FOTOMETRO

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è tutto un trionfo, soprattutto su internet e sui vari social network, di persone che si definiscono FOTOGRAFI, con tanto di sito, portfolio, blog e tutte quelle cose lì…
è una cosa che, lo dico assolutamente senza ironia, mi piace molto: lungi da me ogni velleità di corporativismo…e poi è la meravigliosa forza della rete quella di permettere a tutti di salire su un palco, far vedere i propri lavori e mostrare quanto si valga.
ecco, forse peró il problema nasce proprio qui: quanto si vale?
da un lato c’è il “de gustibus”, per cui va bene pubblicare qualsiasi cosa e se piace a te è già più che sufficiente, dall’altro ci devono essere dei parametri per poter (obiettivamente!) giudicare il lavoro di un fotografo.
e qui intervengo io!
con la mia consueta arroganza e presunzione vi voglio dare un prezioso strumento per valutare il vostro lavoro!
funziona cosí: si parte da 100 punti, quelli che la generosità del web mette a disposizione di tutti, di default.
da questi 100 punti si sottraggono 10 punti per ogni risposta affermativa alle seguenti domande.
alla fine saprete (con esattezza matematica!) il vostro valore di fotografi.
si comincia:
-firmate in calce con nome cognome le vostre fotografie.
-avete nel vostro sito fotografie fatte con HDR.
-il vostro sito ha la musica.
-avete fatto fotografie a donne nude o in intimo in una fabbrica abbandonata.
-non avete mai venduto una vostra fotografia a più di 1.000 euro.
-nel vostro portfolio avete fotografie di tramonti e/o maschere a venezia e/o gattini e/o pescatori con rughe in bianco e nero.
-possedete meno di 50 libri di fotografia.
-avete scritto sotto una vostra fotografia con quale macchina fotografica e obiettivo è stata realizzata.
-pubblicate sul vostro sito finti editoriali, con tanto di titolo, crediti vari e didascalie (gli altri non lo sanno che sono finti, voi peró sí: dai, giù un bel 10 punti!)
-se avete risposto SÍ alle nove domande precedenti e se avete tenuto o pensato di tenere un workshop perdete non 10 ma 20 punti, andando direttamente a meno 10.

ecco questo è quanto.
non è assolutamente uno scherzo.
avete finalmente uno strumento fondamentale per valutare il vostro lavoro: il FOTOMETRO!

[/it] [en]

It is a triumph, especially on the internet and the various social networks, of people defining themselves PHOTOGRAPHERS, with a website, portfolio, blogand all those things…

It is something which, and I say it without any irony, I like very much: far be it from me every aspiration of corporatism… and then the wonderful strength of the network that allows everyone to get on a stage to show their work and show they are worth it.

There, maybe the problem starts right here: how much are you worth?

On the one side there is the “de gustibus”, where its ok to publish anything and if you like it its more than enough, on the other there must be some sort of parameters to be able (objectively) to judge the work of a photographer.

And this is where I intervene!

With my usual arrogance and presumption I want to give you a precious instrument to value your work!

It works like this: you start with 100 points, those that the generosity of the Web makes available to everyone, by default.

From these 100 points you subtract 10 points for each affirmative answer to these questions.

At the end you will know (with mathematical exactitude!) your photographic value.

Here we go:

–  You sign your photographs in limestone with your name and surname.

–  You have photographs in HDR on your website.

–  Your website has music.

–  You have taken photographs of naked women or in underwear in an abandoned factory.

–  You have never sold one of your photographs for more than €1.000.

–  In your portfolio you have photographs of sunsets and/or masks in Venice and/or kittens and/or fishermen with wrinkles in black and white.

–  You have less than 50 books on photography.

–  You have written under each photograph which camera and lens you have used to take the picture.

–  You publish fake editorials, with title, credits and captions (the others don’t know that they are fake, but you do: c’mon, down by 10 points!)

–  If you have answered YES to the nine questions above and if you have held or have been thinking of holding a workshop you lose not 10 but 20 points, goign directly to minus 10.

Here, this is all.

Its absolutely not a joke.

You finally have a fundamental instrument to be able to value your work: the PHOTOMETER!

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224 risposte

  1. Paolo Ranzani

    Gaetano: Mi incuriosisce il tuo post.
    “1) scatti finte polaroid con l’IPHONE per fare il figo e dimostrare che non e’ la macchina fotografcia che fa la foto? (-50punti!!!!)”

    Non è che niente niente ti stai riferendo a qualcosa in particolare? a un servizio su MAX di Benedusi? 😉

    Bhè … ti faccio un esempio, io ho fatto un lavoro di ricerca fotografica per la regione piemonte, “ritratti agli invisibili della cultura”, finalizzato a una mostra e un libro “15 artisti per Italia 150″e ho ritratto 50 persone con l’ipod + hipstamatic

    Perchè l’ho fatto? Per tanti motivi, ma mi interessava sopratutto la semplicità del mezzo tecnologico e la sua quasi assenza di postproduzione. Immediatezza. Sceglievo un obiettivo e una pellicola e click, quindi preproduzione. Le persone erano più spontanee e incuriosite e poi mi ha permesso di portare avanti un discorso che spesso faccio nelle scuole. Ci sono troppe persone che sono dei veri feticisti del mezzo meccanico e fanno a gara per chi ha speso di più per l’ultima fotocamera megayeah! Io ripeto spesso che il fotografo non lo fa il mezzo ma il fotografo è fotografo nella testa, nel pensiero, nell’idea. Se deve esprimersi e non ha obblighi di committenza per la pubblicazione ad alta qualità, lo può fare in qualsiasi modo, anche con il foro stenopeico. Se alla buon anima di Avedon tu avessi chiesto di fare dei ritratti con una usa e getta, lui avrebbe guardato il marchingegno, avrebbe smanettato un po’ e poi avrebbe ideato una serie di scatti compatibili con una sua idea e con il mezzo che aveva in mano e sicuramente ci avrebbe regalato delle chicche pazzesche. Per un fotografo “di comunicazione” è importante sottolineare questo concetto. Ci sono in giro troppe macchine fotografiche intelligenti con attaccati dei fotografi ignoranti …invece che dei fotografi intelligenti che utilizzano un mezzo fotografico ignorante. Ci sono pochi fotografi e molti funzionari. Il fotografo è un uomo/donna che si sforza di mettere in immagine le informazioni non previste dal programma dell’apparecchio fotografico. Un funzionario è un uomo/donna che agisce in funzione degli apparecchi fotografici. Quindi non è fare il figo, ma anche qui far passare un concetto importante, concetto che molti di voi si perdono per il solito gioco che se uno più saggio (leggi esperto) vi indica la luna, …c’è sempre qualcuno che guarda il dito. ;O) E poi c’è chi chiede perchè non si danno lezioni gratis ;O)

    Quindi fare foto di concetto e esteticamente gradevoli con l’iphone/i-pod + 200! 🙂

  2. Paolo Ranzani

    Gaetano: Mi incuriosisce il tuo post.
    “1) scatti finte polaroid con l’IPHONE per fare il figo e dimostrare che non e’ la macchina fotografcia che fa la foto? (-50punti!!!!)”

    Non è che niente niente ti stai riferendo a qualcosa in particolare? a un servizio su MAX di Benedusi?

    Bhè … ti faccio un esempio, io ho fatto un lavoro di ricerca fotografica per la regione piemonte, “ritratti agli invisibili della cultura”, finalizzato a una mostra e un libro “15 artisti per Italia 150″e ho ritratto 50 persone con l’ipod + hipstamatic

    Perchè l’ho fatto? Per tanti motivi, ma mi interessava sopratutto la semplicità del mezzo tecnologico e la sua quasi assenza di postproduzione. Immediatezza. Sceglievo un obiettivo e una pellicola e click, quindi preproduzione. Le persone erano più spontanee e incuriosite e poi mi ha permesso di portare avanti un discorso che spesso faccio nelle scuole. Ci sono troppe persone che sono dei veri feticisti del mezzo meccanico e fanno a gara per chi ha speso di più per l’ultima fotocamera megayeah! Io ripeto spesso che il fotografo non lo fa il mezzo ma il fotografo è fotografo nella testa, nel pensiero, nell’idea. Se deve esprimersi e non ha obblighi di committenza per la pubblicazione ad alta qualità, lo può fare in qualsiasi modo, anche con il foro stenopeico. Se alla buon anima di Avedon tu avessi chiesto di fare dei ritratti con una usa e getta, lui avrebbe guardato il marchingegno, avrebbe smanettato un po’ e poi avrebbe ideato una serie di scatti compatibili con una sua idea e con il mezzo che aveva in mano e sicuramente ci avrebbe regalato delle chicche pazzesche. Per un fotografo “di comunicazione” è importante sottolineare questo concetto. Ci sono in giro troppe macchine fotografiche intelligenti con attaccati dei fotografi ignoranti …invece che dei fotografi intelligenti che utilizzano un mezzo fotografico ignorante. Ci sono pochi fotografi e molti funzionari. Il fotografo è un uomo/donna che si sforza di mettere in immagine le informazioni non previste dal programma dell’apparecchio fotografico. Un funzionario è un uomo/donna che agisce in funzione degli apparecchi fotografici. Quindi non è fare il figo, ma anche qui far passare un concetto importante, concetto che molti di voi si perdono per il solito gioco che se uno più saggio (leggi esperto) vi indica la luna, …c’è sempre qualcuno che guarda il dito. ;O) E poi c’è chi chiede perchè non si danno lezioni gratis ;O)

    Quindi fare foto di concetto e esteticamente gradevoli con l’iphone/i-pod + 200!

  3. Alessandro bianchi

    Maxim, numero di settembre adesso in edicola, ho usato la compatta (canon g12 per gli attrezisti curiosi) per 2 servizi fotografici.
    E non perchè la phase One da 40mp e la canon bella le ho lasciate in studio per dimenticanza!!
    Dal mio punto di vista applausi per paolo ranzani!!!

  4. Luca Portentoso

    @Paolo
    Probabilmente mi sono spiegato male, quello che volevo dire è che tutta questa storia del fotometro, per quanto ci abbia pensato e ripensato, continuava a rimanermi poco chiara fino a quando non hai chiarito alcune cose e nn hai esplicitato quali fossero le varie chiavi di lettura.Questo probabilmente perchè per quanto mi ci scervellassi nn avevo idea di alcuni meccanismi che appartengono al “vostro mondo” fotografico, non essendo io un professionista. Per quanto riguarda i ponti ed il discorso economico, credo di essere stato frainteso, o probabilmente per cercare di nn essere troppo prolisso non sono riuscito a spiegarmi come avrei voluto. Anche qui però leggendo i tuoi ultimi post ho capito che partiamo da basi diverse, visto che il mio ragionamento si basava sull’idea di fotografo come artigiano…..e nella mia testa c’era anche la questione dell’assistente, che da quanto leggo in giro, sta diventando un lavoro a parte.E allora mi chiedevo come fosse possibile imparare sul campo in situazioni diverse da corsi e workshop, se il classico modo, quello dell’assistente, era ormai occupato da una nuova figura professionale diversa da quella del fotografo non professionista.I ponti di cui parlavo erano questi, e non opere di beneficenza o caritatevoli. Forse il problema è proprio che si è perso il concetto di artigianato, di bottega e di ragazzo di bottega, tutte cose che probabilmente incanalerebbero i giovani fotografi verso la professionalità e che senza punti di riferimento vedono come unica alternativa quella di buttarsi alla bene e meglio nel mercato con tutte le criticità e i danni di cui hai giustamente parlato.Alla fine però ci perdiamo noi, ci perdete voi e ci perde la Fotografia, gli unici che ci guadagnono sono i giornali che trovano fotografie a poco o niente ….
    Saluti….

  5. Alessandro Citti

    Sono cose che fanno riflettere e che invogliano a commentare. Per questo il messaggio colpisce nel segno e dice, forse in maniera eccessiva e provocatoria, alcune cose che capita a tutti di pensare ma che nessuno ha poi il coraggio di manifestare apertamente. L’importanza della libertà di pensiero e del dibattito aperto anche su temi scomodi sono valori assoluti che troppo spesso vengono soffocati in Italia quindi ben vengano persone come Settimio Benedusi che riescono ad accendere una miccia. Abbiamo dannatamente bisogno di esplosioni culturali in questo momento buio che possano accendere i cervelli di una Nazione spenta, salviamo i giovani prima che se ne scappino tutti all’estero! La fotografia e i fotografi, professionisti e non, hanno un ruolo da svolgere in questo senso. Altro che ricerca di corporativismi settari, come qualcuno ha invece commentato.

  6. Nicola

    boh il fotometro mi lascia piuttosto perplesso. non è che se faccio il cuoco in trattoria e guadagno 800 euro al mese lavorando tutti i giorni non sono uno chef che non lavora in un ristorante 5 stelle michelin e gudagna 10.000 euro al mese. mi sembra un po’ tanto e troppo semplicistico.
    la differenza la fa una semplice cosa. pago le tasse per le prestazioni che offro? emetto fattura (ho p.iva) o ritenuta d’acconto? ci campo?
    allora sono un fotografo, bravo o meno bravo, capace o incapace, ricco o povero che sia.
    tutto il resto mi pare sia fuffa.

  7. Stefano

    urca quanti commenti. Però a mio avviso Mr. Benedusi ha dimenticato una categoria di foto mica da ridere: donne nude o in intimo e automobili…

  8. diodoro

    Non ho un sito. Ho ceduto alla firma della foto (rarissime volte) e nn ho mai venduto nulla. Mi attesto sugli 80 punti. Chi è che mi dice se sono un bravo fotografo?
    La verità, forse, è che c’è chi si millanta professionista e chi lo è davvero. Ma il semplice fotoamatore che sperimenta e che vuol condividere le sue realizzazioni per farsi apprezzare o per ricevere consigli deve per forza essere sbeffeggiato da chi è seduto nell’olimpo dei grandi fotografi che fotografano usando vecchie fotocamere sovietiche per essere più originali ? Ci sono pittori che realizzano croste che espongono nelle fiere di paese. Vorreste impedir loro di sentire l’odore delle tempere perchè non sono degni di Picasso ? Non mi sento personalmente colpito dal commento che, sotto, sotto, condivido nella sarcastica descrizione del “photographer” della domenica, ma mi sembra un approccio settario, spocchioso e elitario. I siti internent si guardano, si commentano, si impara (un pò) anche da quelli più penosi (con la musica). Sulle foto HDR, stra abusate, cosa c’è di male nella sperimentazione? Alcune foto sono belle altre meno… quale delle regole della fotografia (quella aurea, intendo…) si sarebbe violata? Dunque con 80 punti (dai 100 che non si negano a nessun miserabile con la fotocamera) che fotografo sarei ?

  9. Daniela

    Faccio ancora parte della categoria di chi mette la firma in calce, ma sono cosciente del fatto che è una cosa che toglierò prima o poi. Sono ben felice di poter dire che il mio punteggio, partendo da 100 non si è abbassato molto.
    Ci voleva qualcuno che facesse il fotometro! diffondo e condivido il link!

  10. Fabio

    ‘Sto “Fotometro” mi ha fatto ricordare la scena de “L’attimo fuggente” nel quale il Prof.Keating fa strappare agli allievi le pagine iniziali del libro di critica alla poesia, nelle quali si voleva dare un valore misurabile alla poesia stessa…
    Mi sembra riduttivo risolvere il tutto con una decina di punti in più o in meno.
    Sono però perfettamente daccordo con il preambolo iniziale, la rete è piena di ogni genere di “ipotesi-fotografica”, difficile distinguere tra vera arte e una fetenzìa pre-confezionata, più facile invece valutare la professionalità del fotografo.
    Io personalmente ho un loop musicale di sottofondo al sito, l’ho composto e suonato, quindi mi auto-esonero dal sottrarmi 10 punti, non sono mai stato pagato più di 1000 Euro per una sola immagine, anche perché ho iniziato a lavorare negli anni ’90 e non é più tempo di vacche grasse.
    Ho lavorato per una agenzia di fotocronache la quale applica dei generosi “watermark” sulle fotografie, vale come firma in calce?
    Ho anche imparato ad allegare i corretti metadati alle mie foto, non si sa mai, ma niente firma sovraimpressa…
    Però nonostante tutto, con il mio lavoro, mantengo la famiglia, l’attività aperta e pago le tasse.
    Credo quindi, fotometro o meno, di essermi meritato il titolo di “Professionista”.

    P.S.: Ok, la musica di sottofondo fa cagare..!

  11. Giorgio

    80! 🙂

    – la firma sulle foto la metto così se qualcuno mi vuole contattare sa come trovarmi 🙂 non sarà bello ma funziona.
    – Libri di fotografia sono a 20… qui do ragione.

  12. kelvin

    io sono arrivato a 80, però dovrei essere a 90, perché i dati di scatto li metto solo quando posto le foto sul forum che frequento, affinché sia più facile giudicare tecnicamente la foto….
    unica pecca sono le foto ai tramonti, ai gatti e altre banalità del genere….
    per questo motivo sono un bravo fotografo? non credo
    sono solo un vecchio che rifiuta di vivere internet come una mera vetrina.
    ciao

  13. Roberto

    Ho il sito, senza musica, con dati di scatto, niente nudi, ne’ gattini, ne’ pescatori.
    Non ho mai venduto una foto. Ma c’e’ gente che mi ha detto di essersi emozionata davanti a delle mie foto. Mi basta.
    Mi piace molto ricevere consigli… cosi’ imparo qualcosa.
    Ho 3/4 libri di foto. Ma anche se ne avessi 1000 non cambierebbe…
    Non sono ne’ saro’ mai un fotografo, solo… mi piace fotografare. E non mi considero un artista.
    E per finire metto le foto che piacciono a me. E le pubblico. Punto.
    Potrei domandare: “Ho vinto qualche cosa? Quanti punti valgono ‘ste cose?”
    Ma non me ne frega una cippa.
    Ci metto le foto che piacciono a me. Embe’?
    Ciaooo 🙂

  14. davide

    ..è fantastico.
    Il fotometro? no.
    I miti..i guru…i big..o almeno, quelli che reputavi essere tali e che reputi essere persone che sanno vedere oltre…perchè per me la fotografia è vedere oltre. Ed è psicologia e sensibilità.
    E allora, dove sono questi sensibili psicologi che sanno guardare oltre?
    Stanno forse dietro a una macchina fotografica che sanno usare per il 10% delle sue potenzialità, con pochi anni o mesi di ricerca fotografica e passione per questa arte interiore, stanno a non fare calcoli, ma a capire che c’è una via semplice e banale che tutti prendono pensando sia quella universalmente giusta e figa, ed una via che invece è più dura, più ardua, più interiore e quindi anche meno da esporre con 100.000 foto, fotine, firme e firmette sempre diverse riempiendo un profilo di facebook di qualsiasi cosa possano post produrre con effetti speciali, stanno quindi forse su una sedia con uno schermo spento…a mettersi in gioco, e a scegliere come me di uscire subito da questa strada semplice che hanno intrapreso..e con un pò di fortuna e faccia tosta, seguire chi la vera strada lha presa, la crea..e te ne rende partecipe, e poco per volta…provare a crearne una propria di strada..nuova, personale, viva.
    Non è una leccata di culo a Chi leggendo capirà, ma è dire che il tempo è poco…cacchio lo sprechiamo a fare calcoli. Leggiamo veramente cosa vuol dire Benedusi..e proviamo a metterci in gioco, perchè i -10 che vi togliete o fate finta di non avere…non son altro che le banali uguaglianze che Voi e altri 100.000 avete creato e state creando e che vi rendono tutti uguali..tutti anonimi, tutti privi di quel che vorreste davvero…

  15. Paolo Ranzani

    Fantastico il fatto che uno perda tempo a scrivere e spiegare e amalgamare e sciorinare parole e fatti… e poi ci sia gente che legge il fotomentro, non si preoccupa minimamente di leggere di come sia andata la discussione e al fondo posta il suo punteggio. Mi fa impazzire sta cosa,… stupenda nella sua assurdità 😀

  16. Paolo Ranzani

    @Luca: Ok, ho compreso meglio ora. Il lavoro è cambiato, moltissimo,.. e quindi è cambiato anche l’approccio al mestiere,…noi si andava a bottega perchè in effetti era molto artigiano il gesto e la conoscenza. ora non è più così.
    Se prima avevo bisogno di un aiuto per costruire un set, fare test, portare pellicola a sviluppare, andare in negozio a comprare le gelatine colorate, etc etc, adesso faccio quasi tutto seduto al computer quindi capisci che un aiuto vero mi serve poco. Io cmq adoro avere sinergie e quando posso mi circondo di assistenti, mi piace dare la possibilità a più persone di dare una sguardo dall’interno, ma è ovvio che poi solo uno può fare da spalla e da braccio destro, perchè deve essere fidato esperto giovane volenteroso e mille altre risorse non facili da trovare. A volte mi chiedono di poter far da assistente, persone over 30 con moglie e figli, ..mi fa piacere se è solo una curiosità una piccola voglia di crescere, ma a volte è imbarazzante sentire che vorrebbero diventare dei top nella moda o nell’editoria etc. E’ quasi impossibile, non basta fare lo schiavo in studio e tirare cavi,..per fare l’assistente “vero”, devi partire dall’inizio e prevedere che per 5 anni non guadagnerai nulla e per altri 5 anni guadagnerai pocherrimo,… poi si vedrà. Quindi il mestiere di assistente è sicuramente in declino, ma in ogni caso, qualora ci fosse la possibiltà, è una cosa che puoi fare se parti a 20 anni e ci dedichi vita morte e miracoli per almeno una decina di anni. Il lavoro a parte che dici tu nasce dal fatto che il fotografo ormai si può gestire più o meno da solo e poi chiama al bisogno un paio di assistenti abituati al set che facciano solo quello, oppure fotoritoccatori al bisogno, etc… quindi si, forse conviene trovare lavoro presso le grandi sala pose e studi in affitto dove girano i fotografi più o meno famosi,…potrebbe essere un inizio interessante. Certo che ci perdiamo tutti,..ma non c’è modo di opporsi al movimento da rettile del mercato 😉

  17. Luca

    Premetto: io non sono un fotografo!!
    Pur essendo felice di apprendere che sia finalmente stato inventato
    uno strumento in grado di distinguere un fotografo da un ciarlatano dell’otturatore,
    posso essere certo che non sia indispensabile avere un “arrogantometro” per
    capire quanta presunzione e arroganza ci sia in questo post..

    Saluti

  18. Zac

    Grande Luca, due righe ma tante risposte 😉

    Salute e saluti.

    PS: quando posso faccio foto, quindi non vivo della fotografia, ma un pò per lei si.

  19. ANGELO

    DAI HO RAGGIUNTO 80 SONO UN VERO FOTOGRAFO ALLORA.
    ma dei non sono queste le cose che bisogna vedere come non bisogna vedere il materiale che usa o la partita iva
    a me una volta volevano comprare una foto che avevo scattato per errore a piu di 1000 euro ed avevo con me una compatta ma ho rifiutato .
    secondo me la creatività, il colpo d’occhio etc .questo fa si un vero fotografo
    e che tutti si sentano fotografi per me ben venga . conosco molti fotografi famosi che sinceramente sono da buttare ma anno la firma .
    firmare le foto ahime le firmo perchè non sono molto conosciuto al contrario di lei e mettere il proprio marchio è come un made in …. ci vuole senno con tutti i copioni che esistono di tecniche etc non si riconosce la madre dell’idea
    per il resto e non sono un fotografo professionista ancora questo suo sistema è stato un complimento che mi spinge a proseguire . grazie molte

  20. Smo

    “La fotografia, quest’invenzione mirabile alla quale hanno collaborato i cervelli più straordinari, che affascina le menti più fantasiose, e la cui effettuazione è alla portata dell’ultimo degli imbecilli”
    (Nadar)
    (se non sapete chi è, toglietevi altri punti a caso)

  21. Luca Portentoso

    @Paolo
    Ho letto solo ora la tua risposta….
    grazie, i tuoi interventi sono sempre puntuali educati e chiarissimi! Ora è tutto più chiaro anche per me, capisco che il mestiere si sia evoluto così come anche il mercato e probabilmente ha ragione tu quando parli di età e prospettive di carriera e francamente il tutto mi lascia un bel pò d’amaro in bocca!!
    Un saluto e grazie ancora!

  22. Mattia maestri

    dèka lògous di Mr. Benedusi. Condivido in parte, nonostante la mia risposta e negativa ad ogni comandamento. E io lo so. Mi definisco ancora un umile assistente fotografo. Per il resto non condivido la presunzione con il quale e stato scritto questo post, pratica al quanto spaventosa molto diffusa in questo paese. ( ovviamente mi riferisco alla presunzione) , Sara d accordo che il miraggio di vita eterna che trasudano gl uomini troppo sicuri, non e di certo per niente utile all evoluzione. ( ovviamente dei futuri fotografi).
    Per questo mi permetto di dirle da umile discepolo, che quest ultima e stata una pessima lezione. Per il contenuto approssimativo e la forma troppo audace.

    Senza offesa
    Best regards
    Mattia maestri

  23. ale

    ammazzati… o vai a fotografare martina, và.
    meglio i gattini.

  24. Max

    Io ero ancora a 100. xò mi sono messo a -50. Per avere letto questo “articolo”. Bah.

    M

  25. maurese polizio

    Benedusi, lei è avanguardia pura. È l’avanguardia dei photographers che punzecchia. Lei è arrivato, ma è pure andato oltre. Ma attenzione, che l’indicatore è rotondo.

  26. Filippo

    Ciao Settimio. A parte che mi sono ammazzato dal ridere quando ho visto il fotometro. Bhe effettivamente hai un po’ colpito nel segno. Comunque c’e’ da dire che la maggior parte delle persone, me compreso, non hanno la pretesa di definirsi fotografi. Sono appunto fotoamatori. Ci sono quelli bravi e meno bravi, ma e’ un modo come un’altro per passare il tempo divertendosi. Il fatto di fare la foto al tramonto, non e’ fare la foto. Quella e’ solo un pretesto. E’ non stare a casa a vedere la televsione, ma uscire e aspettare la luce giusta, magari con qualche amico, a condividere qualcosa. Capisco che tu lo faccia per lavoro. Ad esempio. io faccio come lavoro il pilota professionista, abito ad Abu Dhabi. Quando sento la gente che prende l’aeroplanino per andarci a fare un giro, non gli chiedo ‘Perche’ vai a fare un giro’ oppure ‘Hai risolto un problema’ No Io ho risolto un problema di trasportare 300 persone da una parte all’altra, oppure tu hai fatto uno scatto che ha risolto una situzione. Ma quelli con l’aeroplanino si sono solo fatti un giro. Come io vado in giro a fare la scimmia per cazzeggio puro. Magari permettendomi una EOS 1DX con tanto di ottiche L perche’ me lo posso permettere. Invece magari di spendere soldi per una inutile macchina da 200 cavalli. Non so se mi sono spiegato.
    Ciao

    FIlippo

  27. settimio

    ciao filippo. ti rispondo volentieri, perché ciò che scrivi mi sembra molto sensato: il semplice e puro divertimento dell’andare in giro a fare fotografie è spesso e volentieri condizione sufficiente per definirsi e fare il fotografo.

    e va bene.

    ci sono però a mio avviso due “però”:

    -chi si definisce (e soprattutto si vende!) come PHOTOGRAPHER: se io faccio il minestrone a casa mia, e viene pure buono, non mi sogno di definirmi cuoco…
    diciamo che il mio fotometro era dedicato a tutti quelli che si definiscono cuochi: con questo semplice strumentino puoi sapere se lo sei veramente!

    -il capire che c’è una radicale svolta che può (tutto sommato in maniera semplice, se uno capisce il meccanismo…) essere fatta, cambiando la propria maniera di fotografare, da una cosa inutile a qualcosa che abbia un senso…ebbene tutto questo è un evento che può dare vera e profonda felicità.
    andare in giro a fotografare gattini e tramonti non è bello o brutto, è inutile, soprattutto per se stessi…

  28. Filippo

    Ciao Settimio. Condivido il tuo punto di vista. Ed in ogni caso anche per chi fa il fotoamatore (ovvero hobby) ha da riflettere su quello che hai detto. Mi ha molto colpito quello che hai scritto dall’altra parte a proposito dell’esempio di Trieste. Veramente calzante, mi e’ capitato sai? di andare in citta’ per lavoro e fotografare tanto per, e poi alla fine buttare un sacco di foto e lasciarne qualcuna. Magari la prossima volta sara’ bene aprire un libro e capire dove andare.
    Mi sembra un modo simpatico per far riflettere la gente. Poi se uno se la prende a male, vabbe’ allora mi sa che ci sono poche speranze.

    Ciao e buon lavoro

    Filippo

  29. davide marcesini

    Scrivo da estimatore di Benedusi e in accordo su quasi tutto quello che scrive nel Fotometro ma mi son trovato a commentare molto in positivo su un gruppo FB di fotoamatori e il giorno dopo ci ho ripensato ( anche se non del tutto).Mi piacerebbe un parere sui miei dubbi da parte dell’autore. Grazie
    ….

    In risposta al testo di Benedusi di ieri, in quasi totale smentita di quello che ho scritto ieri ( dicevo ” un po’ peso, nel senso di aggressivo, ma sacrosanto”)

    L’argomento tocca nervi scoperti.
    Ma c’è qualcosa che mi frulla in testa da ieri sera, da quando ho detto “sacrosanto” ai commenti di Settimio Benedusi.

    in fondo allo stomaco c’è qualcosa che si ribella…ho una gran voglia di rimangiarmi tutto.
    Nel merito veramente la penso così, intendo sulla qualità di gran parte delle foto che circolano tra concorsi e circoli fotografici:
    sembra che al mondo ci sia poco da raccontare,
    sembra che quel poco sia uguale per tutti,
    sembra che l’unica necessità sia essere originali ( cosa che mi sembra una grande sciocchezza),
    sembra che l’unico modo per essere originali sia far quello che fanno tutti,
    …riassumendo…sembra che per molti ci sia scritto <> quando si esce a fotografare.
    Però ci sono delle eccezioni.
    E comunque ognuno faccia un po’ quel che vuole.
    In fondo non è scritto da nessuna parte che fotografare sia un’attività extra-categoria, che chiunque la compia diventa un’artista, chiunque la ami un’intellettuale.
    Lasciateci essere mediocri-un po’ provinciali- un po’ banali…fin noiosi…ma cavolo mi piacciono i tramonti e ne fotografo fin che voglio( ai gatti invece son allergico dalla nascita!) !!!
    E comunque qualcuno ogni tanto mi paga (poco) per i miei pseudo-tramonti, e allora?!?!

    Benedusi mi sembra cadere nello stesso errore di cui accusa i fotoamatori.

    Il problema non è cosa fotografi ma perché ( e come): dal perché deriva il come. Il “come” è la validità con cui traduci l’efficacia del tuo messaggio,: un messaggio esiste per forza se “hai un perché”, devi rispondere a questa domanda che ti poni. Il come è tutta la tua conoscenza umana, sociale, tecnica, comunicativa che riversi nella tua immagine e serve a “raccontare”.
    Ora, io son pure d’accordo che un buon “perché” sia “perché che mi pagano”, per me fotografare è anche un lavoro. Ma non può essere l’unica risposta. Soprattutto,non può essere la più importante.
    Perché si cancellerebbero in un sol colpo tonnellate di opere di gente morta disperata e finita sui libri di storia dell’arte ( e di storia in assoluto).
    Perché si valorizzerebbero in un sol colpo tonnellate di rumenta prodotta da fotografi professionisti ( quindi pagati) o artisti ( non so se di professione ma comunque pagati).
    Perché in questo modo, purché pagata, si giustifica qualunque cosa, non solo in ambito fotografico.

    Ma i soldi sono l’unico criterio!?!?!

    Allora forse il problema è cosa abbiamo da dire, se quello che vogliamo dire è interessante, e dopo, se sappiamo come trasmettere agli altri questa “interessantezza”.

    Il mondo è abbruttito da cose che si fanno per soldi, che non solo sono poco interessanti ma spesso molto dannose e più spesso, anche se non evidentemente dannose, sicuramente sbagliate.
    E si fanno solo per soldi.
    Per soldi si asfalta il mondo e si inquina l’acqua, per soldi si ammazza grandi e piccini ancor prima di nascere, per soldi si truccano le partite, per soldi si rubano i soldi agli operai.
    “Per soldi” non può essere il motore di un buon fotografo, un buon fotografo può anche diventare ricco ma sarà conseguenza di una spinta che viene dal’ anima, dalla necessità fisica di fotografare e farlo bene ( e comunque non è cosa scontata).

    Eppoi cosa c’è di più grande di un tramonto, della vita che passa e rinasce, della bellezza del mondo che abbiamo sempre davanti e non guardiamo per pensare ai soldi?
    Sulla gnocca dentro la fabbrica son infine totalmente d’accordo, se possibile portatela in campagna, come si diceva una volta, ma non per fotografare.
    Non sopporto chi prostituisce la fotografia alla voglia di una donna che non sa procurarsi altrimenti ( della serie, vieni che ti faccio vedere la mia sala di posa, magari facciamo due scatti). Ma anche qui la storia è piena di grandi artisti che consumavano con le loro modelle e la spinta del sesso può produrre grandi risultati, cerchiamo però di essere sinceri e di far almeno buone immagini: un bellissimo sedere non necessariamente “è” una bella foto!

    A questo punto mi vien da dire a Benedusi ( che è un bravissimo fotografo): anche se sei pagatissimo e fotografi dei gran pezzi di figliola…fare l’ennesimo redazionale con gnocco-nuda-su-battigia dall’altra parte del mondo non è molto più originale che portare una nella fabbrica abbandonata ( inoltre sul tuo sito c’è una bellezza semi-nuda proprio in una cosa che sembra tanto fabbrica abbandonata: il fatto che faccia anche il mangiafuoco non mi sembra abbastanza per inserirla nella categoria “ART” ). Tante delle foto sul sito, se non fossero appunto pagatissime, mi sembrano un’evoluzione del genere fotoamatore con il miglioramento della location e di un signor post-produttore con i fiocchi. E, forse, inserire tra i pregiati lavori categorie appunto come “art” denuncia la ricerca di qualchecosa di più che il solo essere ben pagati ( come scrivevo prima): forse il vendere solo foto di cui l’autore stesso non è convinto non appaga il nostro lato migliore.
    A rafforzare questo sospetto background fotoamatoriale ( con tutto il rispetto per chi “ama” la foto) c’è sul blog di Benedusi l’ormai continuo peana alla foto-con-iphone: ma non eravamo quelli che criticavamo i frequentatori di circoli perché parlano solo di sensori e di chi ha l’obiettivo più nuovo-più…grosso? E adesso mi venite a dire che esiste una categoria “photo-con-iphone”? E che qualche foto banalissima diventi interessante se sfuocata-virata-corniciata con qualche app? Io resto del mio parere, classico, noioso ed antiquato: una buona foto è tale se ha da dire qualcosa altrimenti la puoi fare con quel cavolo che ti pare che resta una ciofeca. Inoltre dopo aver criticato i tramontini mi porti ad esempio una banalissima foto di paesaggio prima e dopo la cura: ma è una qualunque foto insignificante anche se controluce “creativo” e applicazionata dopo lo scatto in Iphone!

    In ultimo vorrei imporre anch’io un mia regola: non c’è peggior fastidio di chi vuol imporre ad altri la regola che non esistano regole, se non le proprie.

  30. piernicola

    @matteo F si ok ma decontestualizzate dal fattore emotivo indotto da quello che hanno fatto rimangono brutte foto di cani brutti, e l’idea non è per niente originale perchè non esiste come scintilla creativa di chi fotografa ma è ripresa dall’evento principale, nei confronti del quale queste al amssimopossono essere brutte didascalie. La fotografia, volgio sperare, sia altro.

  31. davide marcesini

    altra entrata chiedendo permesso, spero che serva alle riflessioni di tutti: spiegatemi voi, se c’è qualcuno che segue i blog di fotografia abitualmente, possiede 50 libri o è molto pagato:
    dopo la discussione su Benedusi e il fotometro avvenuta sul gruppo FB di un circolo fotografico torno sul sito di Benedusi e vedo che è stata tolta la voce “ART” che già da sola sembrava dichiarare proprio una diretta formazione “fotoamatoriale”, e per di più conteneva una bella serie di una mangiafuoco-desnuda in fabbrica abbandonata! Ammissione di colpa o cosa? fatto di nascosto non sembra un bel gesto. Mi intrippo sull’argomento e trovo una raffica di interviste all’autore in cui si lamenta della vera bellezza che non esiste più, che una volta era meglio, il fotoritocco nega qualsiasi realt°….etc…etc ( cosa su cui sono tra l’altro d’accordo). Ma detto da uno che fa il tuo mestiere mi lascia perplesso! Lo accetto dal buon Iacopo Benassi nominato proprio da Benedusi, il quale scatta in coerenza ad un discorso del genere! Allora se organizzate un invito al circolo fotografico sarzanese ( come ventilato), chiamateli entrambi e chiedete loro di “scontrarsi” sull’agromento nonostante l’amicizia. Con un successo professionale del genere e il livello del suo lavoro credo che Settimio Benedusi potrebbe permettersi di essere meno banale nel suo parlare. Siamo sinceri: sono bravo, fortunato, frequento bellissime donne e mi pagano pure, e tanto: e diciamolo che va bene così e non cerchiamo di fare gli artisti, già Mastroianni nelle interviste diceva che era pagato per divertirsi invece che lavorare e io che fotografo costumi da bagno voglio cambiare il mondo con le mie immagini? ( non l’ha detto in parole povere, ma il tono è sempre quello un po’ “profetico”!)…provo a copiare-incollare di nuovo sul blog dell’autore…di cui sono per altro…invidiosissimo!!!
    Io voto per una serata con Benassi, provate ad invitarlo!

  32. Settimio

    @davide: scusa, ma sai che non ho capito granché…?!?
    (e comunque la sezione ART è lì dove è sempre stata)

  33. PincoPallino

    E’ una vita che sogno di fotografare qualche modella a pecora sulla sabbia di una spiaggia tropicale… ed essere pagato per farlo!

    Bravo Davide, così bravo che chi doveva capire non ha capito… o peggio, finge.

  34. riccardo

    ciao julieeee, davvero belle le foto complimenti al fotografo ma sopratutto compl a te..oggi ho scoperto che siamo cugini…cercami su facbook..ciaoo cugina

  35. Alice

    GENIO..!!! In tono ironico e pungente, approvo in toto!

  36. Erick

    Come lo definireste uno che vende foto di merda per poter vivere e poter comprare attrezzatura e libri? vi pieghereste a un simile compromesso? che ne pensa Sig. Benedusi?

  37. Elanor

    so che probabilmente il mio commento si perderà tra ventimila, ma fa niente 🙂
    ho letto questo post su facebook tramite la pagina di Loris Mirandola. E mi ha colpito molto, soprattutto l’aggiunta con commenti che poi ha inserito in calce (e che qui non ho trovato, ma non ho cercato molto, sorry).
    Comunque.

    grazie per aver sottolineato l’importanza dell’emozione e del messaggio nella fotografia. E’ una cosa straordinariamente rara per i fotografi, e spesso me ne stupisco molto.
    Io sono certamente l’ultima arrivata. Ho una formazione artistica corposa e un buonissimo senso estetico unito ad ingenti dosi di passione e ricerca di significati ulteriori, sempre. Non so nulla di fotografia, dal punto di vista tecnico, e mai mi sognerei di criticare determinate scelte. Sono tutto tranne che fotografa. Ma poso da un po’, e mi occupo di trucco e styling, per divertimento e soprattutto per necessario e vitale desiderio di comunicare. Da messaggi complessi a singole emozioni. L’immagine fa questo, l’arte per questo è nata, non solo per mero esercizio tecnico o per pura espressione artistica. L’arte vera e propria, oggi, deve dire più, deve scavare in fondo.

    Quindi la ringrazio perchè, proprio qualche giorno fa (di ritorno dall’ennesimo servizio beauty che, sì, bel trucco, abiti strani, effetti carini… Ma cosa mi vuoi dire?!) mi stavo chiedendo dove diamine stessi sbagliando. O che cosa nella mia formazione mentale (piena di arte, dai primordi fino ai giorni nostri) fosse irrimediabilmente errato.
    Poi ho letto il suo post…
    Insomma, forse qualcuno che la fotografia la fa sentendola ancora DENTRO, e che la difende come espressione necessaria della propria anima… c’è.
    Grazie di cuore.

    La seguirò con gioia e interesse 🙂

    El

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