ON THE ROAD

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[it]A volte la realtà va vista, e la fotografia può aiutare: tutti sappiamo che esiste chi (ancora nel 2012!) dorme in strada, anche durante le fredde nottate di Natale, ma forse il guardare in faccia la cruda realtà può servire a non dimenticarci di chi è meno fortunato di noi. Non ho voluto giudicare, né loro (che chissà quali responsabilità hanno per il loro destino) né noi (che facciamo forse ben poco affinchè le cose siano diverse), ma ho voluto solo usare la fotografia per ciò che sa fare meglio: mostrare una realtà che trovo giusto non sia nascosta.

Marcello: “Ho 47 anni e sono separato. Faccio l’elettricista industriale, ma purtroppo da quando sono in questa situazione, anche a causa della separazione, non è facile trovare lavoro. Nessuno si fida di chi dorme in un sacco a pelo in strada. Ho un grosso aiuto, sia materiale che morale, dai tanti volontari che passano durante la notte. Non è facile stare qui, anche perché purtroppo bisogna stare attenti sempre, succede ad esempio che mi rubino delle cose. Il mio sogno sarebbe quello di avere un lavoro stabile, sono sicuro che i miei problemi si risolverebbero”

Amad: “Ho 34 anni e sono egiziano. Sono immigrato in Italia quando avevo 21 anni. So fare il muratore, ma è difficile trovare il lavoro, per questioni legate alle assunzioni regolari o in nero. So bene che c’è la possibilità di andare nei dormitori, ma non mi va, troppa confusione, troppa gente: preferisco stare qui tranquillo. I frati mi aiutano abbastanza, non facendomi assolutamente pesare il mio essere mussulmano: ci trattano tutti alla stessa maniera.”

Antonio: “Ho 50 anni e sono pugliese. Sono cuoco, e quando c’è la bella stagione mi faccio da mangiare con il mio fornelletto in strada, ma con la stessa qualità e passione come se fossi in una grande cucina. La mia specialità è la cernia al forno con patate e olive. Vivo in strada da 4 anni, perché è difficilissimo trovare lavoro, anche per chi è specializzato come me. Sul mio futuro sono pessimista. Mi piacerebbe tanto avere una casa, per la sicurezza anche psicologica che dà. Vengono spesso i ragazzi della croce rossa a darmi un aiuto, ed è molto importante per me.”

Francesco: “Ho 40 anni e sono di Milano. Ho con me, nella tenda, il cane Yuk. Faccio il muratore, ma è difficilissimo trovare lavoro, perché sono favoriti gli stranieri, che vengono pagati pochissimo.

Gli aiuti sono pochi, ci portano solo ogni tanto poche cose: devo però dire che i ragazzi del MIA sono meravigliosi. Sono molto pessimista per il mio futuro. Scusami ma non voglio far vedere il mio viso, ma puoi vedere la tenda dove vivo.”

Giorgio: “Ho 47 anni e sono di vicino Cagliari. Ho fatto mille lavori: imbianchino, idraulico, metalmeccanico, pizzaiolo…ma da 5 anni sono in strada perché non c’è più lavoro. I frati mi danno da mangiare e da vestirmi, ho la tessera dell’Opera di San Francesco. Anche la Croce Rossa ogni tanto passa per aiutarci. Non vedo alcun futuro per me, non ho alcuna possibilità di miglioramento.”

Stefano: “Ho 48 anni e sono della Bulgaria. Sono in strada da due anni, sempre con la mia adorata cagnetta Gina, che ho preso in un canile dove ho lavorato per un po’: lei è intelligentissima. Faccio il muratore, ma non è facile trovare lavoro. In Italia mi trovo benissimo, le persone sono molto gentili e carine, non come in altri paesi d’Europa dove sono stato e dove mi trattavano veramente male. Non mi stancherò mai di dire che gli italiani non sono gente ma sono angeli. Tutto sommato sono sereno per la mia situazione, le cose vanno come devono andare e a me va sempre bene: la vita è bella!”

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tutto questo sul corriere della sera di due giorni fa

qualche scatto backstage:

buon Natale. settimio [/it] [en]

sometimes reality needs to be seen, and photography can help: we all know that there are those who (still in 2012!) are sleeping on the streets, even during the cold nights of christmas, perhaps facing the harsh reality can help us not to forget who is less fortunate than us. I didn’t want to judge, neither them (who knows what kind of responsibilities they have for their own fate) nor us (who do very little so that things are different), I just wanted to use photography for what it does best: show a reality which I find it should nod stay hidden.

marcello: “I am 47 years old and I am separated. I am an industrial electrician, but unfortunately since I’ve been in this situation, also because of the separation, it is not easy to find work. nobody trusts someone who sleeps in a sleeping bag on the streets. I receive great help, both material and moral, from the many volunteers that come by at night. it is not easy to be here, because you always have to be careful, it happens for example that they steal my belongings. my dream would be to have a stable job, I am sure that my problems would be solved”

ahmad: “I am 34 years old and I am egyptian. I emigrated to italy when I was 21 years old. I am a mason, but its hard to find work, many issues to do with regular employment or work for cash. I know very well that there is the possibility of going to sleep in the dorms, but I don’t feel like it, too much confusion, too many people: I prefer to stay here in the quiet. the friars help me enough, not making me feel bad at all about being muslim: they treat all the same here.”

antonio: “I am 50 years old from puglia. I am a cook, and when it is good season I make my meals with my little stove on the street, with the same quality and passion as if I was in a big kitchen. my specialty is baked grouper with potatoes and olives. I live on the streets since 4 years, because it is extremely difficult to find a job, even for those who are as qualified as I am. I am pessimistic about my future. I would love to have a house, for security as well as psychological safety that it gives. the young people from the red cross often lend me a hand, and it is very important to me.”

francesco: “I am 40 years old and I am from milan. I have with me in my tent my dog yuk. I am a mason, but it is extremely difficult to find a job, because the foreigners are favoured as they are paid very little. the help is little, they occasionally bring us a few things: I have to say that the boys from MIA are wonderful. I am very pessimistic about my future. I am sorry but I do not want to see my face, but you can see the tent where I live.”

giorgio: “I am 47 years old and I come from near cagliari. I’ve done thousands of jobs: house painter, plumber, mechanic, pizza maker.. But since 5 years I’ve been on the street because there is no more work. the friars give me clothes and food, I have the card for the san francesco shelter. even the red cross comes now and again to help us. I see no future for myself, I have no possibility of improvement.”

stefano: “I am 48 years old and I am from bulgaria. I am on the road since two years, always with my beloved dog gina, I got her from a kennel where I worked for a while: she is super intelligent. I am a mason, but it is not easy to find work. in italy I am fine, the people here are very kind and nice, not like in other countries in europe where I’ve been and I was treated really badly. I will never get tired of saying that italians are not people but angels. all in all I am content with my situation, things are going the way they are supposed to and they go well for me: life is beautiful!”

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all this on the corriere della sera from two days ago

some shots backstage:

merry christmas. settimio

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10 risposte

  1. matteo zannoni

    ciao settimio, ho visto su fb le tue foto e mi sno andato a comprare il corriere della sera, ho letto con attenzione le didascalie prima di vedere le foto cosa che solitamente faccio dopo aver visto le fot, ma questa volta mi è presa cosi, perche questo argomento è un argomento difficile, difficile da capire perche per quelli che stanno in comeode case davanti a una tv o seduti dentro a lussuose automobili, ho visto splendide foto di persone per strada disagiate che venivano massacrate dal genio di turno, vorrei sapere quanto di questi geni passando lungo una strada magari di notte si sono fermati anche solo a rivolgere un pensiero a queste persone, ebbene le tue foto danno dignità a queste persone, i loro occhi hahho la dignita di queste persone, bravo settimio, davvero bravo……..

  2. rossano

    Dopo queste foto chissà se c’è ancora qualcuno che si lamenta !!!

  3. Jennifer

    Antonio, il pugliese, lo conosco di vista. Era sempre sulla mia strada quando andavo in università in San Babila. I primi giorni che lo vedevo non mi ero nemmeno accorta che chiedeva qualche moneta, perchè in realtà non la chiedeva affatto…
    In un angolo c’era il piattino con qualche moneta, ma lui non chiedevo nulla e non diceva nulla. Di fronte a lui la sua bicicletta che giorno per giorno cresceva come volume con valigie e accessori vari. Credo di aver assistito proprio al suo battesimo della strada sin dal suo primo giorno. Non giudico queste persone ne chi, come me, passa e non fa nulla per aiutare queste persone, però è davvero tutto molto triste!

  4. Kevin

    Non fotografare
    “Non fotografare gli straccioni, i senza lavoro, gli affamati.
    Non fotografare le prostitute, i mendicanti sui gradini delle chiese,
    i pensionati sulle panchine solitarie che aspettano la morte come un treno nella notte.
    Non fotografare i neri umiliati, i giovani vittime delle droga, gli alcolizzati che dormono i loro orribili sogni. La società gli ha già preso tutto, non prendergli anche la fotografia.
    Non fotografare chi ha le manette ai polsi, quelli messi con le spalle al muro, quelli con le braccia alzate, perchè non possono respingerti. Non fotografare la suicida, l’omicida e la sua vittima.
    Non fotografare l’imputato dietro le sbarre, chi entra o esce di prigione, il condannato che va verso il patibolo.
    Non fotografare il carceriere, il giudice e nessuno che indossi una toga o una divisa. Hanno già soppportato la violenza non aggiungere la tua. Loro debbono usare violenza, tu puoi farne a meno.
    Non fotografare il malato di mente, il paralitico, i gobbi e gli storpi. Lascia in pace chi arranca con le stampelle e chi si ostina a salutare militarmente con l’eroico moncherino.
    Non ritrarre un uomo solo perchè la sua testa è troppo grossa, o troppo piccola, o in qualche modo deforme. Non perseguitare con i flash la ragazza sfigurata dall’incidente, la vecchia mascherata dalle rughe, l’attrice imbruttita dal tempo. Per loro gli specchi sono un incubo, non aggiungere le tue fotografie. Non fotografare la madre dell’assassino e nemmeno quella della vittima. Non fotografare i figli di chi ha ucciso l’amante, e nemmeno gli orfani dell’amante. Non fotografare chi subì ingiuria: la ragazza violentata, il bambino percosso. Le peggiori infamie fotografiche si commettono in nome del diritto all’informazione. Se è davvero l’umana solidarietà quella che ti conduce a visitare l’ospizio dei vecchi, il manicomio, il carcere, provalo lasciando a casa la macchina fotografica. Non fotografare chi fotografa; può darsi che soddisfi solo un bisogno naturale.
    Come giudicheremmo un pittore in costume bohémien seduto con pennelli, tavolozza e cavalletto a fare un bel quadro davanti alla gabbia del condannato all’ergastolo, all’impiccato che dondola, alla puttana che trema di freddo, ad un corpo lacerato che affiora dalle rovine?? Perchè presumi che il costume da free-lance, una borsa di accessori, tre macchine appesa al collo e un flash sparato possano giustificarti?”
    Ando Gilardi

  5. Giuseppe Pagano

    @Kevin

    In effetti è facile scivolare nel patetico, nel pseudoartistico, nel melodramma fine a sé stesso. Come pure è facile varcare i limiti della privacy con chi non può protestare.
    In questo caso, però, mi sembrano foto semplici e innocenti, i visi sono di chi è consapevole di essere fotografato, la mission (solo ricordare che qui, in mezzo a noi, succede anche questo) mi sembra rispettata.
    Anche ignorare sempre e comunque è violenza. Credo faccia bene a tutti – ogni tanto – leggere queste storie.
    Saluti.

  6. Umberto

    Grazie Benedusi,
    un bel post, complimenti, leggendo e guardando ho ripensato a Vasco Rossi:
    “perché la vita è un brivido che vola via è tutt’un equilibrio sopra la follia…. ”

    buon Natale in ritardo.

  7. Fabrizio

    Ho visto e rivisto queste foto molte volte, anzi mi correggo ho ammirato e rimirato queste foto. Ho sempre sorvolato l’idea di lasciare un commento, ma stavolta non ce l’ho fatta, devo dire la mia. Ho molta ammirazione per queste persone, non perdono la dignità di vivere quotidianamente una vita difficile, Spero in un futuro migliore, in una società migliore, spero o sogno. Oramai non lo so più nemmeno io.

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