IL FOTOGRAFO

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Tutti noi esseri umani siamo pieni di difetti. Alcuni pregi e tanti difetti mischiati e distribuiti, forse senza alcun criterio. Chissà per quale bislacca ragione il top dei peggiori difetti si concentrano in una figura di essere umano un po’ particolare: il fotografo.

Una sorta di tempesta perfetta convoglia tutte le peggiori energie e sinergie all’interno di un solo e specifico bipede con macchina fotografica al collo.

Le varie figure sono:

-IL TECNOCRATE. Esemplare solo ed unicamente interessato all’aspetto tecnico, solo al COME e mai al PERCHÉ. Come quelli che, nella musica, si fanno pippe infinite sugli amplificatori valvolari ma non sanno chi è Chet Baker. Discussioni infinite sulla risoluzione di obiettivi e sensori: tutte robe assolutamente inutili alla buona Fotografia.

-IL MALATO DI FIGA. La bellezza femminile, diciamolo, piace a tutti, ma esiste una categoria di umani che vive la vicinanza e la frequentazione di una bella ragazza (è un eufemismo) come una propria valorizzazione. Un po’ come essere seduto su una super macchina o quelle cazzate lì: valgo perchè a fianco ho una cosa figa.

-IL POTENTE. Il potere piace a tutti. In Sicilia si dice “meglio comandare che fottere”. Quando uno ha una macchina fotografica in mano si sente subito un po’ più potente: giá solo per fare una foto ricordo il “fotografo” si sente autorizzato a dire “tu fai così, tu mettiti lì” anche se fino a poco prima era lo sfigato del gruppo.

-QUELLO CON IL PASS. A molti piace avere appesa una roba al collo, anche solo che ti identifichi. È il celebre “lei non sa chi sono io” al contrario, che poi è molto meglio: “lei adesso sa chi sono io”. Se poi la cosa al collo è un pass qualsiasi allora lì è puro godimento.

-LO STRANO. “Io non sono come voi” ognuno di voi ama dire. Ognuno non vuole essere come tutti gli altri, pur essendo, ovviamente, esattamente come tutti gli altri.

-LO SBORONE. Sono il più ricco e più figo di tutti: infatti guarda, ho la Leica con il 300 2,8!

-IL MILANESE DEL MAGICO MONDO DELLA MODA. Se uno proprio non fa il falegname in Trentino o il pescatore a Mazara del Vallo vorrebbe essere a Milano e far parte del rutilante mondo della moda: feste, show-room, modelle e vip. Il fotografo anche se sta a Roma o Napoli (ho casi precisi!) comunque è milanesedelmagicomondodellamoda dentro. O almeno vorrebbe.

-L’IGNORANTE. L’ignoranza è oramai una caratteristica di cui non ci si deve vergognare, ma della quale andare orgogliosi. “Non so nulla e nulla voglio sapere”. L’ignoranza come stile di vita. Ignorare persino di essere ignorante: il vero nulla assoluto. “Avedon chi?!?”

Ecco, quando la tempesta perfetta indirizza le proprie energie verso un solo punto, ecco che un ignorante sborone pseudo milanese modaiolo che fa lo strano senza esserlo, con il pass al collo che si illude di essere potente, figaiolo e tecnocrate diventa un umano molto facilmente identificabile, anche da lontano: lo riconoscete perché ha la macchina fotografica appesa al collo.

51 risposte

  1. Ammiratore

    …e quello che si atteggia a grande fotografo di moda, ma è più famoso per le “banali ovvietà” che scrive sui social che non per quelle quattro fotografie pubblicate su un settimanale gratuito, (scattate rigorosamente a 11fps, al grido di #celhocelhocelhocelhocelhocelho) tu come lo chiami? In quale sottocultura lo metteresti?

  2. Daniele

    Categorie ben identificabili, ognuno di noi è un po’ di queste categorie, ma – e qui sta l’errore di SB – indipendentemente da essere uno con la macchina fotografica al collo!

    SB stesso è esattamente quello che descrive!!!

    Alla fine direi: un post perfettamente inutile che serve solo per farsi un po di pubblicità!!!!

    Cordialmente.

  3. Matteo Fiorelli

    Concordo in tutto con Settimio. E ci è andato leggero. Suggerisco una combo con il fotometro e gli articoli simili, ne viene fuori un quadro niente male.

  4. settimio

    Caro “ammiratore” intanto per l’ennesima volta chissà perché le critiche sempre in forma anonima: ma perché?!?! Io ci metto la faccia e pure il culo, per quale motivo tu no?!?

    Comunque: io sarei le quattro fotografie pubblicate su Sportweek?!? Ahaha questa è bella: mi dispiace tu abbia una conoscenza approssimativa del mio lavoro. Se ti va una volta vieni in studio, ti offro il pranzo e ti faccio vedere cosa faccio, ok?

  5. effebi

    Seguo da tempo il blog di Settimio, sui cui risultati professionali credo che nessuno possa dir niente se non manifestare la propria ammirazione.
    Mi piacciono moltissimo i modi con cui tratta gli argomenti e sui loro contenuti, però non mi piace come vengono trasmesse.
    Si percepisce che sono trasmesse come verità piuttosto che opinioni. E’ un peccato perché pare metterlo come persona, non come professionista, mille gradini sopra gli altri. Ok, è un eccellente fotografo, tagliente nel modo di scrivere, a mio modo di vedere, creso sia anche una persona simpatica (putroppo non lo conosco personalmente), ma di certo non può avocarsi il diritto di possedere la verità.
    Magari è solo il tono del suo blog che mi trasmette questo, e me lo auguro, però credo che sulla mia considerazione lui debba riflettere anche mandandomi a quel paese dopo, non mi interessa.
    Gli altri pensoi debbano riflettere su chi gli dà ragione a prescindere qualunque cosa scriva, senza portare un contributo personale all’argomeno.
    Non me ne voglia Settimio, la mia è solo un’opionione

  6. Ammiratore

    ok, ok… ho scordato le robe con la colombari, i selfie, la marchetta a canon, giusto!
    Ma poi, hai imparato a pronunciare il nome di Annie Leibovitz? e di Robert Doisneau? Va bene che li conosci tutti e che quindi sei un grande fotografo (parole tue), ma bisogna anche saperne pronunciare correttamente il nome, ehehehe! 🙂
    Vabbe’, ancora non mi hai detto tu in quale sottocultura ti iscriveresti però… 🙂

    PS: del tuo culo puoi fare quello che ti pare, intendiamoci, però non ti offendere se declino il tuo invito a pranzo, non vorrei che in cambio… 😉

  7. Nicola Ughi

    E tu Benedusi in quale categoria ti metti? Effebi scrive cose giuste…. eccellente fotografo? …mah… molto pagato forse…ma certamente non particolarmente originale

  8. Luca

    Mio dio…. Credo di averli tutti io questi cacchio di difetti. Salvami Benedusi, salvamiiii.

  9. Luigi fortino

    Sinceramente,chi fa foto in posa tipo fotografo da matrimonio napoletano non puo’ considerarsi grande fotografo….tutto preparato tutto finto…poi a ognuno le aue conclusioni…a mio parere sei tutto chiacchiere flash e collaboratori…
    Tutto il successo che hai si riassume sul fatto che in italia tira piu’ il gossip la moda e novella 2000

  10. Ammiratore

    Scusate, ma di quale successo stiamo parlando? Avete idea di chi siano i nomi che hanno fatto successo nel campo? Setti’, dài bello, rispondigli tu che conosci TUTTI i fotografi del mondo! 🙂

  11. Il Tapioca

    L’ultimo punto è verissimo, in fotografia c’è sempre più gente che si vanta di essere ingorante, perché tanto l’arte e il talento sono cose che vengono naturali, senza studiare l’arte e senza pensare a quello che si sta facendo. Peccato che quì non si possano pubblicare foto nei commenti come su Facebook, mi limiterò a fare il copia e incolla di uno stato letto di recente, in cui l’autore afferma che non ci sia neanche bisogno di avere idee 🙂

    “…Il vero Artista non ha IDEE….quello che fa lo fa naturalmente….”

  12. settimio

    gentile effebi, al contrario di quanto la maggior parte della gente pensa io AMO avere opinioni diverse dalle mie, quando espresse con educazione e da persone che non hanno problemi a lasciare i propri dati. che dire, io penso e scrivo di un argomento che non conosco più o meno bene, non frequento più o meno nei ritagli di tempo, ma che conosco e frequento 25 ore al giorno da 30 anni. so di cosa sto parlando. non ho certo la presunzione di pensare che ciò che dico sia legge assoluta, ma ho la certezza assoluta di conoscere perfettamente ciò di cui parlo. tutto qui! il problema, con quello che dico e scrivo, è molto spesso sempre lo stesso: si guarda il dito e non la luna…

  13. Il Tapioca

    No settimo, non sei tu. Si tratta di uno stato preso su facebook, dove l’autore si vanta di non aver neanche bisogno di idee. 🙂

  14. Chiara Vitellozzi

    Scusa Il Tapioca ma dove hai preso la citazione?
    Perché quella frase la disse Toscani in un’intervista.
    Ovviamente estrapolata così dal contesto non ha minimamente senso. Ed è un peccato virgolettare cose a caso.

  15. Il Tapioca

    Non sono io ad averla estrapolata dal suo contesto, uno dei classici mediocri presenti su Facebook e che si ritengono artisti, l’ha usata come stato con punti e virgolette esattamente come l’ho rischitta io. In effetti ha inserito anche un “cit”, ma senza indicare chi stava citando. Questo modo di fare, rappresenta in pieno l’ultimo punto indicato da Benedusi, è abbastanza chiara la manifestazione di narcisismo di questo sedicente fotografo, cita e piega a suo modo una frase per far intendere che non ha bisogno di idee, lui crea arte qualsiasi cosa faccia. 🙂

  16. Michele Della Guardia

    Personalmente mi diverto molto a leggere le sue caustiche storielle e la considero un ottimo fotografo e un eccellente provocatore.
    Detto ciò mi sfugge una cosa.
    Tra le tante categorie professionali, soprattutto in contesti artistici, non ne esiste una come quella dei fotografi in cui sia tanto diffusa la tendenza a parlar male del lavoro o delle abitudini degli altri.
    Certamente l’esistenza dei “photographers” rappresenta un’inesauribile fonte di ispirazione (e talvolta anche io, divertito, mi riconosco in alcune categorie descritte), ma il fatto che si perda tempo a parlare dei “fotografi” più che di fotografia lo trovo sintomatico di uno stato di salute non ottimale dell’intera categoria professionale che ha bisogno di scannarsi con il mondo per sentirsi legittimata a esistere in un periodo di non facile transizione.
    Nessun professionista della musica, per esempio, spenderebbe mai tante parole per deridere i salettari delle cover band o quelli del “facciamo pezzi nostri”. In fotografia invece è così.
    Lei cosa ne pensa ?

  17. Eugenio

    @Settimio: Se basta insultarti per essere invitati a pranzo e vedere quello che fai ho un intero vocabolario di vituperi!!! Ahhhh brutta bestia l’invidia…

  18. valerio

    tutti devono avere il sacrosanto diritto di potere raccontare delle storie e non per questo devono per forza essere pagati per farlo.
    il fatto di farlo attraverso una macchina fotografica non da il diritto a loro di definirsi fotografi (professionisti) e su questo sono d’accordissimo con lei.
    ognuno di noi ha il proprio occhio sul mondo e deve avere il diritto sacrosanto ed inviolabile di riportarlo.
    quindi fotografo è (per dirla alla Boskov) chiunque tenga una macchina fotografica appesa al collo!!!!

  19. settimio

    Tutti coloro che hanno una macchina fotografica appesa al collo sono fotografi?!? Questo concetto è alla base di tutta la confusione sulla Fotografia. Ma scusa, tu diresti ma che chiunque possiede una penna è uno Scrittore?!? Diresti mai che chiunque compra una pentola è un cuoco?!? No! Giusto? È perché mai dovrebbe essere diverso per la Fotografia?

  20. Ettone

    Non sono d’accordo…

    Il problema di fondo sta secondo nell’omissione di “professionista” dopo “fotografo”… il che potrebbe accadere per semplice semplificazione, per pigrizia, per comodità o per convenzione. Tuttavia ciò non dovrebbe accadere per la lingua italiana.

    Se un individuo ha una penna e scrive storie, romanzi, racconti in casa sua senza essere “pagato” o pubblicare libri, per la lingua italiana, è uno scrittore. Così come chi possiede una pentola in casa sua e ci cucina ottimi piatti è un cuoco… Tuttavia in tutti i casi tali individui non sono PROFESSIONISTI… ma più semplicemente chi scrive è uno scrittore, chi cucina è un cuoco, chi corre è un corridore, così come chi fa foto è un fotografo… Ben diverso è il discorso se un individuo ha una biro, una pentola o una macchina fotografica in casa e non le usa perché in quel caso non saranno altro che persone che possiedono degli oggetti… (dubito che in tal caso rechino danni alle rispettive categorie).

    Quindi a mio avviso il problema di base non sta su chi sia fotografo o no, ma su chi sia professionista o no. Se poi in questi ultimi tempi per convenzione o per moda si tenda a fare di tutta l’erba un fascio e a definire semplicemente “fotografo” sia chi lo fa per professione che chi lo fa per divertimento allora è probabile che sorga confusione.

  21. Ettone

    ps.. ho dimenticato un “me” dopo secondo… quando si dice omettere… AH AH

  22. settimio

    Sei così sicuro che chi abbia una penna e con quella scriva la lista della spesa si possa definire SCRITTORE?!? Che chi faccia due spaghetti aglio olio e peperoncino a casa si possa definire CUOCO?!? Ma dai… 😉

  23. Ettone

    Come ho ben specificato prima se ce l’hai e basta o ci fai altro sei solo uno che possiede un oggetto o che lo usa in modo alternativo, ma ti chiedo, come definiresti in una parola sola uno che fa aglio olio e peperoncino da dio?
    “Unochefaaglioolioepeperoncinoincasadadio”? No, bensì cuoco… E attenzione non cuoco professionista ma ad esempio cuoco casalingo o cuoco per passione che abbreviato diventa “cuoco”… punto…Ti faccio un altro esempio: chi guida (bene, male, in pista, in strada) è nominato “conducente” tuttavia anche chi guida un autobus o un tram è un conducente, ma ha ben altre specializzazioni e responsabilità…

    Sia chiaro che non voglio criticare il tuo modo di vedere la cosa perché la capisco e in parte la condivido… Ma a volte, e questo lo insegnano bene gli avvocati in fase di giudizio, le parole vanno prese per quello che sono e non per quello che si vorrebbe che fossero. Pertanto se in italiano esiste una parola per esperimere un concetto, una mansione, un’azione, un qualcosa di generico questa vale in tutti i sensi che piaccia o no.

    Certo, forse bisognerebbe chiamare fotoamatore o foto amatore chi lo fa per passione e fotografo professionista chi lo fa professionalmente, oppure distinguere tra fotografo cane (in generale) e ottimo fotografo (in generale) visto che sappiamo tutti che a volte la differenza non è tra professionista o amatore, ma di fatto sono forme composte per definire il concetto generale di fotografo (alias colui che fa foto con la macchina fotografica)…

    io la vedo così… 😉
    ah, grazie per la risposta… apprezzo molto, sul serio…

  24. christian

    Non serve a niente fare tanta polemica qualunque sia l’argomento,si dovrebbe fare più fotografia e fare andare meno la tastiera del pc.
    La fotografia è (secondo me) una di quelle occasioni che dovrebbe unire le persone,farle avvicinare e condividere (in modo umano,cioè senza pc,telefoni ,tastiere e what’s up di turno,parlare con persone fisiche come è giusto che sia) un loro modo di pensare,ragionare,vedere le cose.
    La cultura fotografica è quella cosa (oltre alla propria esperienza) che forma la mente e l’occhio di chi fotografa.Abbiamo bisogno di incasellarci per forza?no,ho bisogno di incasellarmi per forza?neanche morto.
    @settimio quando scrive sul suo blog non scrive (secondo me ovviamente) per offendere o mettersi sopra altri,scrive probabilmente per condividere la sua visione delle “cose” (parere personale chiaramente),che poi possano sembrare “attacchi” di spavalderia o altro è un conto diverso,ognuno da il proprio significato alle cose in base all’esperienza fatta ed al suo modo di “capire” quello che legge.
    Sottolineo che non impazzisco per le foto pubblicitarie e di moda e che quindi le sue immagini non mi dicono molto ,ma è un parere personalissimo,nulla togliere a @settimio ,mi piacciono molto le immagini di salgado,mc curry,gardin,paul fusco(quello che ha fotografato il funerale di bob kennedy dal treno che attraversava l’america),amo molto e condivido la filosofia della fotografia di bresson (le sue immagini ho difficoltà a capirle almeno la maggior parte,mio limite),trovo interessante anche la foto che richard avedon a scattato a charlie chaplin,trovo interessante anche la storia di margareth cameron (che non faceva la fotografa,amava la fotografia semplicemente).
    Senza un minimo di cultura (in tutte le cose) non si può andare oltre al proprio naso,si rimane chiusi in un circolo vizioso di immagini tutte uguali e senza contenuto,scusate se mi sono dilungato troppo

  25. valerio

    caro Settimio, è l’azione che definisce quello che siamo.
    tutto il resto è noia.

  26. Sky

    Ciao Caro Settimo non ci crederai ma sono io quello di Avedon chi?? Proprio quello che hai beccato sul noto forum e citato qui e la nei tuoi post a esempio di chi ignora cosa sia la fotografia.
    Ti confesso che ogni tanto passo a leggere il tuo blog per curiosità e perché incredibile, alla fine provo anche una leggera simpatia per il tuo modo di porti. Francamente continuo a chiedermi se tu scrivi veramente quello che pensi o questo blog è esclusivamente una tua operazione di marketing che ti da un p’ò di visibilità in più. Voglio credere la prima, ma non ne sono tanto sicuro.
    Ora leggendo ciò che scrivi, pare che anche chiunque maneggi una reflex lo faccia a lesa maestà di chi come te (per carità) fa della fotografia il proprio lavoro, e ha speso anni a studiarla e approfondirla.
    Che dirti, la ritengo un idea abbastanza banale, oggi tutti fotografano tutto questo si è un dato di fatto. La povertà di contenuti è il male moderno, ma non sta solo in fotografia sta dappertutto. Questo però non significa che per fare fotografia si debba per forza studiare e sapere tutto sulla fotografia. La fotografia è un arte è una scienza, si d’accordo ma però??Chi ha un pennello è un pittore, chi ha una penna è uno scrittore? Ovviamente no. Però non significa che chi dipinge per hobby e chi ama scrivere senza aver preso una laura in letteratura o conoscere gli autori classici lo faccia inlegittimamente o che ciò che fa sia privo di contenuti. Il buon senso sta alla base di tutto.
    Provo a fare un esempio. La scrittura. Non serve essere romanzieri per scrivere. La scrittura è fatta per tutti, la scrittura è come la luce che permette di vedere meglio le cose permette di andare in posti lontani o di descrivere pensieri o situazioni in modi altrimenti impossibili. E per assurdo la scrittura non è fatta per i pochi che con genialità hanno creato opere d’arte ma è fatta proprio per i tanti che la usano e ne fanno un mezzo di espressione sempre nuovo. Ed ecco che se non ci fossero i tanti i pochi (gli scrittori i poeti) forse non avrebbero motivo di esistere. Se ne potrebbe parlare ore senza arrivarne a capo e forse un form su internet non è il posto migliore per farlo però ci provo lo stesso. Siamo uomini e quello che conta è la nostra umanità non la nostra genialità, quindi ti chiedo ha più valore un buon romanzo o una lettera scritta da un padre a un figlio (magari anche male). Ecco per la società forse il primo ma per l’individuo sicuramente il secondo. In questo caso chi ha dato il contributo maggiore alla scrittura?? Forse non è più così ovvio. Ora vedi la fotografia è un mezzo espressivo e gli uomini per loro natura vivono di comunicazione. E’ ovvio che il mettere a disposizione di molti mezzi comunicativi porti sempre più persone ad utilizzarli. La fotografia è come la parola, come la pittura, come questo blog un modo di esprimersi di raccontare se stessi. Tu prima di scrivere questo blog hai per caso preso una laurea in lettere? Però guarda caso è anni che riempi queste righe e anche con un discreto seguito. Se domani arrivare un qualsiasi Umberto Eco a dirti che hai una bella pretesa di fare un blog quando la metà delle parole che usi sono parolacce e che usi una limitata lista di vocaboli, una sintassi pietosa, che i contenuti sono quasi inesistenti? Cosa diresti? Avresti passato centinaia di giorni della tua vita a scrivere una cosa che offende il mondo della scrittura? Tutto tempo perso? Eppure c’è chi ti legge, chi ti commenta? E quindi?
    Io ritengo che questo sia più un gioco, che tutte le persone sperano e cercano (e a volte ne hanno una vaga illusione o convinzione) di essere uniche. Purtroppo o per fortuna non è così, dovremmo forse prenderci meno sul serio, e giocare un po’ anche sulle cose che per noi appaiono così importanti. In realtà siamo unici ma non nel modo che intendiamo/vorremmo noi. Tu hai passato 30 anni a fare fotografia questo ti legittima a parlarne? E chi è 1 anno che cerca di capire come funziona una reflex non può farlo? Magari quel qualcuno un bel giorno fotografa suo figlio e 30 anni dopo il figlio guardando quella foto ricorda suo padre giovane intento a fare in padre per la prima volta? Allora vediamo quanto vale quella foto? Vale di più di una tua prima pagina di sport week? O di un servizio su repubblica che benché ben fatto tra 30 anni pochi o forse nessuno ricorderanno a parte te? Quelle foto hanno valore per te, e ti fanno guadagnare il pane ma non credo di permettano giudicare il resto spazzatura. Abbiamo sempre troppa voglia di giudicare gli altri. Quindi bene quando dai consigli e critiche su quello nulla di ridire, meno quando ti leggo sparare giudizi a zero e a catalogare. E’ troppo banale e le persone non lo sono mai. C’è chi passa 30 anni a fare il fotografo chi 1 ma gli altri 29 tu sai cosa ha fatto? E’ li che sta la differenza che può colmare anche il non sapere che è Avedon. E molte foto(naturalmente non tutte) che ai tuoi occhi possono non avere significato magari una loro storia l’avranno non meno dignitosa della copertina di sport week! 😉
    Ti saluto, e grazie se avrai avuto la pazienza di leggere questo due righe di pensieri.

  27. Settimio

    @valerio
    Caro Valerio, non sono per nulla d’accordo: piuttosto è il pensiero che definisce quello che siamo!
    Tutto il resto sono solo chiacchiere.

  28. valerio

    Pensiero…parola…azione…
    Potenzialmente siamo quindi tutti degli assassini.

  29. valerio

    @Damiano .
    Avedon (per chi non lo conoscesse) lasciava poco al caso.
    Il suo lavoro era frutto del suo pensiero al quale faceva seguitare l’azione.

    È questo che differenzia uno che fa belle foto da uno che fa buone foto. Ma sempre di fotografo si tratta.

  30. damiano

    Belle- buone, non è questo l’argomento che intendevo suggerire…

    Comunque…
    Il pensiero definisce quello che siamo. Questo sembra sostenere il caro “bene”…
    Se così fosse non avremmo bisogno dell’esperienza, del lavoro altrui e nemmeno di capire cosa ha fatto e chi è Avedon.
    Ma così non è, il pensiero che lo si voglia o no, è stimolato dal vissuto, dalle azioni nostre e altrui ad esso antecedenti, dall’ambiente nel quale operiamo, ecc. Anche dal lavoro di Avedon per intenderci.

    Per concludere, trovo contraddittorio quando si sostiene che si debba conoscere il lavoro di Avedon e poi che il pensiero è primo all’azione, come se l’azione di Avedon non contasse più.

    E per chi si è perso nel testo linkato ne copio-incollo la parte conclusiva:

    “… se il conoscere è necessario alla praxis, altrettanto la praxis, come si è di sopra dimostrato, è necessaria al conoscere, che senz’essa non sorgerebbe. Circolarità spirituale, che rende vana la domanda del primo assoluto e del secondo dipendente col far del primo perpetuamente un secondo, e del secondo un primo.”
    Ernesto Paolozzi“

  31. valerio

    @DAMIANO ti lascio con i compiti per il weekend.
    sicuro che tutto ciò che pensiamo sia “farina” del nostro sacco?
    😉

  32. settimio

    @ALEX

    caro Alex, un po’ di precisazioni.
    spesso e volentieri queste mie “esternazioni” vengono viste come una mia volontà di “proteggere” la mia professione di fotografo da orde di amatori. un desiderio di arginare una supposta concorrenza e rivalità da parte di chi si è comprato la reflex e fa il photographer. ecco, per dirlo chiaro e forte: non me ne frega un beato cazzo di tutti quelli che si definiscono photographer. non la vedo come una concorrenza dalla quale proteggermi. e comunque non ho nulla da cui proteggermi: le cose andranno come devono andare e nulla posso fare io per fermare il progresso e le novità che esso ci propone. tutti fotografi con l’iphone! benissimo! sono il primo ad esserne felice. veramente!

    se uno si vuole definire PHOTOGRAPHER a me non me ne frega niente! ma nulla!!! che si definisca anche astronauta, cuoco e psicanalista. non me ne importa NULLA.

    quello che scrivo, quando scrivo del mio mestiere, lo scrivo per raccontare, in maniera più lucida e veritiera un mondo che, se permetti conosco molto bene. per definire dei contorni, di un disegno che a volte appare confuso e indefinito. e che forse non tutti conoscono bene come io lo conosco.

    quando però (e cazzo quanto succede spesso!) mi si tira la giacchetta, come ad esempio tu hai fatto, sul ruolo e definizione di fotografo qualcosa si rompe, e tutte le logiche fanno a farsi fottere.
    allora, seguimi, è molto semplice: tu guidi l’automobile? suppongo di sì. quasi tutti lo facciamo. se guidi da tanti anni suppongo guiderai anche benino. giusto? perfetto. quando vai in giro la sera e incontri una persona nuova che ti chiede cosa fai nella vita, diresti mai che fai il pilota? ti faresti mai un sito/pagina Facebook con scritto Alex Pinco Pallino PILOTA. lo faresti?!?

    e se mai lo facessi ti verrebbe mai in mente di discutere con un pilota di Forrmula Uno dicendogli che si è dimenticato di fare la revisione annuale alla sua Ferrari?!?

    tu parli di scrittura: ma se uno mettesse le proprie liste della spesa (FARINA, CAFFE’, ARANCE, CARNE, POLLO, BASILICO E POMODORI) sul proprio sito dicendo che è uno scrittore, tu cosa diresti?

    firmato
    Settimio Benedusi CUOCO (sai, la sera mi piace fare il minestrone)

  33. damiano

    @Settimio

    Ti sei mai chiesto perché AFIP non è AFI?
    Ti sei mai chiesto perché alcuni dizionari alla voce “fotografo” riportano:
    -“Chi fotografa per diletto O per professione”?

    Guadagni da vivere facendo il FOTOGRAFO, lo fai per professione: sei un FOTOGRAFO professionista.
    Non guadagno da vivere facendo il FOTOGRAFO, lo faccio per diletto: sono un FOTOGRAFO dilettante.

    Siamo entrambi FOTOGRAFI caro Settimio, entrambi, operiamo con gli stessi strumenti ed entrambi cerchiamo di dare un senso, un significato, una valenza, al nostro prodotto.
    Se veramente ami quel che fai immagino che quando impugni la fotocamera, quando sei preso dal “qui e ora”, nel momento dell’atto fotografico, non fai distinzione tra professionismo e dilettantismo, perché in quell’istante stai fotografando, sei FOTOGRAFO quanto lo sarei io.

  34. settimio

    Ok, basta ci rinuncio. Definitevi come volete. Non mi interessa.
    È la solita storia di chi guarda il dito e non la luna.
    Tutti fotografi? Perfetto, sono felice per voi.

    Adesso vi saluto perchè sto guidando l’automobile!
    Settimio Benedusi PILOTA

  35. Ettone

    Sarà… concordo con Settimio sul fatto che spesso il pessimo dilettantismo si mescoli con la fotografia professionale, ma continuo a non concordare sull’utilizzo di “fotografo” in modo appropriato o no… e concordo a pieno con Damiano. Non è una questione di testardaggine, o di chi ha ragione, è una questione di italiano… Di dizionario…
    Se poi uno con la macchina fotografica fa altro allora non è un fotografo, così come chi nell’auto ci dorme non è un CONDUCENTE o un AUTISTA, ma un pilota è colui che pilota gli aerei o che pilota in pista… E ovviamente se uno pilota in pista per divertimento alla domenica a Monza, non fa gare, ma sborsa quattrini per fare dei giri sicuri al massimo della velocità, quello sì, è un pilota al pari di SochMacher… (per dirla in modo comico)…

    Per assurdo persino là dove certe professioni necessitano di una laurea, un dottorato e un’iscrizione all’albo tipo il dentista ci sarà sempre chi facendolo abusivamente verrà definito “DENTISTA ABUSIVO” e non “uno che curava i denti senza la laurea ma che non può essere definito dentista”…

    Buona domenica

  36. Ettone

    Ah… con questo, dato che non mi piace passare per polemico quando non è nella mia indole esserlo… non voglio dire che Settimio non abbia ragione… Ci vorrebbero modi per identificare in modo inequivocabile chi fa della fotografia una professione, un passatempo o pura schifezza… Ci vorrebbe maggiore rispetto tra le categorie… Ci vorrebbero modi anche per identificare le varie categorie di fotografi… Così come chi è specializzato in chirugia, non fa anche il pediatra, chi fa foto di food difficilmente potrà fare di punto in bianco foto fashion (sempre professionalmente parlando)…
    Occorrerebbero un sacco di distinzioni sulle quali, aimè, in tantissimi anni le stesse associazioni di settore non sono mai riuscite a fare chiarezza e soprattutto ad ottenere risultati validi… Pertanto non so nemmeno fino a che punto spetti ai singoli fotografi professionisti fare da “sindacalisti”, “legislatori” e quant’altro…

    Alla fin fine dato che, a mio avviso, dal lato del fotografo professionista non è possibile ottenere qualcosa di legalmente approvato dallo Stato, sarebbe fondamentale EDUCARE in primis i CLIENTI (siano aziende o semplici individui che si avvicinano alla fotografia) nel saper scegliere non solo in base al PREZZO, ma in base alla QUALITA’ il lavoro di un fotografo… Manca una CULTURA di fondo anche solo nel saper selezionare… È triste lottare ogni giorno con CLIENTI che di fronte a preventivi sempre più bassi ti “ricattano” al grido di “intanto c’è uno che me lo fa a meno”… senza minimamente preoccuparsi del tuo portfolio, della tua esperienza e via dicendo… per poi scoprire che quell’uno fa foto qualitativamente schifose, ha la partita iva da un giorno e anche agevolata…

    Sia chiaro che sono convinto che la qualità premi sempre il vero professionista e che gli stessi CLIENTI che si fanno “fregare” successivamente scelgano meglio con chi avere a che fare… ma intanto si son fatti fregare una o due volte… e questo toglie energie vitali agli stessi professionisti che lottano contro tantissime problematiche ogni giorno.

    E così come il CLIENTE dovrebbe saper scegliere bene, anche il semplice “navigante” che si trova davanti ad una pagina FB con su scritto Fotografo dovrebbe capire che chi ha davanti è un appassionato e non un professionista o viceversa… ma così non è perché il 90% delle persone non sa distinguere.

    Purtroppo la verità è che in tutti questi casi sopra elencati, parlarne è un po’ come parlare dell’esistenza degli UFO… o di DIO… ormai è una questione di fede.

  37. damiano

    Ok togliamo lo sguardo dal dito e guardiamo la luna:

    Più che erigere comparti dove collocare le varie categorie di fotografi andrebbero valorizzati i contenuti e le qualità della fotografia. Andrebbe educato chi consuma fotografia prima ancora di chi la produce.
    (Chi produce si adegua perché non c’è primo tra pensiero e azione)
    Ma da quando l‘istantaneo prevale sul meditato, da quando tutto vien spacciato per tutto, da quando l’immagine di facciata prevale sul concreto non c’è scampo.
    È una questione di cultura e non di fotografo sì – fotografo no!
    Una certa fotografia si è ridotta ad essere esclusivamente “merce”, una certa fotografia che si presta ai giochi del marketing dove bugie e finzioni creano ad arte falsi bisogni… e guarda caso è proprio quella fotografia che ti fa guadagnar la pagnotta Settimio… Sei un anello del sistema che condanni. E ti lamenti?

    Ciao pilota, salutami Sandokan… http://www.youtube.com/watch?v=NT7rOrag_PU

  38. damiano

    Concedetemi un’ultima divagazione in tema.. poi basta 😉

    Da: Lire 26.900, di Frédéric Beigbeder, nella traduzione di Annamaria Ferrero, Feltrinelli, Milano, 2002. Capitolo 7.

    “Porti un completo Eric Bergère, una camicia Hedi Slimane per Saint Laurent Rive Gauche-Hommes, scarpe Berluti, orologio Royal Oak di Audemars Piguet (in attesa del Samsung Watch Phone che farà anche da telefonino), occhiali StarckEyes, mutande banana Republic comprate a New York.

    Sei proprietario di un appartamento di cinque vani a Saint-Germain-de-Prés, decorato da Christian Liaigre. Possiedi inoltre:

    -un impianto hi-fi Bang & Olufsen verticale con 10 lettori CD programmabili a distanza;
    -un telefono Cosmo GSM dual band con fax integrato;
    -sei sedie Louis XV ereditate dalla casa dei nonni;
    -uno sgabello “Barcelona” di Mies van der Rohe;
    -una biblioteca di Jean Prouvé contenente tutta la Pléiade (mai aperta);
    -un videoregistratore tri-standard Sony;
    -la nuova Flat tv della Philips;
    -un lettore di DVD portatile Sony Glasstron;
    -una “Lunge Chair” di Charles Eames (1956);
    -una Playstation Sony;
    -un frigorifero doppia porta General Electric (pieno di caviale osetra Petrossian, fois gras semicotto tartufato La Petite Auberge e champagne Cristal Roederer) con congelatore gigantesco e distributore automatico di ghiaccio;
    -una videocamera digitale Sony PC1 (360 grammi, 12 cm di altezza, 5 cm di larghezza);
    -una macchina fotografica digitale Leica Digilux Zoom;
    -ventiquattro bicchieri di cristallo Puiforcat;
    -tre stampe originali di Jean-François Jonvelle;
    -un Basquiat di tre metri quadrati e un disegno di David Hockey;
    -un manifesto di Jean Cocteau;
    -un tavolino in ebano Modénature;
    -qualche originale di Pierre Le Tan, Edmond Kiraz, René Gruau, Jean-Jacques Sempé, Jean-Philippe Delhomme, Voutch, Mats Gustafson;
    -un lampadario Urban Outfitters ;
    -otto cuscini beige e bianchi in pashmina comprati da Maison de Famille ;
    -un autografo incorniciato di Laetitia Casta;
    -tuoi ritratti firmati da Mario Testino, Ellen von Unwerth, Jean-Baptiste Mondino, Bettina Rheims, Dominique Issermann;
    -foto di te accanto a Inés Sastre, Gérard Depardieu, Ridley Scott, Eva Herzigova, Naomi Campbell, Carla Bruni, David Lynch, Thierry Ardisson;
    -una cantina piena dei migliori grandi vini bordolesi consegnati dalle cantine Augé (116, boulevard Haussmann, paris 8e): Chasse-Spleen, Lynch bages, talbot, Petrus, Haut Brion, Smith Haut Laffitte, Cheval Blanc, Margaux, Latour, Mouton Rothschild…;
    -mille compact disc, DVD, CD-Rom e cassette VHS;
    -una BMW Z3 nel suo posto auto affittato annualmente sotto il Café de Flore;
    -un sosia homeless sotto casa;
    -cinque paia di Berluti, tre paia di Nike Air max, un paio di Adidas Micropacer (con cronometro incorporato e un microcomputer che misura la distanza percorsa);
    -tre cappotti in cachemire Hermès e tre daino Louis Vuitton;
    -cinque completi Dolce e Gabbana e cinque Richard James;
    -una stampa con ritratta Elisabetta Canalis firmata da Settimio Benedusi;
    -Sumo, il gigantesco libro di foto di Helmut Newton in edizione Taschen (50×70) sul suo espositore disegnato da Philippe Starci;
    -cinque jeans Helmut Lang e cinque paia di mocassini Gucci;
    -venti camicie Prada e venti T-shirt Muji;
    -dieci pullover-maglioni in cachemire diciotto fili Tsé per Huseyn Chalayan e dieci Lucine Pellai-Finet (qualsiasi cosa non in cachemire ti dà un prurito insopportabile, tranne la vigogna),
    -un armadio con l’intera collezione APC delle ultime dieci stagioni;
    -un quadro di Rubén Alterio;
    -dieci paia di occhiali da sole Cutler and Gross;
    -un bagno interamente arredato Calvin Klein (asciugamani, accappatoi, porta-sapone, prodotti di bellezza, profumi, tranne le lozioni che vengono da Kiehl’s New York);
    -l’iMac rosa su cui è redatto questo libro, un iBook arancione con GSM integrato e una stampante a colori Epson Stylus 740.”

    Elenco straordinario che vale mille saggi di sociologia dei consumi. Caustico e ossessivo come il libro da cui è tratto… (una voce a parte ;-))

    http://www.feltrinellieditore.it/opera/opera/lire-26900/

  39. vittorio

    Tuto questo fiorire di “Photographers” sul web non puo’ che far bene al Professionista,anzi in mezzo a tanta mediocrita’ il Professionista emerge nettamente,solo il mestierante puo’ temere qualcosda ,colui che in possesso di partita I.V.A. si crede professionista!

  40. Fabio

    caro settimio, non ho la sua esperienza, non ho le sue capacità, non ho il suo potenziale, non ho la sua attrezzatura, non sono un professionista come lo è lei… ma posso dirti che il giorno in cui la smetterai di gonfiarti il petto davanti a quello che fai, allora avrai imparato cosa vuol dire FOTOGRAFIA.

    Fai meno il provocatore e meno il bulletto, abbassa la cresta ed impara l’umiltà dei veri grandi fotografi, se continuerai rimarrai solo un piccolo fuoco di paglia per aver fotografato belen rodriguez o chi per lei

  41. settimio

    caro Fabio G.
    spesso succede che qualcuno mi mandi, ad esempio su Facebook, delle fotografie da guardare.
    nonostante sia VERAMENTE TANTO impegnato e incasinato (in fondo sono un piccolo artigiano, che deve farsi un culo tanto per portare avanti la baracca…) cerco SEMPRE di rispondere e dare un parere. il mio parere può piacere o non piacere, ma è dato da una persona che pratica questa PROFESSIONE da 30 anni: so di cosa parlo.
    è forse brutto da dirsi, ma riesco a giudicare un fotografo anche senza guardare nessuna sua fotografia: mi basta guardare come impugna una macchina fotografica. bizzarro? arrogante? ma non pensi che uno chef possa capire che cuoco si trova davanti solo guardando come lui taglia con un coltello un pomodoro? 😉

    con chi mi manda le fotografie avrei due strade:
    -dire “che belle che sono! bravo!” e il tipo sarebbe contento e felice. e mi eviterei un sacco di rotture di coglioni
    -dire quello che penso. ad esempio che FABIO G. PH e la firma sotto NON si mettono. MAI. e poi comunicare ciò che quelle fotografie mi hanno raccontato.

    io (purtroppo!) amo questa seconda rischiosissima opzione. perché succede il più delle volte che io dia una spallata per evitare che un tram investa la persona, e che questa persona si lamenti della spallata.

    dammi retta, meglio una spallata che un tram che ti passi avanti e indietro sulla schiena…
    😉

    stammi bene
    Settimio

  42. Fabio

    Caro Settimio, come sottolineato non solo da me, ma anche da molte persone che seguono questo tuo blog, più che per il contenuto ti si “accusa” dei modi con cui ti relazioni alle altre persone e alla superiorità che le tue parole fanno trasparire.

    Io come tu ben sai non sono un “Photographer” ma solo un povero illuso che prende in mano la sua reflex per pura passione nulla di più e nulla di meno, e dal basso delle mie capacità e notorietà sono il primo ad accettare le critiche… tutto dipende da come vengono poste…
    Molte persone criticano il contenuto di questo post, e per il calcolo delle probabilità non credo che tutti quelli che ti hanno risposto siano degli idioti o dei poveri stolti come il sottoscritto… perciò visto che nessuno deve avere la prosopopea di possedere la verità assoluta, dovresti ogni tanto mettere in dubbio quello che scrivi/dici perchè c’è sempre da imparare anche dall’ultimo dei “photographer”

    stammi bene
    Fabio

  43. settimio

    caro Fabio
    mai pensato il contrario!

    il fatto, semplicemente, è che io conosco l’argomento di cui parlo. lo conosco perfettamente e lo descrivo con lucidità e pertinenza: come in questo post.
    non critico nessuno, descrivo.

    non sono, d’altronde, le cose così?

    forse è necessario guardare la luna, non il dito…

  44. Fabio

    io conosco, io faccio, io dico, io sono…… credo che tu sia abbastanza intelligente da capire cosa intendo senza che continui a scrivere 😉

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