L’ASSISTENTE

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[it]argomento non di poco conto: l’assistente fotografo.

la figura dell’assistente, sinceramente, è non poco sottovalutata. ad esempio nelle scuole di fotografia si insegnano tantissime cose (a volte abbastanza inutili, tipo sviluppo e fissaggio…) ma non si insegna come diventare un bravo assistente: è un po’ come se uno volesse fare il pilota di macchine e sapesse tutto sul motore ma non sapesse come aprire la porta per salire…

l’assistente invece è molto importante, perchè, se funziona, è il braccio destro del fotografo.

una premessa: è innegabile che chi fa l’assistente lo faccia per imparare delle cose, che si suppone gli siano utili quando sarà lui stesso fotografo. questo però non vuol dire una cosa, che sia lì solo per imparare. capita molto spesso che io riceva mail più o meno con questo testo: “buon giorno, sono un fotografo e non riesco a fare il fotografo come vorrei, mi piacerebbe venire da lei a fare l’assistente per imparare più cose possibili”. e no! non funziona così, mi dispiace: è l’assistente che deve essere utile al fotografo, non il contrario. altrimenti il denaro dovrebbe prendere un senso inverso rispetto a quello normale…

andiamo al dunque della cosa, cerco di spiegare, in maniera semplice e schematica cosa deve fare e sapere il buon assistente:

-prima regola, che le comprende tutte: tre secondi prima. esatto, 3 secondi prima, prima di tutto. il buon assistente deve pensare/fare/agire tre secondi prima che le cose accadano/servano/si incasinino. questa basilare regola è evidentemente la conseguenza del fatto che l’assistente deve far continuamente lavorare il cervello per pensare cosa starà per accadere per anticiparlo.

-regola che precede quella dei “tre secondi prima”, ma in maniera più vasta e completa: l’assistente deve sempre essere preparato su ogni evenienza e pensare a tutto ciò che accadrà. il bravo assistente non deve essere un pacco che si fa portare da una parte all’altra, non deve essere dominato dagli eventi, ma deve dominare gli eventi.

-per dominare gli eventi il bravo assistente deve essere preparato. preparato per affrontare le situazioni, i luoghi, gli eventi: se si va a scattare in montagna deve pensare a tutto ciò che in montagna potrebbe essere utile. ho detto tutto ciò che potrebbe essere utile. tutto vuol dire un infinito elenco di cose, che magari non serviranno a nulla, ma magari sì: scarpe calde e impermeabili, guanti, cappelli, sciarpe, tea caldo, coltellino multiuso svizzero, richiamo per cervi, cartina delle montagne, GPS per salvarsi…..e mille altre cose che magari potrebbero servire. facevo l’assistente (tanto tempo fà…) e con il fotografo con il quale lavoravo partimmo in aereo per la sicilia, verso palermo. troppo vento a punta raisi ed atterrammo a catania, dove noleggiammo un’auto per andare a palermo: io mi ero portato una cartina della sicilia, e grazie a quella arrivammo tranquilli beati a palermo…

-regola collegata alla precedente: se ci fosse una scuola di assistenti all’interno delle scuole di fotografia insegnerebbero una cosa fondamentale. che è forse una cazzata ma che fa cambiare l’approccio dell’assistente nei confronti del fotografo in maniera radicale: il bravo assistente dovrebbe avere sempre con se’ un marsupio/borsa con dentro delle cose. cose tipo?!? tutto! tutto ciò che c’è in quel marsupio potrebbe servire: nastri, corda, accendino, pinzette, mollette, pile, caricabatterie, matite, penne, coltellino……insomma di tutto e di più. se un assistente si presenta sul set in alta montagna con i moon boot e questo marsupio non è forse meglio del presentarsi con i mocassini e le mani vuote? e non è forse una cosa semplice che depone enormemente a suo favore? sicuramente sì, quello che però succede nella maggior arte dei casi è l’abbinata mocassini/mani vuote… non lo sapevate? adesso lo sapete

-il bravo assistente deve essere informato. una volta di pellicole e sviluppi, adesso di computer. un bravo assistente deve conoscere il MAC e PHOTOSHOP, come minimo. quando mi dicono che conoscono il MAC non faccio dei test compicatissimi, gli dico di fare una nuova cartella sulla scrivania. non ci crederete ma nella maggior parte dei casi cominciano ad andare a cercare in alto a sinistra verso la scritta FILE, e poi cercano e cercano…una nuova cartella si fà (ma voi lo sapete!) maiuscola/mela/N. se uno non sa questo non sa nulla. un ragazzo di vent’anni o poco più deve saperne di computer più di me! (da adesso in poi il test sulla conoscenza MAC sarà diverso, of course…)

-l’assistente è e deve essere l’ultima merda del gruppo. attenzione, dico questo con il massimo del rispetto. ma lo dico per essere il più chiaro possibile. ma così è. e solo avendo in mente questo le cose possono funzionare. ad esempio, a pranzo l’assistente deve essere l’ultimo a sedersi e il primo ad alzarsi. (mocassini, mani vuote e il primo a sedersi a tavola?: vaffanculo)

-inglese. you have to speak english.

-piccola cosa ma importante: MAI le mani in tasca. MAI

-non puntuali. dieci minuti prima

-questa riguarda gli assistenti ma, ovviamente, anche i fotografi. sembra banale ma non lo è: deve piacere la fotografia. pensa te! ma non è così scontato. soprattutto nel caso di un fotografo come…me. se un assistente mi fa da assistente soprattutto perchè gli piace andare in posti esotici, perchè gli piace la figa, perchè pensa di divertirsi…proprio non ci siamo. a me piace fotografare le bellezze di max in egual misura di quanto mi piace fotografare i bambini di miss blumarine. veramente. perchè mi piace innanzitutto fotografare e fare delle belle fotografie. lo stesso deve valere per l’assistente. (mocassini, mani vuote, primo a sedersi, no english e pazzo per la figa?: be’, lo sapete…)

-a cascata dalla precedente, il bravo assistente deve conoscere la fotografia. e deve conoscerla meglio di me! deve conoscere la nuova fotografia cinese, che io non conosco, ad esempio. oltre a conocere, ovviamente, diane arbus e guy bourdin…

-eliminare dal proprio vocabolario: “no”, “non lo so”, “non mi ricordo”…insomma tutte le frasi che cominciano con la parolina “no”

-una parola è poca, due sono troppe

-ok, temo che adesso io vada oltre all’aspetto prettamente “fotografico”, ma fare l’assistente, e quindi il fotografo, molto spesso va ben oltre all’aspetto prettamente “fotografico”: il bravo assistente deve mangiare a tavola in maniera educata. e già, io la penso così. fare il fotografo è uno strano, stranissimo mestiere, dove si passa dal stare e confrontarsi con delinquenti cubani, allo stare e confrontarsi con capi di stato. bisogna un po’ essere pronti a tutto. e in questo contesto il mangiare a tavola in maniera educata è, credetemi, una cosa importante. tra un’assistente fantastico con photoshop ma che mangia come un’animale e un’altro che photoshop non sa cosa sia ma mangia educatamente io preferisco di gran lunga il secondo: photoshop si impara sempre, l’educazione è già più difficile…

per ora non mi viene in mente altro. sappiate che fare bene l’assistente è l’unica maniera concreta di diventare un bravo fotografo. alla fine il bravo assistente è colui che fa ciò che farebbe se fosse lui il fotografo. è quindi una palestra formidabile per imparare ciò che prima o poi, se mai diventerà tale, sarà indispensabile sapere.

PS: ho come l’idea che questo testo sarà stampato e messo sotto il naso a molti aspiranti assistenti. fate pure. regalatemi, o molto meglio, regalate un pezzo di itunes a chi volete bene per ogni copia che stamperete…

PS #02: il caro amico toni thorimbert dà anche lui un contributo, molto interessante, sull’argomento: ovviamente sul suo blog [/it] [en]Honestly, the position of an assistant photographer is quite under estimated. On a photography course for example they teach many things (some of them  quite useless, like developing and fixing…) but they never teach you how to become a good assistant: it is as if one would like to become a racing pilot and knows everything about the engine but doesn’t know how to open a door to get in…

The assistant is very important, because, if it works out, he’s the right hand man of a photographer.

A premise: it is undeniable that whoever is an assistant does it to learn things which are supposed to be useful when the latter will become a photographer. But this doesn’t mean that he’s only there to learn. It often happens that I receive emails with more or less this message: “good day, I am a photographer and I can’t seem to be one like I’d like to, I would like to become your assistant so that I can learn as much as possible”. No! It’s not like that, I’m sorry: it’s the assistant that must be useful to the photographer, not the other way around. Otherwise the money should go the other way compared to the usual…

-let’s cut to the chase, I will try to explain in a simple and schematic way what an assistant must do and know to be good:

-first rule, which comprises them all: three seconds before. Exactly, 3 seconds before, before everything. A good assistant must think/do/act three seconds before things happen/are needed/become complicated. This is the basic rule and it is the consequence of the fact that the assistant has to constantly think on his feet to think of what is going to happen to anticipate it.

-a rule that precedes the “three seconds before”, in a more wide and complete way: the assistant must always be prepared for any situation and think of anything that will happen. A good assistant mustn’t be a parcel that gets carried from one place to another, must not be dominated by the events, but must dominate the events.

-to dominate the events the good assistant has to be ready. Ready to confront the situations, places, events: if you are going to shoot up in the mountains you have to think at everything that could be useful. Everything means an infinite list of things, which might not be used for anything, which they might be not needed for anything, or maybe they will: warm shoes and impermeable, gloves, hats, scarfs, hot tea, swiss army knife, deer call, maps, gps to save oneself… and a thousand other things that could be useful. I was an assistant (a long time ago…) and I left on a plane heading for sicily to palermo with the photographer I used to work for. Too much wind at punta raisi so we landed in catania, where we rented a vehicle to drive to palermo: I brought a map of sicily with me, so thanks to that we arrived in palermo relaxed and tranquil…

-rule connected to prior: if there was an assistants school within the photographic school they would teach you a very fundamental thing which perhaps is bullshit but changes the light on the assistant in regards of the photographer in a radical way: a good assistant should have a fanny pack/backpack with things inside. Things?!? Everything! Everything that is in the fanny pack could be needed: tape, rope, lighter, tweezers, pegs, batteries, charger, pencils, pens, knife… everything and more. If the assistant pitches up on set up in the mountains with moon boots and this fanny pack won’t it be better than pitching up with moccasins and empty handed? And isn’t it a simple thing that goes in his favour? Definitely yes, what happens in most cases though is the coupling of moccasins/empty handed.. Didn’t you know? Now you know.

-a good assistant has to be informed. Once upon a time about film and developing, nowadays about computers. A good assistant at least knows MAC and PHOTOSHOP. When they tell me they know MAC I don’t do complicated tests, I tell them to create a new folder on the desktop. You won’t believe me but in most cases they start looking for FILE on the top left bar and they search and look… to create a new folder (and you know it!) is shift/apple/N. If one doesn’t know this they know nothing. A twenty something year old should know about computers more than I do! (from now on the MAC test will of course be different…)

-the assistant is and must be the last piece of shit of the group. Careful, I say this with the outmost respect. But I say this to be as clear as possible. It’s like that. And only by having this in your head things can work out. For example, at the table the assistant has to be the last one to sit down and the first to get up. (moccasins, empty handed and the first one to sit down?: go fuck yourself)

-English. You have to speak english

-small but important thing: NEVER have hands in your pockets NEVER

-not on time. Ten minutes earlier

-this is for the assistants but, obviously, for the photographers as well. It seems banal but it’s not: you have to like photography. Can you imagine! It is not that obvious. Especially in case of a photographer like… Me. If an assistant is my assistant especially because he likes to go to exotic places, because he likes pussy, because he thinks he’s going to have fun… we are not on the same page. I like photographing Max magazine’s beauties as well as I like photographing miss blumarine’s kids. honestly. Because above all I like to photograph and to do beautiful photographs. Same thing has to be for the assistant. (moccasins, empty handed, first to sit down, no english and mad for pussy?: so, you get it…)

-continuing from the previous argument a good assistant must have a knowledge in photography. And must know it better than me! Has to know the new chinese photography that, for example, I don’t know. Besides knowing, obviously, diane arbus and guy bourdin…

-delete from your personal vocabulary: “no”. “I do not know”, “I do not remember”… in short all the phrases that begin with the word “no”

-one word is too little, two are too many

-ok, I am afraid that I am going beyond the “photographic” aspect, but to be an assistant, therefore the photographer, often goes well beyond the “photographic” aspect: a good assistant must eat at the table in an educated manner. Yes, I think of it that way. A photographer s a strange, very strange job, where you sit and get confronted with cuban outlaws and next thing you sit and get confronted with heads of state. You have to be ready for everything. So in this context to eat well and in an educated manner at the table, believe me, is important. Between an assistant brilliant at photoshop but that eats like a beast at the table and one that doesn’t know photoshop but eats with good manners I prefer by far the second one: you can always learn photoshop, manners are way more difficult…

For now I can’t think of anything else. Know that to be a good assistant is the only concrete way to become a good photographer. In the end the good assistant is the one that does what he would do if he was the photographer. Therefore it is a unique training ground to learn what sooner or later, if it will ever happen, will be absolutely necessary.

PS: I have a feeling that this article will be printed out and pinned to the wall of many aspiring assistants. Be my guest. Give me as a present, wait much better, give an iTunes track as a present to whom you love for each copy that you will print…

PS #02: my dear friend toni thorimbert also gives a very interesting contribution on the subject: obviously on his blog [/en]

117 risposte

  1. Pietro

    Settimio, tu sei mai stato l’assistente di qualcuno!? (hey, lo chiedo solo per curiosità senza la volontà di far polemiche)

  2. rossano

    UNA PAROLA E’ POCA…..DUE SONO TROPPE !!!! SANTE PAROLE !!!

  3. Chiara

    Avendo iniziato a fare l’assistente da poco mi rincuora essere arrivata grosso modo alle tue stesse conclusioni.

    Grazie per il post Settimio, ottimo vademecum 🙂

  4. Mauro Moschetta

    Mi sa che hai stroncato tanti che ‘gli piace andare in posti esotici, perchè gli piace la figa, perchè pensa di divertirsi…’ e gli piace meno studiare e lavorare e rompersi il…

  5. Neddo

    – L’assistente deve dormire in studio 😀
    – le scarpe da running piuttosto dei mocassini, puzzano meno e danno la “parvenza” di dinamicità. Prova ad arrampicarti coi mocassini e ne riparliamo
    – consiglio una persona che non fuma sigarette e si fa poche canne [meno del fotografo]

    In Italia l’assistente dovrebbe essere visto di + come un problem solver, un segretario [ anche ], addetto al supporto tecnico [ creare una cartella?? ma chiedigli un backup incrementale! ] e un braccio [meglio se forte], una figura professionale non un aspirante fotografo o uno stagista.
    Ho conosciuto un francese in treno che faceva l’assistente a Madrid, diceva che lui non sapeva molto di fotografia:
    “…Non sono io il fotografo, ma faccio TUTTO il resto. Anche il bodyguard a volte”

  6. Guido

    Ciao, questo pezzo mi sembra piu` polemico ed aggressivo di quelli che solitamente pubblichi.
    L’hai per caso scritto sull’onda di un’arrabbiatura?
    Rimane sottinteso che i punti che elenchi siano condivisibili, nella sostanza.

    Una domanda “dall’altra parte”: chi invece lavorasse per te soddisfando tutti i punti, cosa puo` aspettarsi in cambio (oltre che — voglio sperare — il proprio compenso)? Visto che dici “fare bene l’assistente è l’unica maniera concreta di diventare un bravo fotografo”, ma che (giustamente) non e` li` “solo per imparare”, quanto viene coinvolto l’assistente suddetto nel processo il cui risultato sono le foto?
    Lo chiedo perche` dal mio punto di vista se chi fa da assistente e` li` anche per imparare, assume quello che una volta era il ruolo del garzone di bottega: viene pagato meno di un “professionista”, e la differenza di compenso e` anche quello che gli viene insegnato o impara. O no?

  7. Michele

    Settimio mi chiedo quale sia la retribuzione adeguata per l’assistente che stai descrivendo, non verrei che tu ne volessi uno pronto, sveglio, che sa l’inglese, che usa mac photoshop pc, che sia un precog e che lavori gratis o quasi….

  8. carlo

    settimio, il succo di questo tuo post è, se ho capito bene, che bisogna lavorare molto per essere un buon fotografo, e che non si devono accelerare le tappe ma partire dalle fondamenta. Per imparare a scattare una bella foto ad una foglia bisona prima imparere a mettere il nastro per fermarla!! Grazie di questa tua lezione, ho capito che ho bisogno di fare l’assistente di un assistente prima di farlo per un fotografo!!!

  9. roberto

    condivido quasi totalmente il post di Settimio tranne che in una cosa: l’assistente per come, giustamente, lo intendi tu è un lavoro specifico e NON l’anticamera per diventare fotografo poi.
    Io pure oltre vent’anni fà ho fatto da assistente ad un fotografo ma le professionalità oggi sono radicalmente cambiate.

    Io ad esempio non vorrei mai con me un assistente che ambisce a diventare fotografo per il semplice fatto che avrei la certezza che una volta formato se ne andrebbe e quindi sarei a capo. Meglio quindi un rapporto con un assistente professionista che pur costando di più dà delle certezze di continuità….ad oggi la situazione migliore è quella di collaborare con un assistente free lance da usare alla bisogna e da pagare in funzione del lavoro svolto, mentre per il quotidiano è opportuno avere una persona che ha necessità di imparare e che per questo costa meno o adirittura è a gratis….poi ovvio che dipende anche dalla mole di lavoro che il fotografo ha, tu e Toni lavorate quasi quotidianamente e quindi i 38/45.000€ all’anno di stipendio per un assistente non incidono ma chi lavora a spot ha difficoltà per certe cifre…..e quindi è giustissimo il tuo identikit del perfetto assistente ma ricordiamoci che come lo descrivi tu è una persona preparata e che giustamente deve essere retribuita.

    ciao
    roberto

  10. settimio

    le persone che lasciano commenti sul mio blog sono sempre (e ricordo che io non ho alcuna procedura di approvazione dei commenti…) molto pacate.
    per trovare ciò che evidentemente molti pensano (e che qui scrivono con molta pacatezza) devo andare su una discussione che il mio post ha alimentato sul flickr. qui: http://www.flickr.com/groups/milanomilano/discuss/72157622809516066

    leggo in quei commenti parole come educazione, rispetto e (soprattutto) denaro.
    cominciamo dalla fine, che vedo che è l’argomento che maggiormente interessa

    DENARO: non so dove avete capito che io non pago gli assistenti. li pago, e penso anche bene. quanto? come, e spesso di più, di un professore di greco in un liceo classico.

    EDUCAZIONE e RISPETTO: quelle che ho scritto sono norme di comportamento di un bravo assistente, che non prevedono manco minimamente la mancanza di educazione e rispetto da parte mia.

    vorrei anche aggiungere che questo post non è assolutamente scritto ne’ con rabbia ne’ con astio! ho semplicemente, banalmente, dettagliatamente scritto le “norme” che un bravo assistente dovrebbe avere e che forse nessuno mai dice…

    fare l’assistente è una lavoro come qualsiasi altro, e che richiede dedizione e professionalità: se prendete un taxi e il taxi è sporco, il taxista non conosce la strada e cercandola si ferma perchè è senza benzina vi fate tante menate o semplicemente scendete dal taxi per cercarne uno che funzioni per quello che serve?

  11. Davide

    ho letto tutti i post su flickr, vorrei solo dire che con tutte le menate e tutte le madonne che ho tirato io non ho mai imparato piu’ di quando ho lavorato assieme a te e il resto del nostro team.. e allo stesso tempo in cambio non ho mai avuto cosi’ tanto rispetto anche se ero l’ultima ruota del carro (piu’ che ruota ero al volante). c’e’ una frase per la relazione che hai descritto.. si chiama tough love ed e’ quella che un genitore da a un figlio, la regola del 1 no vale 1000 si..

    thanks dad

  12. PAOLO

    Non sono iscritto a Flickr ( meglio cosi’ mi sa 😉 ) ….
    Addirittura a qualcuno “ gli prudono le mani…” Mha… poteri inspiegabili del virtuale. C’è cmq sempre il dermatologo 😉
    Dico: L’assistente fotografo a Settimio Benedusi, cxxxrola!!! Che dovrebbe chiedervi??? Se vi piace più Max o Maxim?
    Ti danno pure dell’ “arrogante” Settimio! Ahahahaha Niente di più forviante!!!! 🙂 Settimio è l’opposto.
    Certo è uno che vi sbatte in faccia le cose nude e crude senza ritocchi e senza fronzoli (come nelle sue foto), ..niente “filtri”. E l’autenticità va solo apprezzata.
    E anche mi rendo conto anche che il saper leggere (e capire) tra le righe è un’arte a quanto pare abbastanza rara.
    Stampate questo testo e studiatelo invece….
    potete offendervi finchè volete ma è un gran bel consiglio.
    Volete fare i fotografi di moda? Quelli veri e tosti tosti in Italia sono una manciata. Contateli!!!
    Non vi obbliga mica nessuno… ci sono 1000 lavori differenti. Soprattutto se le vostre foto più belle sono quelle che avete li.
    Volete raggiungere un sogno? Sappiate che un atleta ci impiega decenni per provarci…. Anni e anni di sforzi, rinunce e sacrifici….spesso anche gratis (parola che vi spaventa cosi’ tanto)… e spesso con risultato 0 a causa di incalcolati imprevisti. E loro sono molto di più dei fotografi.
    Chi ha detto che non paga??? O siete prevenuti a puntare il dito per non faticare ad investire sulle vostre lacune?
    Penso che i sogni si raggiungono con il sacrificio mosso dall’estrema passione per un’arte di cui cmq non ne potresti fare a meno.
    Quella che a tutti i costi ti fa imparare anche se non sai e che non ti fa sentire il peso di essere li quei 10 minuti prima.
    In caso contrario non è giusto che il sogno si avveri.
    Poi c’è la strada della raccomandazione… ma questa è un’altra storia che non centra nulla ne con la passione ne con la fotografia.

  13. Marta

    Sono (stata) tua cliente tempo fa. O meglio, ero l’assistente della tua cliente. Poi l’azienda ha fatto scelte diverse e non ci siamo più incontrati.
    Vengo raramente sul tuo blog e mai prima ho pensato di scrivere un commento, benchè spesso avrei avuto da dire la mia.
    Questa volta però credo che sia il caso di correggere il tiro.
    Va bene il blog come mezzo per le pr, ma se proprio vuoi toccare certi argomenti devi essere esaustivo e sincero, in alternativa cambia argomento e parla di altro.
    Anche io ero l’assistente di una persona importante e come tale dovevo farmi carico di tutto ciò che “sporca le mani”.
    Inizialmente mi chiedevo perchè l’assistente (ovvero “colei che assiste, ovvero aiuta”) in pratica è la persona che si annienta o viene annientata, e si sostituisce alla titolare in modo da permetterle di andarsi a truccare per la sfilata, mentre la sottoscritta si trova sulle spalle la responsabilità della suddetta sfilata, poi ho capito che non era il caso porsi certe domande.
    Forse qualcuno qua potrebbe obbiettare dicendo che è stato un gran gesto quello della mia titolare, che avendo fiducia di me mi ha regalato la possibilità di farmi le ossa. Mi spiace togliervi la poesia, semplicemente aveva sbolognato sulla sua serva una rogna che altrimenti doveva sbrigare lei (e scusa se la linea è la sua) perchè lei aveva cose più importanti da fare come ad esempio andare a scegliere l’abito per mostrarsi ai giornalisti.
    Tutto bene? Ni. Ad un hair-stylist si ruppe il phon e per poco la ragazza al parrucco non dovette essere tagliata dalla lista degli ingressi.
    Apriti cielo. Quando la mia titolare è venuta a saperlo, il giorno dopo la sfilata, quando tutto è andato magnificamente, mi ha fatto nuova, tenendomi un sermone di mezz’ora e dandomi dell’incapace, mentre io incredula non ero in grado di replicare a questa donna in preda ad una crisi di nervi inopportuna, ingiustificabile e immotivata.
    Cosa ci potevo fare io se si era rotto un phon?
    Non sono un’elettricista, non sono una negoziante di piccoli elettrodomestici e non posso certo avere il marsupio di EtaBeta con dentro 15 phon, 15 pettini a maglie strette, 15 pettini a maglia larga, 15 spazzole, 15 pacchetti di forcine di misure e forge diverse, 15 ferri da stiro, ecc… quindi perchè mi stava dando la colpa?
    Semplice. Ho saputo poi che lei non ha mai gestito l’organizzazione di una sfilata perchè non era capace, delegando il compito sempre ad altri, e di fronte ad un problema si era scagliata contro di me per non ammettere a se stessa che in quella situazione lei non avrebbe saputo cosa fare.
    Io non ero più “colei che assiste” ma la valvola di sfogo di una persona troppo piena di sé.
    Questa è la mia storia, ma l’oggetto del mio intervento non riguarda me, bensì quel che tu hai scritto.
    Torniamo allora all’ultimo servizio che abbiamo fatto insieme.
    Già, dico *abbiamo* perchè anche se non te ne sei mai accorto, senza il mio apporto, come anche quello di tutte le altre persone presenti quel giorno, tu non avresti potuto scattare un bel niente.
    Un esempio? Non ti ricorderai certo delle persone che hanno portarono il catering, ma senza quei due anonimi personaggi le modelle sarebbero svenute dalla fame ben prima del primo scatto.
    Sono stati utili per la buona riuscita del catalogo, non trovi?
    Approposito, mangiare e parlare contemporaneamente, sdraiato sul divano, con anche le scarpe sul mobile, e poi ridere sguaiatamente rientra in quella educazione che tu consideri condicio sine qua non?
    Non sei il solo a notare certe cose. Anche io. E anche la tua (ex) cliente.
    L’appuntamento era presto.
    Io sono arrivata ben prima di presto.
    Di solito trovo soltanto le mura, ma quella volta c’era anche un ragazzo, gentile ed educato che mi ha salutato ed aiutata a portare dentro i capi.
    Era il tuo assistente.
    Mi aveva rubato il titolo di “1° in studio” e per questo mi è stato un pò antipatico per la prima parte del servizio, poi però vedevo che si dava da fare come un matto, era ovunque e non facevamo in tempo a chiedere qualcosa che lui interveniva per risolverci il problema.
    Quello che per gli altri poteva sembrare una ovvia mansione per me appariva chiaramente essere il risultato di una situazione simile alla mia, ma la cosa non mi interessava più di tanto dato che avevo anche io i miei problemi in quel momento.
    Mors tua, vita mea.
    Tu, per contro, sei arrivato un’ora dopo l’orario che il tuo studio aveva comunicato.
    Dopo diverse ore di lavoro però è successo qualcosa di strano: l’apparente allegria presente sul set è stata disintegrata dalla tua voce che imprecava e insultava il tuo assistente.
    Approposito, insulti e bestemmie fanno parte di quella educazione che tu consideri una condicio sine qua non?
    Noi ci siamo anche preoccupate perchè dalla tua reazione ci aspettavamo fosse successo qualcosa di irreparabile, ma poi abbiamo capito cosa era successo.
    Il tuo assistente ti aveva dato la macchina fotografica con il tappo davanti all’obbiettivo.
    Gran bella tragedia.
    Mentre tu lanciavi con furia il tappo dalla parte opposta dello studio, continuando col rosario di sacramenti, quel ragazzo era con lo sguardo basso e mortificato.
    In quel momento ho avuto la conferma che era nella mia stessa situazione ma con una differenza: io mi ero presa la sfuriata nel privato di un ufficio, mentre tu lo stavi volutamente umiliando davanti ad una decina di persone.
    Non metto in dubbio che tu l’abbia pagato più di un professore di greco del liceo, ma penso che certe cose non debbano avere un prezzo.
    Tutto il team si era fermato e mentre il tuo assistente andava a prendere l’oggetto della tragedia tu con aria candida ti sei girato verso la mia titolare e hai continuato a fare il simpatico e il brillante.
    Visto il fatto e come si è svolto, dubito che quella fosse stata una situazione eccezionale, vero?
    Per quanto mi riguarda, avendo avuto sempre un sincero buon rapporto con tutti, ho avuto una buona occasione che ho sfruttato e mi sta dando molte soddisfazioni, tali da tenermi alzata tutta notte per lavorare.
    Altrettanto auguro al tuo assistente, se è ancora vivo.
    Spero anche che i tuoi futuri post siano un pò più vicini alla realtà e meno pennellati sulla parte che ti sei dipinto per il pubblico.
    Come ho detto in apertura, raramente leggo il tuo blog e solo per questa volta ho scritto, spinta da uno spirito di classe, ma ora torno nel mio oblio a lavorare per i miei progetti.
    Dimenticavo!
    Leggendo il blog di Toni ho scoperto che era spesso in ritardo!
    Sarà diventato un fotografo di quel livello per fortuna o forse le tue regole auree non sono poi così infallibili?
    Saluti a tutti.

  14. roberto

    beh…..non mi stupisce nel leggere quello che scrivi Marta, in moltissime occasioni ho visto colleghi comportarsi esattamente nei modi. Molti professionisti “arrivati” in effetti amano tirarsela come una rock star e non perdono occasione per dare pubblica esibizione della loro “potenza” raggiunta.
    Io non sò, manco lo conosco il Settimio, posso solo apprezzarlo per quello che produce e condividere a volte (spesso) quello che scrive…..certo che se così fosse come da te pubblicamente “accusato” sarebbe tristissimo saperlo uno dei tanti….anche se poi non ci si deve stupire mai di nulla.

    Però Settimio al di quello denunciato da Marta (spero per te siano solo delle immense cazzate) spesso nel leggerti ho anch’io l’impressione che ci sia un lato oscuro ben celato….apprezzo moltissimo come scrivi e i contenuti, però spesso ho appunto la sensazione di un vero assoluto per una verità di facciata….ma forse mi sbaglio e mi sono lasciato suggestionare.

    Comunque una cosa và ASSOLUTAMENTE riconosciuta a Settimio l’onestà e le palle nel lasciarsi pubblicare nel proprio blog un post come quello di Marta….il 99% delle persone che io conosco lo avrebbero bannato al volo….e questo al di là delle cose dette ti fà un grandissimo onore come uomo….che alla fine è quello che conta di più.

    ciao
    roberto

  15. ferdi

    caro settimio
    vedo dal tuo blog che la persona che ti ho mandato è servita
    se non altro è stata spunto di riflessione e
    e chiarimento sul ruolo..sono felice
    anche perchè proprio in questi giorni ritorno free lance
    e dopo diversi studi rinnovati e organizzati a puntino come
    da nave scuola benedusi,ora sto passando le consegne a roberto,nuovo assistente
    e sicuramente gli faro’ leggere il tuo appunto
    serve sicuramente..
    per ora fino al 25 sono “preso” ma sempre disponibile..sopratutto nel week end da dicembre..
    a presto
    ferdi

  16. haku

    Quello cui prudono le mani sono io. Mi prudono per il semplice fatto che una persona la quale pretenda che un suo collaboratore sia “l’ultimo a sedersi ed il primo ad alzarsi” denota arroganza e scarso rispetto delle persone oltre che, naturalmente, ignoranza. E per quanto possa essere un bravo fotografo, un grande artista, un colto studioso od un ricco parvenu, una persona che la pensa in questo modo e che si impone sugli altri solo perché l’esperienza e la bravura l’hanno portata ad avere un ruolo importante in un determinato settore, una persona del genere, dicevo, resta per me patetica e commiserevole.

    Buone cose.

  17. Toni Thorimbert

    Caspita, la faccenda si fa seria…sopratutto su flickr. D’altra parte l’argomento è spinoso, si sapeva. Setimio dice le cose come stanno e può non piacere, o usa termini, che specialmente per chi non lo conosce personalmente (quindi non conosce “il tono” della suo modo di essere) possono sembrare offensivi. Nella vita qualche porta in faccia va presa, può fare male, ma alla fine servirà. Fare il fotografo è un pò di più che fare delle foto e magari camparci. Si tratta di imporre al mondo il nostro punto di vista. Si può imporlo con educazione o con falsa modestia, ogni metodo è buono, ma essere un fotografo, ed essere riconosciuto come tale dal mondo necessita di un atteggiamento che è forzatamente almeno egocentrico. Chi si “lamenta” si dichiara fuori dai giochi, almeno da questi, ma d’altra parte chi l’ha detto che nella vita bisogna fare i fotografi? si possono fare tante altre cose altrettanto belle ed interessanti. La passione è la chiave. Chi ce l’ha non si troverà mai a raccattare tappi dell’obbiettivo in giro per lo studio. E poi, se mai succederà, tra dieci anni ne riderai…o no?
    Questione soldi, che sembra una delle più spinose. Sul mio blog il sunto del mio pensiero. Oggi campare facendo l’assisteente è un lusso, o una fortuna. Gli assistenti vanno pagati, certo. Ma per tutti noi vale il detto dei saggi:
    Lavora come come se tu non avessi bisogno di soldi, ama come se nessuno ti avesse mai fatto soffrire…
    Ciao Ciao!
    Toni Thorimbert

  18. Luca

    Non sono un fotografo, ne tantomeno un assistente.
    Non so chi rappresenti Settimio Benedusi nel mondo della fotografia, sono capitato su questo blog cercando altro, come spesso succede in rete.
    Ho più di 50 anni e, anche per questo, molta esperienza nel mondo del lavoro e nella gestione delle persone.
    Ho letto da prima in modo superficiale, poi incuriosito questo post e, quindi, i commenti, fino al commento di Marta.
    Magari tutto quello che dice Marta non sarà vero,ma leggendo il post di Benedusi mi sono immaginato una persona il cui comportamento è esattamente quello descritto da Marta.
    Che tristezza

  19. haku

    Prendere porte in faccia è un conto.
    Essere trattati come “l’ultima merda del gruppo (cit.)” è un altro.

    Mi sfugge la componente “crescita umana e professionale” dell’ “essere trattato come l’ultima merda del gruppo.”

  20. Toni Thorimbert

    Caro haku, la parola “merda”, credo vada qui intesa in senso paradossale ed ironico. Il problema si pone piuttosto nel senso: sei disposto ad essere l’ultima “merda” del gruppo?. Come forse saprai, più sei disposto ad essere una “merda” e meno lo sarai. meno accetterai la tua personale “merda” e più probabilmente verrai considerato tale. Io per esempio, sono dispostissimo (giuro) ad essere l’ultima merda del mio gruppo, infatti, guarda caso, non lo sono mai.
    Saper accettare di essere (anche) una “merda” è senz’altro una parte molto importante di una crescita umana e professionale.

    Ciao Ciao
    Toni Thorimbert

  21. Claudio

    Mi chiamo Claudio Rizzolo e sono assistente di un fotografo di moda di Barcellona. Mi piace dire le cose come stanno, sempre: Settimio ha perfettamente ragione.
    Un assistente deve essere la mano destra del fotografo, sempre e in ogni situazione. Mi é capitato di dover autocostruire parti di flash e altri marchingegni per far sí che la sessione andasse a buon fine. Devi avere l’obbiettivo in mano 3 secondi prima che il fotografo si volti e ti chieda di cambiare l’obbiettivo della macchina… non puoi permetterti, mai e poi mai, di avere le mani in tasca mentre qualcun’altro sta lavorando. Devi amare la fotografia e sguire da vicino ogni movimento del fotografo con cui lavori per arrivare ad avere qual feeling che ti permetterá di prevedere le sue necessitá.
    Devi essere educato SEMPRE. Non puoi permetterti di essere il problema del fotografo, tu sei la soluzione.

    Aggiungo due cose: io ho studiato fotografia e nessuno mi ha insegnato ad essere assistente. Sapete la esperienza che mi é servita di piú come “scuola”? Le estati passate a lavorare come aiutante di un muratore. Non sto scherzando. Impari a “servire” una persona, perché grazie al tuo lavoro la giornata fila liscia e il muro si finisce prima, che vuol dire che si potrá iniziare un’ latro lavoro al piú presto e guadagnare pìú soldi..

    Questione denaro: volete sapere quanto guadagno al mese lavorando come assistente? Non supero le 500 euro, e ho la partita Iva. Si, questo é quello che guadagno: la crisi ha fatto aggiustare tutti i preventivi da queste parti e molte sessioni le devo lavorare a gratis. Per arrivare alla fine del mese lavoro anche come ritoccatore in una impresa, e a volte do lezioni di Photoshop per arrotondare un po’.

    Cosa volete che vi dica, lo faccio perché amo quello che faccio. L’ho saputo sin da quando ho dovuto lasciare l’Italia per studiare perché le scuole e gli affitti in Milano erano troppo cari, cosí sono venuto a Barcellona dove la scuola costava esattamente la metá e gli affitti erano un po’ piú economici. Ho imparato lo sapgnolo in un mese e ho lavorato come cameriere per pagare gli studi.

    Ho letto il post di Settimio e ho pensato di lasciare la mia testimonianza essendo preso in causa. Non ci vedo niente di male in quello che ha detto: io sono orgoglioso di essere la mano destra di un fotografo, sono orgoglioso di avere lo zainetto con dentro scotch, pinze, coltellino svizzero, un cartoncino bianco piegato, del filo di ferro, dei pezzi di velcro etc etc

    Le parole di Settimio e di Toni mi hanno appena confermato che sto facendo la cosa giusta, e che ho ancora molte cose da imparare (perché anche fare l’assistente é un mestiere che si impara…).

    Grazie Settimio e grazie Toni!

  22. haku

    @Claudio: E’ ovvio che l’assistente debba essere serio e professionale e che debba fare tutto quello che deve fare a prescindere dal salario. Nessuno lo mette in dubbio.
    E’ il modo in cui la PERSONA assistente viene trattata (o dovrebbe essere trattata a sentire Benedusi) che mi lascia perplesso. Non poco.

    Sono sicuro che ci siano assistenti bravissimi e solerti che in lavorano per fotografi che non li trattano come “l’ultima delle merde”. Il rispetto dev’esserci da entrambe le parti. Non è che perchè tu sei il mio datore di lavoro allora puoi permetterti di dire che sono una merda. L’ultima delle merde.

  23. Roberto Rapetti

    Il mio assistente…
    il mio braccio destro…
    il braccio lo porti ovunque e ti segue ovunque, viaggi, casting, tecnica, idee, sogni, paure, ecc. ecc.
    L’ho fatto anche scopare… (perchè, se fai questo lavoro un pò la figa ti piace)
    Ha preso tutto da me….
    Anche un pò dei miei clienti.

    🙂

  24. settimio

    ullapeppa! qui il clima si sta scaldando…

    cercherò, come al solito, di essere schematico e rispondere un po’ di qui e un po’ di lì, dando la mia opinione:

    per marta: lo dico e lo ribadisco, il mio blog voglio che non abbia censure, e chiunque può venire e scrivere qualsiasi cosa, anche anonimamente. ok, non ci sono problemi, anche se sarebbe meglio che, soprattutto delle critiche pesanti fossero scritte con nome e cognome. quando scrivo, fino a prova contraria, io sono l’unico a metterci nome, cognome, numero di telefono, indirizzo e quant’altro…
    ma non ci sono assolutamente problemi, rispondo volentieri alla tua lunga mail, cercando di rispondere in maniera chiara e, spero, definitiva, a tutti.

    allora, cerchiamo di fare un passo indietro, che magari ci aiuti a vedere più “dall’alto” la questione, con concretezza e realismo:
    quello che io ho voluto scrivere è un semplicissimo vademecum di quelle cose che un assistente fotografo dovrebbe saper fare. non sono cose che sono scritte da qualche parte, ma sono cose che QUALSIASI FOTOGRAFO PROFESSIONISTA pretende dal suo assistente.
    non ho scritto il post ne’ per PR, ne’ per qualche strano motivo, ma (semplicemente!) per dare (forse) un servizio, raccontando delle cose che magari un giovane che vuole fare l’assistente deve sapere. chi (veramente!) fa l’assistente per fotografi professionisti di un certo livello (non me la sto tirando, racconto la realtà), sa benissimo che ciò che ho raccontato è la realtà. realtà che gli altri magari non conoscono, ma così è. tanto cose possono non piacere nella realtà, ma va presa e conosciuta per quello che è.

    spero che fin qui ci siamo, ho semplicemente cercato di fare una piccola e concreta guida per l’assistente.

    adesso andiamo oltre alla questione, per fare un veloce ma altrettanto concreto discorso più generale: non so se lo sapete, ma qui fuori è una giungla! qui fuori è una guerra!
    ma avete minimamente idea (avete VERAMENTE idea) di quanto sia difficile diventare terzo assistente, poi secondo, poi primo di un fotografo sfigato che non ti dà una lira, poi assistente di un fotografo bravo, poi assistente di un fotografo che ti fa girare il mondo, e poi fare i primi test, e poi fare i primi lavoretti, e poi i lavori sempre più importanti per arrivare a CAMPARE (bene) con questo lavoro (che non vuol dire fare un lavoro ogni tanto, vuol dire lavorare tutti i giorni). ma avete la minima idea di quanto cazzo sia difficile?!?!
    ma sapete quante centinaia di assistenti/apprendisti fotografi/fotografi ho visto passare e sparire?!?!
    arrivare a pubblicare, ad avere clienti, ad andare avanti (per anni!) è una vera e propria guerra. ve lo assicuro. ok, ci sono quelli che fanno i missionari in africa e curano i bambini, o quelli che devono tirare avanti con uno stipendio del cazzo, ok, non ditelo, lo so…ma fare questo strano mestiere è la cosa più insicura che ci sia.
    per fare in maniera tale che ci sia qualche vaga possibilità di successo è INDISPENSABILE che chi si butti in questa mischia attivi degli anticorpi che facciano in maniera tale che la sopravvivenza sia più probabile.
    vi assicuro che è così.
    soprattutto se fatto ad alti livelli (ok, sono uno stronzo presuntuoso, ma E’ così) TUTTO deve essere perfetto. il grande cuoco si differenzia dal cuoco della trattoria perchè fa dei culi pazzeschi ai suoi aiuto cuochi affinchè tutto sia perfetto! il grande direttore d’orchestra fa dei culi pazzeschi ai suoi primi violini, altrimenti sarebbero a suonare sulla navi da crociera. e così via…
    la mia piccola guida è una guida per (eventualmente!) avere un giorno un grande ristorante o suonare alla scala…

    in quest’ottica è assolutamente una certezza assoluta e definitiva che un assistente non può, nella maniera più assoluta, passare la macchina con il tappo sull’obiettivo.
    per un miliardo di ragioni, tutte valide. così come il coltelo del grande cuoco NON deve essere sporco. ciò influenzerà la bontà del cibo? forse sì forse no, ma sicuramente fa che quello sia un gran ristorante e non una pizzeria da due soldi.

    e alla terza volta che l’assistente mi passa la macchina con il tappo, io non solo lo lancio, ma se potessi glielo faccio mangiare. e sapete una cosa?!? voi, al mio posto, fareste esattamente lo stesso.

    vi dirò di più, e spero che questo aiuti a far capire come stanno le cose: se penso che l’assistente sia bravo e possa crescere gli DEVO fare dei culi pazzeschi. se un assistente non subisce alcun rimprovero si deve preoccupare! perchè significa che non nutro nei suoi confronti alcuna speranza di crescita!

    forse è una cosa difficile da far capire, e forse alcuni commenti sono anche giustificati dalla “crudezza” delle mie parole, ma io non mi sogno neanche lontanamente di insultare/trattare male/offendere un’assistente o qualsiasi altra persona (catering people compresi…). addirittura (pensate un po’!) sono convinto di essere una persona gentile!

    quando dico “merda”, sono consapevole di usare un termine forte, ma (lo ricordate?!) siamo in guerra! se dico “scusa, potresti per favore spostarti un pochino sulla tua destra perchè mi sembra che ci sai un cecchino che eventualmente sta per spararti in testa…” probabilmente siete morti stecchiti. forse meglio se urlo “CAZZO SPOSTATI!!!!”, e forse avrai salva la pelle…

    per ora penso questo sia tutto, penso che le discussioni, tutte le discussioni, se portate avanti con intelligenza e civiltà, possano servire a tutti
    a me per primo

  25. Giorgio Serinelli

    Ciao eeeh… sono… sono l’assistito di Settimio (cioè assistente, assistito per motivi che non possiamo divulgare).Una figata, non ho potuto scrivere prima perchè ero intrappolato in una nave da crociera bellissima, comodissima, divertentissima, e dove sono riuscito a sedermi anche prima dell’ultimo… che bello, mi sento un grande.
    Lavorare con Settimio è una palla mortale, ve lo giuro… ti trovi spesso e volentieri a viaggiare tra donne bellissime, gente divertentissima e posti incantevoli, è vero che ogni tanto si lavora anche eh… ma la maggior parte del tempo negli shootings fuori ,ti annoi a fare quello che a chiunque piacerebbe fare, senza spendere un soldo, vedere e vivere situazioni bellissime e… guadagnando anche… mamma mia, non ve lo consiglio!!!! AHAHAHAHAHA (scusate sono un assistente moderno, mi permetto di scherzare!!!)

    Per prima cosa, mi inchino davanti a Mr. Toni Thorimbert, sante parole che sottintendono una determinazione non indifferente. Secondo me, tutti dovremmo un pò fare i conti con quello che veramente vogliamo e, quanta determinazione abbiamo per raggiungere lo scopo, in questo modo tanti dei vostri messaggi diventano inutili. grazie Toni…

    Rapporto assistente- fotografo(boss): il rapporto tra un disperato garsone e il suo capo, è una vera e propria storia d’amore alternativa. All’inizio non ci si conosce, si stenta a parlare e poi… i viaggi in due in macchina, porca vacca e adesso, che cavolo gli racconto, forse quello che dico non gli interessa, risponde solo per non farmi sentire un cretino…
    Pian piano come in TUTTI I TIPI DI RAPPORTI TRA ESSERI UMANI, le cose cambiano, inizia ad esserci un pò di complicità basata su cose, se vogliamo, strettamente professionali ma che rende il tutto molto molto divertente. Si continua così finchè come nelle storie d’amore, ognuno ha bisogno dell’altro, un pò per forza di cose, un pò perchè L’ESSERE UMANO tende a socializzare, ad “affezionarsi” e a rispettare l’altro… insomma amici no, ma non dimentichiamo che in uno shooting il fotografo e SOLO il suo assistente, lottano contro il resto della troupe, che tende a portar acqua strettamente al suo mulino…

    Vorrei rispondere a Marta e a chi la pensa come lei. Marta, non sai quanto ti capisco ma no, quelle cose non si dicono, si una figura di merda si la pressione di un intero lavoro che il tuo capo non è in grado di fare, si tutto quello che vuoi.. ma il tuo obiettivo qual’è? La tua umiltà, dovuta sempre a quel raggiungimento di un sogno, lavorando con passione, dove sono?? Dopo quell’assistente sono arrivato io e, sai i tappi dove sono arrivati?? dall’altra parte del cortile, non dello studio, e mi ricordo che pioveva anche. Ti assicuro che dall’ora Settimio i tappi non li vede neanche quando la macchina è in borsa!! Si, ci sono modi e modi, ma non è detto che una volta BOSS tu debba comportarti così, a maggior ragione se sai che le varie sfuriate sono dovute solo a incapacità, stress e fondate sul nulla, avresti potuto risolvere tutto con una risatina e, perchè no, con una battutina sdrammatizzante al tuo capo. Sbaglio o la sfilata era andata da Dio, sbaglio o dovevi essere contentissima di quello che avevi fatto. Sorvola, in queste cose, l’orgoglio è un lusso che non ci si può permettere. Siamo in guerra!! Forse è mancanza di rispetto… chi lo sà… ma ti assicuro che se quel cazzo di tappo non fosse stato lì, e solo perchè non doveva esserci, non sarebbe volato da nessuna parte. Quindi a parte la reazione quello che ha sbagliato è stato l’assistente, è la dura realtà! Io non sono rassegnato, sono solo talmente tanto determinato, che l’avevo anche dimenticato.
    Il tuo catering è stato sicuramente importantissimo, ma nella stessa percentuale con cui sono stati importanti i compiti di tutte le figure sul set. Siamo tutti molto importanti, ma nessuno è indispensabile!!

    A tutto il resto dei commentatori posso dire che, MI PAGA si mi paga, vivo e mi diverto, arrancando perchè la vita con me si comporta come un’aspirapolvere, ma tutto ok. Non guadagno meno di alcuni amici laureati che “art directano” in agenzie fighe!

    A TUTTO IL MONDO: la vita è molto più bella di un litigio su un blog o di un’incazzatura su un set, sorridiamo tutti con umiltà, determinazione e astuzia e, come dice Mr. Tony, tra 10 anni la risata sarà ancora più grande!!

    Giorgio Serinelli

  26. haku

    A me il discorso (messo com’è nel post) sembra più del tipo:
    Tu sei una merda e se il cecchino deve sparare a qualcuno tu ti devi frapporre tra me e la pallottola perchè io sono quello che conta. Che in guerra ci starebbe anche (da sempre i soldati si sacrificano per i generali) ma nel mondo del lavoro che dovrebbe essere qualcosa di regolato (l’educazione purtroppo non può essere imposta per legge) non ci sta proprio. Se tu mi tirassi il tappo di un obiettivo addosso, potresti essere anche Sandokan, ma le mie dimissioni sarebbero istantanee. Il caziatone ci sta. L’aggressione no.

    Poi ognuno ha il suo lavoro ed ognuno sa come funziona. Se il mondo della fitografia è fatto in modo tale da dover diventare l’ultima merda di qualcuno sono felice di essere un fotografo della domenica. Anche se conosco fotografi professionisti (del tuo stesso livello Settimio, non matrimonialisti di paese) che non m’hanno mai fatto un discorso del genere. e non lo farebbero mai.

    Pace, buon per te e per chi lavora con te.

  27. Claudio

    Perfettamente d’accordo.
    Se non sei in grado di ingoiarti insulti quando fai cazzate lavorando (soprattutto quando lavori in una giungla) allora é meglio che lasci perder in partenza.
    Siamo migliaia a voler poter girare il mondo con fotografi come Settimio e se sei uno dei pochi fortunati che ci arriva allora non puoi permetterti di far troppe cazzate. E ingoiati le grida quando le fai.
    Questo mondo non é fatto solo da tette e culi… purtroppo molti non lo hanno ancora capito.

  28. Claudio

    Volevo dire che son perfettamente d’accordo con Settimio.

    haku mi hai anticipato con il post!!

  29. haku

    “l’orgoglio è un lusso che non ci si può permettere”
    Bella questa, me la scrivo sul diario e me la leggo tutte le sere prima di addormentarmi, così per sentirmi meglio.

  30. Matteo Oriani

    Bell’argomento che avete tirato fuori!
    Condivido tutto quello che dice Settimio.
    Qualcuno si lamenta dello stile. Il linguaggio di Settimio può piacere o non piacere, ma la sostanza è ineccepibile. E bene ha fatto Toni a definire il suo stile “pane al pane”.
    Insomma, l’argomento merita un approfondimento.
    La figura dell’assistente mi sembra che sia fraintesa da molti che hanno commentato lo scritto di Benedusi.
    Io vorrei pensare all’assistente come al “ragazzo di bottega”, colui che lavora al fianco di un artigiano (ok un artigiano evoluto, creativo) e ne impara il mestiere, i segreti. L’assistente si forma professionalmente e umanamente e cresce sul campo assimilando dal capo (se dico padrone passerei per un vecchio reazionario) la sensibilità, l’esperienza e si impadronisce del Sapere. Sapere fare qualcosa, imparare un mestiere. E vi sembra poco? Beh, chi lavora da noi (un fotografo della nostra generazione intendo) ha a disposizione 30 anni di esperienza, uno studio e attrezzature professionali e può conoscere persone che magari un giorno chiederanno il loro lavoro. Tutto questo non ha prezzo. Se si aggiunge uno stipendio ragionevole diventa un piccolo patrimonio. Se ci sono incazzature e sgridate, fanno semplicemente parte della vita normale. Quella del tappo mi sembra una bazzeccola per l’assistente e una brutta roba per il fotografo. Mi spiego: c’è momento e momento. Se il tappo non è stato tolto in uno studio di still life, con i flash elettronici pronti e una scarpa immobile sul set, bè, pazienza.
    Se invece sei in esterni e il fotografo ha la giusta concentrazione e ha trovato l’attimo, la modella ha “quel” sorriso, gli occhi hanno “quella” luce, il sole è a “quella” altezza, il vento ha formato “quella” piega sul vestito, beh, Benedusi è stato molto clemente con l’assistente! E lui, di sicuro, ha imparato qualcosa.

    L’assistente investe il proprio tempo per imparare un mestiere, ma se andasse a scuola sarebbe meglio? Intendo una scuola di fotografia in Italia. I genitori pagano un botto per ricevere lezioncine da qualche docente modesto che ti tratta bene, ti coccola, ti incoraggia e ti dà da mangiare panna montata zuccherata che altera i sapori e ti allontana dalla vita reale che è fatta anche di bocconi amari. Ma se non sei disposto ad ingoiare bocconi amari povero te! L’amaro ha un gusto eccellente, va capito, vanno colte le sfumature e sperimentati i livelli nascosti. Se un ragazzo o una ragazza non sono in grado di sopportare la tensione che ci può essere in uno studio fotografico, beh, vada a scuola o a lavorare alla posta.

    Vorrei portare la mia esperienza
    Ho fatto l’assistente da Giovanni Gastel dal 1981 al 1986. E’ stato un periodo fondamentale per la mia vita. Non solo professionale. Si lavorava 10 ore al giorno 7 giorni su 7, vacanze poche. In banco ottico 20×25 che funzionava come una Nikon con il motore. Un lavoro dietro l’altro, tutti di impegno mentale e fisico enorme. Sempre sotto pressione per gestire attrezzature complicatissime, pasti, telefonate, interviste, mostre, rapporti con le agenzie di pubblicità, modelle, redattori, direttori di giornali. Ho dato tanto, tantissimo in termini di tempo, energia, presenza, ma sono convinto che, alla lunga, ho avuto di più io.
    Un giorno avevo fatto un errore, non ricordo quale, ma un piccolo errore. Giovanni per tutto il giorno mi ha chiamato “il scemo” davanti a tutti. Forse allora me l’ero presa un po’, ma adesso, ripensarci, mi fa proprio ridere. Comunque, pochi giorni dopo mi ha mandato a Roma in giornata per organizzare la campagna alta moda di Valentino. Si fidava di me e mi mandava a preparare il lavoro. Mi dava piena fiducia ma se c’era il minimo errore erano guai seri. Esigeva da me e da tutti il massimo. Il miglior maestro possibile: duro e leale.
    Quando ho cominciato a fare per conto mio, qualche volta andavo al Superstudio a lavorare con il mio socio Raffaele. C’era un giovane assistente dall’aria un po’ sfigata e nessun fotografo voleva lavorare con lui. Spesso, quindi, passava le giornate a pulire i cessi e trottare da una parte all’altra a portare caffè e succhi di frutta. Veniva trattato male. A noi era molto simpatico, era intelligente e chiedevamo di averlo a lavorare con noi. Adesso se cerchi Armin Linke su Google vengono fuori 3.340.00 risultati.
    A fare l’assistente (da uno bravo intendo) non si impara solo la tecnica, i trucchi del mestiere, ma si impara a far funzionare il cervello che è l’unico attrezzo che ti potrà accompagnare tutta la vita e non passrà mai di moda come pellicole, Polariod e acidi (per lo sviluppo).

    p.s. 1, Settimio Benedusi ha fatto l’assistente, ma ha avuto il buon gusto di non parlarne in questa sede.

    p.s. 2: Mi sa che non è finita qui!

  31. Giulio

    Credo che queste caratteristiche siano trasversali a parecchie figure professionali.
    Giulio

  32. Davide

    haku se fino a qui non hai ancora capito come legger fra le righe del post,
    se fino a qui stai li a prendere e riprendere le righe del post cercando di spiegare il tuo punto di vista
    che e’ troppo letterale..

    allora continua a camminare con i mocassini.

  33. Toni

    Si, ho fatto l’assistente!
    Nel 1976 capitii che la mia facoltà era troppo difficile, lunga, e con un futuro incerto; ebbi l’opportunità di realizzare un sogno, fare l’assistente, anzi l’assistente dell’assistente :))) di Broadbent per 3 mesi, nessun compenso, ma tanti imput.
    Poi sono stato per tre anni da un suo amico/collega Aegerter, piccola paga + panino + tanta esperienza.
    Praticamente dopo 3 anni e mezzo, (prima di quanto avrei fatto come studente di veterinaria o dell’ Istituto europeo) ho potuto iniziare questa avventura… da solo, con pochi mezzi e tanti leasing da pagare.
    Tornassi indietro lo rifarei; ho dato l’anima e sono stato ricambiato…
    siii OK , sono stato fortunato… ed erano altri tempi
    .
    Tornando a quanto scritto da te Settimio, hai fatto un discorso logico; dovevi solo evitare l’ironia (cit: l’ultima delle merde)… di questi tempi è malvista, poi i post di qui e di là come il solito sono contrapposti, forse è meglio che tanta gente invidiosa vada a fare il muratore, per capire cosa vuol dire fare fatica (che poi attualmente guadagnano più di molti noi fotografi)
    Toni

    P.S. pago il 100% delle tasse, compero regolarmente le licenze di photoshop, e in 30 anni ho avuto un solo assistente… pagato bene anche se “svogliato”

  34. alessandro bianchi

    Secondo la mia esperienza chi non è in grado di fare l’ assistente come lo intendono settimio e toni non sarà in grado di diventatre un fotografo professionista.
    per professionista intendo il fotografo che è in grado di garantire ed offrire sempre qualità, tempistiche, competenze, organizzazione, educazione, consigli ecc.
    Insomma farsi un gran culo ed essere felici di farselo, con entusiasmo e gioia pur lavorando minomo 12 ore al giorno, spesso passando le notti in studio, macinando chilometri..ecc. .
    Se un assistente non prova piacere ed entusiasmo in tutto questo il suo mondo non è la fotogria ma un impiego al catasto.

  35. settimio

    intanto ringrazio i pareri autorevoli dei fotografi professionisti che qui hanno scritto: ho come idea che i pareri siano opposti tra chi dice la sua tanto per dire e chi la dice avendo una reale esperienza sul campo…

    ma alla fin della fine sapete cosa mi dispiace di tutto ‘sto marasma che è venuto fuori?
    che sono state spese tante parole (utili, inuti, non saprei…) ma non ne è stata UNA parola, UNA sola parolina in MERITO alla vera semplice questione che ho tirato fuori: come fare e come diventare un bravo assistente.

    tutti lì ad attacarmi (va bene…) o a difendermi (grazie…).
    ma partendo sempre dalle premesse “questo non paga”, “questo è uno stronzo”, “questo è uno schiavista”, “questo chi si crede di essere”…insomma parlando tanto sul COME ma niente sul COSA, pensando tanto al FUMO ma niente all’ARROSTO della cosa.

    temo che questa sarebbe potuta essere una occasione per parlare con concretezza di una questione che è semplicemente molto sottovalutata in questa nostra professione: come metterci dentro il primo piedino.
    che io sia uno stronzo maleducato egocentrico e schiavista (anzo lo volete sapere: lo sono!) non ha NULLA a che vedere con le REALI, CONCRETE, QUOTIDIANE maniere per fare in maniera che un ragazzo di vent’anni possa eventualmente diventare un bravo assistente.

    tutto qui. tutto il resto, scusate, sono solo cazzate…

  36. alessandro bianchi

    settimio probabilmente nessuno lo ha chiesto perchè nessuno (o comunque pochi) ha intenzione di fare l’ assistente come si deve. ovvero come dici tu.
    perchè trovarsi un buon fotografo che ti prende, ti paga bene, ti insegna sia a scattare che le regole comportamentali, ti fa arrivare in studio alle 10 di mattina e ti manda via alle 5 di pomeriggio, ti butta fra le braccia delle gnocche, ti passa i suoi clienti e poi ti ringrazia ……. è il sogno di tutti ma non è fare l’ assistente.

  37. Claudio Rizzolo

    Ora mi sento toccato sul serio e mi sembra giusto dire due parole:

    Come giá detto sono assistente: ho studiato fotografia e mi nutro di fotografia e arte in generale. Ho lasciato l’Italia per studiare all’estero (non per fare il figo, semplicemente perché costava meno ed era l’unica cosa che potevo permettermi), parlo 6 lingue (Italiano, Inglese, Francese, Portoghese, Casigliano e Catalano), non discuto né di orari né di giorni di lavoro (amo ció che faccio e per me é assolutamente lo stesso lavorare 14 ore al giorno, il sabato, la domenica, a Natale ecc ecc). Non sono uno “strano” (non é discriminazione, ma credo che in molte occasioni aspetto, modo divestire e maniere facciano la differenza, poi ognuno faccia ció che vuole). Uso Mac, Pc, Photoshop, Lightroom, Capture One, FlexLight, Canon, NIkon, Hasselblad etc etc etc. A parte aver studiato sono anche autodidatta in molte cose che la scuola non insegna.
    Non rompo le palle, non cerco di scoparmi le modelle o di rubare i clienti al mio capo (molti “colleghi” sembra che lo facciano…).
    Non mi sembra di esagerare se dico che ho le carte in regola per poter aspirare a vivere facendo l’assistente.
    Eppure non é cosí: lavoro solo 5 o 6 giorni al mese… e per questo devo arrotondare facendo altri lavori, aspettando di trovare il fotografo che mi dia l’opportunitá di lavorare a tempo pieno per lui (cioé un fotografo che possa permettersi di lavorare tutti i giorni, o quasi, e di conseguenza pagare l’assistente).
    Settimio dice la veritá quando dice che questa e’ una giungla! E’ durissima, non immaginate quanto, molti aspiranti e molti pochi posti a disposizione.

    Se vuoi fare l’assistente devi avere anche molta, molta, molta pazienza e tenacia, devi aver voglia di imparare e di lavorare duro, devi accettare che ti mandino a fanculo quando fai una cazzata perché ogni tua cazzata corrisponde a rallentare una sessione dove sono in gioco diverse persone e professionalitá.
    Passare una macchina fotografica con il tappo al fotografo equivale al rompersi la chitarra al chitarrista quando sta facendo una assolo: la chitarra la cambia in 3 secondi, peró gli si rompe il momento magico, il flusso del momento. A me é successo di passare l’obbiettivo col tappo, ho incassato i miei insulti peró ora lo controllo due volte prima di passarlo. Ho imparato. Ho ancora molto da imparare.

    Come assistente che sta cercando di emergere a poco a poco posso dire a tutti gli “aspiranti” alcune cosette:
    – le scuole di fotografia van bene fino a un certo punto, fatevi qualche bel workshop riconosciuto e sperimentate
    – non basta essere bravi, ci va anche il culo che un fotografo abbia bisogno di voi proprio quando passate dal suo studio a lasciare il curriculum
    – dovete cercare di lavorare per un fotografo del quale ammirate il lavoro e se non vi prende alla prima occasione continuate a ripresentarvi, magari con qualche esperienza in piú (naturalmente questo non vuol dire rompergli i coglioni ogni settimana)
    – siate “autodidattici”: nelle scuole avrete sempre tutti gli strumenti a disposizione, per conto vostro invece dovrete sempre ricorrere a trucchi e stratagemmi, autocostruire cose che vi possano essere utili… vi assicuro che vi servirá
    – aggiornatevi sempre: leggete le riviste di fotografia (quelle buone), le riviste di moda, le riviste di arte… non c’é bisogno di comprarle, entrate in una biblioteca, ne sono piene
    – non abbiate fretta: se vorrete un giorno essere fotografi aspettatevi di dover aspettare anni prima di fare i primi test, questo vuol dire che bisogna aspettarsi anni di duro lavoro e, perché no, anche di insulti per le cazzate che immancabilmente farete (e faremo).

    Ecco, questo é quello che posso apportare come assistente, quello che ho imparato finora, che spero mi serva per continuare a migliorare.

    Settimio, spero di aver apportato qualcosa al tuo post, e spero che anche qualcun’altro faccia lo stesso, ho volgia di sapere di piú!

    P.S.: Questa puó sembrare una gran leccata di culo, e da un certo punto di vista lo é. Il giorno che torneró in Italia magari passeró a lasciare il curriculum a Settimio e spero si ricordi perlomeno del post. Magari non mi dará un lavoro, ma tentar non nuoce mai (ho giá detto che si deve cercare di lavorare per fotografi che si ammirano?)

  38. aurore

    Mi sembra un bellissimo post quello sull’assistente!
    Grande Settimio! Spero di aver l’occasione di rissentirti presto che ci sono delle novità importanti!
    Aurore (ex WP/Woolrich)

  39. settimio

    visto che la cosa appassiona, sia di qui che di là http://www.flickr.com/groups/milanomilano/discuss/72157622809516066
    faccio ancora un intervento, nonostante, lo sa chi segue il mio blog, io non ami commentare, lasciando semmai agli altri questa cosa: mi sembra già abbastanza egocentrico scrivere i post…

    comunque:

    -bravo claudio, tutto ciò che scrivi mi sembra abbia un ottimo senso. prendo spunto da quello che dici per una nuova regolina: non ha senso mandare una mail a TUTTI i fotografi, rendendo evidente che uno ha buttato la rete nella massa. bisogna avere voglia di fare l’assistente a QUEL PRECISO fotografo perchè QUEL PRECISO fotografo a noi tanto piace.

    -tornando all’argomento “sei l’ultima delle merde”, che ho visto tanto impressiona: in effetti, pensandoci bene, devo fare un mea culpa, non essendo forse stato chiaro. non è che dato che una persona è sottoposta io la considero una merda! assolutamente no! anzi, se devo dire, più una persona è sottoposta e più cerco di essere gentile nei suoi confronti! l’essere “l’ultima merda” in un set fotografico è esattamente nel senso che thorimbert ha spiegato così bene…

    -e ancora sullo stesso argomento, ma in senso più largo, meno specifico all’ambiente prettamente fotografico, vorrei dire una cosa. io ho un figlio, già grandicello: è un ragazzo intelligente ed in gamba, ma che è nato e cresciuto a milano nel 2009, e non a calcutta nel 1800 e quindi è abituato agli agi, alle comodità, alle sicurezze che chiunque come lui conosce bene. io, da padre, spero che quando comincerà a lavorare troverà qualcuno che gli farà dei culi pazzeschi. gli sarò grato che ciò succeda! voglio che ciò succeda! se ciò non succedesse, temo capiterà che mio figlio, come la maggior parte della gente, diventi un tranquillo impiegatuccio, uno che si fa trascinare da un fiume che non è il suo…

  40. Pietro

    x matteo oriani che ha scritto
    “”p.s. 1, Settimio Benedusi ha fatto l’assistente, ma ha avuto il buon gusto di non parlarne in questa sede.””
    spiegami dove sta il buon gusto di non parlarne…. Vuoi parlare di qualcosa? Se lo fai da un solo punto di vista alla fine non avrai detto nulla….

    x claudio rizzolo
    grazie per aver detto, almeno in parte, quello che mi aspettavo dicesse settimio.

    x settimio
    ti chiedevo se fossi mai stato un assistente per il semplice fatto che in tutto il post la tua esperienza personale in quel ruolo non è mai stata menzionata. Se lo avessi fatto, raccontando ad esempio come si superano i momenti di sconforto e come ci si immunizza contro le “cazziate” probabilmente tutta questa discussione non ci sarebbe stata. Perchè? Per il semplice fatto che la “gente” si aspetta che un grande professionista come te sia una guida, capace di scendere per una volta dall’olimpo sul quale ti trovi (e anche giustamente a mio parere…) e far capire che anche tu non sei stato sempre un dio, che anche tu hai dovuto stringere i denti, che anche tu hai subito quello che ritieni si debba subire (e non può essere una cosa scontata, per il semplice fatto che siamo in un mondo dominato dal nepotismo e dall’ipocrisia di chi ha scalato i vertici senza meritarlo e che, cosa ancor più grave, nonostante tutto, continua a galleggiare).
    Poi personalmente ritengo che non si possano mai scrivere regole generali sulle persone, ogni uno è diverso, c’è a chi una sfuriata fa bene, anzi benissimo e c’è chi una sfuriata non la regge proprio… magari non avrà il “carattere” per fare quello che deve fare, ma non significa che non abbia talento e non meriti rispetto e considerazione.

    grazie

  41. lele sandrini

    ciao settimio, non avrei mai immaginato di intervenire nel tuo blog…
    in questa discussione ho letto fiumi di parole abbastanza inutili e a volte senza senso..
    io ho fatto l’assistente per settimio per oltre 3 anni, sono arrivato da lui che ero ormai grandicello (ove 30),
    avevo molte altre esperienze in studi fotografici specializzati in diversi settori della fotografia (still life, commerciale, antiquariato), quando ho iniziato dal “bene” ero un assistente quando me ne sono andato ero un bravo assistente, per diventare perfetto mi mancava solo l’inglese….acci….
    innanzi tutto premetto che nel caso specifico di settimio, come dice lui..paga..e anche bene…e nonostante le sue origini liguri (concedimi la battuta) è molto generoso.. vi garantisco che quando uno esce dalla scuola benedusi ha delle ottime basi per svolgere l’attività di fotografo, imparando ma soprattutto capendo cosa vuol dire fare il fotografo Professionista…
    settimio sa bene che il più grande pregio ma anche enorme difetto sia la mia discrezione….
    ma devo dire che non sono assolutamente d’accordo con il malcostume (chissa per quale motivo poi) che circola nell’ambiente, dove un affermato e serio professionista debba trattare i subalterni come delle merde.. e ti/vi assicuro che vivendola dall’interno la sensazione è proprio quella.. io sono d’accordo che serva severità serietà e meticolosità, perché quello che si sta facendo e importante, molto importante.. ma una cosa che non condivido è la mancanza di rispetto.. l’umiliazione in pubblico è mancanza di rispetto e ciò è accaduto e accade molto spesso…
    mi sono sempre chiesto per quale motivo un bravo fotografo debba farsi scappare un bravo assistente esasperandolo con bizze inutili… è un danno per entrambi..
    … marta ha ragione, è meglio vedersela a quattrocchi, anche con urla e insulti, umiliare l’assistente davanti allo staff che sta partecipando allo shooting non credo giovi a nessuno…
    da quando ho lasciato lo studio benedusi ho intrapreso la carriera di fotografo professionista, credo di potermi definire tale perchè da allora con questo fantastico lavoro riesco a pagarmi le spese di uno studio e ha vivere in modo più che dignitoso (visto il periodo a volte mi stupisco anch’io)…in tutto questo tempo vi posso garantire che non mi è mai successo di considerare un mio collaboratore l’ultima delle merde..anzi…

    stima e affetto.

    lele sandrini

  42. Roberta

    Caro signor Banedusi, anche io, come un commentatore qui su, sono capitata su questo post per sbaglio, ma l’argomento un po’ mi interessa, anche se non voglio fare la fotografa nella vita, e ho proseguito nella lettura per curiosità.

    E non posso fare a meno di notare una discrepanza tra la persona che lei descrive facendo uscire tra le righe, e quella che mi sembrava di intuire (ed è stata poi descritta da Marta).

    Penso che nei rapporti tra persone, di qualunque tipo, ci sia una regola molto semplice: ti chiedo quello che ti do.

    Ecco, forse negli anni, facendo esperienza, diventando un fotografo affermato, se ne è un po’ alla volta dimenticato, ma umiliare una persona perché ha fatto (anche per la terza volta) un errore che si risolve in un secondo, forse nemmeno, ecco, quella NON E’ educazione, e non credo ci sia molto da discutere su questo.
    Quindi decida: o “devi essere educato e mangiare bene” o “siamo in guerra, ti urlo bestemmie in faccia davanti a tutti per un errore e pretendo un portamento da signorina dell’800, mentre io mangio come sancho panza”.
    Perché “io faccio quello che mi pare e mi dimentico cosa sia l’educazione e poi la pretendo ai massimi livelli da te perché impari” non quadra, ed equivale a “ti sto sfruttando perché il mio ego è molto grande e sono consapevole che lì fuori ce ne sono altri 100 che sono pronti a prendere il tuo posto”.

    Potrebbe essere un ragionamento utile dal suo personale punto di vista, ma non tenti di mascherarlo sotto la falsa schiettezza di parole come “merda”.

    E poi, chi l’ha detto che con la scusa di un ambiente competitivo e saturo (ma quale non lo è oggi, d’altronde?) insultare i tuoi dipendenti sia un modo per farli crescere? Non so se l’ha sentito, ma le aziende che investono fior di risorse nella valutazione del rendimento a lavoro, hanno scoperto una cosa che a mio parere era scontata: un dipendente soddisfatto lavora di più, e meglio.
    E soddisfatto non vuol dire che non lavora, si gratta metà del tempo e vuole un sacco di soldi perché sta lì sul posto di lavoro. Sia ben chiaro questo, io sono una di quelle che quando sente i colleghi lamentarsi, il 90% delle volte pensa che non abbiano voglia di far nulla e quelle siano chiacchiere inutili. Ma mi sembra ci sia una enorme differenza tra questo, e dare tutto: tempo, competenze, impegno, dedizione. Tutto, e doverla pure ringraziare.

    Sinceramente mi ha fatto quasi venire i brividi leggere il suo assistente che dice “non c’è spazio per l’orgoglio”.
    Se mai dovessi essere una datrice di lavoro, pretenderò professionalità, e serietà, e impegno, ma mai che un dipendente annulli il suo orgoglio per fare spazio al mio ego e ai miei sbalzi d’umore.

    PS: mentre rileggevo il mio commento è arrivato quello di lele sandrini, e quoto in pieno le sue parole “mi sono sempre chiesto per quale motivo un bravo fotografo debba farsi scappare un bravo assistente esasperandolo con bizze inutili… è un danno per entrambi..”. Sono felice di leggere questo in qualcuno che è stato suo assistente e ora fa questo lavoro, perché sicuramente ne sa più di me e ha visto entrambe le facce della medaglia.

    Saluti, e al di là di tutto complimenti per il suo lavoro.

    Roberta

  43. PAOLO

    Settimio…temo che, visto il modo in cui ti leggono, dopo quello che hai scritto nel penultimo post (…siamo in guerra…) i prossimi aspiranti assistenti anziché in mocassini si presenteranno in anfibi e mimetica! 😉

    @ Marta: Ma come??? :O Entri in casa di chi neppure conosci (e neppure leggi da quello che dici) ti nascondi dietro ad un muro e gli tiri un bel po di pesanti sassate in nome di qualcosa che neppure la puoi dimostrare? E pensi davvero di essere migliore di quella persona che tu critichi tanto ma che a differenza di te ha avuto il coraggio di parlare guardandoti in faccia? Io una persona cosi’ non la vorrei da me neppure se mi lavorasse bene e gratis per 10 ore al giorno!
    Scrivo qui da un bel po e mai ho osato dire a qualcuno di vergognarsi anche se l’avrei voluto fare…
    Stavolta però lo faccio.

    @ Roberta: BENEDUSI! NON BANEDUSI!!!! PRIMA DI CRITICRE SENZA UN MINIMO DI CONOSCENZA FATE ALMENO LA FATICA DI LEGGERE IL NOME SCRITTO BELLO GRANDE NEL SITO SE NON VOLETE FARE QUELLA DI LEGGERE QUALCHE POST INDIETRO.

    Leggete e studiate anziché criticare e puntare il dito! E non fermatevi all’apparenza e alla superficie perché sono il frutto dell’ignoranza: c’è un mondo sconosciuto da scoprire e sarete voi stessi i primi ad autodefinirvi l’ultima merda!

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