GUARDAMI NEGLI OCCHI

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Ieri è uscita la mia pagina di Natale sul Corriere della Sera, dove vengo lasciato libero di raccontare come meglio credo questo momento dell’anno. Voglio subito approfittare per ringraziare Antonio Bozzo, del Corriere, che con coraggio ed intelligenza, da un po’ di anni, mi lascia questa libertà e questo privilegio. Grazie Antonio! ❤️

Tornando al lavoro.

Anche questa volta ho voluto raccontare (dopo il carcere di Bollate dell’anno scorso) come passano il Natale (normalmente associato ad allegria, divertimento, regali) chi ha poca allegria, poco divertimento e pochi regali.

Siamo andati allora a trovare Pane Quotidiano.

Questo il mio testo:

“Gli italiani, probabilmente, non sono campioni mondiali di senso civico e buona educazione sociale, ma sono sicuramente tra i migliori al mondo nel volontariato”: non è italiana la persona che ci dice questa frase, ma il francese Jean-Pierre, che da due anni è il responsabile operativo di Pane Quotidiano, la struttura che, dal 1898, si occupa di distribuire pane, latte e generi di prima necessità a chiunque si presenti nei due centri di Milano.

Appena all’ingresso della sede storica di Viale Toscana ci accoglie un cartello, con scritto “Sorella, fratello, nessuno qui ti domanderà chi sei, ne’ perché hai bisogno, ne’ quali sono le tue opinioni.” E infatti nulla viene chiesto alle migliaia di persone che ogni mattina, fin dalle 6, si mettono in coda per avere qualcosa da mangiare. Ci sono stranieri, italiani (sempre di più), mamme con bambini piccoli, anziani, persone con difficoltà anche a camminare: a nessuno viene chiesto nulla, solo dato.

Ce lo conferma Angelo, di nome e di fatto, che da 15 anni è il responsabile dei volontari e passa tutto il tempo dalle 9 alle 11 (quello a disposizione per la distribuzione dei beni) a fare in maniera che tutto si svolga con ordine ed equità, affinchè tutti le 3.000 e più persone abbiano lo stesso.

Luigi Rossi, il consigliere delegato, ci racconta che Pane Quotidiano nasce dalla buona borghesia milanese ed è sempre stato e continua ad essere non legato ad alcun partito politico o alcuna organizzazione religiosa. Si sentono e sono completamente autonomi e liberi, vivendo solo ed esclusivamente delle (generose!) donazioni che arrivano soprattutto da aziende.

Incontriamo tra i volontari Clio, che distribuisce cavolfiori: ha 25 anni e tre volte alla settimana sottrae tempo ed energie ai suoi studi universitari per venire ad aiutare.

Il 25 dicembre, sia il centro di Viale Toscana 28 che quello di Viale Monza 335 sono aperti dalle 9 alle 11, con però un evento speciale dedicato ai bambini: la distribuzione dei giocattoli. Se qualche lettore del Corriere avesse voglia di portare qualche gioco farà sicuramente felice non solo un bambino ma anche se’ stesso.

Pane Quotidiano vi aspetta.

Questa la pagina sul Corriere:

 

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Questo il mio testo sul servizio:

Li vediamo tutti, in giro per Milano. A volte ci fermano, chiedendoci qualche monetina. Spesso elemosinano per fame. Capita a me, come penso capiti a tutti di sfuggire alle richieste, neanche degnando di uno sguardo chi ci tende la mano. Più che altro, forse, quello di cui abbiamo paura è guardarli negli occhi.

Ho pensato quindi che la cosa migliore per raccontare la meravigliosa e meritevole organizzazione Pane Quotidiano, fosse farlo attraverso i visi e soprattutto gli occhi di chi è lì dalle 6 del mattino, al freddo e al gelo, per un pezzo di pane e un litro di latte. Per una volta non possiamo aiutarli, non possiamo dargli da mangiare, ma possiamo fare una cosa che, probabilmente, è ancora più importante: possiamo guardarli dritti negli occhi.

 

Queste le immagini singole:

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Sabatino
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Carmelo
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Maria Rosa
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Domenico
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Ivano
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Marcello
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Franco
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Tina
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Francesco
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Maria Giuseppina
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Ali
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Enrico
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Angelo
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Emilio
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Mariana
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Djamel
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Marco

 

Lei è Clio, una volontaria, che era lì a distribuire cavolfiori:

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Clio

Qualche immagine backstage, scattata da Pasquale Ettorre:

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e infine un video dove racconto e spiego delle cose, tra cui anche questo lavoro.

 

10 risposte

  1. angelo dau

    dove tutto è contrasto, non c’è contrasto. A meno di trovare quel filo di equilibrio, tra il natale alle porte ed un servizio come questo, tra il fotografo, con POV rialzata, ed il fotografato, piu’ in basso e con le spalle al muro. Ci sono mondi che viaggiano paralleli ed a velocità diverse, eppure a volte succede qualcosa e si sfiorano, sfrigolando in armonia, lasciando qualche scintilla che rimane nel piano focale di una fotografia, e cosa meglio di uno sguardo, la prima forma comunicativa interculturale. Contrasto dicevamo, facile cadere nella trappola dello specchiarsi di un concept che vive e muore di se, eppure tutto ha funzionato come dovrebbe, quegli sguardi comunicano e non è per forza il disagio che banalmente ci si aspetta, è energia dove non pensi di trovarne, e stupendo la fotografia completa il suo cerchio. Uno dei lavori Benedusiani piu’ sottilmente e profondamente riusciti, almeno per il mio modo acerbo di vedere la fotografia.

  2. giancarlo

    Carissimo. Volevo farti i miei auguri a voce ma capisco che sarai tempestato di chiamate da molte persone e da ogni dove. Sono contento che tu abbia pubblicato un videomessaggio sostenendo la causa di quelle persone che a testa alta quotidianamente si recano a prendere il cibo di prima necessita’. Anche io per un periodo come ti dicevo poco tempo fa a tù x tù ho usufruito di quel servizio, e ho conosciuto molti di quei visi che con dignita` aspettavano, anzi aspettano il loro turno in rispettosa fila che meritano, appunto, rispetto e visibilita’. A me é andata bene piu che ad alcuni di loro che sono ancora in fila a tutt’oggi! Perché la volonta’ di uscire fuori da quella condizione e stata ed é piu forte e devo ringraziare la fotografia il mio credo in essa e alla capacità di credere in me stesso, alle capacità innate, ed a quello che tanto ancora devo fare e posso dare al prossimo, nello scambio tra te e quest’arte frutto di esperienza con errori e cose buone, e avversità di ogni genere alla conoscenza di periodi ed eventi ancora piu bui di questi! Ma sopra tutto la mia forza di volonta’ e alla mia capacita’ e consapevolezza di non cedere di non essere sconfitto da condizioni negative che la vita puntualmente piu di altri ti mette alla prova. Superare queste avversita’ é stata anche l’umanita’ e la comprensione di pochissime persone che credono in mé e che non si tirano indietro nell’aiutarmi mettendo da parte i loro problemi e prendendosi cura invece dei miei. In rispetto a quelle persone che puntualmente sono in fila tutti i giorni, sono fortunato! Non sono ancora fuori pericolo, la strada é ancora in forte salita. Ma con persone come te il grado di salita si riduce. Avrei molte cose da denunciare, molte persone da sputtanare cosi come le istituzioni e loro rappresentanti che sono chiacchere ma senza distintivo però! A questo ci pensero’ dopo. Vorrei commentare il tuo video messaggio e spero di farlo ma la sofferenza di un periodo buio é forte. Buon Natale Settimio. Buon Natale a tutti.

  3. alessia

    Retorica a go go per giustificare una minestra scaldata…

  4. Francesco Avona

    quoto Calibano che foto di merda.
    Non vale la pena nemmeno scomodare Ando Gilardi e la sua celebre “non fotografare” per porcherie simili.
    Non capisco che gusto ci provi gente come Angelo a ficcarti su per il culo mezzo metro di lingua con le cazzate che scrive, ti deve dei soldi?

  5. Cate

    La semplicità e l ‘immediatezza di un messaggio ne decretano il successo.
    Se guardando una foto,un quadro o qualsiasi altra cosa ci colpisca ci fa dire”lo saprei fare anch’io!”,allora si è fatto centro.Infatti se avresti saputo farlo ,perchè non lo hai fatto?Semplicemente perchè non era cosí semplice come ci è sembrato.Lí sta il successo della comunicazione.
    Bel servizio Settimio,per quel che puó valere il mio parere.
    Cate

  6. SETTIMIO BENEDUSI - www.surroundyou.it/

    […] Tutte le mie foto sono state fatte per raccontare qualcosa. Quando ho fatto le foto per il progetto Guardami negli occhi l’ho fatto affinché la gente potesse dare uno sguardo ad un mendicante, una cosa che non […]

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