MAX CASTING

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[it]ho firmato il contratto con il giornale MAX per un’altro anno della mia rubrica MAX CASTING.

per festeggiare la cosa ho dedicato il BEST del mio sito all’anno appena trascorso fotografando più di quaranta ragazze per questa rubrica.

apparentemente si tratta semplicemente di fotografie di fanciulle, scusate la estrema semplificazione, con le tette di fuori: in realtà non è così. come sempre e come non mi stancherò di ripetere, bisogna avere un progetto ben preciso quando si fa una cosa, e bisogna averlo ancora di più quando, come nel caso in questione, la cosa dura per più di un anno.

cercherò di spiegare il “progetto” dietro al MAX CASTING:

quando mi è stato dato questo incarico solo una cosa avevo in mente, ciò che NON volevo fare: non volevo fare semplicemente delle fotografie glamour, come se ne vedono a migliaia dappertutto. non volevo fare cioè delle immagini finte, con signorine che mostravano semplicemente e fintamente il loro bel culetto e le loro belle tettine.

mi sono allora dato delle regole e dei paletti molto precisi, che vado ad elencare schematicamente:

-le modelle non dovevano avere nulla di finto: niente seni rifatti, niente capelli finti, niente unghie finte, niente lenti a contatto…tutto vero. già questo ci avrebbe allontanato moltissimo dalla maggior parte delle immagini glamour che si vedono in giro

-tramite le immagini volevo raccontare chi erano le modelle, facendo loro soprattutto un ritratto. prima dello shooting quindi ho sempre impiegato del tempo per parlare con le ragazze e per decidere CON LORO, come fare le fotografie. anzi, stimolavo sempre le ragazze affinchè decidessero loro come fare il servizio! insomma ho sempre voluto fare in maniera che non subissero il servizio fotografico, come quasi sempre succede, ma che ne diventassero le ideatrici: non sarebbe stato il MIO servizio, ma il LORO.

-in questa prospettiva i vestiti che avrebbero indossato (pochi o tanti che fossero…) ho voluto che fossero i loro vestiti. capite bene che una rivista amerebbe che le modelle indossino i capi dei vari inserzionisti, ma mi sembrava che la camicetta nuova nuova di prada sarebeb stata sicuramente bella ma anche molto finta.

-ho sempre avuto sul set un “trucco&parrucco”, ma come truccare e pettinare la modella ho sempre voluto che fosse deciso dalla modella stessa: volevo che in primis si piacesse lei stessa.

-la tecnica ho voluto che fosse la più semplice possibile. in questo anno non ho MAI usato una qualsiasi attrezzatura professionale: mai flash da studio, mai bank, mai fondali… volevo scattare nella maniera in cui qualsiasi fotoamatore potrebbe fotografare la propria fidanzata.

-le pose ho sempre voluto che non fossero pose. non volevo la modella che facesse la figa (scusate) davanti alla macchina fotografica. volevo una ragazza normale, con normali atteggiamenti.

-ho sempre fatto vedere alle modelle le fotografie prima di mandarle al giornale, per avere la loro approvazione: se una o più immagini non piacevano le ho cestinate senza dire una parola.

-ho usato photoshop sempre in una maniera estremamente leggera, solo per dare toni e contrasti alle immagini, mai per stravolgere la fisicità delle ragazze, mai per fare gambe lunghe chilometri, mai per dare curve inesistenti.

-insomma, come dicevo sempre alle mie modelle, volevo che avvenisse un ribaltamento copernicano (addirittura!) dei normali ruoli: il vero boss era la modella, io solo quello che faceva click sulla macchina fotografica. ogni servizio volevo che fosse diverso dall’altro, perchè in ogni servizio diversa era la cosa fondamentale: la modella. ovviamente alcuni servizi si assomigliano, ma, in fondo, nessuno è uguale ad un’altro. come dico sempre alle modelle io voglio annularmi, voglio scomparire. sono orgoglioso del fatto che sembrino, alla fine, quaranta servizi fatti da quaranta fotografi diversi: come si disse una volta “looks like is another photographer, but is just another model!”

questo è quanto. provate adesso a guardare le immagini di fanciulle sexy che vedete in giro attraverso i filtri e i paletti che ho costruito per il MAX CASTING: vedrete delle immagini che, magari sono anche più belle delle mie, ma che mai potrebbero diventare un MAX CASTING.

permettetemi la presunzione e la mia voglia di essere didattico, ma ancora una volta vi invito ad avere un progetto ben preciso prima di mettervi a fare un servizio fotografico: ognuno dei servizi del MAX CASTING può darsi che sia bello o brutto, ma sicuramente rientra in maniera precisa nel progetto, ben preciso, che ho avuto nella testa fin dall’inizio.

non mi resta che ringraziare le dolci fanciulle che in questo anno si sono gentilmente fatte fotografare: julie, inna, martina, laura, sarah, xenia, daphne, mathilde, vicki, anna, ausra, mandy, francesca, elinska, amanda, simona, lauren, eva, ella, ani, paulita, daniela, yulia, anni, oksana, jill, valentina, bianca, victoria, giselle, caitlin, pille, julia, cassandra, valeria, catherine, beatrice, tanya, gertrud, ida, julia, brooke, ines, kamila, danielle, rithina, anelly, margot, giuly. GRAZIE!

come ho detto all’inizio come minimo andrò avanti con lo stesso progetto per un’altro anno: se qualche modella lo desidera (con le caratteristiche di cui sopra…) può proporsi alla mail model@benedusi.it [/it] [en]I have signed the contract with MAX magazine for another year for my column MAX CASTING.

To celebrate this I have dedicated the BEST of my website to more than forty women I have shot for this column in the past year.

They might appear simply as photographs of young girls, excuse the extreme simplification, with their tits out: in reality it is not like that. As always and as I will never get tired of repeating, you have to have a precise concept when you do something, and you have to have it even more when, as in the case in question, the project lasts for more than a year.

I will try to explain the “concept” behind MAX CASTING:

When this task was given to me I had only one thing in mind, what I DID NOT want to do: I didn’t want to simply take glamour photographs, as you can see thousands everywhere. namely I didn’t want to take fake images, with young ladies that were simply and finally showing their nice little asses and their perky tits.

So I gave myself some very precise rules and boundaries, which I am going to list schematically:

-the models must not have anything fake: no fake breasts, no fake hair, no fake nails, no contact lenses… all real. Already this would have taken us far away from most of the glamour shots you see around

-through the images I wanted to tell who are the models, creating above all a portrait. Therefore before the photoshoot I have always taken some time to talk to the girls to decide WITH THEM, how to take the pictures. Actually, I was stimulating the girls so that they would decide on how to do the editorial! In short I have always tried to make way so that they wouldn’t undergo the photoshoot, as it happens often, but that they would become the creators: it wouldn’t have been MY editorial, but THEIRS.

-on this perspective I wanted that the clothing that they would have been wearing (many or few…) would be their clothing. You do understand that a magazine loves that the models wear the clothing of their various advertisers, but I thought that the brand new prada shirt would have surely been nice but also very fake.

-i have always had “hair&makeup” on set, but I have always wanted the model to choose how the hair and make up had to be done: first of all I wanted the model to like herself.

-i always wanted the technique to be as simple as possible. This year I have never used any professional equipment: never used a studio flash, never a bank, no infinity curves… I wanted to shoot like any amateur photographer would have photographed his girlfriend.

-i always wanted the poses not to be poses. I didn’t want the model to act shit hot (excuse me) in front of the camera. I wanted a normal girl, with a normal attitude.

-i always showed the photographs to the model before sending them to the magazine, to have their approval: if they didn’t like one or more pictures I’d toss them without saying a word.

-i always used photoshop in a very light way, only to give tone and contrast to the images, never to twist the physique of the girls, never to stretch the legs for kilometers, never to give curves that didn’t exist.

-in short, as I was saying to my models, I wanted a copernican turnaround to happen (really!) of the usual roles: the true boss was the model, I was only the one doing click on the photographic camera. I wanted each editorial to differ from the other, because in each photoshoot different was the fundamental thing: the model. sure some editorials look similar, but, deep down, none is the same as another. As I always say to the models I want to cancel myself, I want to disappear. I am proud of the fact that, in the end, it looks like forty editorials done by forty different photographers: as once was said “looks like is an other photographer, but it is just an other model!”

This is it. Try now to go and look at images of young sexy girls that you see all over through the filters and boundaries that I’ve conceived for MAX CASTING: you will see images that, maybe they are more beautiful than mine, but that they’ll never be able to become a MAX CASTING.

allow me the presumption and my need to be didactic, but I invite you once again to have a solid concept before you get down to do a photoshoot: each single MAX CASTING editorial could look good or bad, but it definitely goes back precisely to the concept that I had in my head since the beginning.

Alas I want to thank all the sweet young ladies that they have kindly let me photograph them in the past year: julie, inna, martina, laura, sarah, xenia, daphne, mathilde, vicki, anna, ausra, mandy, francesca, elinska, amanda, simona, lauren, eva, ella, ani, paulita, daniela, yulia, anni, oksana, jill, valentina, bianca, victoria, giselle, caitlin, pille, julia, cassandra, valeria, catherine, beatrice, tanya, gertrud, ida, julia, brooke, ines, kamila, danielle, rithina, anelly, margot, giuly. THANK YOU!

As I said in the beginning I will at least go on with the same project for another year: if a model (with the characteristics I mentioned above…) would like to propose herself she can write to model@benedusi.it [/en]

7 risposte

  1. Mirko Merchiori

    Complimenti per il post e complimenti per le foto!!
    Credo sia assolutamente condivisibile la linea progettuale che hai descritto e tenuto nel corso dell’anno: mi è piaciuto molto quando hai sottolineato la volontà di fotografare le ragazze come se fossero ritratte dal proprio partner.
    Magari ci si vede al tuo workshop di TPW!!

  2. Francesco Brunello

    Ottimo lavoro come sempre, il ritorno al naturale è un idea bellissima e difficile nello stesso tempo, in quanto dover uscire dal proprio stile per impersonare la volontà della modella credo che sia stata (a mio avviso ) la parte più complessa

  3. Maria

    la fotografia come espressione del bello, di cio’ che ci incanta…ma come si esprime il dolore? …io non ci riesco …il dolore uccide l’azione e l’ espressione …l’immagine non esprime fino in fondo lo strazio, l’anima dolorante …cio’ che sgorga é solo silenzio …le parole e le immagini non esprimono pienamente in modo esauriente fedelmente il dolore …in me vi é solo silenzio …anzi se prima amavo scrivere ora solo silenzio….un massacro….
    tutto muore cio’ che prima aveva valore e senso poi niente piu’ …come si esprime tutto cio’? non so proprio…non so proprio… non lo so

    Congratulazioni Settimio

  4. Francesca Stella

    Beh, io ti ho conosciuto mentre presentavi proprio questo progetto alla platea del Photoshow l’anno scorso… e da allora ho sempre seguito i tuoi Max Casting perchè mi avevi incuriosito e convinto per la tua voce fuori dal coro.

  5. PAOLO

    Ciao Settimio!
    Io non credo che il prossimo M.C. sarà come il precedente .. nel senso che se il fotografo rimane lo stesso (cioè tu) credo sia dato certo che ci dovremmo aspettarci qualche cosa di nuovo e controcorrente com’è di tua consuetudine. Hai qui sottolineato la “linea e i “principi” del progetto in riferimento alle modella… ma penso che il tuo frullatore creativo difficilmente ti suggerirà un semplice reply. 😉 Quindi la domanda è: rinnoverai tuo briefing? Sposterai i paletti e magari li ridipingerai?

  6. Alessandro Avenali

    Settimio… ho prima osservato le foto, poi sono arrivato al blog.
    Conoscere a posteriori il progetto, o meglio, i “principi” che stanno dietro alla realizzazione di quei capolavori credo sia stato ancora più entusiasmante. Credo che tu abbia due requisiti fondamentali che hanno reso possibile la realizzazione di questi “ideali”. Il primo è… avere quegli ideali. Credere nella fotografia come mezzo espressivo *anche* dell’identità della modella (che è tipico dei ritrattisti), oltre che del punto di vista artistico del fotografo. E per questo, come per le grandi doti da ritrattista, ti apprezzo davvero tanto.
    Il secondo è la *possibilità* di realizzare un progetto simile. Credo che avere un committente che ti svincoli da obblighi commerciali legati alla moda e da una precisa art direction (o quantomeno da un brief) è una fortuna che pochi possono avere, se non gli artisti. Fortuna sicuramente influenzata dalla tua grande esperienza e dalla fiducia che determinati committenti ripongono nella qualità del tuo lavoro. Deve essere davvero un piacere lavorare così. : )

    Settimio colgo l’occasione per chiederti un consiglio, visto che più volte ho letto che sei un grande fanatico del 50mm (spero di non sbagliarmi). Mi sono detto: chi meglio di Settimio può rispondermi? Premetto che sono un giovane fotografo che ha iniziato la cosa per gioco qualche anno fa ma che con grande passione spera di trasformarla in un lavoro, quindi magari non posso ancora permettermi alcuni strumenti “top” come una fotocamera full-frame.
    Proprio oggi ho fatto un set “home-made” con una mia amica, anche lei non professionista, e rivedendo le foto ho capito una cosa importante riguardo alla distorsione prospettica in campo moda. E ho ripensato alla tua passione per il 50mm (mi sono detto “ecco perché!”).
    Ebbene, nel set di oggi ho utilizzato un 35mm su DX, che copre lo stesso angolo di campo del 50mm su FX. Tuttavia, in alcune situazioni in cui il punto di vista fosse più in alto o più in basso della vita, ho ottenuto un effetto prospettico credo sgradevole. Ovvero l’eccessiva grandezza delle parti del soggetto più vicine alla fotocamera (per esempio la testa e il busto). Ti linko un paio di foto per esempio.

    http://www.alessandroavenali.com/blog/2010-01-20/very-fashion/

    Constatato ciò, mi sono chiesto:
    – il 50mm su FX risolve il problema, pur mantenendo lo stesso angolo di campo (è una domanda retorica, ma non avendo esperienza diretta, ti chiedo conferma)?
    – *quanto*, in campo moda, si usa un’ottica più versatile come può essere il 24-70?
    Quest’ultima domanda mi è sorta spontanea proprio a causa della distorsione prospettica delle focali più corte.

    Ti chiedo scusa in anticipo per l’OT e ti rinnovo i complimenti per i lavori da vero maestro che produci!

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