PHOTOGRAPHERS-AGGIORNATO-02

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[it]su cento persone che si definiscono fotografi, oggi, nel 2013, ci sono:

50% di fotoamatori assoluti, cioè di persone che non hanno fatto mai una fotografia se non per se stessi. non hanno neanche l’ambizione di essere professionisti, ciondolano in giro con la macchina al collo fotografando ció che capita davanti ai loro occhi. tutto perfetto, se non che si definiscono spesso photographer sul loro sito: come se uno a cui piace farsi gli spaghetti a casa si definisse chef.

20% di fotoamatori che pur avendo un altro “vero” lavoro  si atteggiano da professionisti, facendo dei veri e propri servizi tipo quelli per le riviste. trovano addirittura delle riviste (on-line, ovviamente) che i servizi glieli fanno fare (gratis, ovviamente). in cuor loro non si credono professionisti, ma da fuori, ad occhi superficiali, lo potrebbero sembrare. tutto perfetto, se non che si definiscono spesso photographer sul loro sito: come se uno a cui piacesse fare gli spaghetti a casa per gli amici si definisse chef.

20% di persone che per mille e una ragione (in verità sono sempre le stesse: appartamenti dei genitori in affitto, pensione dei nonni e dei genitori, ricchezza familiare…) non hanno problemi di soldi e fanno come se fossero fotografi professionisti. fanno “finta che”. gli piace credere e far credere di essere ció che non sono. ci sono vari gradi, che vanno ad esempio dall’andare nel backstage delle sfilate con l’ambito tesserino al collo (per fare fotografie che andranno dove?!?) a fare mostre, libri o addirittura riviste vere. si credono veramente professionisti, e più che altro gli altri pensano che lo siano: peccato che nessuno gli abbia mai dato un euro per le loro foto. tutto perfetto, se non che si definiscono photographer sul loro sito: come se uno avesse un finto ristorante, senza clienti, senza camerieri e pure senza cucina si definisse chef.

5% di fotografi professionisti che “scattano fotografie”. fanno fotografie sulle spiagge, matrimoni, cronaca… non posseggono e non serve alcuna cultura dell’immagine. fanno i fotografi assolutamente per caso, così come un altro fa il gommista. sono i primi di questa lista che vedono del grano. poco, ma qualche euro lo vedono, un po’ di più in meridione per i matrimoni. tutto perfetto, se non che si definiscono photographer sul loro sito: come se uno che ha la pizzeria si definisse chef.

3% di fotografi professionisti che lavorano ai margini del mercato vero, per riviste sfigatissime, per clienti sfigatissimi. il tutto a budget ridicoli. hanno poche spese e tirano avanti come possono. si definiscono photographer sul loro sito, e fanno pure bene. peró, noi lo sappiamo, è come se l’addetto alle salse del grande ristorante si definisse chef.

2% e poi ci sono gli chef.

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ho scritto di getto questo post con il telefonino, l’ho rimesso adesso a posto togliendo le maiuscole, che normalmente non uso qui sul blog.

vorrei solo aggiungere una cosa, anzi due:

-il mio non è un discorso meritocratico, uno fa ciò che vuole. sto solo descrivendo, a chi magari ha le idee confuse, com’è la situazione oggi dei fotografi italiani. non è un giudizio, non è un’opinione: i fatti sono esattamente questi che ho descritto qui sopra.

-ieri è mancato lo “chef” tra i più grandi, Gabriele Basilico. lui era ed è un grande intellettuale e un grande fotografo. pensateci bene quando usate la parola “photographer”: servono anni, studi, fatiche che non potete neanche immaginare. pensateci bene.

 

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SECONDO AGGIORNAMENTO

ovviamente mi fa piacere che ci siano tutti questi commenti: il fatto che se non altro abbia stimolato una discussione sull’argomento fotografia mi piace molto.

vorrei fare ancora un’ulteriore precisazione, è un argomento che vedo spesso citato nei commenti. (mi perdonerete se lo faccio qui e non nei commenti. ma d’altronde qui è casa mia e faccio un po’ quello che voglio… ;-)): il discorso di questo post non ha nulla a che vedere con una presunta concorrenza degli pseudo fotografi. assolutamente no! non me ne frega nulla! se alcuni clienti vogliono spendere due lire si meritano un lavoro da due lire. e non me ne frega neanche nulla della facilità o meno portata dal digitale: è un’evoluzione che nessuno (e certo non io!) può fermare. e che in ogni caso non ha neanche senso di fermare! il progresso è questo, e va bene così: porta anche infinite conseguenze positive che sono il primo ad apprezzare.

se arrivano le automobili e finisce il trasporto con i cavalli non serve assolutamente niente rimpiangere i cavalli. va bene così.

ma non è che chiunque guidi un’automobile automatica si può tranquillamente fregiare del titolo di cavallerizzo. quello no! (sì, mi piace fare le metafore)

con questo post ho quindi, lo ribadisco, semplicemente voluto dire come è la situazione di coloro che si fanno chiamare photographers oggi, nel 2013.

un’ultima cosa: notavo che, nella maggior parte dei casi, chi fa veramente il fotografo (e cioè guadagna dei soldi con questa professione) non si autonomina photographer sul proprio sito, mentre la maggior parte di coloro che NON fanno i fotografi ci tengono a mettere sotto il loro nome la magica parolina photographer: bizzarro, no?

(già avverto la rottura di coglioni che arriva: “ma qui sul blog c’è scritto settimio benedusi photographer!”. certo, c’è scritto e ci rimane scritto. per un semplice motivo: questo è un blog scritto dal punto di vista di uno che nella vita fa il fotografo. dichiaro l’argomento, non chi sono e cosa faccio io. ok?)[/it] [en]

in one hundred people that define themselves as photographers, today, in 2013, there are:

–  50% who are absolute amateur photographers, that is, people who have never taken a photograph if not for themselves. they do not even have the ambition to be professionals, they hang around with the camera around their neck photographing what happens before their eyes. its all good, except that they often refer themselves as photographers on their website: as if someone who likes cooking spaghetti at home would call himself a chef.

–  20% of amateur photographers despite having a “real” job pretend to be professional, doing real editorials like those we see in magazines. they even find magazines (online of course) that make them do editorials (for free of course). in their heart they do not believe to be professionals, but from the outside, to shallow eyes, they may seem so. its all good, except that they often refer themselves as photographers on their website: as if someone who likes making spaghetti for friends called himself a chef.

–  20% of people that for a thousand and one reasons (in all truth they are always the same people: parents’ apartment for rent, grandparents’ and parents’ pension, family wealths..) they do not have problems with money and they behave as if they were professional photographers. They “pretend”. they like to believe and pretend to be what they are not. there are various degrees, for example they go from going backstage at fashion shows with a pass around the neck (to take pictures that will be published where?!?) to doing exhibitions, books or even real magazines. they really feel professional, and more so others think that they are: pity no one has ever given them more than one euro for their photographs. its all good, except that they call themselves photographers on their website: as if someone had a fake restaurant, without clients, without waiters and even without a kitchen and called themselves a chef.

–  5% of professional photographers that “take pictures”. they take pictures on the beaches, of weddings, news.. they do not have and it is not necessary to have any image culture. they are photographers by pure chance, just like others change tyres. they are the first on this list that see some dough. very little, but they get a few euros, a little more in the south for the weddings. all good, except that they call themselves photographers on their website: as if someone who has a pizzeria calls himself a chef.

–  3% of professional photographers working at the edge of the real industry, for crap magazines, with crap clients. all accomplished with ridiculous budgets. they have very little expenses and they pull through as they can. they call themselves photographers on their website, and so they should. but we know very well that, it is if the guy serving the sauces in a great restaurant called himself a chef.

–  2% and then you get the chefs.

 

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coming soon

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187 risposte

  1. LORIS SAMBINELLI

    Per Esimio Paolo Ranzani….
    ma sei il supremo fotografo per poter dare tutti questi commenti? sai tutto quello che ho alle mie spalle? percaso rubo del lavoro a “fotografi” che lo fanno 24/h? se lo rubo è perchè qualche fotografo che lo fa 24/h lo fa male ! ma pensa un po te sto stronzo(si hai capito bene ti ho offeso) che giudizi si permette di dare…. se vuoi imitare benedusi fidati NON CI SEI RIUSCITO!! E PORTA RISPETTO ALLE ALTRE PERSONE!
    P.S. forse faccio due lavori perchè al giorno d’oggi fare il fotografo a tempo pieno è difficilissimo e forse a 26 anni (quale è la mia età) se si ha un mutuo alle spalle non voluto fare il salto nel vuoto non si può! allora cosa devo fare? lasciare il mio vero sogno nel cassetto perchè uno STRONZO come te si permette di dirlo in un blog?! sarai pure bravo come fotografo ma come persona fai schifo fidati.

  2. Alessio Migliardi

    Alberto Pellegrinet: ..sono daccordo pero’ vedi, saro’ anche un visionario ma penso che in un mestiere qualsiasi esista un evoluzione ed alla fine prevalga la qualita’. Un giovane studente squattrinato, allo stesso modo di un ricco possidente devono controntarsi sul piano del prodotto che sono in grado di realizzare, se uno e’ meglio dell altro la provenienza non conta. Daltronde siamo sempre qui a dire che la foto la fa il fotografo mica gli euro spesi nell apparecchiatura.
    Piuttosto che stare a parlare di discorsi utopici e a volte, realmente anacronistici, rendiamoci conto che nel mondo non si sentono falegnami lamentarsi di gente che prova a fare i falegnami, ma semplicemnte si preoccupano di realizzare prodotti migliori di “chi ci prova” . Se vogliamo uscire da questo stato di autocommiserazione e di ricerca di un colpevole di tutto cio’ , conviene, a mio parere, e sottolineo, a mio parere, concentrarsi sul cercare di migliorare la propria qualita e, se veramente vogliamo aiutare i giovani studenti, cercare di allargare la visione associativa della “societa dei fotografi” a chi rispecchia dei requisiti di qualita’ non economici. Elevando il livello del prodotto e’ anche possiibile che si riduca il numero di coloro che sono realmente in grado di produrlo e soprattutto si mostra al mercato il valore stesso di cio’ che e’ la qualita fotografica (cosa rara attualmente) e probabilmente il mercato potrebbe reagire in modo imprevisto, riqualificando economicamente i prodotti …di qualita’. Penso che nella fotografia alla fine di tutte le chiacchiere contino le immagini, e’ con quelle che si discute, non dicendo che qualcuno e’… Cattivo.

  3. Franco Fasciolo

    Buongiorno Settimio, condivido pienamente il tuo post e trovo ridicolo ed inopportuno questo appellativo o suffisso che si mette ormai da tutte le parti. Ormai anche nel proprio nominativo della propria pagina FB. L’ho discusso con diversi amici che lo hanno messo come mark alle proprie foto e sulle proprie pagine FB, ma ovviamente non sono tutti dello stesso avviso.

    Non trovo però la categoria alla quale potrei appartenere io e molte altri come me, nella tua lista.

    Sono un fotoamatore, che dopo anni di lavoro e sacrifici, è riuscito a comprare una discreta attrezzatura fotografica.
    Sono spesso con la fotocamera penzolante al collo, sia nelle mie passeggiate al mare che nelle mie escursioni in montagna. Non sono ricco di famiglia e non ho potuto chiedere una lira (ora un €) ai miei genitori.
    Non ho mai venduto una mia foto e non ho mai fatto foto al posto di un fotografo ufficiale, nonostante mi si stato chiesto: ho sempre risposto “Chiama il tuo fotografo ufficiale ed io farò le mie foto da invitato”…
    Non amo dare in dono i miei scatti ne alle persone ritratte ne a chi me li chiede.
    Sposato da sei anni sto ancora in lite con mia moglie perchè vuole le foto del viaggio di nozze.

    Ho un mio sito personale dove raccolgo, oltre ai miei scatti, alcune nozioni base di fotografia e metto qualche breve articolo che spiega in modalità easy come riuscire a effettuare scatti particolari, legando nozioni scientifiche a effetti fotografici.
    Ho letto un po di fotografia e ho credo buone basi tecniche e nozioni di illuminazione, senza mai credere di averne abbastanza.
    Non mi sono mai definito un fotografo, ne ho mai scritto “photografer” sulle mie foto o sulla mia pagina FB.
    Quindi è chiaro che non sono uno chef.

    Però, per quelli come me, ti chiedo di riservarci almeno l’1% della classifica, perchè in silenzio cuciniamo alla caritas, ma abbiamo il massimo rispetto per i veri chef.

    Tra questi, la mia ammirazione va anche a te.

    A presto
    Franco Fasciolo

    P.S.: Ti seguo da un pò… quindi aggiornaci questa APP….

  4. Antonio Ros

    Non conosco personalmente Settimio, ma me lo vedo che sogghigna; come tutte le volte in cui lancia il sasso nello stagno e il vento si alza ad alimentare le onde.
    In merito a quanto scrive io rivedrei solo le percentuali: gli chef sono abbondantemente sotto lo 0,5%. Ma, sarà che adoro la pizza, ben vengano anche i bravi pizzaioli.
    P.S. non so cucinare.

  5. fototm

    uauaua
    grande, in effetti è vero, io sono uno chef che lavora da pizzaiolo, alle dipendenze del ristorante del ricco che si crede chef e lo apre solo agli amici…!!!
    uauaua

  6. fototm

    ha!!! dimenticavo, non so se sul sito ho scirtto fotografo forse si…. ma al suo rinnovo scriverò imbrattasensori come già scritto in fb anche se nasco come addetto alla presa di luce alle pellicole con l’ausilio di strumenti meccanici adatti ad interagie con pellicole di vario formato!!!

  7. Paolo Ranzani

    Alessio Migliardi. Iniziamo dal punto “accidia”. Ma sai cosa vuol dire? io non credo. Senno’ lo avresti usato in altro modo. Accidioso non vuol dire “invidioso o odioso o arrabbiato o incazzoso”. Vuol dire “indifferenza all’operare, pigrizia, indolenza.” Quindi che ci azzecca con “accidia profonda verso il mondo e la società?” 😀 Inoltre non so dove tu abbia letto che io “do contro”,… io ho scritto che se proprio di deve fare critica a qualcuno la si deve fare a…” che è diverso. E non mi sembra che qualcuno stia impedendo di fare qualcosa a qualcuno. Se riporti i concetti riportali giusti. Qui si ironizza su chi scrive PHOTOGRAPHER senza esserlo e sapendo di non esserlo. Chi se la prende vuol dire che fa parte di alcune percentuali,… di quelli che cucinano spaghetti burro e salvia e scrivono GRAND CHEF fuori dalla porta 😉 Gli altri fanno il loro lavoro coscientemente e seriamente e chi prima e chi poi arriveranno a essere come minimo dei bravi cuochi.

  8. Alberto Pellegrinnet

    @Alessio Migliardi sono anch’io un visionario sognatore… ma ho smesso di credere alle favole anni fa… (non so se hai letto i post precedenti a questo)… Dare il massimo sempre e comunque ma c’è qualcosa che a questo paese manca… il rispetto per il prossimo… non sto qui a dilungarmi su come o chi… Avendo lavorato anzi essendo cresciuto professionalmente all’estero arrivar in Italia è stato uno shoc… Le colpe sono di tutti e di nessuno… il mondo del lavoro purtroppo è fatto cosi prendere o lasciare… quello della fotografia peggio ancora…
    In Italia si sopravive non si lavora e di conseguenza non si produce nulla… fotograficamente parlando…
    Le attività culturali sono una sorta di tabu… non portano a nulla… questo il pensiero dell’italiano medio…
    Non mi lamento se qualcuno utilizza in modo inproprio Fotografo o Photographer… Mi lamento invece che la gente non sia in grado di distinguere un fotografo da un Fotografo…
    Quando qualche giovane mi chiede che fare per diventare Fotografo gli consiglio di andarsene dall’Italia e di studiar fotografia in un paese dove la fotografia è ritenuta materia di insegnamento e non di auto apprendimento… e da li scalar la cima…
    Concordo con te che la qualità paga sempre e comunque… ma tu vedi qualità in giro?
    ciao

  9. Cristiano

    @Alberto Pellegrinnet, quoto appieno. Purtroppo è il mercato che genere l’ offerta, e se il mercato chiede materiale che costi poco e sia subito disponibile infischiandosene della qualità questa sarà la produzione.
    Se il mercato rifiutasse la roba di scarsa qualità il numero degli chef salirebbe…

  10. Lorenzo De Filippo

    Scusa Loris Sambelli, ma non mi torna il tuo ragionamento, così come non mi torna quando altri se ne escono dicendo che fanno i fotografi come secondo lavoro perché con il primo non riescono a tirare avanti.
    Il lavoro del fotografo al momento non gode di ottima salute, per esercitarlo come si deve e per essere competitivi bisogna spendere, ovvero, bisogna fare un mutuo/finanziamnto/leasing per acquistare l’attrezzatura, quindi tu che hai già un mutuo, che non riesci a tirare avanti, hai scelto proprio come secondo lavoro uno di quelli più costosi da avviare e con minore sicurezza nei guadagni?!
    Sicuramente sei uno di quelli che amano la frase: “non è l’attrezzatura che fa il fotografo”, cosa che non è assutamente vera, se lavori seriamente, non smetti mai di spendere soldi in attrezzature ed accessori, altro che!

  11. Alessio Migliardi

    @Paolo Ranzani, @Alberto Pellegrinet, @Settimio Benedusi.
    A mio parere, se si vuol fare del bene alla fotografia in questo paese ce se ne dovrebbe fregare di chi scrive photographer e chi no, ed anche evitare di parlarne dell’argomento perche’ non si fa altro che alimentare un discorso che, a mio parere, non porta a nulla. Ho conosciuto un bel po’ di gente che lavora e vive di fotografia e di cosa scrivono gli altri sul loro sito se ne importa poco o nulla. Io Paolo posso rientrare o meno in una delle categorie descritte da Settimio, che per quanto mi riguarda lasciano il tempo che trovano, possono essere un simpatico modo per passare qualche minuto a mettere due post insieme ma poi ? importa realmente qualcosa a qualcuno di questa classificazione ? …perche’ invece non ci si concentra sul come are suggerimenti a tanti giovani che vogliono realmente dare di piu’ a questo mondo ? perche’ non ci concentriamo un po’ tutti a rendere migliore e piu’ serio il mondo della fotografia che ora come ora sembra ridotto al livello di gioco ? Perche’ chi ha raggiunto determinati obiettivi non cerca di individuare dei parametri oggettivi per stabilire quale e’ un lavoro fatto di qualità e di professionalità. Dire che il 50% fanno i panettieri, senza nulla togliere ai panettieri, non dà valore aggiunto al 2% degli chef, inoltre, chef….relativamente a quale prospettiva ? Italiana ? mondiale ? …perche’ gia’ solo in italia conosco tantissimi fotografi, che vivono di fotografia e che vivono pure bene e non affrontano mai questi discorsi … come mai ? …non sto parlando di quattro gatti ma di realmente un numero non banale….forse perche’ questi non sono preoccupati di cosa altri scrivono sui loro siti…ma di realizzare un prodotto ottimo per i loro clienti. Capisco che al giorno d’oggi chi alza piu’ polvere diventa tristemente piu’ famoso,…ma perche’ parlare di questo, perche’ parlare di cosa altri scrivono, parliamo invece di cio’ che abbiamo in mente, di cio’ che vediamo , di cio’ che ci piace realizzare, di cio’ che il mercato chiede, di quali sono le idee che un grande del campo ha…in modo che sia di esempio per chi vuole crescere. E’ bello seguire degli esempi, quando questi ti danno qualcosa di positivo.

    …qualità …io ne vedo tanta in giro, ma vedo anche che chi la produce di livello piu’ alto sono coloro che la pubblicizzano meno….la qualità la vedo…ma non fa rumore.

    Detto questo ringrazio tutti della chiacchierata, è stato interessante dibattere con voi.

    ciao

    Alesso

  12. andrea

    C’è anche un’altra categoria. Ci sono fotografi non chef che vengono pagati da fotografi professionisti per coprire i servizi che gli capitano in giorni in cui sono già impegnati (mi riferisco a fotografi di eventi ma non necessariamente solo matrimoni). Che lo fanno da 20 anni e lo sanno fare come i professionisti (intendo con lo stesso livello qualitativo costante) e a volte anche meglio, che si fanno pagare profumatamente e non si svendono per un cazzo. Che ci pagano anche le tasse perchè hanno una partita iva. Che così si pagano il costoso hobby e i progetti fotografici personali che diversamente non avrebbero risorse per portare avanti. Che comunque hanno un lavoro per pagare le bollette e il mutuo, che magari gli piace anche e che fanno altrettanto bene e magari anche a un certo livello. Che magari avrebbero anche voluto dedicarsi solo alla fotografia, ma che per motivi diversi non hanno ritenuto di farlo. In che categoria li mettiamo questi ? Per il resto condivido il post dello chef padrone di casa, post che fotografa un panorama reale pur con una sua poetica interpretazione. Più in generale credo che i finti chef siano l’ultimo dei problemi della fotografia professionale in Italia, e credo che Settimio Benedusi lo abbia già scritto in diversi suoi post (spesso tra le righe).

    Un’ultima cosa :
    «E’ certo che io faccio fotografie in relazione al principio e all’esperienza estetica della “visione”. In questo senso io sono pienamente fotografo. Ma è anche vero che la fotografia, e non solo come linguaggio, è entrata da parecchio tempo, e a buon diritto, nel mondo dell’arte. Sono convinto però che un’unità della fotografia nel grande bacino della ricerca artistica è un’idea troppo riduttiva: una cosa è usare la fotografia come linguaggio per comunicare un’opera concepita in modo diverso (per esempio un’installazione), un’altra cosa è pensare «fotograficamente», interpretandola, la realtà».
    RIP Gabriele Basilico

  13. LORIS SAMBINELLI

    Mio Caro Lorenzo de Filippo….probaiblmente dato i numerosi post non hai letto bene i miei commenti (o probabilmente mi son spiegato male io).
    Il lavoro da fotografo che svolgo non lo faccio certo per arrotondare e per arrivare a fine mese! Lo faccio perchè è quello che realmente amo nella vita! Semplicemente non lo faccio a tempo pieno in quanto ho già un mutuo alle spalle e al giorno d’oggi fare questo salto nel buio di farlo a tempo pieno non posso permettermelo!
    Successivametne fidati che di soldi spesi in attrezzatura ne ho spesi!
    mia constatazione a tutti voi votografi 24 h al giorno….ma vi rosica cosi tanto che ci siano anche dei fotografi a tempo parziale? secondo me eccome!!!! Ma sta scritto da qualche parte che per essere fotografi bisogna farlo 24/h sempre? o per essere definiti tali bisogna mostrare le proprie cazzo di foto??? se è questo l’aiuto di fotografi che lo fanno tutto il giorno (con attrezzature costose) verso ragazzi giovani che si fanno il culo tutto il cazzo di giorno siamo messi verametne male! anzi no siete messi male perchè anche se sono fotografo part/time io un po di rispetto verso il prossimo l’ho ancora!

  14. Lorenzo De Filippo

    Quello che tu chiami “tempo parziale”, si chiama “lavorare in nero”, se rilasci fattura hai tutto il rispetto e considerazione che meriti, ma se non fatturi puoi praticare il prezzo più bassoi ed illuderti che ti cerchino per il tuo “talento”.
    Continui a parlare di rispetto, ma sei proprio tu che difetti in tal requisito.

  15. Paolo Ranzani

    Caro Loris! 🙂 Accetto sempre volentieri i complimenti, di mestiere faccio il fotografo quindi non devo per forza essere simpatico sui blog,.. non è una mia competenza, ..anzi.. è più divertente essere un rompipalle,…e amo toccare i nervi scoperti e quando uno si inalbera al punto di insultare vuol dire che il nervo è scopertissimo! Il problema è che non so a cosa tu ti riferisca… ho guardato i post e io non ho mai risposto direttamente a te quindi quando mi chiedi se so cosa hai alle spalle o se rubi il lavoro… non so davvero a cosa tu ti riferisca. Ho ironizzato o accusato qualche tuo “modo di fare”? Spiegami meglio così se devo essere stronzo almeno prendo meglio la mira. Io non posso imitare Benedusi… esiste gia Benedusi e se lo imitassi non mi verrebbe bene,.. Lui non puo’ imitare me per lo stesso motivo.. e così via. E poi lui è chef a 4 stelle io a una e mezza, ognuno ha quel che si merita basta esserne coscienti. Tu come sei messo? Mi resta anche da capire bene perchè mi attribuisci denigrazioni verso che fa due mestieri… forse non hai capito bene o forse, molto probabile, mi sono spiegato male io. Permettimi di riprovarci 🙂 In questo post Benedusiano, provocatorio ma intelligente, non si scredita chi cerca in qualche modo di percorrere la carriera del fotografo partendo dall’inizio e quindi acculturandosi in materia e passandoci le notti e investendoci anima e corpo e per farlo fa il cameriere (o altro) in modo da avere un introito per resistere mentre si arrampica sul monte sperando di arrivare vicino alla vetta. Questa stupenda categoria non è neanche compresa nel gioco delle percentuali, …ci avete fatto caso? Benedusi non la cita nemmeno perchè questi qui… non sono i “photographerssss”. Sono bensì coloro che stanno lavorando per diventare chef e non si fregiano di marchi che non hanno e non se la tirano per quello che non sono e non hanno bisogno di dimostrare l’indimostrabile autoinvestendosi di rosmarino anziché di alloro. Quindi se tu sei uno di questi ti stai inalberando per qualcosa che nessuno ha detto. Se invece sei uno che ha studiato per fare il geometra e a 30 anni si rende conto che la sua vita è noiosa e così decide di dare una svolta inforcando la fotocamera della domenica pensando che tanto basta saper fare in click per diventare “un fotografo”…allora… costui è invitato alle riflessioni di cui sopra. Per tanto decidi tu se sei uno che rientra nella percentuale e quindi ti becchi tutte le ironie del caso oppure…”non ci siamo capiti”. 😉 Buon lavoro comunque.

  16. Alberto Pellegrinnet

    @Alessio Migliardi forse non mi sono spiegato bene dando per scontato che tu avessi letto i miei post precedenti ma a parte…
    Tu vedi qualità…Quale e con chi la confronti, quali paragoni fai per affermare che c’è qualità… Certo che se guardi la pubblicità
    della Barilla e la paragoni alla DeCecco ce ne ma se la paragoni alla pubblicità della Crysler per il Superbowl siamo distanti anni luce… peccato mi sarebbe piaciuto sapere su che basi valuti la qualità…
    Ciao

  17. Luca Crescenzi

    ogni volta che leggo uno dei tuoi post sui “fotografi” o meglio, su chi si definisce tale, mi vien da sorridere per il clamore che si evinece dalle risposte di quelli che si sentono colpiti nell’orgoglio e che magari si sentono offesi di non esser giudicati fotografi come in realtà si sentono.
    chi reagisce così evidentemente è uno che di definisce fotografo perchè trova 2 modelline che solitamente sono (utilizzerò il termine tecnico per meglio definirle) le classiche strappone da rotoballe o da harley, quindi diciamo che i loro commenti mi fanno sorridere perchè immagino siano quelli di questa categoria.
    tuttavia il tuo modo di parlare evidenzia anche le tue mancanze.
    mantenendo l’esempio dello chef tu ad esempio potresti essere uno chef de partie, ossia uno chef che si occupa solo di un campo, quello della moda nel tuo caso, non sei in ogni caso uno chef de cousine nè un Sous chef che invece in qualsiasi campo li inserisci saprebbero fare al meglio il proprio mestiere (non ti vedo proprio a far reportage, still life e non ti vedo neanche in ambito galleristico a dirla tutta) la gerarchia degli chef parte dal garzone di cucina che lava le verdure e pulisce il locale (come può fare l’assistente di un matrimonialista di provincia), passa per il plongeur che lava i piatti e copre i turni quando gli altri chef non sono in servizio e subito dopo trova il primo chef che è lo chef de garde, il classico aiutocuoco, poi passa per lo chef confiseur, lo chef glacier, lo chef grillardin, lo chef de froid, lo chef tournait, lo chef patissier, lo chef potager e via via fino allo chef de cousine.
    è una gerarchia che in un certo senso esiste anche in fotografia, dal reportagista al matrimonialista son tutti fotografi, come in cucina son tutti chef. Anche lo chef communard è uno chef, ma il suo compito è di preparare i pasti per il personale non per la sala eppure anche lui è uno chef.
    di chef de cousine veri ce ne son pochi come magari potrebbe invece definirsi un erwin olaf o un martin shoeller ai quali guardando i tuoi ed i loro lavori non ti avvicini neanche un po’, eppure ti definisci fotografo anche tu (e lo sei).
    la fotografia è uno stile di vita e gli stili di vita non si vendono nè misurano in base al prezzo di uno scatto venduto, perchè allora moccia diventerebbe più scrittore di montale solo perchè vende di più? è un discorso sbagliato basare la fotografia sul guadagno e sulla visibilità, perchè dici bene che il 2% pubblica su riviste vere, ma se apri un qualsiasi vogue ti renderai bene conto di quanta merda pubblichino anche lì, roba per tornare in ambiente culinario, da diarrea a schizzo per indigestione da frutti di mare.
    in ogni campo ci sono chef affermati e persone che si definiscono tali e spesso non conta la tua abilità, ma il modo in cui ti sai vendere e convincere che quel lavoro funzioni anche se in realtà falla da ogni parte, come possono esser state le tue foto in montagna dell’anno scorso che ho trovato decisamente pressapochiste ed orrende.
    per quanto mi riguarda io sono in quel 20% di persone con i genitori che per il momento mi appoggiano e mi permettono di studiare questo linguaggio bellissimo che è la fotografia e che mi danno anche la possibilità di continuare per un po’ a ricercare su me stesso per trovare il mio stile. per questo mi reputo una persona fortunata e voglio sfruttare la mia fortuna. tutte le persone hanno un colpo di fortuna sta a loro accorgersene, una persona incontrata per caso un giorno che si innamora delle tue foto scattate in discoteca come può esser stato per chico, o una famiglia che ti appoggia, molti sono i colpi di fortuna che posson capitare, una donna o un uomo che si innamora di te e si scopre art director di una rivista e ti propone. le fortune capitano a tutti, sta al singolo coglierle non dovendosi sentire in colpa per questo.
    e si! mi definisco un fotografo perchè penso di guardare il mondo con un punto di vista mio personalissimo che potenzialmente funziona e non ho ancora un sito perchè non penso di avere molto materiale da mostrare, ma sono già uno chef grillardin, so preparare una griglia per il momento.

    mi sono adattato al tuo blog rimuovendo tutte le maiuscole, certo che è difficile da fare se non ci si è abituati..
    ti auguro di migliorare ancora fino a diventare uno chef de cousine

    a loris sambinelli
    se hai un sogno non è un commento di qualcuno su un blog a dirti di smettere, se credi ad un sogno non esiste persona che ti possa far desistere. però la tua reazioine è decisamente esagerata. di persone che dicono io voglio fare il fotografo perchè è il mio sogno ce ne son tante, ma veramente tante, talmente tante che il primo pensiero che viene da dire quando le ascolti è chiedere:”perchè è il tuo sogno fare il fotografo?” se sai convincere con qualcosa in + rispetto al classico clichè:”perchè mi piace immortalare i momenti, rendere eterno qualcosa che è stato importante per me (del quale al mondo poco interessa), mi piace fotografare perchè mi aiuta ad esprimermi” se mi rispondi dettagliatamente a questa domanda e non così per luoghi comuni allora potrei anche capire la frustrazione, ma solitamente chi sa rispondere a questa domanda non si incazza se legge un blog di qualcuno che come ti ho detto prima per quanto sia un bravo professionista è ancora ben lontano dall’essere un gigante, quindi non capisco la tua frustrazione, si hai un mutuo e ok.. ma se guardi nebreda magari ti rendi conto di quanto le sue immagini siano agghiaccianti, però è una persona che ha trovato nell’autoritratto autolesionista la sua forma espressiva perchè ti parla del suo mondo solitario in una campagna non meglio nota della germania dove lui vive senza nulla.. ha trovato il suo pubblico perchè è stato sincero parlando di se, tu di cosa vuoi parlare? sei mai completamente sincero senza ombre con chi fotografi sia che sia una persona che sia un paesaggio, se sei sincero allora non capisco la tua reazione, arriverà il tuo momento, ma se sei lo stesso loris sambinelli che ho trovato su google sulle prime 2 pagine beh, la prima cosa che noto è che le foto sono spesso ingiustificatamente storte e se hai fatto le foto a quelle modelle con i seni di fuori mi chiedo:”perchè le ha spogliate? solo per vederle a seno all’aria(basta con queste foto a tette all’aria già viste e riviste e riviste basta..)? che storia voleva raccontare? non c’è storia in ogni caso in nessun sambinelli abbia trovato, quindi prima di iniziare ad offendere per una giusta denuncia di un fotografo ad un fenomeno che è oggettivamente contemporaneo ossia tutti si sentono fotografi perchè è facile ed immediato avere un’immagine e quindi sembra che far fotografie sia facile agli occhi dell’amatore ti rispondo ma tu quanto scrivi? hai mai scritto una poesia? perchè far foto è simile allo scrivere poesie, tutti hanno una penna, ma pochi scrivono la divina commedia, oggi però con il fatto che tutti si sentono di avere qualcosa da dire non si rendono neanche conto che della foto del passante in una città estera qualsiasi lontano che fa silouette con il controluce non se ne può più, è già stata stuprata abbondantemente come immagine e non penso al tempo alle persone all’invisibilità dell’uomo nel suo vivere anonimamente vedendola, penso:”bastaaaaaaa!”

  18. LORIS SAMBINELLI

    Lorenzo de Filippo,
    scusami ma tu hai la sfera di cristallo? come fai a sapere che non fatturo?
    p.s. ho regolare partita iva e tento sempre di praticare prezzi della TAU
    questi prezzi non me li accettano e allora devo abbassare sempre fatturando.

  19. LORIS SAMBINELLI

    Carissimo Paolo Ranzani e carissimo Luca Crescenzi,
    rispondo in simultanea per non allungarmi troppo per evitare papiri inutili.
    Mi sono inalberato in quanto il mio primo post era una semplicissima goliardia verso Benedusi.
    Non voleva puntare ad altro.
    Però sentirmi dire che ero la classica persona che tenta di fare il fotografo a tempo perso, per arrotondare, per fotograre due pornostar e sopratutto per sentirsi fighi a farsi chiamare non mi sta affatto bene. Semplicemente perchè non lo sono.
    Pure io, la notte, nei weekend, nei momenti liberi al posto di andare a ballare con i miei amici svolgo con tutto me stesso il lavoro di fotografo , scattando , sbagliando, informandomi, leggendo per migliorarmi. Quindi sentirmi dire quelle cose mi ha offeso….forse è vero che ho il nervo scoperto perchè sto facendo tanta fatica a impormi sopratutto verso me stesso.
    Concludo che comunque non ho scritto da nessuna parte il termine fotografo e relativi sinonimi(non ho un sito internet, ne sui forum e ne tantomeno su facebook).

    P.s. per Luca Crescenzi. Ho provato a vedere anche io su google. Effettivamente la roba che esce non è un granche’…anzi…una paccottaglia di foto. Ma che ci vuoi fare! sto crescendo e sto tentando di imparare e migliorare! purtroppo internet archivia tutto sia roba bella che roba brutta.

  20. Alberto Pellegrinnet

    @Cristiano… non è il mercato che richiede… Non c’è la cultura dell’immagine…

  21. Alberto Pellegrinnet

    @Luca Crescenzi….condivido con qualche riserva…Spero per te che tu sia a studiare fotografia all’estero… : )
    auguri

  22. Luca Crescenzi

    perchè studiare all’estero quando sono in una delle città + stimolanti da un punto di vista visuale quale roma dove mi basta entrare in una chiesa per trovarmi gratuitamente un Rembradt a gratis davanti… ;O)

  23. Roberto

    Bisognerebbe avvertire il nostro amico Gabriele Rigon che la smetta di stare col culo seduto su un elicottero e andare in giro a dire che è un fotografo….anche Nikola Borissov che combatte tutti I giorni con distinte e bonifici e va in giro a dire che è un testimonial della hasselblad….e Peter Kemp che passa il suo tempo in un ospedale di uno sperduto ospedale olandese e poi manda in giro voci che espone nei musei di tutto il mondo…..ce ne sono migliaia da avvertire….. :-))

  24. Cristiano

    @Alberto è il mercato che paga e quindi decide. Non è bello ma è così. Coloro i quali dovrebbero avere la cultura dell’ immagine (editor, redattori, pubblicitari ecc) sono i primi a sbattersene ampiamente le p….

  25. Marco Fossen

    Poi ci sono quelli che hanno studiato da chef, cucinano come uno chef, continuano a studiare da chef, ma preferiscono cucinare per se, per gli amici o per chi li pare a loro. È non hanno un ristorante (ma partita IVA). È la loro grandezza sará scoperta solo postuma.

  26. Alberto Pellegrinnet

    @Luca Crescenzi… se dovessi imparare l’inglese preferiresti studiarlo dove lo puoi parlare dopo la scuola in un ambiente multiculturale diciamo come Londra o preferiresti un corso a Roma… All’estero impari quello che in Italia non insegnano ovvero i limiti dell’Italia… La spelonca di Platone insegna… bisogna uscire per capire che le ombre non sono la realtà…
    Comunque mi sembri ben determinato spero solo che non ti insegnino troppe minchiate tecniche…
    Auguri

  27. Alberto Pellegrinnet

    @Cristina… appunto…Visto che il mercato è quello che è non vedo soluzioni all’orizzonte… ne tanto meno voglia di sperimentare e di ricerca…

  28. Marco

    Scusate, ma non è che se uno fa l’orto sul balcone allora è un contadino…

  29. La realtà Italiana

    La realtà Italiana sai qual è?
    Che gli chef fanno i fighi per essere considerati DEI dai pizzaioli.
    Che i pizzaioli fanno i fighi per essere considerati ELETTI dai ristoratori.
    Che i ristoratori fanno i fighi per essere considerati MASTER dagli appassionati di cucina.
    E via dicendo…

    State facendo networking tra voi stessi e poi vi lamentate.
    CAZZO, parlate coi clienti!! Tirate fuori le palle e mostrate cosa sapete fare, chi siete e perché uno dovrebbe spendere più soldi per venire da voi.

    Questa manfrina la leggo tutti i giorni su tutte le bacheche di tutti i “PRO” su FB, alcuni dei quali son qui a sentenziare.
    E i prezzi, e Groupon e i fotografer…

    Ma dico: i clienti finali da chi devono impararla la qualità??? Da soli? Dalle dispense del National Geographic??

    O da voi?????

    Mai che veda una vostra campagna pubblicitaria, mai che veda qualcosa di serio e non per fare i fighi tra gli altri possessori di fotocamere, ma per farvi conoscere dal pubblico…

    E allora di cosa vi lamentate???
    Se lasciate degli spazi grossi come dei crateri pieni di succuleto cibo, i topi del vostro rinomato ristorantino del cazzo, si mangeranno tutto.

    Basta lamentarvi.

    Tirate fuori le palle e fate gli imprenditori di voi stessi. Imparete a fottervene di chi non è buono a nulla.

  30. angelo dau

    Si ma perchè i grandi Chef invece di cucinare le loro opere d’arte parlano per puntualizzare che chi lavora in pizzeria non è uno chef, chi fa le salse non è uno chef.. non dovrebbe essere evidente, senza puntualizzarla, la differenza qualitativa? 😉

  31. Alberto Pellegrinnet

    @Realta Italiana… Anch’io di cazzate come le tue ne leggo tutti i giorni e ne sento tutti i giorni…
    Mi sembra che il mal contento sia un po’ ovunque… perchè meravigliarsi se arriva anche dal mondo della fotografia?!?
    Non c’è nulla che funzioni in questo paese… e lo dico per esperienza vissuta… e anche senza esperienza basta leggere come siamo considerati nel mondo… oggi era fin meccanica ieri la fiat il giorno prima la chiusura imminente di almeno 15 riviste di settore con un esubero di 800 posti di lavoro in Rizzoli… la crisi c’è ed è anche globale… ma in paesi dove tutto funziona si cerca di far quadrato e di salvar il più possibile qui si lascia a casa la gente perchè non si è in grado di modificare una situazione che regna sovrana da decenni… prima di sparar sentenze e difendere questo paese che nulla ha da offrire informati…

  32. Alberto Pellegrinnet

    @La Realta Italiana… Un altro punto… Parlare con i clienti? ci hai mai provato tu a parlarci?
    Come fotografo ho sempre fatto fatica… come ho scritto precedentemente non è nel dna dell’imprenditorialità italiana…
    La mentalità è vecchia di almeno 30 anni… sono rimasti agli anni 70/80… non ne vedono l’esigenza… investimenti di milioni non valgono 5000€ di catalogo o presentazione… e basta il fotografo di paese come succede spesso in Brianza ma anche nel bresciano e nella bergamasca come pure in veneto ect… Adesso poi che c’è il computer ancora peggio… possono far fare le foto ai propri figlio o nipoti… e io dovrei parlare con questa gente??? e di che cosa? Ma se non si riesce a prender un appuntamento… forse con segnali di fumo…

  33. Luca Crescenzi

    @Alberto Pellegrinnet:
    ok se voglio imparare l’inglese vado dove è nato l’inglese ad impararlo e può essere ok il tuo ragionamento, ma se voglio imparare il linguaggio visivo vado (o resto) dove la mia immaginazione può essere stimolata e l’italia con i suoi paesaggi, i volti marcati e la sua storia millenaria è il posto migliore per questo scopo e ti spiego il perchè… un fotografo, come un qualsiasi professionista nel campo dell’arte, deve parlare di sè per trovare uno spazio nel mercato già saturo di opere anonime, voglio dire, per sfondare in questo campo è inutile che ti compri un corredo da 20000 euro oggi, quando ti basta una macchina ed un obiettivo buoni. se qualcuno pensa il contrario è o un amatore che facendo qualche altro lavoro pensa di migliorare la qualità delle sue foto semplicemente comprandosi il top di ogni cosa (ne conosco molti) o è qualche fotografo tecnico che nella sua vita ha fatto solo fotografie di still life per grandi brand, perchè in quel campo oggettivamente il cliente vuole far vedere il prodotto al massimo della sua nitidezza, vuole esaltare il prodotto che vende mostrandoti solo quello e da qui ecco che i grandi still lifeisti si comprano attrezzature ipercostose perchè devono riprendere al meglio quell’oggetto. in un campo invece quale può essere la moda devi sapere a quale brand sei + consono tu e non puoi presentarti a caso ai vari marchi sperando che ti prendano solo perchè ti reputi “bravo”. il fotografo bravo è quello che si conosce e sa a chi rivolgersi perchè sa che quel che vede lui è lo stesso messaggio che vuol mandare il marchio stesso. non credo che chi fa la campagna di armani potrebbe fare anche la campagna di gareth pugh, perchè sono messaggi completamente differenti come è differente il target di persone ai quali si indirizzano. di conseguenza la mancanza di lavoro è data uno dal pressapochismo dei fotografi italiani del momento che pensano che siccome hanno una 1dx con un parco ottiche da far invidia ai + con un set di flash broncolor allora sono bravi. no! è sbagliato! il problema alla base è che uno oggi fa il fotografo fregandosene di tutta la storia dell’immagine che c’è stata prima di lui, fregandosene se avedon prendeva spunto da michelangelo nelle sue foto fregandosene o non sapendo proprio che tutti i + grandi hanno alle spalle una cultura visiva che va dall’antichità e arriva fino al dettaglio nell’arte contemporanea. uno pensa che siccome sa fare foto con una bella luce e una buona nitidezza ha fatto la foto quando della nitidezza e dell’esposizione ai + sinceramente frega poco, la fa in autoimatico oggi la macchina non serve quasi il fotografo. l’abilità sta nel mostrare in ogni scatto la ricerca, lo studio, le citazioni che ci sono e allora perchè andarsene dall’italia per studiare l’arte se il nostro è il paese dell’arte? non serve che le persone che incontro per strada sappiano trovarmi nella mia città i luoghi dove vedere delle anamorfosi, serve che il singolo abbia la curiosità e la voglia di ricercare nel passato e in se stesso per evitare di riproporre qualcosa di già visto. questo è quel che manca alle persone, ma non è solo in italia questo problema, in italia si evidenzia perchè non mi capacito di come uno che vive in questo paese potenzialmente stupendo non si curi minimamente della storia che lo circonda e da qui c’è l’ignoranza delle persone di dirti di andare all’estero. quello è uno scappare e basta, per prepararsi serve la voglia di cercare e di ricercare e quella non te la insegnano da nessuna parte o ce l’hai o non ce l’hai, puoi fare l’istituto + in al mondo, se non hai voglia di ricercare non vai da nessuna parte ed è la voglia di ricercare a fare la differenza come fotografo perchè ti tiene sempre un passo avanti agli altri.
    non guardare l’ignoranza delle persone che con questa moda di antipatriottismo parlano solo di andare all’estero quasi alla ricerca di una via di fuga, un po’ quello che ha fatto pilato con gesù lavandosene le mani.
    è perchè le persone si sentono sconfitte che cercano risultati migliori all’estero dove non avendo la stessa cultura visiva basta sapersela barcamenare per riuscire non dico a sfondare, ma a campare nella mediocrità. qui è vero che va avanti l’amico anche in campo artistico (purtroppo), ma questo non vuol dire che non sia un paese adatto al prepararsi. se studi un libro è indifferente dove lo leggi, conta quel che apprendi e all’estero quello che in italia trovo come gratuito lo devo pagare. quindi è per questo che lo reputo un buon luogo per studiare, per lavorare vedremo.
    di tutti i commenti letti vedo soltanto gente che parla di prezzi, di persone che vendono che se non vendi bene è perchè evidentemente non sei bravo. mi sembra un ragionamento del cazzo, uno si vende quando ha una cultura e io vorrei vedere quanti dei presenti (benedusi escluso visto che già in un post l’ha detto) hanno letto ed amato Calvino quanti di voi che criticate leggano poesie quotidianamente, quanti diano uno spessore alle proprie immagini al di là di quanto uno investe per il proprio corredo, il corredo è l’ultimo problema. witkin non ha dei set costosissimi ma le sue immagini per quanto le si possano criticare sono poesia pura e parlano della morte con una dolcezza unica, quella è fotografia! se arrivi a dir qualcosa con quella potenza sei un fotografo, non se vendi una tua foto a 10000 euro (trovamelo uno che ti paga così una foto oggi poi), se sai venderti puoi vendere anche la merda a uno che non sa apprezzarla ma non per questo sei un fotografo, lì sei un venditore che è diverso.

  34. Luca Crescenzi

    e poi scusate, ma al giorno d’oggi ci son persone che preferiscono farsi cagare in bocca al sano piacere di una bella scopata quindi perchè vi lamentate che ci siano cani che hanno lavori di spicco? 😉

  35. Dario Formica

    Luca Crescenzi: Spero che ti sia imbattuto nei miei commenti a questo post, perchè ciò che dici tu è ciò che faceva da sfondo a quanto volevo esprimere. Quanto cito Giacomelli c’è un perchè, e il perchè sta nel fatto che si è sempre considerato un tipografo e poi un fotoamatore… e ce n’è da imparare dal suo approccio, bene venga Calvino, ingozziamoci di Calvino… sul serio Luca, condivido in pieno le tue parole. Resta il fatto che a partire dal post di Bnedusi e arrivando ai vari commenti, oggi oltre che arricchito in qualche modo, mi sono anche terrorizzato.

  36. corrado a.

    Accidenti ben il 20% di quelli che investono in mostre, curatori e critici?
    Senti maaa… ci hai messo anche in tuo amico Edo B. nel 5% ?
    E tu di quale percentuale fai parte?
    Ecco, credo che il compianto Gabriele Basilico sia uno dei pochi unanimemente riconosciuto tra il 2% di chef.

  37. Alberto Pellegrinet

    @luca Crescenzi…Se uno vuol studiare fotografia va a studiare dove il rating dell’insegnamento e alto e dove è facoltà universitaria… come in svizzera, germania, meglio ancora New York o Londra… Poi … non hai letto bene … Io non ti dico di andare all’estero perchè è meglio e qui tutto è tempo perso (te ne accorgerai più avanti quando la poesia passera)… Ti dico di andare all’estero perchè cosi impari i limiti di questo paese; conoscendoli li eviterai… c’è un detto che dice “non sai quello che hai fino a quando non lo perdi…” Consiglio a tutti di allontanarsi per un po’ dall’italia… E’ una boccata di ossigeno.
    Io ho studiato in America… Ma prima di andarci ho provato a cercar una scuola qui in Italia… Non ce n’erano.
    Ricordi la spelonca o grotta che sia di Platone?… Tu sei convinto di esser nel giusto… Ma ne sei cosi sicuro? Parli di una tipologia di fotografi che nulla hanno a che fare con la fotografia… E parli di fotografi e fotografia senza conoscerne le regole… Una campagna di Armani non viene ideata dal fotografo ma da un Art team che poi sceglie il fotografo più idoneo con cui lavorare… Lo prendono relativamente famoso solo ed eslusivamente per aver certezze di non perder tempo… Tempo è denaro… Qualsiasi pubblicità non è farina del fotografo che l’ha scattata… Dietro c’è sempre qualcuno che la pensa per lui… Vuoi vedere la creatività di un fotografo? Guardati i redazionali di riviste serie… In alcuni casi il fotografo ha carta bianca in altri ci sono dei paletti dettati dalla pubblicità e dal direttore del giornale…
    Di confusione ne hai tanta… Condivido alcuni passi del tuo ragionamento ma per il resto è pura retorica…
    Io il mio piccolo consiglio te l’ho dato… Poi…auguri

  38. ruth miriam carmeli

    Da questo genere di post si scatena uno scambio di pensieri che mi fa tornare con piacere a visitarla virtualmente. Grazie Benedusi.

  39. Barbie Turici

    Secondo voi perché c’è l’iflazione dei Photographers? Perché sostanzialmente oggi basta schiacciare un pulsante e accendere il computer e la foto è pronta. Questo lo chiamate mestiere? Lo saprebbe fare anche mio cugino di 10 anni!!! Quindi ci vorrebbe quel quid in più per far che il “Photographer” dopo il nome e cognome abbia un senso..senza offesa per nessuno ma credo che qui nessuno abbia diviso l’atomo..

  40. gb carlo sambuelli

    Le percentuali e le “categorie” possono essere giuste, o comunque condivisibili, specialmente se viste attraverso un banco ottico professionale (ergo, da chi ci campa).
    Fortunatamente (o sfortunatamente, chissà), non sono, né vorrei essere, uno chef, nonostante abbia servito pranzetti a clienti rispettabili, che hanno gradito.
    Solitamente mangio ciò che cucino, molte volte invito amici e, a volte, raramente, cucino per sconosciuti, ma controvoglia, perché devo spadellare ciò che piace a loro… E’ per questo che non faccio mai pubblicità al mio fornello.

  41. Jive Photographer

    Hai dimenticato di aggiungere la percentuale dei professionisti che sanno fare delle foto carine e che fin ora si sono sentiti dei grandi artisti solo perché facevano parte di un mondo al quale era difficile accedere. Oggi invece si lagnano solo perché tutti possono avvicinarsi al mondo della fotografia e trasformare una passione in una professione con un pizzico di spirito imprenditoriale. Mi dispiace per te. Ho visto il tuo sito, foto carine ma niente di sconvolgente, ci credo che ti senti minacciato dal primo fotoamatore evoluto che riesce a farci pure due soldi con le sue foto.

  42. Alessandro Marangio

    Essere professionista in qualcosa non significa solo guadagnare soldi con quel “qualcosa”. Vuol dire anche conoscere quel mondo e tutto ciò che vi gira intorno. Oggi la cultura che ruota intorno alla fotografia è mutata profondamente a causa della tecnologia…Hei un cellulare che fa foto? Ok, sei un fotografo…Hai l’ultima reflex sul mercato? Perfetto, sei un fotografo. Decidi di pubblicare le tue fotine su qualche social? Perchè non firmare ogni fotina con “photographer”….? Più leggo ciò che scrive il caro Settimio su questo blog, più mi rendo conto di quanto siano vere certe affermazioni-provocazioni.Peccato che non tutti ne capiscano il vero significato. Chi “vive” di fotografia e sa guardarsi intorno non può che confermare ciò. Finti pizzaioli ce ne sono tanti, veri Chef ben pochi.

    Ciao a tutti. Un aspirante cameriere.

  43. Alessandro Citti

    Senza dubbio un omaggio originale a Basilico. Gli chef li lascerei perdere perchè sono finiti tutti in televisione a tirar su quattrini sparando puttanate e cuocendo qualcosa che non dovrebbero cucinare: i cervelli delle persone. A loro preferisco i rimpianti tordelli col sugo che faceva la mi’ nonna (come si dice nel mio dialetto). Lei non era uno chef e non aveva studiato cucina in qualche scuola rinomata ma la gente veniva a frotte quando si metteva ai fornelli e la definiva tale. Liberi tutti quindi di definirsi o di non definirsi qualcosa o qualcuno; questo vale anche in fotografia perchè, alla fine della fiera, c’è un prodotto fotografico che possiamo osservare e dato che siamo forniti di cuore, testa e occhi, non sarà una targhetta o una certificazione data da un ufficialissimo ordine professionale che potranno confonderci circa la qualità e la natura di quello che stiamo osservando. Anzi l’eventuale autoreferenzialità di chi si sarà definito photographer sarà di per se avvalorata o ridicolizzata dall’opera stessa che costui avrà prodotto. In altre parole: a darsi la zappa sui piedi l’essere umano ci sa pensare benissimo da solo! Su una cosa concordo avendo avuto recentemente la fortuna di conoscere Pepi Merisio: i più grandi sono spesso quelli poco autoreferenziali e veramente alla mano e di solito detestano le etichette.

  44. Ettone

    Cento, cento, cento… cento… cento…
    Do anche io il mio contributo con il novantasettesimo messaggio per raggiungere l’ambito traguardo.

    Condivido abbastanza le percentuali da un punto di vista occupazionale ma non condivido il discorso focalizzato sull’utilizzo della parola “photographer”. Voglio dire, in medicina c’è “il primario”, “il medico specializzato”, “il medico di base”, “l’infermiere” più tutte le specializzazioni varie… In cucina c’è “lo chef”, “c’è il cuoco”, “c’è il pizzaiolo”, c’è il “Kebabbaro”….

    in fotografia c’è il “fotografo” punto. Che in inglese si dice “photographer”.

    Per me quelli di quel 2% sono Maestri. Ma come tali e per essere tali ritengo debbano essere in primis e in modo assoluto umili… Sono gli altri che devono dirti che sei un Maestro. Il resto sono fotografi bravi e meno bravi, professionisti e no.

  45. fototm

    Oibo… quanti commenti talemnte tanti che ho rinunciato a leggerli tutti…
    o meglio vorrei ma non ce la faccio ne leggo alcuni e poi ricomincio a lavorare… e quando torno ce ne sono il doppio…
    però ho letto cose del tipo, investimenti di atrezzature, e che altri non hanno e cc ecc
    Ma signori un lavoro professionale deve esserci un investimento delle attrezzature no? avete visto mai l’idraulico che fa il mestiere senza la filiera ridgee… e che cavoli…
    e credetemi idraulici serramentisti e tutti i professionisti investono molto piu di un paio di nikon d4
    la differenza è che il mestiere è tanto bello che nessuno fa l’idraulico per hobby e nessuno investe dieci mila euro per una filiera per aggiustarsi il tubo di casa…
    state buoni e fate i bravi…
    firmato il pizzaiolo che crede di essere uno chef

  46. andrea

    Se ti venisse voglia di un ulteriore addendum suggerisco la visione tridimensionale del post aggiungendo l’asse temporale.
    Ovvero un’analisi su come gli chef arrivano ad essere tali ovvero se ci arrivano solo con la laurea in fotografia + gavenna pluriennale (pagata?) presso grandi fotografi o se ci arrivano saltando piano piano dalle varie % che hai descritto. grazie
    andrea

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