. Tantomeno è interesse “nostro” mettere in discussione le tue capacità fotografiche.
    Ti si contesta la modalità con cui hai presentato questo progetto, in un momento in cui il mercato della fotografia in Italia è ridotto all’osso, forse, poteva esporre la Martina (povera innocente in tutto questo baillamme) ma si poteva dare anche visibilità a qualcuno, che la macchina fotografica la usa per mangiare e che lavora per 50 euro x 15 ore di lavoro. Tutto qui.
    Ti dedichi ad un tipo di fotografia che forse è estranea a certe altre realtà, che la crisi la sente in parte. Però penso che tu sappia il significato del “self portrait” di una Woodman rispetto al significato dei self portrait creati ad hoc per un’iniziativa commerciale. E’ una questione di onestà intellettuale che mi aspetto, soprattutto da chi di fotografia, fino a prova contraria, ne sa. Trovo che i paragoni e il significato che hai voluto dare a questo progetto, sia troppo sopra le righe rispetto a quello che realmente è. Forse, rispettabilissime persone che andranno ad ammirare la bellezza di Martina in foto, rimarranno per osmosi anche folgorati dalle foto. C’è però qualcuno che leggendo le tue parole di presentazione del progetto, e il titolo, e la forzata ricerca introspettiva (perchè fa “figo” mettere ricerca introspettiva nei self portrait….) magari ha voglia di dirti ” Benedusi, ma che cazzus dici?”. Tutto qui

  4. Paul

    Manuela, esatto al 1000%. Non ti bacio ma sono contento che per fortuna c’è chi non ha smesso di usare il cervello ed ama la fotografia in modo intellettualmente onesto.

  5. Claudio Rizzolo

    Caspita Settimio, anche quando chiedi con gentilezza di portare delle foto per vederle insieme la gente ti accusa! Ma come fai ad attirare cosí tanto l’ira delle folle???

  6. Riccardo Simbolotti

    Un fotografo, se bravo, è un bravo artigiano. Alcuni, eccellendo, diventano artisti. Questo come in ogni attività umana nella quale l’ingegno e la tecnica (tecnicismo) operano insieme. Nelle foto della Colombari non traspare nulla, a mio avviso. Non c’è emozione, non c’è neppure tecnica. E’ normale che la gente e soprattutto quella gente che di fotografia, senza eccellere, ne mastica un po’, si chieda “cui prodest?” . A chi giova? all’occhio ed al cuore no. Alla mente (introspezione) nemmeno. Alla Canon… beh, può darsi! Ma perché dare a questo il sugello dell’arte? Come può sentirsi colui che realmente più bravo (non sto parlando di me, si chiaro) si è visto rifiutare delle immagini per una mostra solo perché non era un personaggio famoso o non aveva santi in paradiso?… Benedusi, ci sta tutto bene, anche la Colombari, ma per favore, non ci prendete in giro!

  7. Davide Cameli

    Ovviamente non si può prendere considerazione di tutti i commenti negativi e degli insulti. La sua professionalità è indubbia. Però quello che salta agli occhi fondamentalmente è che vengono esposte delle foto oggettivamente brutte. Non mi sono mai permesso di insultarla e sono il primo a dire che la gente che l’ha insultata è soltanto gente ignorante che se la dovesse vedere per strada, probabilmente, le chiederebbe una foto o un autografo, ma visto che dietro un computer siamo tutti più fighi, allora è facile insultare.
    Quello che salta agli occhi è che un professionista come lei, abbia giudicato positivamente delle foto che non solo a detta mia, ma di parecchie persone, professioniste e non, abbiano giudicato brutte. E’ vero la fotografia non è un linguaggio universale, e spesso va interpretata, però il sospetto che il suo giudizio nasca da una collaborazione con Canon (legittima, per carità) alimenta il sospetto che a volte l’interpretazione possa anche essere (mi scusi il termine di cui si abusa ultimamente) “faziosa”
    Questo ovviamente è il giudizio di un fotografo non professionista, che ha letto più e più volte la sue interviste su internet e l’ultima su Photo professional Canon edition e che la stima tanto.

  8. Francesco Brunello

    Sono stato ieri a Fotografica ho ascoltato il Ben ed ho ascoltato la sua provocazione, be mi è piaciuta perchè ho capito in primis che forse molti di noi, io per primo sbaglia il modo di approcciarsi alla fotografia e secondo un po come delle capre ci siamo schierati contro perchè offesi, ma come nella foto anche nel pensiero forse non siamo andati più in la del nostro naso….

  9. Maria

    ….parola d’ordine criticare sempre e comunque ad ogni costo… ho capito perchè non rispondi neppure… ci hai fatto l’abitudine….
    Benedusi invece mi è sembrato gentile e pure simpatico e poi grazie a Dio la fotografia è espressione libera puo’ piacere o non piacere ma è comunque libera espressione, libero pensiero, l’arte in genere non deve compiacere nessuno è solo espressione di una idea, un’opinione… e basta

    w la liberta’ … qualche anno fa andai alla Tate gallery a Londra ed una delle opere d’arte contemporaneee discutibili per carita’ indovinate cos’era?
    Avete presente cio’ che di solito fa un individuo dopo aver mangiato e digerito ?
    ecco in un contenitore trasparente c’erano questi 2 ….avete capito cosa intendo ….li’ davanti ai miei occhi …non chiedetemi chi fosse l’autore …. non ricordo… ma comunque trovo fantastico che qualcuno abbia espresso un differente punto di vista…è bello pure qs….
    Forza Settimio… Settimio contro tutti… chissà perchè fai qs effetto? mi sembri Calimero dei cartoni di secoli fa…

    bye bye

  10. Davide

    Io amo la fotografia. La amo in tutti i suoi aspetti anche se non la pratico se non a livello men che amatoriale. Però la “provocazione” di Settimio mi ha colpito molto. Positivamente.

  11. Andrea

    E’ FACILE FARE FOTO VERE se sai come fare… ovvero Benedusi’s easy way! Mi sei piaciuto ieri sera Settimio… per i mavaffanculo e per il fuoco che hai dentro…. e anche per la spiegazione sulla imperitura utilità della grammatica fotografica… chi è la Leibovitz? Boh?!? Mavaffanculomerda!! Ma soprattutto mi sei piaciuto perchè (strano eh?!?!;P) mi hai fatto capire il perchè, tra le mie foto di maschere veneziane che piacciono tanto alla Lando, preferisca proprio quelle nonritoccatefatteconl’iphoneesporchedicaffè! Ah sono quel mavaffanculomerda in seconda fila che ti ha insegnato i segreti dell’indossare l’archetto del microfono!

  12. Pietro Rolandi

    Che stile, che classe. Tra un mavaffanculo merda e una merda d’autore siamo a livelli sempre più alti.
    Non voglio entrare nel merito, è già stato detto tutto, Vorrei parlare però del modo, fuori dai cori da stadio e dalle facili prese di posizione di parte.
    Non mi curo degli insulti, ce ne saranno anche stati tanti, ma perdipiù ho letto moltissime critiche argomentate e prive di aggressività da parte di chi, in tanti, sono rimasti delusi da lei e dal progetto.

    Questo è il suo blog e qui ha deciso di rispondere.
    Bene, credo che da parte sua ci si aspettasse quantomeno una spiegazione un po’ meno edonista e superficiale di quella che ha scritto in questo post.
    La “deve” a chi le ha chiesto spiegazioni in toni pacati e soprattutto educati. Se poi ritiene di non sentirsi eticamente e/o moralmente obbligato a fornirla, sappia che anche io mi aggiungo alla massa di chi contuinerà a stimarla come professionista, ma un po’ di meno come persona.

  13. Bruko

    Stavo scrivendo un sacco di cose, ma non hanno poi tutto ‘sto senso.

    Lascio solo la nota sulla Woodman.
    Le stampe della Woodman fanno cagare. Era una pessima stampatrice e parlando con i suoi insegnanti alla RISD lo ammettevano candidamente: era una studentessa all’inizio di un percorso fotografico, poco interessata alla questione tecnica. Quasi tutta la roba che si vede nelle sue mostre e’ comunque un lavoro scolastico, per certi versi acerbo.
    Pero’ estremamente sincero e coraggioso. Ed e’ per questo che ha un valore.
    Trovo pero’ interessante come qualche anno fa la Woodman per gli italiani fosse una sconosciuta e la reazione alle sue foto fosse spesso “si vabbeh, e’ una che si fotografa nuda, capirai”, ma da quando le foto sono state ingrandite e inchiodate ad un muro improvvisamente e’ diventata fantastica.

  14. Marcello

    Il buon Benedusi voleva far parlare di se, evidentemente ne ha un bel po’ di bisogno in questi chiari di luna…
    Mi rifiuto credere che pensi veramente alle stupidaggini che ha detto.
    Nel caso invece lo pensasse davvero, potrei suggerirgli che ci sono tanti altri mestieri decorosi, come vendere le verdure in piazza, accudire alle persone anziane, ecc… ecc… ma di lasciare la fotografia a chi la ama davvero e non la strumentalizza per fini personali poco nobili.

  15. Simone Lomuoio

    Assolutamente contrario all’affermazione di Bruko sulla Woodman: ”
    Trovo pero’ interessante come qualche anno fa la Woodman per gli italiani fosse una sconosciuta e la reazione alle sue foto fosse spesso “si vabbeh, e’ una che si fotografa nuda, capirai”, ma da quando le foto sono state ingrandite e inchiodate ad un muro improvvisamente e’ diventata fantastica

    E’ una falsità immensa. Francesca Woodman è da sempre conosciuta in Italia dalle persone che hanno portato avanti la cultura fotografica, Giovanni Chiaramonte, Gabriele Basilico, Luigi Ghirri. Ai loro studenti veniva già fatta studiare. Ed io l’ho conosciuta proprio frequentando queste persone. Il non essere nota alla massa non significa assolutamente che non era conosciuta e studiata. E se veniva divulgata da queste persone che sono eccellenti tecnici (forse troppo direi) significa che a nessuno di questi Maestri fregava niente se “Le stampe della Woodman fanno cagare”.

    Anche Cartier-Bresson era un pessimo stampatore. E cosa importa?

  16. martina

    Perfetto, ora ne avete dette veramente tante!
    E credo che se non mi fossi chiamata Martina Colombari, tutto sarebbe filato liscio…
    Questo è il punto: il non voler accettare la mia normalità !
    Infatti, come può essere normale una ragazza di Riccione che vince miss italia 20 anni fà , poi fa la modella, lavora in televisione, diventa attrice, inizia a guadagnare, sposa un uomo bello, ricco e famoso, e fanno pure un figlio bello, di nome Achille.
    Che fa la volontaria NPH ad Haiti già da tre anni e prima ancora del terremoto raccoglieva cadaveri putrefatti in mezzo a vermi e topi in celle frigorifere senza corrente.
    Che un bel giorno gli viene anche regalata una macchina fotografica e gli si chiede di “raccontarsi” attraverso quello strumento, attenzione! non di fotografarsi.
    Cosi inizia a giocare, sperimentare, piangere, ridere, sbuffare, odiare, pensare…ma anche non pensare.
    Non pensare a cosa dirà la gente, non pensare a dare alla gente quelle solite immagini che la gente si aspetta da me.
    E’ un giù la maschera inaspettato però, non deciso…..è avvenuto da solo, in questo percorso di due mesi, in questa auto-seduta psicologica, e il mettermi in discussione che tanto mi spaventava, nella vita , con gli altri , stava avvenendo.
    Non c è presunzione in questi miei momenti, attimi di vita appesi sui muri dello Spazio Forma .
    Non c’è fine commerciale con Canon, nè un rimborso spese, nè un foglio di carta sul quale viene richiesta questa mia prestazione.

    Per la prima volta sono riuscita a togliermi quella divisa che tanto mi infastidiva per potervi dire: ”Guardatemi così!”
    Un GUARDATEMI COSI’ che parte dalla pancia, un vomito per tutti quelli che per una volta hanno voglia di ascoltarmi.
    Perchè anche la fotografia, brutta o bella che sia, amatoriale o prefessionale che sia, comunica, parla, smuove…
    Tutto ciò che mi smuove mi emoziona, mi fa godere, mi fa vivere…… buonanotte!

  17. Bruko

    Simone (che non so perche’ ma hai duplicato il commento anche nel mio blog): il punto e’ che io stavo parlando esattamente delle masse. Di quelli che commentano una fotografia dal punto di vista tecnico e che sono diventati superfan della Woodman da quando c’e’ stata la mostra a palazzo della ragione (o a Siena) e quindi hanno scoperto che e’ troppo un’artista seria se c’e’ un catalogo con le sue foto.
    Ti assicuro che anche persone con una buona cultura fotografica nel 2002 la Woodman non sapevano chi cacchio fosse (e se lo sapevo io era solo perche’ ci sono inciampata alla RISD).

    L’essere tecnicamente non eccelsi non interessa a me, a te, a Ghirri, a Pinco Pallino. Ma forse non hai letto i commenti alle foto, perche’ pare che a un sacco di persone interessasse proprio quello. Per cui al di la’ di dire che tu la Woodman la conoscevi gia’, in che modo esattamente non saresti d’accordo con me?

  18. Maria

    @Bruko
    “la Woodman era una studentessa all’inizio di un percorso fotografico, poco interessata alla questione tecnica. Quasi tutta la roba che si vede nelle sue mostre e’ comunque un lavoro scolastico, per certi versi acerbo.
    Pero’ estremamente sincero e coraggioso. Ed e’ per questo che ha un valore.”

    la Woodman forse non era una brava stampatrice forse le sue tecniche fotografiche non erano eccelse… ma le sue stampe comunicano un pensiero, un malessere, una ricerca interiore, fragilita’, poesia, riflessione, profondita’ di pensiero… le immagini comunicano punto

    Tecnica o pensiero, idea comunicazione? Le immagini della Woodman, fanno pensare senti sulla pelle dolore, malessere, malessere che moltissime donne e artiste hanno sentito in passato… logorio, dolore, profondita’, ricerca… un percorso comune di morte …. scappo devo andare …ci sarebbe ancora molto da dire…Bruko sei un uomo o donna?

  19. Simone Lomuoio

    @ Bruko:

    1- il duplicato del commento è un “refuso”. Provavo ad inserirlo nel tuo blog e wordpress mi diceva che “si è verificato un problema, probabilmente hai già inserito il commento”…quindi la mia risposta è “lo ignoro” 🙂

    2- io non ero d’accordo con te solo nella parte in cui scrivi “per gli italiani era una sconosciuta”. Poi però mi hai chierito che parlavi delle masse. E non trovo più elementi di disaccordo. E condivido tutto quello che hai scritto sulla Woodman.

    3- io la mostra l’ho vista sia a Siena l’anno scorso che al Palazzo della Ragione quest’anno. Secondo me vince 100 a 1 quella di Siena. Al Palazzo della ragione hanno trasmesso i suoi video in formato 16:9…così Francesca sembrava un Barbapapà! Ed inoltre l’allestimento di Milano era ridicolo…non si riusciva a capire la divisione dei discorsi cosa che a Siena era semplicissimo. Io mi ricordo che mi dissi che visitasti Siena…ma non mi ricordo se hai visitato anche Milano.

  20. Bruko

    Maria, stai ripetendo quello che ho detto io: non è la tecnica che conta (non sempre, almeno)
    E cosa ti cambia, se sono un uomo? È solo l’utero a dare il diritto di ” capire” un certo tipo di sofferenza? O c’è qualcosa di più universale nelle sue foto?

    Simone: ho visto solo Siena, dopo aver ricevuto gli stessi commenti che hai fatto tu sulla mostra di Milano da più parti…

  21. Maria

    Cambia perchè il ruolo della donna fino al dopo guerra era di puro presenza ornamentale … le donne non venivano riconosciute nell’ambito letterario nell’ambito artistico in genere nascevano per fare figli pura decorazione non che oggi la cosa sia cambiata…..solo culi e tette al vento…il cervello di una donna è preso in minima parte in considerazione…
    Se leggessi la letteratura americana…le prime donne a scrivere erano quasi tutte sull’orlo di una crisi di nervi….
    Le donne hanno faticato ad essere riconosciute come individui indipendenti, per scrivere addirittura alcune utilizzavano nomi maschili dovevano cammuffarsi… ecco cosa cambia …
    Le donne hanno faticato per affermarsi e per essere riconosciute nell’ambito in cui operavano…

    discorso lungo non ho tempo …tutti si stupiscono della schiavitu’ nera …degli ebrei …di varie dittature in genere..
    ma la condizione della donna vessata nel tempo…se ne parla poco e con sufficenza …
    la Woodman è una delle vittime di tutto qs…

    bye bye
    l’utero in qs caso fa la differenza e fa la differenwza conoscere altre donne che si sono uccise come la Woodman con un percorso simile nella stessa lotta …lotta per vivere …………….

  22. Maria

    Lotta per essere riconosciute nella loro ricerca…nella loro arte

  23. Bruko

    se c’e’ una cosa di cui sono convinta e di cui ho avuto conferma da chi ha lavorato con lei, l’ha conosciuta ed ha visto crescere il suo lavoro (nello specifico Sloan Rankin e Hardu Keck) e’ che della condizione femminile a Francesca fottevasega.
    Il suo e’ un discorso intimo e personale, che lei sia una donna e’ per certi versi incidentale, il fatto che sia stato usato per descrivere la condizione femminile e’ l’esempio di quanto spesso il messaggio sia nell’occhio di chi guarda e nel modo in cui decide di usarlo.
    Peraltro molto del lavoro della Woodman e’ stato deformato dal suo rapporto con i genitori, che al momento gestiscono i suoi lavori. Poi vabbeh, ci sarebbe un casino di roba da dire, ma anche no.

  24. Maria

    L’individuo va contestualizzato nel periodo storico in cui vive…….
    Cosa accadeva nel mondo e quale era la condizione femminile?
    e quale era la percezione del mondo femminile allora? Le donne che ruolo avevano nella societa’…. erano completamente emancipate?
    La Woodman naqcque nel 58…..e mori’ nell’81 cosa accadeva nel mondo e in particolare negli Stati Uniti… e tutto cio’ non si rifletteva nel pensiero della Woodman?

    Negli anni 60 neppure gli afroamericani avevano conquistato pienamente i diritti civili e le donne???
    Bruko cosa accadeva? Contestualizza il personaggio…

    scappo notte

  25. iara

    Salve Martina,
    leggendo tutto quel che si è detto e per ultimo il suo commento mi rendo conto di quanti, ma non tutti, si siano limitati all’insulto.
    Chi le parla non è una fotografa professionista, non ambisco nemmeno nel diventarlo. Chi le parla è una ragazza che ama molto la fotografia e fotografare. Non ho una cultura vastissima ma comprendo bene le persone civili che hanno criticato il modo in cui la mostra è stata presentata. Criticare non significa per forza vomitare cacca addosso a chi o a cosa. Del resto esiste da che esiste l’uomo chi si esprime senza rispetto o educazione, non abbiamo scoperto l’acqua calda qui nello specifico. E qui rispondo anche alle parole di Settimio. E’ uno stimato fotografo, se qualcuno la chiama merda quel qualcuno è un maleducato. Non credo che nella vita lei abbia incontrato solo gente educata =) ai miei occhi acerbi nessuna brutta parola dovrebbe “sconvolgerla” poichè nessuna brutta parola può toglierle quel che lei ha creato nel suo percorso professionale e la stima che ha per se stesso o la stima di chi la stima =)
    Forse avrei dato spazio alle critiche costruttive, non alle brutte parole dei maleducati.

    Tornando a Martina, Io posso dirle che dal mio punto di vista, gli scatti non mi sono sembrati davvero la sua normalità. Chiaro che non conosco la sua normalità, le parlo delle emozioni o pensieri che ho provato nel guardare le sue foto. Mi sono sembrate molto teatrali, molto personaggio, poco umane. Non sono riuscita a vederci una ricerca profonda un mettersi davvero a nudo, un’emozione reale. Ma è più probabile che io non abbia la sensibilità per leggervi i suoi intenti.
    Posso dirle che in uno dei corsi di fotografia a cui partecipo (sempre per diletto non per diventarlo) ho fotografato una modella senza veli, il famigerato nudo artistico, ero imbarazzata, io al posto suo, con tutti i miei vestiti addosso. La modella candidamente mi ha rassicurata dicendo che sono 10 anni che fa questo mestiere e che stare nuda o vestita è più o meno la stessa cosa per lei (nell’ambito lavorativo si intende).
    Ho visto lei, lei Martina, in alcuni scatti nel tentativo di autofotografarsi emulando quasi se stessa quando è qualcunaltro a fotografarla. Io credo che Martina nel suo privato non sia soltanto una modella, un’attrice, ma una persona. E della verità che c’è in una persona al di fuori del suo ambito io non ho visto nulla. Ho visto lei Martina sperimentare uno strumento sconosciuto nel modo da lei conosciuto, ma non sentirlo sulla pelle.
    Quel che è arrivato a me da semplice amatrice della fotografia e che si diletta con la fotografia e che nella vita si guadagna il pane facendo altro e che non ambisce alla professione di fotografa, è che se sei un grande fotografo stimato e conosciuto che ha per amica una donna che è un personaggio pubblico, stimata e conosciuta che però non conosce la fotografia, hai la possibilità di esporre in un ambito importante – fotograficamente parlando – senza alcun problema, senza nessuna difficoltà, gavetta, sacrificio, senza nessun lavoro dietro. Senza essere fotografa.
    Ci sono persone che vivono del mestiere di fotografo. Che lo fanno con dedizione assoluta per pochi spicci e mettendosi in gioco a 360°, che avrebbero il merito di, ma non conoscono grandi fotografi stimati e acclamati. Persone che sanno quello che fanno..
    E che hanno il diritto di dire ciò che pensano se nel dirlo sono educati. Se contestano una scelta di pensiero. Se contestano una presentazione che anche a parer mio non mette davvero a nudo la “persona”.
    Purtroppo quello che ho visto è che queste critiche costruttive sono state ignorate e si sono messe in evidenza solo e soltanto quelle incivili. Le brutte parole. Le cattiverie.
    Perchè?
    Io da persona che compra stampe fotografiche, libri fotografici, che segue convegni, workshop ecc di stimati e grandi fotografi, che segue con ammirazione, senza pretese personali a livello fotografico, mi aspetto che sappiano rispondere alle critiche costruttive per creare un confronto, onesto, forte, vero, educato.
    Non un lamento sulla parola merda e altri insulti stolti, o un lamento su chi parla dicendo cattiverie come “beh la Colombari ha mostrato le tette e quindi?”

    Perchè.

  26. Mario Bucolo

    Continuo, sorpreso, a leggere tutto questo ambaradan sulla mostra della Colombari. E’ stata un’operazione commerciale di Canon che ha trovato nella Colombari, anche per il suo impegno sociale non pubblicizzato, un personaggio per questo esperimento. Ma c’era tanto bisogno di tutte queste critiche? I problemi reali della fotografia sono questi? Curti dice giustamente che questo evento sta avvicinando la gente comune al mondo della fotografia, ottimo risultato direi. Poi vien difficile andar in profondità su quanto può esser definito fotografia d’arte e chi la può definir…perché allora le stesse critiche andrebbero rivolte a chi fa mostre dove il soggetto è una sedia magari fotografata 10 volte etc etc…
    Mi sembra veramente una discussione centrata sul nulla. Ho letto critiche furibonde da parte di giovanissimi, fotografi magari alle prime armi, saliti in cattedra a dar giudizi anche sull’operato di chi ha qualche annetto in più di esperienza. Insomma, come nel calcio, anche in Italia siamo tutti critici!!

  27. Nicola

    Toc toc.. permesso..
    Il primo impatto che ho avuto con le fotografie scattate da Martina è stato negativo.. Ho criticato nel mio intimo la qualità delle foto, Settimio e via dicendo.. Poi però ci ho riflettuto con calma e mi sono convinto che sto sbagliando tutto, che Settimio è più avanti di me e di moltissimi altri e che Martina ha dimostrato di essere una persona intelligente.
    1) Sto sbagliando tutto: si esatto sto sbagliando tutto.. quando scatto una foto mi preoccupo troppo di esposizione, composizione e via dicendo.. e poi una foto tecnicamente quasi perfetta come quella di tutti gli altri.. Mi devo staccare da tutto questo sistema di cloni che non caratterizza + un fotografo da un altro.. Settimio, se questo era il messaggio o uno dei messaggi che volevi passare credo che tu ci sia riuscito… il mondo delle fotografia per progredire ha bisogno di novità, di chi osa qualcosa
    2) Se Settimio è professionalmente arrivato ad avere successo non è solo per le sue immagini.. Spero che non me ne voglia ma credo che al mondo ci siano o possano essere molti altri fotografi con le sue capacità tecniche, ma quello che lo ha contraddistinto è la sua capacità di andare oltre e di anticipare, provocare, scuotere gli animi.. Questa ne è una dimostrazione chiara..
    3) Martina Intelligente: dopo questa performance di Martina quello che mi rimane è che sia una persona estremamente intelligente. Si perché solo una persona intelligente rischia e decide di mettersi in gioco… Che ritorno può avere una persona famosa, ricca, bella nel mostrare a tutti di non essere tecnicamente brava a fotografare, di mostrare che come tutte le mogli del mondo quando si sveglia ha le occhiaie? Credete veramente che non avrebbe rischiato meno facendosi fare le foto da qualcun altro e spacciandole poi per sue? Non stiamo parlando di una perfetta sconosciuta che allora pur di avere i 5 minuti di notorietà avrebbe fatto questo ed altro ma di qualcuno che si è costruita una certa immagine nel tempo anche basata sulla sua fisicità e che decide di mostrare una parte di se stessa, una parte nascosta al grande pubblico.. A chi sostiene che le immagini non siano molto introspettive vorrei domandare: ma siamo proprio sicuri che sia così semplice fare una analisi introspettiva e poi comunicarla al grande pubblico con delle fotografie??

    Scusate l’intromissione..

  28. digeiset

    Le foto non mi piacciono. non provo nulla. Ho già visto milioni di scatti così. Una Tracey Emin dei poveri.
    Lavoro per l’arte contemporanea come fotografo (che documenta) da quasi 25 anni.
    Non ho pregiudizi per nessuno.
    Mi sembra un’operazione di marketing.
    Ormai tutto è marketing, hai fatto bene a portare Martina.
    In fondo è il marketing che regola l’accesso alla visibilità, una sorta di oligarchia artistica.
    Ed il cerchio si chiude.
    Fino a che le gallerie lavorano e vendono a me sta bene.
    Della fotografia e dei fotografi non me ne frega niente. Mi interessa cambiare macchina spesso, il camper, spostarmi nei fine settimana in giro per l’europa.
    E guardando un progetto del genere non credo di essere l’unico.

  29. digeiset

    Anni fa seguivo un progetto di uno sponsor di un campione di motociclismo.
    Famoso ancora oggi. C’erano tanti fans intorno a lui. stavamo in RAI, Presso gli studi DEAR.
    Il campione di moto attorniato di persone firmava autografi, poi arrivò un conduttore televisivo, i due si spostarono in disparte, i fan furono allontanati.
    Io fotografo dello sponsor stavo lì, sentii i discorsi.
    Il campione di motociclismo invitò il conduttore a correre e provare la moto a Vallelunga e ci andai anch’io pochi giorni dopo.
    Lui, il conduttore non era un motociclista, un amatore, un appassionato. al massimo aveva condotto il suo scooter.
    Ma ebbe la possibilità di provare una delle moto più veloci che esistono. Fotografi, servizi sui TG, articoli sulle riviste patinate.
    Ecco cosa intendo quando parlo di marketing, di cerchio che si chiude, di oligarchia.
    Nessuno è così pazzo di esporsi per uno sfigato, lo sponsor non paga, non si fa notizia.
    E a nessuno interessa se il conduttore televisivo non sa guidare una moto 500.
    Fa notizia. Il mondo gira così.
    A chi interessa la fotografia? A chi interessa uno sfigato qualsiasi allo Spazio Forma?
    Alla Canon? Vi imaginate una multinazionale, una tempio fotografic ed un fotografo famoso smuoversi per un pinco pallino.
    Non avete capito niente.
    I soldi, gli sponsor, gli articoli, internet, la pubblicità.
    tutto questo fa chiudere il cerchio e mi meraviglio del fatto che proprio tanti fotografi non l’abbiano capito.

  30. alan

    beh.. Settimio ..in effetti… se di ricerca introspettiva mi parli.. dalle immagini che ho visto.. mi sembra una ricerca introspettiva molto, molto, molto costruita e per niente spontanea… questa e’ la mia opinione sulle foto di martina.

  31. alan

    ..Detto questo… non ci trovo nhessuno scandalo al fatto che un personaggio si dedichi alla fotografia e poi gli scatti prodotti esposti; Martina colombari non e’ ovviamente un’artista o fotografa d’arte; ha semplicemente cercato di dare (forse) un senso piu’ profondo alla sua quotidianita’; la fotografia e’ anche una scoperta e un media d’educazione alla cultura.
    Vi incazzate perche’ ha esposto?… il solito piagnistero di chi non ce la fa’ e deve trovare un responsabile in tutto e tutti per i propri fallimenti.

  32. digeiset

    Mi sembra il solito ragionamento reazionario alla Alberto Sordi.
    Ovvero: “Ci stanno i raccomandati ma se sei veramente bravo ce lafai”
    E’ tipico italino e intanto il raccomandato a soffiato il posto a qualcuno sicurament epiù bravo di lui, certo poi ci stanno i fuoriclasse che emergono lo stesso…Spero che una ventata nuova spazzi via questa mentalità. Non a caso sopra parlavo di oligarchia.
    Non c’è mobilità sociale. Gli amici degli amici i cugini degli zii, le case a Montecarlo, i figli trota in regione, igieniste dentali a 10.000 euro al mese.

    Destra e sinistra tutti uguali… ma che siamo in un film di alberto sordi? Te lo meriti alberto sordi

    http://www.youtube.com/watch?v=VMPClDFSH7o

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