FOTOMETRO

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è tutto un trionfo, soprattutto su internet e sui vari social network, di persone che si definiscono FOTOGRAFI, con tanto di sito, portfolio, blog e tutte quelle cose lì…
è una cosa che, lo dico assolutamente senza ironia, mi piace molto: lungi da me ogni velleità di corporativismo…e poi è la meravigliosa forza della rete quella di permettere a tutti di salire su un palco, far vedere i propri lavori e mostrare quanto si valga.
ecco, forse peró il problema nasce proprio qui: quanto si vale?
da un lato c’è il “de gustibus”, per cui va bene pubblicare qualsiasi cosa e se piace a te è già più che sufficiente, dall’altro ci devono essere dei parametri per poter (obiettivamente!) giudicare il lavoro di un fotografo.
e qui intervengo io!
con la mia consueta arroganza e presunzione vi voglio dare un prezioso strumento per valutare il vostro lavoro!
funziona cosí: si parte da 100 punti, quelli che la generosità del web mette a disposizione di tutti, di default.
da questi 100 punti si sottraggono 10 punti per ogni risposta affermativa alle seguenti domande.
alla fine saprete (con esattezza matematica!) il vostro valore di fotografi.
si comincia:
-firmate in calce con nome cognome le vostre fotografie.
-avete nel vostro sito fotografie fatte con HDR.
-il vostro sito ha la musica.
-avete fatto fotografie a donne nude o in intimo in una fabbrica abbandonata.
-non avete mai venduto una vostra fotografia a più di 1.000 euro.
-nel vostro portfolio avete fotografie di tramonti e/o maschere a venezia e/o gattini e/o pescatori con rughe in bianco e nero.
-possedete meno di 50 libri di fotografia.
-avete scritto sotto una vostra fotografia con quale macchina fotografica e obiettivo è stata realizzata.
-pubblicate sul vostro sito finti editoriali, con tanto di titolo, crediti vari e didascalie (gli altri non lo sanno che sono finti, voi peró sí: dai, giù un bel 10 punti!)
-se avete risposto SÍ alle nove domande precedenti e se avete tenuto o pensato di tenere un workshop perdete non 10 ma 20 punti, andando direttamente a meno 10.

ecco questo è quanto.
non è assolutamente uno scherzo.
avete finalmente uno strumento fondamentale per valutare il vostro lavoro: il FOTOMETRO!

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It is a triumph, especially on the internet and the various social networks, of people defining themselves PHOTOGRAPHERS, with a website, portfolio, blogand all those things…

It is something which, and I say it without any irony, I like very much: far be it from me every aspiration of corporatism… and then the wonderful strength of the network that allows everyone to get on a stage to show their work and show they are worth it.

There, maybe the problem starts right here: how much are you worth?

On the one side there is the “de gustibus”, where its ok to publish anything and if you like it its more than enough, on the other there must be some sort of parameters to be able (objectively) to judge the work of a photographer.

And this is where I intervene!

With my usual arrogance and presumption I want to give you a precious instrument to value your work!

It works like this: you start with 100 points, those that the generosity of the Web makes available to everyone, by default.

From these 100 points you subtract 10 points for each affirmative answer to these questions.

At the end you will know (with mathematical exactitude!) your photographic value.

Here we go:

–  You sign your photographs in limestone with your name and surname.

–  You have photographs in HDR on your website.

–  Your website has music.

–  You have taken photographs of naked women or in underwear in an abandoned factory.

–  You have never sold one of your photographs for more than €1.000.

–  In your portfolio you have photographs of sunsets and/or masks in Venice and/or kittens and/or fishermen with wrinkles in black and white.

–  You have less than 50 books on photography.

–  You have written under each photograph which camera and lens you have used to take the picture.

–  You publish fake editorials, with title, credits and captions (the others don’t know that they are fake, but you do: c’mon, down by 10 points!)

–  If you have answered YES to the nine questions above and if you have held or have been thinking of holding a workshop you lose not 10 but 20 points, goign directly to minus 10.

Here, this is all.

Its absolutely not a joke.

You finally have a fundamental instrument to be able to value your work: the PHOTOMETER!

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224 risposte

  1. Alessandro Avenali

    Settimio, t’è andata bene che il web è arrivato dopo la tua affermazione professionale, altrimenti altro che firme in calce…

    Un abbraccio.

  2. Riccardo

    Non avevo ancora guardato il sito di Settimio, lui GIUSTISSIMAMENTE dice che mettere la musica fa perdere 10 punti, ma io aggiungerei che mettere un video sgranato in loop fa perdere 50 punti e fare una pagina introduttiva da skippare come negli anni ’90 ne fa perdere altri 10, quindi Settimio perde 60 punti e diventa insufficiente (suppongo che la sufficienza sia 60) prima ancora di aprire il suo sito… bhè non male come risultato!

  3. Riccardo

    toglierei poi altri 10 punti per gli effetti vintage che Settimio mette su alcune foto, è a quota 30!

  4. Tiziano

    Francesco Rossi, ma che stai a di?
    Io a Milano ci lavoro e dato che fotografo per lavoro e passione ( moda per passione reportage per lavoro)
    se ho la vecchia che pela le patate fatta in bosnia rugosa accentuata in b/n magari con un poco di hdr
    è una bella foto che io produco per vendere a settimanali e se il fotografo fico alza il sopracciglio non ha capito na mazza.

  5. Beatrice Bruni

    Sei eccessivo (e lo sai) ma un po’ hai anche ragione.

  6. Wilson Santinelli

    Che importa saper fotografare?
    Nel bene o nel male l’importante è far parlare di se!
    Questa è la chiave moderna del successo.

    Bravo Benedusi, ci stai fregando a tutti!!!

  7. Raffaele Stefani

    50 punti!
    Se mi prendi come assistente mollo la musica! 😀
    Raffa

  8. Raffaele Stefani

    ah no… non mi definisco fotografo… quindi non si applica 😀

  9. alessandra

    Quante cazzate!
    Tutta la mia stima a livello professionale, ma quando si raggiungono altissimi obiettivi non si tende forse a perdere il contatto con la realtà? Non esistono solo grandi metropoli con ampie possibilità di ingaggi, fotografi dalle quotazioni astronomiche e scatti sempre e solo di pura arte sublime.
    Esiste chi lavora nel piccolo, chi si imbarca nei primi debiti per comprarsi una canon 7d sapendo che è il massimo a cui possa tendere con uno stipendi da neo freelance di provincia, e sono quelli che guardano ai grandi quotati fotografi pensando “non sarò mai come loro”. Ma per fortuna…ben lungi dalla spocchia.

  10. nry900

    Con quello che hai scritto altro che 100 punti almeno mille ne hai guadagnati. Complimenti per la sottile ironia che in molti non credo abbiano interpretato nel migliore dei modi.

  11. cristian

    per rispondere a claudio rancati: “L’HDR, acronimo di High Dynamic Range, è una tecnica utilizzata in grafica computerizzata e in fotografia per consentire che i calcoli di illuminazione possano essere fatti in uno spazio più ampio (un high range appunto) e si possano rappresentare valori di illuminazione molto alti o molto bassi.” (wikipedia) HDR non significa necessariamente fare dei tone mapping finto-cartoon. Esistono foto HDR che non sembrano HDR. PS-non mi ritengo al pari di Ansel Adams, è solo che mi fanno arrabbiare le provocazioni. D’altra parte come qualcuno ha notato è una forma di pubblicità e forse egocentrismo. Traducendo liberamente una frase di Wilde: l’importante è che si parli di me, nel bene o nel male…

  12. francesco rossi

    Tiziano:

    come dici giustamente la moda non la scatti per lavoro (anche se devo ancora capire cosa significhi scattare moda “per passione”, dato che per moda mi sa che si intenda un ambito commerciale di fotografia: per passione potrai scattare ritrattistica, glamour, ecc). Se lavori come reportagista puoi fare tutte le tue fote in bn sparato eccetera e poi scrivere nei siti che la realtà non va artefatta e quel che vuoi. Magari qualche rivista te le compra e va benissimo così, lungi da me il giudicare. Do per scontato che tu sia un bravo professionista. In moda però non funziona così. Quello che Benedusi voleva dire (lo si legge tra le righe ripulendo la montagna di egocentrismo tipica di chi per confronto intende “io sò io e voi nun siete un cazzo”) è che nel mondo milanocentrico del fashion italiano in cui lui opera l’immagine del fotografo, la sua capacità di vendersi, supera di gran lunga quella di scattare. Faccio il figo con le foto dall’i-phone perché “quel che conta è il talento”, mi intervista l’omino di radio deejay, parlo di 50 libri di fotografia e poi scatto la Senicar sulla spiaggia col culo di fuori, l’assistente si siede per ultimo a tavola e si alza per primo… t’è capì come funzia la fotografia di moda? Questo è un malcostume italiano, ma funziona. Lo dimostra il fatto che Benedusi di conseguenza a post come questo goda di buon seguito a livello di immagine e sia conosciuto anche fuori dalla cerchia degli addetti ai lavori al contrario di molti altri professionisti.
    Ma al di là del fatto che B. possa essere simpatico o meno, quel che scrive non è una cretinata. Lo ripeto: ho fatto leggere il mio port a molti fotografi in area meneghina con la speranza di collaborarci: in secondi tre capivano tutto delle mie foto, il mio valore come professionista e quel che vuoi. Il resto del tempo erano frecciatine alla scelta delle modelle magari sotto gli standard fisici in alcuni casi, domande sibilline con SEMPRE l’assistente che sghignazzava come un cagnolino addomesticato, “Ma tu ci vai alle feste?” “Ma almeno tiri di coca?” “Non lo sai che la fotografia è un LINGUAGGIO? Adesso mi dirai che non sei neanche ricchione!” e via così. In sostanza a loro interessava fino a mezzogiorno che fossi “bravo”: questa è una dote richiesta a prescindere, una sine qua non. Oggi siamo tutti bravi, scattiamo vagonate di foto, è chiaro che ad un professionista possiamo portare 20 immagini non da buttar via. Solo che all’estero fuor che il talento richiedono passione, dedizione, stacanovismo, aggiornamento, sbattimenti. Qua chiedono che tu frequenti questo e quello, che sappia come sta la cagnolina della contessa, che faccia da assistente con le scarpette dell’estate, e via così. Luigi Ghirri appendeva in casa foto di lui con Cavazzoni o Celati. Settimio Benedusi appende quelle di lui con Saturnino. Lo ripeto: giudicare non ha senso, va bene se si vuol fare il provincialotto. Quel che ha senso è riconoscere che ci siano delle regole extra fotografiche, che queste regole possono essere cretine ma che se non le si rispetta in Italia non si va avanti.

  13. Roberto

    Molto bello il post di Francesco, regole e regole da rispettare, concordo in pieno!

  14. francesco rossi

    Non so se Roberto sia sarcastico o sincero. Quel che voglio passi è che non intendo giudicare sul piano morale le affermazioni di Benedusi. Nè sono pagato da chicchessia per dargli ragione e via dicendo. Soltanto, dalla mia piccolissima esperienza di giovane che tenta di lavorare e pagarsi le bollette in questo ambito, DEVO riconoscere che le cose stanno come Benedusi sottolinea. Ovvero: se vuoi lavorare a certi livelli e in certi ambienti devi non solo fare buone foto, ma apparire in una determinata maniera.
    Se queste cose non stanno bene, ed è del tutto legittimo e comprensibile che a molti non stiano bene, poi non ci si lamenti che nessuna agenzia a Milano (non solo a Milano, ma di sicuro anche a Milano) non fa firmare contratti. Sarebbe come dire: voglio giocare nell’Inter ma non voglio allenarmi in Pinetina perché mi sta sulle balle il sistema distorto del calcio italiano, gli ingaggi eccessivi, il calcioscommesse eccetera. Eh no, se non ti sta bene allora giochi in serie b o ad un altro sport. Benedusi gioca a farsi pubblicità con questi post, così poi potrà dire nel prossimo meeting in IED o simili “Io smuovo i pensieri, punzecchio le coscienze” e queste menate qua, però ha anche il merito di essere tra i pochi a non essere così ipocrita da dipingere sè stesso e la professione come un mondo fatato dove si “coglie l’attimo” perfetto e si “catturano sensazioni d’amore”.
    Se si vuol vivere la fotografia di moda come estro creativo e simili va bene, ma è un’idea del mondo molto ingenua, a mio modo di vedere, e che di certo non paga. I miei amici assistenti fanno la fame o accettano redazionali esteri MAI pagati, pur di fare curriculum. I fotografi non prendono più assistenti fotografi perché “l’assistente non è un fotografo, è un mestiere a parte e lo si fa per tutta la vita”. Ed io sto seriamente progettando di trasferirmi fuori dall’Italia per firmare qualche servizio, perché qui mi chiedono chi frequento prima ancora di guardare le foto.
    Ragazzi, lamentarsi è inutile o controproducente. Si lavora se, come prima cosa, si prende coscienza della realtà. Se non si ha necessità o seria intenzione di lavorare in questo ambito, allora benissimo, tutti a dire cosa è giusto, l’arte, l’hdr, la musichetta, mi vesto in tuta, i seppiati, i fish eye e quel che vi pare. Ma ci sono quelli, come me, che, scusate la franchezza, non hanno alcuna intenzione di passare il resto della vita a fotografare cresime del cazzo, matrimoni di camionista & parrucchiera o people di eventi aziendali, e per tutti noi post come questo sono comunque piccoli “manuali delle istruzioni”, o comunque consigli che magari non cambiano la vita, ma di certo contribuiscono ad aiutare a pagare luceacquagas.

  15. Matteo

    Bellissimo e demoralizzante commento di Francesco.
    Io sto muovendo i primi passi nella fotografia da professionista e non ambisco al mondo della moda. (menomale)
    Ho fatto altro fino ad adesso, nella vita.
    Suggerimenti e consigli sono bene accetti.

  16. mirko

    lui provoca e voi tà incappate nella rete! cmq ha ragione… oggi son tutti fotografi, tutti hanno il sito pure io che nn son nessuno!

  17. Roberto Manetta

    Passando per caso….Sarebbe interessante discutere con l’autore di questo articolo sul tema ” fotografare,cosa significa per noi oggi”……
    Saluti

  18. Max

    @Francesco eri partito bene ma sei finito malissimo: “non hanno alcuna intenzione di passare il resto della vita a fotografare cresime del cazzo, matrimoni di camionista & parrucchiera”.
    Che banalità scusami davvero… ancora con sto luogo comune della fotografia di matrimonio di serie B…
    Per favore guardati questo http://www.benchrisman.com e mille altri potrei suggerirti…
    Forse è colpa dei tanti che si scontrano con la realtà e pensano che siccome fotografavano senza camparci delle “cazzo di modelle” possono fare anche dei cazzo di matrimoni. I risultati sono quelli che sappiamo.
    Poi, ti pregherei di portare rispetto per il cammionista e la parrucchiera, che probabilmente fanno il loro lavoro magari con meno passione ma con molta più dignità di quanto sembri dimostrare tu nei confronti del tuo.

  19. gianluca sciacca

    Si Settimio, adesso che ci rifletto, hai ragione. Quello che hai scritto non è fine a se stesso e non ci credi neanche tu. Secondo me la verità è che sei un po megalomane ed egocentrico e ti nutri di questo, del caos che combini ogni qual volta fai una tua provocazione, elogiato o criticato non importa, importa invece che siamo tutti qua a leggere le cazzate che hai scritto. Hai scritto una cazzata ma non vuol dire che sei uno spara balle, sei uno stronzo solamente! Settimio guarda che hai combinato? A me, stamattina, per poco non veniva un infarto dopo aver letto la teoria del fotometro, tu sei matto da legare, noi siamo qui che stramazziamo per quello che scrivi e tu sei li che te la ridi magari in compagnia di qualche bella come la Colombari o quell’altra, come si chiama… Catrinel Menghia.. e bravo Settimio, divertiti pure ma tanto giuro che non mi farai più incazzare! No, con me non funzionerà più! ADIÓS

  20. francesco

    Ma forse non si risolveva tutto con una sola domanda?

    Ti mantieni con gli scatti che fai?

    forse bisognerebbe distinguere tra chi fa il fotografo per mestiere… che non necessariamente lavora per riviste importanti, e chi è un artista…. ed una cosa non esclude l’altra.

  21. Alessandro bianchi

    Cazzo ho fatto 100!!!
    In effetti il lavoro mi sta andando più che bene.
    Che sia stato scritto per cazzeggiare, ridere o sul serio il fotometro nel mio caso dice la verità.

  22. francesco rossi

    Max

    Sì hai ragione, non fraintendiamoci a vicenda 😀
    Quel che intendo dire è che andare avanti a spizzichi e bocconi, con servizi pagati poco come i matrimoni di provincia eccetera è un bello stress ed ogni giorno non si è certi di poter pagare il mutuo. Dicevo “camionista e parrucchiera” in quel senso, non volevo certo denigrare la professione loro o dei fotografi di matrimoni, alla quale peraltro di sponda appartengo anche io!! Poi non entriamo nella solita polemica “i matrimoni sono dignitosissimi e difficili da fare”: siamo tutti d’accordo, ma Personalmente detesto fare questo genere di foto, e pur serbandone rispetto non vedo l’ora di poter dedicarmi ad altro a tempo pieno.

    Guarda, mi ripeto ma è quel che ho scritto dall’inizio: se si considera dignitoso (come del resto è), sufficiente, appagante e nobile fare fotografie di matrimonio, di reportage, di funzioni religiose varie (ecco, magari non funerali, ma sarebbe un’idea!! 😀 😀 ), di eventi aziendali o in locali e così via,i fare le foto a Riccione in spiaggia ai bagnanti… Beh, va BENISSIMO! E non penserò nemmeno per un secondo che il fotografo che fa questi lavori valga meno non solo di Benedusi, ma della Regina Elisabetta. E’ il lavoro più onesto, serio e faticoso del mondo, ed io lo rispetterò sempre.

    Ed ecco il Ma.

    MA se si ricerca un approccio alla fotografia più competitivo sul piano planetario, di ricerca linguistica applicata al mercato (la ricerca più bella è quella vincolata!) con più visibilità e magari qualche soldino (non mi illudo di certo che siano tanti!) allora bisogna mettere sul piatto che ciò comporti anche dei sacrifici, delle rinunce e delle regole, riassunte in maniera sarcastica nel post di Benedusi. Le quali non investono solo il mondo fotografico. Punto.

    Lo ripeto e mi scuso se mi sono espresso male: non voglio essere accostato a chi denigra matrimoni e cose del genere: dico solo che è legittimo che alcuni fotografi mirino ad altre competenze e specialità. Specialmente quei fotografi, come me, che non avevano il padre con l’attività e non hanno cominciato come artigiani andando a bottega dal fotografo di paese, ma che si sono avvicinati al mestiere sotto il profilo del lungo studio prima e della pratica poi.

    Anche perché poi questa cosa del matrimonio e simili, fuor di metafora, lo sappiamo tutti come funziona. Il fotografo col negozietto sta sempre a riempirsi la bocca di “quanto sono supponenti quelli di moda, fare matrimoni è difficile uguale e nobilisssimo”. E benebravi.
    Ma poi il garzone che mandano a fare le foto lo pagano dai 150€ ai 300, fuori busta, il suo nome non è Mai da nessuna parte sebbene le foto siano le sue, il giovane è quello che si fa le tirate da dodici ore quando va bene e si ferma dopo tagli della torta e quant’altro, la benzina non è retribuita, il tuo talento è valutato il tuo prezzo, e se uno scatta a 100€ chiamano lui. E così via.

    Un’amica che tenta in ogni modo di affrancarsi dallo studio di Matrimoni dove lavora esce in coppia col capo a scattare. Lei fa la media di X-mila foto in 5D II, tutte belle a bolla, a fuoco e molto buone devo dire. E’ una brava fotografa di matrimoni con l’abilitazione nazionale ecc. Lui esce con un dorso analogico che prende pure a noleggio, nemmeno ce l’ha di proprietà, fa dalle 15 alle 30 foto in medio formato (non mi risulta però che agli sposi spieghi che il vantaggio fotografico è minimo per foto che verranno stampate in piccolo su di un album digitale) e chiede alla fine sui 3000€ netti. Lei ne porta a casa 150.
    E attenzione: questa non è una esagerazione o un caso limite!

    solo perché il mio profilo è pubblico non parlo di esperienze troppo personali, ma certi Studi della mia città per stare sul vago fanno i fighi in alcune loro pubblicità con foto di matrimoni fatte da ME (ero secondo fotografo) e non da loro in prima persona. Nessuno si è mai preso la briga di alzare il telefono e dire: “guarda che usiamo la tua foto per promuoverci” e cose del genere. Come se accettare 4 o 500€ per un matrimonio possa giustificare l’uso indiscriminato del materiale fotografico per ogni scopo pubblicitario e promozionale.

    Cosa intendevo dire? Che sì, la moda milano può sembrare spocchiosa, presuntuosa, untuosa, e tutti gli “osa” che vi pare, ma da un lato premia chi si fa il mazzo e lavora bene, anche se non nel breve periodo, e dall’altro non è poi così diversa dagli altri ambienti lavorativi, per un giovane che voglia farsi strada. Anzi, preferisco farmi prendere per il culo da Benedusi su un set BlueMarine che da un fotografo di matrimonio perché la mamma della sposa ha una “espressione contrita”.

    Ma solo a me capita che ogni volta che mi prendo un caffè o una birra con un collega della mia età dopo mezz’ora inevitabilmente si finisce a parlare di Londra, o del Giappone, o di Berlino, e di trasferirsi?

  23. LauraAnna

    Discorso identico per le wanna-be-models [ride come una paza anche un po’ sguiatamente] e aggiungerei un esempio valido per un possibile MODELLOMETRO:

    ” Modelle [mezze sgangherate] che hanno in portfolio immagini con il logo VOGUE. Io mi mangio il fegato perché mi domando come diavolo hanno fatto ad essere pubblicate su questo magazine e poi seguo il link e trovo… una parte del sito di Vogue-fotograffia-qualcosadelgenere dove, a mo’ di concorso/vetrina, cani porci e porche possono inviare le proprie foto. Su cui viene messo il logo VOGUE per segnalare la partecipazione a.”
    I’m out,
    xoxo
    LA

  24. » Melloblocco e fotografi MD blog

    […] fotografi e tanti altri che facevano le foto. Se non vi è chiara la differenza provate a leggere qui (parentesi: da notare la differenza fra il tono del post di Benedusi e la seriosità di certi […]

  25. gaetano

    Hai dimenticato:

    1) scatti finte polaroid con l’IPHONE per fare il figo e dimostrare che non e’ la macchina fotografcia che fa la foto? (-50punti!!!!)

  26. Max

    Ancora per te Francesco, poi diventa un dialogo personale 😀
    Dici un’altra cosa sbagliata (secondo me chiaro): pensi davvero che la differenza di guadagno sia dovuta al numero di foto che fanno il “primo fotografo” o la sua assistente?
    Sai cosa dico alla mia seconda fotografa? Per ogni coppia che riesci a portare su quelle poltrone, farli sedere, convincerli a firmare, io ti faccio da secondo e mi paghi quello che io pago te. E questo nonostante l’affitto lo paghi io, la pubblicità la paghi io e compagnia cantante, lo sai anche tu, non ti tedio.
    Finora le coppie che si sono sedute sono state solo le mie.
    Questo perchè, proprio come dici tu, è prima di tutto un business!!!
    Poi magari continuiamo via mail 🙂
    Grazie della risposta!

  27. Elwinga. Fotografa

    Con tutto il rispetto del caso, e ammettendo che c’è della verità in alcuni punti del fotometro, mi permetto di dire la mia, allegando anche un’immagine, HDR e ovviamente firmata: http://elwinga.tumblr.com/ (non è pubblicità al mio sito che è un altro, e senza musica, ma solo in link per comodità.)

  28. thr

    Ancora una volta secondo me si è perso il contatto con la realtà.
    La fotografia è in primo luogo un’arte, un mezzo di espressione alla pari di pittura e fotografia.
    E come in queste altre due branche artistiche frutto dell’ingegno e dell’intelletto umano, essa è estremamente soggettiva.
    Il fatto che dai Daguerre in poi ci sia stato un crescendo di invenzioni geniali e di rivoluzioni tecniche fino all’attuale mondo digitale fa parte della naturale evoluzione della società moderna.
    Che alcuni soggetti l’abbiano voluta trasformare in una forma di sostentamento personale inserendosi in un sistema mercato è plausibile, ma da sempre la fotografia è rimasta essenzialmente una forma di espressione artistica.
    E come tale di libero accesso e di libera fruizione.
    C’è chi dipinge per diletto e i grandi artisti che ne hanno fatto motivo di vita, così come c’è chi pur dipingendo per diletto ne ha fatto motivo di estrema passione e di libera comunicazione senza mercificare il tutto.
    Idem come sopra per la scultura.
    Nel tempo in italia l’unico periodo in cui si è cercato di imbrigliare dal punto di vista restrittivo l’attività fotografica è stato nel ventennio fascista e per ovvi motivi, introducendo nel codice Rocco forme di controllo ed autorizzazione dell’attività fotografica non a tutela della corporazione ma a tutela del regime.
    Tali norme sono sopravvissute tra mille peripezie fino ai giorni nostri , anacronisticamente, e finalmente qualcuno illuminato ha deciso di farle sparire anche dal cosiddetto “tulps”, ferme restando le disposizioni di legge in materia di tutela della privacy e del diritto d’autore.
    Premettiamo anche che nessuno è nato, nasce o nascerà mai fotografo, ma è transitato e transiterà sempre da una prima fase di infatuazione verso la fotografia, che è la scintilla prima di questa attività.
    Qualcuno lo ha fatto con costanza, qualcuno ha abbandonato alle prime difficoltà, qualcuno “de coccio” ha continuato nel bene e nel male, convinto di essere un bravo artista e di non avere eguali.
    Chissà, magari è una sua convinzione, magari è proprio così.
    Qualcuno ha seguito costosissimi corsi e ne ha tratto profitto, qualcun’altro lo ha fatto senza capire una sola acca, ma fregiandosi del titolo accademico di discepolo di”…””.
    Qualcuno poi ha sfruttato l’attività di famiglia ben avviata convinto che bastasse il cognome per definirsi bravo fotografo, qualcun’altro ha ancora di più esaltato il prestigio del proprio cognome, ma per passione e dedizione propria, non per parentela.
    E centomila casi si potrebbero elencare di fotografi affermati e non, e delle loro motivazioni personali.
    C’è chi ha aperto una partita iva pensando che bastasse quella per definirsi fotografo professionista, magari senza alcun barlume di estro e creatività, ma solo un pò di danaro da investire in una possibile avventura professionale.
    C’è chi senza rossore in viso organizza costosi corsi fotografici “professionali” e poi si scaglia contro i frequentatori del corso, magari i più capaci, rei di avere pubblicato delle fotografie, che non sia mai, loro non sono professionisti, non possono.
    Già, non possono, chissà perchè, in un era dove viene bandita qualsiasi censura, si tende a censurare chi osa esternare la propria creatività…..
    C’è chi si è convinto che facebook sia uno strumento di mercato professionale e si incazza da morire nello scoprire che non è altro che una edonistica narcisistica e voyeuristica vetrina sul mondo.
    Peccato che tutto questo sia solo una pura illusione.
    Il mercato fotografico è in continua evoluzione e va di pari passo con il mercato editoriale.
    In un mondo dove la crisi ha costretto migliaia di aziende alla chiusura, anche a causa della naturale evoluzione di usi e costumi umani, del progresso tecnologico, dove i contenuti multimediali hanno già soppiantato la carta stampata e di conseguenza azzerato costi e ricavi, della fotografia rimarranno solo poche cose come discriminante : l’aspetto artistico, l’estro e la creatività.
    E, perdonatemi, lo dico da ultimo degli ultimi, lì casca l’asino……. chi ha doti artistiche fotografiche sopravviverà, chi di fotografico ha solo la dicitura nell’atto costitutivo della propria ditta individuale o collettiva, beh………..
    Il grande avvocato non ha paura dell’azzeccagarbugli di campagna, rimarrà il principe del foro, anche in presenza di migliaia di azzeccagarbugli che tirando le somme avranno causato più guai che altro.
    Sic et simpliciter

    P.S. : non è una difesa degli “abusivi”, quelli si che vanno combattuti, se si fanno pagare anche un solo euro, alla pari di chi si definisce professionista e poi fa tutto in nero, possibilmente schiavizzando poveri cristi a caccia di conoscenze fotografiche, ma solo una difesa a nome di chi utilizza liberamente la fotografia come forma di creatività ed espressione.

  29. Lorenzo

    Io aggiungerei l’undicesimo “comandamento”, non vorrei aprire un flame politico, ma noto spesso che i fotocamatori più gasati sono quelli che nel profilo di Facebook si dichiarano di destra.

  30. Luca

    Ti stimo come professionista e ti seguo da un bel po’. Negli ultimi anni salta fuori sempre piu spesso questo “tema” ricorrente di chi tende a definirsi “fotografo” e di chi lo fa (o tenta di farlo) a livello professionistico. Io comincerei a distiguere l’arte dalla professione e dalla passione. Possono essere mixate tutte, in parte, o esserci singolarmente. La cosa che mi piace è che tante persone si sono avvicinate al mondo della fotografia, a volte con risultati e passione inaspettati. La cosa che mi dispiace è che ormai quando vedi qualcuno con una reflex si cerca sempre di fare questa distinzione. Gli artisti veri, credimi, si vedono lontano km…e gli artisti veri probabilmente non si pongono questi problemi. Tutti lo sanno e tutti lo vedono, chi con gelosia, chi con ammirazione 🙂 Trovo questo post nel tuo stile personale di artista-provocatore-fotografo-professionista, e mi è piaciuto leggerlo, con ironia. Ma lasciami dire una cosa: conosco tanti che si definiscono professionisti, hanno attività e prendono pure soldi, ma non hanno un briciolo di talento, di arte. Talento zero, e si vede. A questo punto preferisco una persona con 0 punti, 20 tramonti firmati, ma che si diverte e ama farlo, a questi altri che magari ne fanno 100. PS: con simpatia e provocazione…dovremmo tirarcela tutti un po meno, anche se a volte può rosicare essersi fatti il c*lo per una vita per poi, grazie a strumenti come il web, avere la sensazione di poter essere surclassati da altri 😀

  31. Luca

    Aggiungo una cosa: io toglierei almeno 20 punti a chi ha commentato e ha messo il link del proprio sito per farsela vedere che sono fotografi (o quasi) e modelle (brrrrr). W la passione W Settimio W il business

  32. paoloranzani

    Mi sono letto un po’ tutto, ci vuole pazienza ci vuole, mi sono sentito con Settimio, ne abbiamo parlato un po’…. lui non interviene e lo fa perchè desidera che il suo blog sia uno spazio libero, che ognuno dica quello che vuole e pensi cosa vuole. Non ha mai cancellato un intervento o censurato qualcuno. E una sua scelta e anche condivisibile. Io forse ho più tempo di lui e visto che non è il mio blog ho voglia di intervenire.
    Se non fai il fotografo di mestiere, ma dico di mestiere davvero, dico che proprio ci devi pagare l’affitto, la spesa, le scarpe e i computer con le fatture che fai per i servizi fotografici, allora forse certe cose son difficili da capire e comprendere al volo. Devi esserci in mezzo. Devi respirare quei momenti, quelli belli carichi di soddisfazione e quelli che vorresti mollare tutto. Devi vivere quelle notti in bianco in cui non sai se insistere mettendo più energia per mergere o cercare nuove strade. Io non so quanti di quelli che sono intervenuti abbiano una vaga idea di cosa voglia dire “mantenersi unicamente con la fotografia” e sopratutto riuscire a essere un fotografo di tendenza e riconoscibile. Qualcuno si qualcuno credo di no. A quelli che non lo sanno davvero mi rivolgo, a tutti ma più che altro a loro. Per prima cosa va tenuto in considerazione che Settimio è ironico e autoironico, provocatorio ma in modo intelligente, sarà anche arrogante ma non sempre è un difetto, però gli va riconosciuto di non essere mai volgare. Qui ho letto commenti volgari e non li capisco, però mi danno il senso della testa di chi li scrive. Torniamo al vituperato test. Il fotometro va preso come concetto. Non c’è bisogno per forza di fare il conto. Chi lo fa deve dimostrare qualcosa a se stesso, chi vale qualcosa non ci pensa neanche e pazienza se ha la musica sul sito. Quindi il test è gia qui. hai fatto il conto? bene, domandati perchè? Le cose che cita Settimio e sinceramente io ne avrei messe molte di più, sono solo un elenco di stereotipi legati al mondo della fotografia, ma non quello “vero”,…ma piuttosto quello visto da fuori, quello immaginato, quello sognato e ambito. Settimio voleva far capire alle decine di fotografi “che ci stanno provando” e che spesso ci scrivono in privato, che il primo passo per fare un gradino in più è quello di uscire dal mucchio. Non c’è insulto per gli altri ma solo un avvertimento per chi vuole emergere, per chi vuole essere “un po’ di più”, per chi vuole andare a trovare un certo photoeditor o una agenzia di fotografi di alto livello. Mi spiego? Noi conosciamo il settore e l’ambiente, i pensieri e le persone che ci gravitano intorno e quindi possiamo consigliare le cose che “contano” e quelle che invece non sono ben viste perchè fanno parte di quella serie di “tormentoni” legati alla fotoamatorialità. Quindi un grande photoeditor, molto probabilmente, appena vedrà un sito con la musichetta, delle foto in HDR o la “firmazza” in diagonale sulla fotografia, in tre secondi si è gia fatto un’idea, perchè quei gesti li sono figli di un mondo parallelo stereotipato e vogliono dire “io non sono uno che vive nella fotografia professionale di livello”. Che vi piaccia o no non importa, le cose stanno così. E’ inutile dire se le foto in hdr sono fighe o no o che la musichetta in realtà è carina,… questo è quello che passa. Se seguite certi stereotipi verrete etichettati come fotografi di un livello più basso. Non vi frega nulla perchè state bene nel fare matrimoni e reportage per il giornale locale? Benissimo, allora non c’è bisogno di fare il test. Siete fortunati e la vostra serenità è invidiabile. Solo chi vorrebbe essere un fotografo di fama internazionale, un artista riconosciuto, un fotografo che fa tendenza dovrebbe prendere sul serio il fotometro perchè vi dice cose importanti. Quindi secondo me dovreste invece essere grati a Settimio, sarà un arrogante fastidioso ma vi ha dato un prezioso vademecum (anche se va preso con le pinze e un briciolo di ironia) per capire cosa NON fare nel caso voleste provare ad arrampicarvi qualche gradino un po’ più in alto nella fotografia di mestiere e di livello. Anziche’ fare i conti, fermatevi a pensare. “ma perchè devo possedere 50 libri di fotografia?”; “perchè la fabbrica abbandonata è trash?” etc etc. Il fotometro avrebbe dovuto far scattare una serie di domande e dubbi e non la lista di critiche che leggo qui. Se Benedusi, che per quanto ne diciate è riconosciuto come fotografo affermato e produce lavori di livello internazionale, scrive queste cose, …cosa ci vuol dire in realtà? Caspita fatevi delle domande e non puntate subito i piedi perchè avete totalizzato 40! Il mio consiglio quindi è rileggere per bene le domande e togliere la calcolatrice mentale dalla testa ma porvi delle domande? Fatevi venire dei sacrosanti dubbi, abbiate voglia di imparare da chi ci è gia passato. Un po’ come se io dopo aver percorso una strada mi fermassi a segnalarvi una buca a chi mi segue e anziche’ ricevere un grazie mi sentissi maledire per la mia arroganza. Ma che senso ha?

    Per finire invece vorrei confrontarmi con tal Gianluca Sciacca. A parte il fatto che hai questa abitudine all’insulto, grave, brutto e fine a se stesso, tipo: “Benedusi-Deludente quanto un padre che rivela al figlio di esser frocio!”
    E gia questa fa capire molte cose di come te la vivi la dentro di te. Ma la cosa che ci ha lasciato un po’ basiti è che ti rivolgi in tal maniera parlando più o meno di professione quando sul tuo sito si nota che ti offri per servizi fotografici vari tra cui IL MATRIMONIO, e fin qui tutto perfetto, niente di male, …però poi sul forum della NIKON (luglio 2011) chiedi lumi per come fare foto ai matrimoni non avendone mai fatto uno! Insomma,…fa pensare sta cosa no? Deludente direi… senza essere o avere un figlio/padre frocio, oltretutto! 😉

    Quel che si evince e che tu stesso scrivi è che affermi di non essere un fotografo professionista ma di fare fotografia per passione. A parte il fatto che sarebbe l’ora di usare questa parola per il senso che avrebbe. PASSIONE, uguale SACRIFICIO (passione di Cristo) etc. Quindi solo chi prova con serietà a farlo di mestiere compie veri e propri sacrifici, di tempo e di soldi, non avendo altre remunerazioni al di fuori della fotografia. Gli altri lo fanno con atteggiamento “ludico”, …insomma.. si divertono! E va bene così, la fotografia è anche divertimento, ma usiamo i termini giusti magari e dividiamo le due cose con la consapevolezza che se facciamo dei lavori e non ci facciamo pagare stiamo uccidendo il mercato e ci stiamo suicidando nel nostro stesso mestiere e se ci facciamo pagare magari occorrerebbe fare fattura. Ma caro Gianluca, dopo aver letto tutto questo le tue critiche e i tuoi insulti valgono meno di zero del fotometro. Quando pubblicherai servizi su mensili italiani, quando lavorerai per Sport Illustrated e Sportweek ti invierà all’estero per redazionali, quando dimostrerai di “valere” allora potrai sputare in testa Benedusi e dire che scrive cazzate, fino a quel momento ascolta un consiglio: “se sei incazzato perchè non sei un fotografo non ti incazzare con chi c’è riuscito,… perchè vien fuori solo l’invidia e sappi che un padre frocio vale molto più di uno che insulta perchè non ha altri modi per farsi notare”.

    Questo è quanto, ora insulta pure me. 😉

    Paolo

  33. francesco rossi

    Oh, finalmente un commento con cui mi sento in piena sintonia, Paolo (a parte per la diatriba con il tizio padre/frocio; questi personaggi andrebbero semplicemente ignorati).

    Chiedo scusa a Max per non aver risposto, scrive cose sensate eccetera, ma ogni tanto lavoro pure io e non sono stato al pc, ed inoltre non volevo monopolizzare la discussione spostando sull’ambito matrimonio, dato che non si parlava di questo in prima istanza!

    Una cosa che mi consola è che, come vedete bene, questo articolo ha avuto certa risonanza nel mondo fotografico internettiano. E quasi tutti coloro i quali interpello in proposito criticano aspramente il contenuto e così via. Perché mi consola? Concorrenza in meno! 😀 😀

  34. herbert

    @ Paolo: belle parole! Solo un’osservazione da chi vive la fotografia in modo amatoriale. Perchè grandi fotografi, per di più simpatici, non si mettono in gioco e insegnano l’arte della fotografia ai giovani? Non parlo ovviamento di workshop costosi, ma possibilità di vivere un set fotografico e capire come ci si muove, come ci si organizza il tutto gratuitamente. Il giovane dà la sua “manovalanza” e impara un mestiere anche solo per capire se è la sua strada. Io ho un mio lavoro, ma mi piacerebbe approfondire l’arte della fotografia, ma non mi sento di spendere migliaia di euro per un qualcosa che rimane per me un gran bell’hobby. Frequento workshop base, però credimi sarei disposto a tirare cavi, accendere luci e chiudere le tende pur di vedere e imparare come ci si muove in uno studio. Settimio mi ha già bacchettato, giustamente, sulla mia idea di assistente, capisco che sia un lavoro, capisco che probabilmente quello che intendo io ha un altro nome, ma l’idea di imparare da un grande fotografo, sul campo a gestire, organizzare un set è impagabile. Il digitale ha aperto il mondo della fotografia a tutti e tutti ci si sente dei piccoli Settimio. Internet ha aperto le porte al sogno … i famosi 5 minuti di gloria di Andy Warhol. 🙂

  35. AntonioDeSimone

    “…io aggiungerei alla lista anche tutti quei fotografi che hanno la propria immagine su qualsiasi profilo con tanto di macchina fotografica in mano o davanti al naso e sopra la testa ecc.”

  36. Luca Portentoso

    Ho seguito dall’inizio questo post passando ogni volta da un umore all’altro, da una convinzione all’altra, da una domanda ad un’altra, combattuto tra la voglia di dire la mia e il pudore di non entrare in qualcosa che non mi fosse ancora ben chiaro e più leggevo e più speravo in un commento chiarificatore di Settimio….
    Per fortuna alla fine è arrivato Paolo che con il suo post ha reso tutto più chiaro e mi ha dato la spinta per scrivere….
    Premesso che l’insulto e la maleducazione siano da condannare a prescindere, credo che un post del genere non potesse che scatenare una discussione del genere, proprio perchè come hai detto bene tu Paolo :”Le cose che cita Settimio e sinceramente io ne avrei messe molte di più, sono solo un elenco di stereotipi legati al mondo della fotografia, ma non quello “vero”,…ma piuttosto quello visto da fuori, quello immaginato, quello sognato e ambito.”
    E’ cosi, per quanto uno si posso informare e documentare, il mondo della fotografia, quello “vero”, è un qualcosa che per mille ragioni a noi appassionati, amatori, smanettoni, sognanti fotografi alle prime armi, rimane sempre un pò oscuro e idealizzato. Il problema allora non è tanto quello che ha detto Settimio, ma come lo ha detto. Perchè se è vero quello che dici tu Paolo, che rispetto a quello “vero”, quello “amatoriale” è “un mondo parallelo stereotipato”, allora è anche vero che paralleli saranno i linguaggi e saranno quindi destinati a non incontrarsi mai…..
    Forse allora è questo che manca, la volontà di creare ponti tra questi due mondi, ponti concreti e non solo economici a senso unico(corsi, workshop ecc.) ma vere opportunità di crescita e di scambio professionale.
    Un saluto a tutti e un grazie a Paolo per il suo post illuminante e a questo punto un grazie anche a Settimio per il suo fotometro!

    p.s. “Un po’ come se io dopo aver percorso una strada mi fermassi a segnalarvi una buca a chi mi segue e anziche’ ricevere un grazie mi sentissi maledire per la mia arroganza.”
    Il fotometro di Settimio(senza traduzione) assomigliava di più alla spiegazione di un rellista di come affrontare una curva pericolosa ad un ragazzo che ancora deve prendere la patente 🙂 sinistra 2 chiudi 80 lunga!! 😀

  37. Denise

    Trovo sia sempre interessante e divertente il blog di Settimio, perchè ha la capacità con poche righe di cogliere il punto debole di alcune persone talvolta più arroganti di lui, che si nascondono dietro falsi perbenismi. Certo lui mette un po’ di soggezione vista la sua fama, quando scrive il suo pensiero nudo e crudo, ma come dice bene Paolo R. se alla fine ti metti a fare il conteggio con un fotometro inventato per provocazione, forse la domanda corretta è perchè davvero lo stai facendo?

  38. Antonio Cinti

    ULP!!! C’è qualcosa che non va Setimio … ho fatto 90.

  39. Barbara

    La questione secondo me è mal posta. Partiamo dalla parola: fotografo. Se fotografia significa scrivere con la luce chi è un fotografo? Chi puo definirsi “fotografo”? Tutti coloro che usando un qualsiasi mezzo scrivono su un supporto con la luce! Quindi la classifica di valore cessa di avere senso! E poi tutto il resto è opinione…

  40. Paolo Ranzani

    Siete tremendi ! 😉 Proviamo ancora un po’ a fare ordine.
    cominciamo dal fondo (in senso lato) 🙂

    Barbara: Hai ragione, ma il fotometro (senza ripetere quello che è stato gia scritto sul suo doppio utilizzo) non serve a definire chi è fotografo perchè si entrerebbe in una retorica senza senso, come dici tu chiunque utllizzi un mezzo fotgrafico compie un gesto fotografico e quindi in quel momento è fotografo. ok. Ma quale valore ha sul mercato professionale? Chi fa fotografia per “godimento personale” non dovrebbe neanche leggere il fotometro perchè è rivolto a tutti quelli che invece vorrebbero e amerebbero farlo diventare una professione “vera”, anzi, di più, a tutti quelli che vorrebbero “spaccare” e diventare top. i consigli sotto forma di test sono per capire cosa porterebbe fuori strada nel tentativo di emergere dalla massa.
    Spero di aver risolto la tua questione 😉

  41. Paolo Ranzani

    Antonio: Settimio non si è posto su un altare dicendo io sono il THE BEST e valgo 110 e lode. Lui sa quanto vale ed è visibile a tutti, se facesse davvero il conto è vero potrebbe anche non arrivare a 100 visto che tiene workshop, ma non è quello il punto. Benedusi qui ha fatto anche autoironia su se stesso se non l’avete capito, per la serie “mai fermarsi, c’è sempre da migliorare e da imparare e da da camminare. Forse Mr David Lachapelle farebbe 100. Ma come gia detto,..chissenefrega. Ognuno guardi quanto all’anno guadagna con la fotografia e quanto spende per fotografare, ognuno guardi quanti clienti chiedono proprio di lui e non di altri,…da li si capisce quanto conti sul mercato. 😉

  42. Paolo Ranzani

    Herbert e Luca: più o meno chiedete la stessa cosa.
    Vediamo se riesco a spiegare alcuni concetti che mi sembra ignoriate.

    La volontà di creare ponti…workshop gratuiti per imparare il mestiere…opportunità di crescere….

    Uhummm…. ma la fotografia è un mestiere come molti altri lo sapete? Non confondiamo con l’arte che è tutta altra cosa e troppo spesso viene accomunata come se “la fotografia” di per se fosse Arte, non cadiamo in questa trappola assolutamente falsa. (ne riparleremo più avanti).

    Quindi essendo mestiere ha alcune regole come altri mestieri ma con l’aggravante che non esistendo un albo o una richiesta di laurea, chiunque possa cimentarsi in questo ambito.

    Chi volesse davvero fare il fotografo professionista (nel senso che il suo unico compenso deve derivare da committenze fotografiche o similari) dovrebbe iniziare con una scuola in sintonia con la fotografia e la comunicazione, fare gavetta, passare notti e weekend a produrre immagini, leggere libri, vedere mostre, viaggiare, imparare le lingue, conoscere benissimo le nuove tecnologie, ingoiare giornali del settore, moda pubblicità fotografia etc,…. e poi ancora passare di nuovo notti e weekend a realizzare un portfolio da portare in qualche agenzia pubblicitaria o a un photoeditor, sapendo che potrebbe prendersi una porta in faccia o un diniego, ma almeno imparerebbe un qualcosa in più per il prossimo incontro.

    Insomma per diventare un fotografo occorrono tempo, voglia, cultura, capacità imprenditoriali e di comunicazione, gusto, esperienza nel settore a cui ci si vuole dedicare, testardaggine, faccia tosta, sensibilità, caparbietà, capacità di relazione con prossimo, e credo una ventina di altre peculiarità.
    Il mestiere del fotografo non lo si può insegnare per davvero. Noi possiamo dare imput, indicare una strada, far vedere scorciatoie, dare dritte sul futuro, elargire qualche consiglio… di più non possiamo fare. E badate bene che noi è così che abbiamo cominciato. Mica siam figli di Giampaolo Barbieri o chessò io. Invece vedo spesso giovani e meno giovani che VOGLIONO imparare il mestiere. VOGLIONO sapere come si fa. VOGLIONO che gli venga spiegato tutto. HEY,..ma a noi chi l’ha spiegato? NESSUNO! Se non facendo tutta la strada che ho elencato all’inizio. Se poi dimostri di avere quelle capacità e magari riesci anche ad avvicinare un bravo fotografo e fargli da assistente e madre natura ti ha donato il “talento” allora oltre a campare di fotografia magari diventi anche di un certo livello. Non c’è altro modo. Il giro della giostra è questo ragazzi miei. Se invece sei figlio di Oliviero Toscani allora magari è un po’ diverso…. 😀

    Mi voglio soffermare ancora sul concetto di “donare le nostre esperienze agli altri”.

    E qua un pochino mi innervosisco, perdonatemi…sono umano! 😉

    Ma scusate…. Mr Benedusi col suo blog e tutti i suoi cazzi mazzi che sparge per il web,…. che c@xxo sta facendo????

    Ma vi rendete conto che ogni volta che scrive cosa porta in viaggio o cosa legge o cosa ha pensato o come ha defecato al mattino o con sto caspita di fotometro…VI STA DANDO LEZIONI GRATIS!!!! Ma ve ne siete resi conto o no??? Certo certo… si fa pubblicità…fa parlare di se,… ok ok.. mi sembra ovvio,…. ma che dovrebbe fare scrivere a tutti in privato uno a uno??? E oltre tutto mentre lui ricama tempo per queste notizie poi viene anche insultato e denigrato e ridicolizzato e chiamato arrogante e superbo! Ehyyy….. ma quanti sono quelli che hanno il rispetto e il pudore dell’ignoranza di fronte ad uno esperto e umilmente lo stanno a sentire? Mi sembra che siate ben pochi con questa grande caratteristica. Io non dico che se un Benedusi, un Thorimbert, un De Luigi e per ultimo un Ranzani, vi dice che il cielo è Bronzeo voi dobbiate crederci come degli idioti,…ma caspita se avete un po di stima verso un professionista fatevi almeno venire un piccolo dubbio!?! Se non l’avete cancellatevi dal suo blog. Io ho un caro amico che è un pubblicitario, di quelli grandi, di quelli degli anni 90, quelli che hanno inventato la pubblicità davvero,… ha qualche anno più di me e spesso nelle nostre cene mi dice cose che non capisco al volo, mi parla di mercato globale, di crisi economica ed estetica, di brand e dei retroscena dei marchi, e involontariamente mi indica delle strade,… non me ne accorgo subito, a volte dice cose con cui sono in disaccordo, ma siccome lo stimo e ha più esperienza di me in alcuni campi, io lo ascolto. Mi porto a casa le sue parole, soprattutto quelle che stridono con i miei pensieri e me palleggio per qualche notte, alimento i miei dubbi, cerco di capire perchè ha detto quelle cose, non possono essere cazzate se me le ha dette un personaggio così. Bhè, qualche volta sono rimasto della mia idea ma vi giuro che molte altre mi hanno cambiato la vita e i pensieri. Ma ci vuole un briciolo di umiltà per questo esercizio. Il cielo potrebbe non essere davvero color bronzo come dicono sti deficienti avari di professionisti, ma magari scoprirete che si stanno riferendo alla visione di Omero e che in greco antico la parola blu non esiste e percio Bronzeo identifica che è brillante come il bronzo. Quindi se alla prima parola vi fermate e battete i piedi non scoprirete mai che documentandovi un po’ potrete allargare le vostre menti. Chi lo sa? Potrebbe essere una stupidata ma anche no. Le provocazioni di Bendusi dovrebbero farvi partire delle domande e una ricerca spasmodica di studio e analisi per capirne di più. Sono imput che vi elargisce gratis. Ed è triste che non ve ne siate accorti.

    Per finire e per tornare con i piedi per terra parliamo di cose più pragmatiche e meno filosofiche.

    Per quale motivo un professionista che ha impiegato anni, sacrifici, sudore e sangue, che per emergere ha dovuto prendere, a sue spese, la cintura nera di pazienza e sopportazione, debba ora regalare il suo tempo e la sua professionalità a persone che vorrebbero prendergli il suo posto. Di posti al sole non ce ne sono molti e non si vincono con un biglietto della lotteria. Perchè dopo anni di sacrificio uno dovrebbe REGALARE dei biglietti della lotteria all’ultimo arrivato, che non ha voglia di mettersi in gioco completamente e di fare la strada che ha fatto lui per arrivare dove è? Gli insegnanti fanno docenza gratis forse? Non è mica lo spirito santo che si passa per divinazione. E i professionisti non sono Santi. Se tu fai una corsa di 1000 km grazie ad un duro allenamento durato anni e finalmente sei lì in vicino all’arrivo nei posti medaglia non è che ti fermi prima e dici: “dai, chi è che vuole passarmi davanti ? Vorrei vedere voi cosa fareste. 😉 Qui vi si elargiscono informazioni preziose e se vuoi anche la prova sul campo paghi come qualsiasi laboratorio o stage. Siam mica Babbo Natale! 😀 Inoltre tenete conto che questo mestiere ha subito grandi trasformazioni e l’evoluzione tecnologica ha soffiato via l’artigianalità “da bottega” che si doveva imparare per diventare fotografi di mestiere. Ora chiunque può infilarsi nelle griglie del lavoro fotografico abbastanza agevolmente, facilitato anche dall’abbassamento culturale ed estetico che è ormai imperante. Il lavoro di prestigio rimane nelle mani di chi ha lavorato tanto per arrivarci e ha dimostrato talento e capacità fuori dal comune (anche se non sempre è così ma è un altro discorso questo), ma a tutti i livelli sentiamo la concorrenza. Levatevi dalla testa che i professionisti che voi ammirate e un po invidiate vivano solo di superlavori di supercommittenze, nella totalità delle remunerazioni ci sono parecchie commissioni di lavoro “normale”, la piccola azienda, il ritratto al giovane attore sconosciuto, il cataloghino a livello regionale,.. insomma è un mestiere e bisogna camparci e quindi si fanno anche cose che non finiscono sui giornali nazionali. L’avvento della fotografia “facile” ha intaccato quindi tutti i livelli, chi più chi meno. E spesso è una concorrenza sleale, non dico illegale perchè non ci sono leggi in proposito, ma sicuramente non è un’invenzione che i fotoreporter di viaggio siano quasi del tutto spariti. Da dieci anni circa le riviste di settore ricevono GRATIS valanghe di immagini dai posti più disparati del mondo con cui fanno redazionali. Magari la qualità è scesa,..ma vabbhè.. quante sono le persone che comprando una rivista si accorgono di questo decadimento? Credetemi, ben poche. E la crisi dell’editoria fa si che i giornali abbiano meno soldi a disposizione e quindi anziche comprare 5 servizi fotografici di 5 super reporter ne comprino due e per gli altri tre utilizzino foto omaggiate da impiegati, operai, baristi, rappresentanti o figli di papà che non devono campare con la vendita del servizio perchè lo fanno per “PASSSSSIONE” e gli basta vedere il loro nome scritto sotto il titolo e farsi belli con gli amici. Non è illegale, ma ora ci sono 100 bravi reporter in meno e 300 fotoamatori in più sulle pagine dei giornali. La cultura si è abbassata, il valore estetico e di documentazione è in coma. Ora magari chiedi a quel fotografo che da 30 anni era specializzato in ambienti e paesaggio di tenere un corso gratis per far crescere i fotoamatori ?!?!?! 😀 Ti conviene però stare a distanza!!! 😉 Quindi come ogni fotografo professionista ci ha messo “la vera passione di Cristo” per arrivare a pubblicare per riviste mondiali o a fotografare vip o a fare moda di prestigio, non vedo perchè ora si debba regalare “l’entrata gratuita allo speattacolo”?! E’ gia tanto che ci siano i workshop e che ci siano questi blog (ai miei tempi non c’erano e dovevi bussare umilmente alle porte dei fotografi senior elemosinando un posto da lavacessi, io almeno così ho fatto), cosa volete di più? Pagare TOT euro per una giornata con un SENIOR mi sembra il minimo no? Sta mica a noi tracciare un ponte di comunicazione quando il pubblico non vuole fare la strada segnata e trova arrogante dare consigli su un blog. Abbiate pazienza, buoni si ma Gandhi ancora no. 😉
    Peace and love.

    Paolo

    ps. non ho il dono della sintesi, sorry.

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