LA FOTOGRAFIA, ELIO E LE STORIE TESE E LA CHIESA CATTOLICA.

postato in: Senza categoria | 24
[it]titolone, eh?!? vediamo adesso di dargli un senso…

durante l’ultimo pitti ero a firenze a far colazione nel mio bar preferito (gilli) e mi sono messo a fare una discussione (pure abbastanza infuocata!) con un avvocato fiorentino incontrato lì per lì. sostanzialmente il tema del contendere era che lui sosteneva che per giudicare una cosa, qualsiasi cosa, fosse più che sufficiente che piacesse, mentre io ero per la tesi che per poter giudicare, e farsi piacere, una qualsiasi cosa, sia importante avere la cultura e la conoscenza per poterla innanzitutto capire.

il bizzarro avvocato (perchè, bisogna dirlo, era abbastanza bizzarro, se non altro per intavolare un’accanita discussione con uno sconosciuto…) era irremovibile: se ti piace un vino, un romanzo, un quadro, una fotografia, una musica…è più che sufficiente. ognuno è giudice di se stesso e contento lui contenti tutti. ti piace? ok!

io ero altrettanto irremovibile: ero e continuo ad essere convinto che senza una adeguata conoscenza su un argomento quello che succede sia che inevitabilmente si apprezzi la cosa più semplice, più inutile, più comprensibile e alla fine inevitabilmente più brutta.

ovviamente ognuno è rimasto della propria opinione, ci siamo offerti la colazione e ci siamo salutati.

ci spostiamo da firenze a milano, nella pizzeria (ottima!) che siamo soliti frequentare dopo il cinema. in questa pizzeria ci sono appese dei poster con delle fotografie. per correttezza ho tolto gli autori, ma eccole qui:

insomma, le solite banalissime inutili e scontate fotografie di paesaggio fatte con il cavalletto, il tempo lungo e l’HDR. scusate, lo dico alla mia solita maniera fine: delle cagate! 😉

ovviamente possono anche piacere ma per chiunque conosca e studi seriamente la fotografia è evidente ciò che sono: il nulla.

il fatto è che se mai io fossi andato dalla gentile proprietaria della pizzeria e le avessi detto che quelle fotografie erano brutte sono certo che mi avrebbe guardato come se fossi pazzo. sicuramente. “brutte?!? ma sono meravigliose!” avrebbe detto, ne sono sicuro.

insomma, sono sempre più convinto, alla faccia del bizzarro avvocato fiorentino, che sia indispensabile conoscere e capire per apprezzare: altrimenti inevitabilmente, lo ribadisco, si apprezzano le cagate.

qui però si pone un problema: una sorta di “elitarismo”, una decisa linea che divide ciò che è semplice/comprensibile/popolare/brutto e ciò che è complesso/complicato/colto/bello.

si corre il rischio che solo pochi sappiano e capiscano, e i tanti non sappiano e non capiscono. bene. anzi, male.

e qui entrano in scena niente di meno che ELIO E LE STORIE TESE e la CHIESA CATTOLICA: la soluzione (mooolto difficile, mica è una cosa semplice!) è quella di mandare messaggi semplici che tutti capiscono dentro a dei contenitori semplici che tutti capiscono, ma che magicamente nascondano un secondo livello di lettura complesso e profondo.

la maggior parte dei pezzi di EELST parlano di argomenti seri in una veste musicale raffinatissima che piace a tutti (pochi imbecilli non riescono a capire neanche la loro semplicità, ma lasciamo perdere gli irrimediabili zucconi).

le parabole della CC sono storie molto semplici ma che nascondono un livello di lettura ovviamente molto profondo sul quale qualsiasi teologo può discute per ore.

insomma, alla fine penso che la soluzione sia quella di riuscire a veicolare cose profonde attraverso strumenti semplici: un obiettivo che tutti dovremmo avere ma che è estremamente complicato riuscire a portare a termine.

(infatti, mica semplice, lo fosse avrei scritto due righe semplici, mica tutta sta pappardella strampalata! 😉 ) [/it] [en]

what a headline right?!? Lets see now how to make sense of it…

during the last pitti in florence I was having breakfast in my favourite bar (gilli) and I started having an argument (quite heated!) with a florentine lawyer I met there on the spot. basically the theme of the matter was that he stated that to judge something, anything, it was only necessary to like it, while I was more for the argument that in order to judge, and to like, anything, it is important to have the culture and knowledge to be able to first understand.

the bizarre lawyer (because, I must say, he was quite bizarre, if only to engage in a fierce argument with a stranger..) was adamant: if you like a wine, a novel, a painting, a photograph, a song.. its more than enough. each one of us is the judge of oneself and if he is happy everyone is happy. you like it? ok!

I was equally adamant: I was and continue to be convinced that without an adequate knowledge of a topic what inevitably happens is that you will appreciate the simplest, most useless, most understandable and in the end inevitably the ugliest.

obviously everyone remained with their own opinion, we offered each other breakfast and we said goodbye.

we move from florence to milan, to the (excellent!) pizzeria we we usually go to after the cinema. in this pizzeria there are some posters hung on the wall with photographs. to be correct I removed the authors, but here they are:

in short, the usual banal useless and taken for granted photographs of some panoramic shot on a tripod, long exposure and HDR. excuse me, I am going to say it in my usual polite manner: its so crap!

obviously they can be liked but for anyone who knows and studies seriously photography it is obvious what they are: nothing.

fact is that if ever I had gone to the kind owner of the pizzeria and told her that these photographs were ugly I am sure she would have looked at me as if I was crazy. I am sure of it. “ugly?!? but they are wonderful!” she would have replied, I am sure.

in short, I am increasingly convinced, in spite of the bizarre florentine lawyer, it is essential to know and understand in order to appreciate: otherwise inevitably, once again, we appreciate the crap.

here, however, there is a problem: a sort of “elitism”, a sharp line between what is simple/comprehensible/popular/bad and what is complex/complicated/cultured/beautiful.

there is a risk that only a few know and understand, and many that don’t know and don’t understand. good. actually, bad.

and here come into play ELIO E LE STORIE TESE and the CATHOLIC CHURCH: the solution (veeeeery hard, not an easy task!) is to send simple messages that everyone understands packaged in simple containers that everyone understands, but that magically hide another level of understanding which is complex and deep.

most tracks by EELST talk about serious issues which are musically well refined and appeals to everyone (a few idiots cannot comprehend even their simplicity, but lets leave the irreparable chumps).

the parables of the CC are very simple stories but hide obviously a very deep level of reading on which any theologian can discuss for hours.

in short, in the end is think the solution is to be able to convey deep things through simple tools: a goal we should all have but that is extremely complicated to be able to accomplish.

(exactly, not simple, I might have written two simple phrases, not the whole preposterous tell-off!  😉 ) [/en]

24 risposte

  1. Antonio

    Sono certo che se tu facessi una mostra con le stesse foto, griderebbero al miracolo!

  2. fabio nicolaci

    Settimio…… ma na’ cosa breve di due parole nooooooo… .vero?????? le tue due parole si moltiplicano da sole come una sinfonia che inizia con un …do re mi fa sol la si ….do re mi fa sol la si do re mi fa sol la si do re mi fa sol la si do re mi fa sol la si …e finisce con un …… DU re mi fa sol la si… DU re mi fa sol la si …..DU re mi fa sol la si… DU…..Si.

  3. federico

    fermo restando che quelle foto fanno cagare anche me, non credi sia un discorso un po’ snob,presuntuoso e pseudo-intellettuale?
    Ma forse mi sbaglio, tra l’altro, a me fa cagare pure Elio.

  4. Kevin ©

    Se fosse vero quanto affermi, solo Pollini potrebbe “apprezzare” Mozart.

  5. Herbert

    Se non si conosce, se non si sa com’è possibile poter giudicare? Se non so, posso dare solo un parere soggettivo, ma non oggettivo. Siamo soliti a giudicare per partito preso, senza documentarci, fa parte dell’essere umano. Spesso parliamo per luoghi comuni, questo perchè tendiamo a semplificare troppo. Lo strumento di comunicazione deve essere di facile comprensione, ma il contenuto deve avere valore, altrimenti non vale la pena comunicare.

  6. no panic

    perchè hai scancellato i nomi dei fotografi autori delle foto della pizzeria?…sei geloso?

  7. Tiziano

    Leggo spesso, ma non scrivo mai in questo blog, ma l’argomento è veramente interessante. Sposo completamente il concetto che per poter criticare bisogna comunque avere una buona conoscenza dell’argomento trattato, altrimenti si rischia di fare bruttissime figure o peggio scivoloni rovinosi di fornte a chi effettivamente dell’argomento è ferrato.

    Giusto una dozzina di giorni fà, ho avuto una discussione abbastanza simile ma ad un livello inferiore, di quella raccontata tra l’autore e l’avvocato. Si parlava di cinema (dato che dopo Django di Tarantino i numeri di cinefili è aumentato esponenzialmente), dopo una discussione abbastanza scialba su un paio di autori (mi si ripropinavano pezzi rattoppati a destra e sinistra di recensioni varie, non critiche, recensioni), questa persona se ne esce con un concetto interessante che conferma la regola che per parlare di certi argomenti in certi modi non basta una cultura filtrata dell’argomento. tagliando corto dopo questo tra scivoloni ed altro esclama con fare da amicone:
    – “Sai perchè alla fine anche certi film italiani osannti da tutti, non sono realmente capiti, ma non perchè la gente sia stupida, perchè non hanno nulla da raccontare e quindi si preferisce urlare al capolavoro e vivere serenamente senza dover dare spiegazioni”.
    A questo punto incuriosito, chiedo di farmi un esempio ed ecco arrivare il scivolone:
    -” Beh dai non vorrai mica dirmi che “La Vita è bella” di Fellini è questo capolavoro che tutti proclamano, sono tre ore di nulla, o meglio tre ore di un giornalista che non scrive e non fa niente se non incontrare persone”.
    Ripresomi da tale bordata che non meritava nessun tipo di approfondimento dell’argomento gentilmente lo saluto. Qui si conferma che efettivamente esiste quella linea di cui si parla nel post e che è meglio avere una coscenza dell’argomento, prima di miscelare opinioni altrui e farle proprie per sputarle addosso agli altri.

    Il dono della sintesi non lo posseggo neppure io.

  8. settimio

    @tiziano: a uno che ti dice “la vita è bella” di Fellini lo devi solo mandare a fare in culo, altro che discussione… 😉

  9. Antonio Cinti

    Ho sempre pensato che il problema dell’uomo fossero la svogliatezza e l’ignoranza, dovuta alla svogliatezza stessa. Poi mi accorgo che da questa deriva anche la facilità del capire ciò che è più semplice, anche se assurdo o stupido. A questo si aggiungono i media che rimpinzano di oscenità ogni mezzo di informazione che ci circonda. A me piacciono molto i Simpson, li ho sempre considerati un pò come le canzoni di Elio e del suo gruppo, un’insieme di metafore ed enfatizzazioni della vita reale, visti in chiave comica per rendere più facile la comprensione del concetto. Una mia amica ha sempre negato questo mio punto di vista poiché ha sempre affermato che l’uomo, la sua stessa vita non è così … poi ieri l’ho sentita disguisire su Beautiful e di come sia vicino alla realtà. Adesso sono pronto a sentirmi dire che ho sparato una fesseria, ma ho avuto ragione a sentirmi preso per i fondelli?

  10. corrado a.

    Hai rispolverato il dilemma amletico.
    Vanno rispettati i giudizi di tutti, forse l’avvocato partiva da questo sacrosanto punto di vista, a prescindere dalla competenza.
    E’ altrettanto vero che un giudizio dato con o senza la conoscenza dell’argomento, qualifica o squalifica chi lo ha espresso.
    E qui sorgono le millemila questioni, di confini, di livelli, di schieramenti, di conformismo o elite, di fighetti o tamarri, etc.
    Su questi aspetti va avanti anche l’economia… il marketing ci ha schedati !
    ciao

  11. corrado a.

    PS: le fotografie della pizzeria sono di soggetti inflazionatissimi, anche vuoti, ma bruttine prima di tutto per la grafica la cornice e la stampa tipografica.

  12. sauro

    Direi che le fotografie che il signore del blog dice d’aver visto 5 giorni fa, possomo forse trovare un differente riscontro anche dopo 15 giorni, nel senso che ritengo corretto quel che spiega solo in parte, per il resto ritengo
    che un secondo fine spesso è (in) naturale , ed è percepito da ciascuno a suo modo in un secondo tempo, compreso a volte anche l’artista, che difficilmente è capace di imprimere un significato ineluttabile dell’opera.

  13. ComeSeFosseAntani

    Il mio è un modestissimo parere, solitamente non bado troppo a chi passa tanto tempo a criticare. Qualsiasi reazione possa avere il mio commento, non risponderò e tutto tornerà ad una nuvola nel vento appena finirò di scrivere.

    Penso che il bello, il brutto, il buono e il cattivo, siano dettati dalla propria cultura: una qualsiasi immagine fa cagare a te come può piacere a me e questo è dettato, a mio modestissimo avviso, dalla nostra cultura, dal nostro background, da cosa abbiamo visto, letto e vissuto.
    Questo però mi fa pensare a una cosa: potrebbe voler dire che tutte le foto della tua pizzeria preferita, faranno cagare a tutti quelli che hanno la tua stessa cultura, avranno avuto il tuo stesso background e avranno vissuto la loro vita nella stessa e identica tua maniera? Avranno lo stesso effetto su chi sa leggere e su chi non sa leggere? (ovviamente no l’alfabeto). Piaceranno ai lecchini che vorrebbero essere tuoi assistenti? Ai tuoi assistenti piaceranno? Un attimo. le troveranno cagate o semplicemente banali e senza importanza? La titolare della pizzeria come le trova?

    Sai quanti pensano a te come uno che dalla vita ha capito tutto? Non, purtroppo, tanto per i tuoi lavori, quanto perché, pagato, vai a fotografare le più belle fighe nei posti più fighi al mondo. Secondo te chi pensa così, che tipo di cultura può avere? Cosa penerà delle foto appese nella tua mitica pizzeria? Comprerà SportWeek? (almeno fino a quando ci sarà).

    Io sono un PHOTOGRAPHER! Faccio MATRIMONI, ritrattistica, still life e foto di eventi. Ci campo e faccio mangiare anche la mia famiglia e sono sicuro che se anche scrivessi il mio nome, continuerei a mangiarci anche domani e dopodomani. Ringraziando anche chi vorrebbe quelle foto in casa, appese sul divano. Io non ce le metterei MAI, ma rispetto tutte quelle persone alle quali, immagini banali come quelle, danno emozioni. Viviamo di emozioni! Tu stesso scrivi su questo blog per emozionarti, oltre che per marketing e per sfogare un po’ la tua voglia di egocentrismo (diffusissima in un qualsiasi tipo di artista).

    Voglio restare ANONYMOUS, perché a questo genere di critiche, solitamente, partecipano i pipponi da forum, che personalmente non amo. Si è vero, qui sto partecipando… ma non ci cascherò un’altra volta e questo commento vale per tanti altri tuoi post presenti nel tuo sito (e non solo).

    Buon lavoro… anzi (forum style) BUONA LUCE 😉

  14. Silvio

    Secondo me confondi il discorso di gusto con il concetto di sgnificato. Le tue affermazioni partono sempre bene, ma poi le spieghi in modo talmente contorto (sia nella forma che nei contenuti) che finisco con il darti torto . Sono daccordo quando fai intendere che è sempre meglio conoscere quello che si fruisce, qualsiasi cosa sia, da un dipinto ad una poesia, ma non è altrettanto vero che se non hai studiato in merito ad essa non puoi gustarla o giudicarla, ha scritto bene Kevin (Se fosse vero quanto affermi, solo Pollini potrebbe “apprezzare” Mozart.) e lo scrivi anche tu quando dici (…qui però si pone un problema: una sorta di “elitarismo”, una decisa linea che divide ciò che è semplice/comprensibile/popolare/brutto e ciò che è complesso/complicato/colto/bello….).
    In merito alla fotografia hai portato un esempio che ti smentisce, perchè quel genere di immagini sono diventate linguaggio da più di un secolo grazie ad Ansel Adams, è strano da parte tua, che conosci bene la fotografia, fare un esempio così sbagliato.
    Che piacciano o non piacciono è una questione di gusto.
    Ciao
    Silvio

  15. Settimio

    @silvio:
    -solo capendo e conoscendo una cosa la si può apprezzare. Mozart lo si apprezza se lo si capisce. E non bisogna essere Pollini per capirlo, bisogna essere Pollini per suonarlo! Una bella differenza…
    -Ansel Adams è nella stessa categoria di quelli che piazzano il cavalletto su un tramonto, mettono la posa B e giù di HDR solo perché entrambi fanno fotografia di “paesaggio”?!? Ma non diciamo eresie!

  16. Fabio Boccaletti

    Grazie Settimio: sono felice di non essere l’unico a trovare (ormai) sterili le foto di tramonti / palme / mari fotografate da migliaia di persone e.. indistinguibili l’una dalle altre..
    Il Bello («B» maiuscola) è ciò che induce a pensieri nuovi, sveglia il pensiero.

  17. Alessandro Petri

    Bel ragionamento, la strategia di “nascondere” significati profondi in un pacchetto allettante anche per la gente comune è qualcosa che cercherò di tenere presente d’ora in poi.

    Grazie per lo spunto!

  18. Alessandra

    Settimio, è un peccato che un professionista come te (che non vuol dire necessariamente in grado di fare foto Belle) debba scrivere queste cose. Mi spieghi la bellezza della tua foto venduta con soggetto duomo di Milano e piazza pulita? Perchè se riesci a spiegarmi la bellezza di quella foto sei davvero un mago. Hai la fortuna (ma sai bene anche tu che non è solo fortuna) di avere un nome. Questo dovrebbe portarti ad una certa responsabilità sia in ciò che fotografi che in ciò che scrivi. Ti ho conosciuto personalmente anni fa, preferisco rimanere anonimo in quanto professionista (e quindi non necessariamente autore di foto Belle) come te, presuntuoso e spocchioso eri allora e oggi più che mai. Ti sfugge un concetto, il bello è così vario da cultura a cultura che è stupido ergersi a detentore di verità e conoscenze assolute. Un pò più di umiltà non farebbe che accrescere la tua Bravura come fotografo. Fortuna per te poi vivi in un paese in cui chi più grida e più offende fa successo. Avessi anche avuto due bei seni ed un bel culo avresti sfondato forse ancora di più! Sei sempre in tempo comunque, Ad maiora!!!

  19. Emanuele Fani

    Totalmente d’accordo, la fotografia come tutte le arti necessirta di conoscenza , cultura individuale ed esperienza sul campo, cose che costano fatiche , studi e lunghi percorsi individuali.
    Oggi si cercanio scorciatoie per eliminare questi fattori ed il risultato è il pensiero dell’avvocato; non è spocchia è la cultura del prerssapochismo che oggi la fà da padrone confondendo le menti al punto che c’è chi crede che basti fare uscire un’immagine da una macchina per essere un fotografo.
    Come se bastasse usare una Stratocaster per essere Jimi Hendrix…….

  20. Andrea

    pienamente d’accordo: la verità è oggettiva altrimenti non esisterebbe alcun fondamento alla conoscenza umana. bisogna fare attenzione però: innanzitutto la corrispondenza estetica è parte della verità, altrimenti si rischia di chiudere la verità in un contenitore chiuso che solo i sapienti possono aprire e invece la gradevolezza, il “mi piace” è un fattore che avvicina e deve essere presente anche in un’opera dal significato profondo… altrimenti rischia di non parlare all’uomo… certe musiche cacofoniche che sono esercizi di stile intorno ad un tema non dicono nulla pur avendo un grado di complessità che per capirle deve essere un musicologo, mi spiego? vorranno dire qualcosa ma se non hanno attrattiva sono semi morti, lo stesso vale per la fotografia o altro. 2) chi capisce questo, come te Settimio, deve evitare la posizione d chiusura e approcciare l’esteta con spirito di condivisione, esempio le fotografie dei panorami del ristorante, uno prende l’avvocato e gli dice: non vedi che sono morte? non c’è una persona dentro, non raccontano nessuna storia, sono lastre di marmo e non un qualcosa di vivo? guarda qui, guarda questa foto invece, guarda cosa raccinta, cosa puoi pensare che ci sia dietro a quella persona che allunga la mano verso qualcosa che non è inquadrato, guarda quella scarpa slacciata e la persona in secondo piano che osserva la scena… non vedi che la composizione è bella e studiata eppure c’è un di più di senso e di valore? analogamente a quanto detto per la verità, se uno si pone con un atteggiamento didascalico comunica, se invece si pone come a dire “spari sentenze ma non ci capisci un cacchio e quindi il tuo giudizio estetico non vale nulla” non viene ascoltato e inoltre sbaglia perché taglia fuori comunque una parte reale del giudizio, che la reazione, la corrispondenza del gusto… che dici?

  21. alessandro

    Credo che ogni cosa abbia un contesto. Le foto della pizzeria, per quanto inflazionate (per primo mi ci metto io fotoamatore per carita’) se fatte bene rimangono apprezzabili. Si parla di tecnica, di messaggio, di cosa..bisogna sempre contestualizzare. Quello che ha fatto quelle foto probabilmente non verra’ mai a giudicare le tue foto di sportweek e soprattutto a dire che sono inflazionate (non lo sono?). Ma ognuno il suo e soprattutto ognuno ha il suo fine. Quello delle foto aveva probabilmente lo scopo di venderle. Ok fine raggiunto.
    Quello che piu’ mi infastidisce, come sempre in questo ed altri blog di personaggi popolari, e’ il fatto che dopo che hai scritto che sono cagate, dietro a ruota gente che le ha giudicate cagate.
    No, non sono cagate. Sono gia’ viste.
    Se mi apro una pizzeria a Roma cosa devo mettere il duomo perche’ tutte hanno il colosseo in bianco e nero?
    Oltretutto, per fare un esempio, i lettori di sportweek forse saranno al massimo sportivi, ma magari il 4%, sicuramente non fotografi o appassionati. Almeno non compreranno quella rivista intenzionalmente per le fotografie.
    Dunque l’inflazionato, il gia’ visto, il brutto, il bello..a cosa servono questi discorsi se poi quello che guarda non sei tu..o, meglio ancora quello, che compra..come la signora della pizzeria.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *