SPORTWEEK DREAMS #02: TATSIANA BARBASHOVA

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[it]fotografare costumi da bagno su una spiaggia tropicale può risultare molto facilmente (sia a farli e sia a vederli) noioso: gli ingredienti sono sempre li stessi, bella fanciulla, spiaggia, mare e poco più.

è doveroso quindi, anche di più rispetto ad altri servizi, pensare bene prima cosa fare, come e perché. con il servizio della elisabetta non c’era una vera e propria idea portante, lì l’idea era elisabetta stessa, la sua presenza, scattata con il format di sports illustrated più classico, una sorta di “best of” di questa estetica. questo però ha fatto in maniera che tutte le mie cartucce si esaurissero con quel servizio, ho fatto tutti i grandi classici! non rimaneva più nulla! 😉

ho pensato e ripensato come risolvere (risolvere, non solo realizzare) il secondo servizio, quello che avrebbe visto impegnata la bielorussa tatsiana barbashova. per arrivare alla soluzione sono partito da un ragionamento che vorrei condividere con voi, passo dopo passo.

sapete come si fa a raccontare il silenzio in un film?

non andate avanti a leggere prendetevi una pausa, togliete gli occhi da questo schermo (così si riposano anche un po’) e pensateci.

ci state pensando?

non correte a leggere la soluzione, pensateci!

ok, per raccontare il silenzio, nei film si utilizza…il rumore! e certo! se una scena la fate tutta muta non racconta il silenzio, ma è semplicemente un scena senza sonoro. ecco un esempio, dal capolavoro di sergio leone “c’era una volta in america”:

insomma, questo ci insegna che per raccontare una cosa, a volte può essere utile usare il suo opposto, l’assenza per parlare della presenza: così come il rumore può servire per parlare del silenzio, in egual misura l’ombra può servire per parlare della luce.

e così ho fatto! abbiamo ricoperto di trucco il corpo della nostra modella così da simulare una super abbronzatura (poi anche enfatizzata con photoshop) e l’ho messa sempre al chiuso, ma lasciando sempre un punto luce dall’esterno, così come se lei volesse trovare refrigerio nelll’ombra dal sole e dal caldo che sono là fuori.

ed ecco le immagini:

aggiungo anche uno scatto che alla fine non ha trovato spazio sul giornale

alla fine del servizio, così come l’anno scorso, il giornale ha fatto un piccolo questionario alle modelle, per il quale ho realizzato un’immagine libera:

questo il mio video autoriale:

un po’ di immagini di backstage realizzate da daria longinotti:

last but not least il video backstage, realizzato da pasquale ettorre:

olè!

PS: anticipo tutti gli amichetti che godono a commentare ciò che scrivo. dovevo per forza partire da sergio leone per fare ‘ste cagatine?!? sì, esattamente: dovevo partire da sergio leone per realizzare ‘ste cagatine! (così ci siamo tolti il pensiero, va là!) [/it] [en]Shooting swimsuits on a tropical beach can easily have (seen and done) a boring result: the ingredients are always the same, beautiful girl, beach, sea and little more.

It is only right, even to comparison with other shoots, to think twice before doing, how and why. With Elisabetta’s shoot there wasn’t a real concept, the concept was Elisabetta itself, her presence, shot in the most classic of sport illustrated formats, a sort of “best of” of this aesthetic. But I did run out of all my bullets on that shoot, I did all the great classics! There was nothing left!

I thought about it through and through on how to resolve (resolve, not only create) the second shoot, the one that saw starring the belarusian Tatsiana Barbashova. To arrive at a solution I started with a conception that I would like to share with you, step by step.

You know how to show silence in a movie?

Don’t skip ahead and just read take a break, take your eyes away from the screen ( so they may rest a little) and think about it.

Are you thinking about it?

Don’t run off to read the answer, think about it!

Ok, to show silence in a movie you use… noise! Of course! If you shoot a scene without sound you are not telling about the silence, but it is simply a scene without sound. Here is an example, from Sergio Leone’s masterpiece “Once upon a time in America”:

In short, this teaches us that to tell something, sometimes it can be useful to use the opposite, the absence to talk about the presence: like noise can tell about silence, in equal measure the shadow can be used to talk about light.

And that is what I did! We covered our model with make-up to make her look super tanned (then emphasised it in photoshop) and I placed her always indoors, but always letting a little bit of light through from outside, as if she wanted to find relief in the shade from the sun and the heat from outside.

Here are the images:

I also add a shot that did not find its place on the magazine

At the end of the shoot, like I did last year, the magazine did a little questionnaire to the models, for which I took this photograph:

This is my authorial video:

A few backstage pictures taken by Daria Longinotti:

last but not least the backstage video by Pasquale Ettorre:

olè!

PS: I want to anticipate all my dear friends that enjoy commenting on what I write. Did I really have to begin with Sergio Leone to come up with this crap?!? Yes, exactly: I had to begin with Sergio Leone to come up with this crap! (there so we got this out of the way!)

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7 risposte

  1. Francesco Rossi

    Ciao settimio. Avevo visto queste foto stamattina in studio mentre prendevo il caffè, e ho subito pensato che, come quelle della Canalis erano appunto cliché della “foto da spiaggia in costume da bagno”, queste mi sembravano molto più vive e con dei bei giochi di ombre. Lo trovo un belavoro estivo, si guarda proprio volentieri!

  2. Sandro

    Settì! dimmi che obiettivo usi. cosi le fò pure io!

  3. LORIS SAMBINELLI

    Giuro che non avevo letto la tua soluzione e mi sono fermato prima di andare avanti. E mi era venuta in mente una soluzione per raccontare il silenzio. Un vento fortissimo, assordante con l’immagine di una persona all’interno di questo vortice.
    Può andar bene come soluzione??La vedrei bene come soluzione anche per un servizio fotografico…quasi quasi ci provo…
    grazie Settimio per i continui spunti creativi!

  4. Paolo

    ma con l uomo nel vortice puoi raccontare il silenzio e il terrore del suddetto

  5. Luca

    Complimenti! è un’idea un pò diversa dal solito. Settimio sempre il numero uno!

  6. LORIS SAMBINELLI

    Paolo,
    se l’uomo in questione è un ricercatore di twister puoi raccontare la sua felicità!! non è detto che un vortice sia negativo!!

  7. Giuseppe Tassitano

    eccezionale uso della luce e magnifiche foto, beh come sempre!

    un po’ come l’inatteso…quando tutto è spento senza vitalità in un evento.
    grazie per la pillola di istruzione, perché spesso si sottovalutano molte cose…ed io ho ancora molto da imparare!

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