francia #01

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“la pioggia battente faceva assumere alla costa bretone di fine novembre un aspetto quasi minaccioso, i novoloni cupi correvano dal mare in burrasca fino alla costa, dando quasi l’impressione che fosse la terra ferma a muoversi come un grande veliero, fino a sfidare le onde. camminavo, come al solito senza alcun ombrello, rasente ai muri, i primi lampioni cominciavano ad accendersi. il freddo si faceva pungente sulle mani e sul viso, ma era piacevole la sensazione di calore che provavo sotto la cerata e il maglione di lana bella pesante, maglione che arrivava fino a coprirmi il collo. il cappello ben calato fino agli occhi, rappresentava l’ultima barriera alla pioggia, e in fondo mi sentivo caldo e protetto.
era poca la gente in giro, solo qualche bar, con i vetri appannati.
il mio appuntamento era tra poco, e, cosa rara, non ero in ritardo.
non in questo bar, ma quello sulla piazza del paese, vicino ai platani che in estate erano testimoni di infinite partite di bocce. adesso nessun giocatore, e la striscia di ghiaia era abbandonata a se stessa.
con un ultimo balzo per evitare un’ultima pozzanghera raggiungo il bar, poca gente anche dentro, l’oste, che non mi riconosce tra i suoi soliti clienti, all’inizio mi guarda quasi con sospetto, poi mi abbraccia con un sorriso, e mi fa accomodare ad un tavolino vicino ai vetri.
sono in perfetto orario.
il tavolino tondo di marmo viene subito passato con uno straccio “un bichiere di vino rosso della borgogna, merci’!”.
l’appuntamento di oggi sara’decisivo.
mi sono deciso.
voglio dire alla persona che sto aspettando tutto quello che penso di lei.
questa persona, o potrei dire anche questo personaggio, in fondo mi ha fatto sempre soffrire, non posso piu’vivere nell’ipocrisia, voglio e debbo dire tutto quello che penso.
non voglio piu’che l’ipocrisia esista, e si rafforzi giorno dopo giorno, tra di noi.
non so se questo sara’risolutivo, non so a cosa portera’questa mia decisione, ma ho deciso cosi’e cosi’sara’.
con i vetri appannati non riesco a vedere bene fuori, sento solo incessante la pioggia battere.
ogni volta che la porta si apre mi tendo per capire subito se sia la persona che aspetto ad entrare.
due volte clienti ben noti all’oste, ma sconosciuti a me.
grandi saluti con lui, nemmeno uno sgurado per me.
finalmente accade.
mentre lentamente sto gustando il mio vino di auxerre, la persona che tanto aspettavo entra.
mi cerca con lo sguardo, e io, e me ne stupisco per primo, non faccio nulla per farmi notare, rimango immobile.
ovviamente mi vede subito, si avvicina al tavolino, fa un cenno all’oste, e si siede di fronte a me.
i nostri occhi si incrociano subito, subito in un segno di sfida, ma anche di sorpresa e meraviglia.
non voglio aspettare oltre.
adesso debbo dire tutto.
e cosi’…..”

good morning sir, this is your wake up call, have a nice day!

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