vaffanculo vogue

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[it]ieri sera ero nel mio lettino e non riuscivo a dormire.
ero incazzato nero.
avrei voluto alzarmi per scrivere queste righe, poi per fortuna mi sono addormentato, temo sarebbero uscite ancora più incazzate di quelle che stanno per venire fuori.
forse qualcuno ricorderà una mia piccola modesta battaglia di qualche mese fa sul fatto che in italia non venga per nulla promossa la creatività italiana.
è a questo punto un discorso talmente vecchio che non lo andrò a ripetere adesso per l’ennesima volta. sono sicuro lo conosciate già tutti a memoria.
in particolar modo facevo notare che vogue italia e l’uomo vogue, da quando sono diretti da franca sozzani, non hanno mai, dico MAI, visto la presenza di un fotografo italiano nei loro redazionali.
mai una sola unica volta in vent’anni.
questo ha distrutto un’intera generazione di creativi italiani. spazzati via. distrutti.
questo mese esce il nuovo numero dell’uomo vogue.
la copertina è stata realizzata (finalmente!) da un bravo fotografo italiano, che merita di avere quella copertina.
bravo!
un bellissimo ritratto di tim burton.
finalmente qualche cosa sta cambiando?
finalmente una nuova rotta dopo vent’anni di terra bruciata?
mah!
insomma…
più o meno…
non so proprio se questa possa essere vista come una nuova alba:
quel fotografo, il primo che, ribadisco, dopo vent’anni riappare sulla copertina di un vogue italiano, dopo barbieri, toscani, mulas, gianni, nadir…questo fotografo non è proprio uno qualsiasi: è il figlio di franca sozzani, direttore di quella rivista.
e nessuno dice niente?!?!
e tutto questo passa impunito?!?!
VERGOGNA, VERGOGNA, VERGOGNA
[/it] [en]last night i was in my bed and i couldn’t sleep.
i was absolutely fucking fed up.
i wanted to get up and write these few lines, but lickly i fell asleep, i’m afraid i would have said much more insulting words than what I’m about to say now .
maybe some of you remember a my small modest battle some times ago about the fact that italian creativity is absolutely not promoted in italy.
it is such an old topic that I do not want to repeat myself once again, I’m sure you all know it by now.
i specifically drew you attention to the fact that since franca sozzani became the editor of vogue italia and uomo vogue, never EVER commissioned an Italian photographer for their ediotorials.
never once in twenty years.
this has destroyed a whole generation of italian creatives, swiped away, destoyed.
this month the new issue of uomo vogue came out.
the cover has been assigned (finally!) to a good Italian photographer, he deserves to have that cover.
well done!
a beautiful portrait of tim burton!
finally things are changing?
finally a new course after twenty years of burnt out land?
mah!
well …..
more or less…
i’m not so sure this can be seen like a new beginning:
that photographer, the first to appear after twenty years on the cover of the italian vogue, after barbieri, toscani, mulas, gianni, nadir…this photographer is not just anyone : he is the son of franca sozzani, the editor of that magazine.
and nobody says anything?!?!
and all this remains unpunished?!?!
SHAME, SHAME, SHAME, SHAME
[/en]

104 risposte

  1. TinMan

    Perché scrivete tutti “che dire”? Il problema non è cosa dire, ma cosa fare.
    Pare che ci sia una seria trasmissione TV che si è interessata alla vicenda, dovrebbero trasmettere a breve un servizio proprio su di ciò. (Sudicio)

    Andrea Batilla, la foto sul tuo blog, sebben simpatica, non ti fa giustizia. E aumenta il carattere del testo, non si legge nulla, perdio.

  2. TinMan

    Perché scrivete tutti “che dire”? Il problema non è cosa dire, ma cosa fare.
    Pare che ci sia una seria trasmissione TV che si è interessata alla vicenda, dovrebbero trasmettere a breve un servizio proprio su di ciò. (Sudicio)

    Andrea Batilla, la foto sul tuo blog, sebben simpatica, non ti fa giustizia. E aumenta il carattere del testo, non si legge nulla, perdio.

  3. Riccardo Montanari

    Marco sono andato al link del tuo blog, anche io ho avuto la fortuna di conoscere Pagetti in un’ altra occasione e a me ha detto infatti che per le dichiarazioni che fa sempre sulla carta stampata in italia, finito il contratto con il time (che ormai va avanti da 5 anni tra le altre cose) in Italia per lui sarà difficile lavorare come fotografo….pensate un po’! Ciao
    Riccardo

  4. Riccardo Montanari

    Marco sono andato al link del tuo blog, anche io ho avuto la fortuna di conoscere Pagetti in un’ altra occasione e a me ha detto infatti che per le dichiarazioni che fa sempre sulla carta stampata in italia, finito il contratto con il time (che ormai va avanti da 5 anni tra le altre cose) in Italia per lui sarà difficile lavorare come fotografo….pensate un po’! Ciao
    Riccardo

  5. Riccardo Montanari

    Marco sono andato al link del tuo blog, anche io ho avuto la fortuna di conoscere Pagetti in un’ altra occasione e a me ha detto infatti che per le dichiarazioni che fa sempre sulla carta stampata in italia, finito il contratto con il time (che ormai va avanti da 5 anni tra le altre cose) in Italia per lui sarà difficile lavorare come fotografo….pensate un po’! Ciao
    Riccardo

  6. Riccardo Montanari

    Marco sono andato al link del tuo blog, anche io ho avuto la fortuna di conoscere Pagetti in un’ altra occasione e a me ha detto infatti che per le dichiarazioni che fa sempre sulla carta stampata in italia, finito il contratto con il time (che ormai va avanti da 5 anni tra le altre cose) in Italia per lui sarà difficile lavorare come fotografo….pensate un po’! Ciao
    Riccardo

  7. U.Dossena

    buon dì Settimio, hai sollevato una questione applicabile in un sacco di campi, tanto nella fotografa quanto nella politica o nella vita di tutti i giorni.Ma non è forse vero che è dal tempo dei romani e forse prima che l’umanità agisce in questi termini, non si tratta di un fenomeno dell’ultimo ventennio.Gli imperatori romani non venivano forse eletti internamente alle caste del potere? i conti e marchesi non ereditano il proprio titolo? i Re non lo diventano forse per consanguineità…con ciò non voglio contraddirti, sono con il tuo pensiero al mille% ma non vedo soluzoni, ciò mi spaventa da un lato ma daltrocanto mi da la forza per dire a certi “signori”…andatevelo a pigliare nel …
    io quantomeno mi sento onesto e di sani valori, se questo non mi permetterà di lavorare.. non lavorerò.

  8. U.Dossena

    buon dì Settimio, hai sollevato una questione applicabile in un sacco di campi, tanto nella fotografa quanto nella politica o nella vita di tutti i giorni.Ma non è forse vero che è dal tempo dei romani e forse prima che l’umanità agisce in questi termini, non si tratta di un fenomeno dell’ultimo ventennio.Gli imperatori romani non venivano forse eletti internamente alle caste del potere? i conti e marchesi non ereditano il proprio titolo? i Re non lo diventano forse per consanguineità…con ciò non voglio contraddirti, sono con il tuo pensiero al mille% ma non vedo soluzoni, ciò mi spaventa da un lato ma daltrocanto mi da la forza per dire a certi “signori”…andatevelo a pigliare nel …
    io quantomeno mi sento onesto e di sani valori, se questo non mi permetterà di lavorare.. non lavorerò.

  9. U.Dossena

    buon dì Settimio, hai sollevato una questione applicabile in un sacco di campi, tanto nella fotografa quanto nella politica o nella vita di tutti i giorni.Ma non è forse vero che è dal tempo dei romani e forse prima che l’umanità agisce in questi termini, non si tratta di un fenomeno dell’ultimo ventennio.Gli imperatori romani non venivano forse eletti internamente alle caste del potere? i conti e marchesi non ereditano il proprio titolo? i Re non lo diventano forse per consanguineità…con ciò non voglio contraddirti, sono con il tuo pensiero al mille% ma non vedo soluzoni, ciò mi spaventa da un lato ma daltrocanto mi da la forza per dire a certi “signori”…andatevelo a pigliare nel …
    io quantomeno mi sento onesto e di sani valori, se questo non mi permetterà di lavorare.. non lavorerò.

  10. U.Dossena

    buon dì Settimio, hai sollevato una questione applicabile in un sacco di campi, tanto nella fotografa quanto nella politica o nella vita di tutti i giorni.Ma non è forse vero che è dal tempo dei romani e forse prima che l’umanità agisce in questi termini, non si tratta di un fenomeno dell’ultimo ventennio.Gli imperatori romani non venivano forse eletti internamente alle caste del potere? i conti e marchesi non ereditano il proprio titolo? i Re non lo diventano forse per consanguineità…con ciò non voglio contraddirti, sono con il tuo pensiero al mille% ma non vedo soluzoni, ciò mi spaventa da un lato ma daltrocanto mi da la forza per dire a certi “signori”…andatevelo a pigliare nel …
    io quantomeno mi sento onesto e di sani valori, se questo non mi permetterà di lavorare.. non lavorerò.

  11. Roberto Centamore

    la solita vecchia storia, mi occupo di fotografia da un pò di anni e posso dire che nulla è cambiato. Oggi come ieri i fotografi, ma anche gli stilisti, i musicisti, gli attori, i registi e moltre altre categorie che “vendono la loro fantasia” , in Italia fanno fatica a farsi conoscere e ancora di più ad affermarsi. Penso che ciò dipenda da diversi fattori.Prima di tutto perchè non siamo una nazione compiuta ma piuttosto una confederazione di provincie, e come in provincia subiamo il fascino di tutto ciò che ci arriva dagli altri paesi. Ma attenzione, solo dai paesi di cui abbiamo una certa soggezzione culturale. un fotografo americano, francese, inglese o giapponese se bravo non avrebbe molte difficoltà a trovare lavoro presso le redazioni dei nostri giornali, ma non credo che sia altrattanto facile per un bravo fotografo bulgaro o rumeno ( a meno che non abbia vissuto a New York per qualche anno) Inoltre qui da noi, lo sappiamo tutti, il nepotismo, le conoscenze e soprattutto la raccomandazione fanno parte del nostro dna. Un’altro problema è la scarsa capacità critica di coloro che all’interno delle redazioni o delle agenzie di pubblicità devono scegliere i fotografi. Posso dire che per esperienza molto raramente ho trovato persone in grado di capire se il giovane fotografo di cui stavano guardando il portfolio, era un cialtrone, un buon professionista o un vero talento. La colpa devo dire però che è anche dei fotografi. Troppo spesso si pensa che per fare questo lavoro sia sufficente, saper inquadrare e fare una bella luce. Certo è importante ma non basta, si può imparare tutto il dizionario della lingua italiana a memoria ma non per questo si diventa dei poeti o degli scrittori. Bisogna usare gli occhi e le orecchie come carte assorbenti leggere giornali e libri, guardare film, andare a teatro, ascoltare tanta musica insomma fare ginnastica con la parte sinistra (o è la destra?) del cervello. Ho conosciuto tanti fotografi, ma pochissimi che frequentassero territori diversi dalla fotografia.
    Settimio è uno di quei pochi, inoltre è una persona colta e intelligente. Ha meritatamente raggiunto degli ottimi risultati professionali e sono sicuro che sia apprezzato di più all’estero anche se in Italia ho visto degli ottimi lavori. Avrebbe tutti i numeri per poter pubblicare su Vogue, Flair, Marie Claire o Elle e mi piacerebbe vedere le sue foto su queste riviste al posto di molti redazionali sempre uguali e autoreferenziali. E’ un pò incazzato? Forse ma è comprensibile. Comuque non è seduto comodamente sulla riva a guardare il fiume in piena, c’è il suo lavoro, c’è questo blog, e io comunque gli auguro di riuscire a rompere il monopolio dei fotografi stranieri in Condè Nast, in fondo la Sozzani non è eterna!
    Ciao Settimio.
    Roberto

  12. Roberto Centamore

    la solita vecchia storia, mi occupo di fotografia da un pò di anni e posso dire che nulla è cambiato. Oggi come ieri i fotografi, ma anche gli stilisti, i musicisti, gli attori, i registi e moltre altre categorie che “vendono la loro fantasia” , in Italia fanno fatica a farsi conoscere e ancora di più ad affermarsi. Penso che ciò dipenda da diversi fattori.Prima di tutto perchè non siamo una nazione compiuta ma piuttosto una confederazione di provincie, e come in provincia subiamo il fascino di tutto ciò che ci arriva dagli altri paesi. Ma attenzione, solo dai paesi di cui abbiamo una certa soggezzione culturale. un fotografo americano, francese, inglese o giapponese se bravo non avrebbe molte difficoltà a trovare lavoro presso le redazioni dei nostri giornali, ma non credo che sia altrattanto facile per un bravo fotografo bulgaro o rumeno ( a meno che non abbia vissuto a New York per qualche anno) Inoltre qui da noi, lo sappiamo tutti, il nepotismo, le conoscenze e soprattutto la raccomandazione fanno parte del nostro dna. Un’altro problema è la scarsa capacità critica di coloro che all’interno delle redazioni o delle agenzie di pubblicità devono scegliere i fotografi. Posso dire che per esperienza molto raramente ho trovato persone in grado di capire se il giovane fotografo di cui stavano guardando il portfolio, era un cialtrone, un buon professionista o un vero talento. La colpa devo dire però che è anche dei fotografi. Troppo spesso si pensa che per fare questo lavoro sia sufficente, saper inquadrare e fare una bella luce. Certo è importante ma non basta, si può imparare tutto il dizionario della lingua italiana a memoria ma non per questo si diventa dei poeti o degli scrittori. Bisogna usare gli occhi e le orecchie come carte assorbenti leggere giornali e libri, guardare film, andare a teatro, ascoltare tanta musica insomma fare ginnastica con la parte sinistra (o è la destra?) del cervello. Ho conosciuto tanti fotografi, ma pochissimi che frequentassero territori diversi dalla fotografia.
    Settimio è uno di quei pochi, inoltre è una persona colta e intelligente. Ha meritatamente raggiunto degli ottimi risultati professionali e sono sicuro che sia apprezzato di più all’estero anche se in Italia ho visto degli ottimi lavori. Avrebbe tutti i numeri per poter pubblicare su Vogue, Flair, Marie Claire o Elle e mi piacerebbe vedere le sue foto su queste riviste al posto di molti redazionali sempre uguali e autoreferenziali. E’ un pò incazzato? Forse ma è comprensibile. Comuque non è seduto comodamente sulla riva a guardare il fiume in piena, c’è il suo lavoro, c’è questo blog, e io comunque gli auguro di riuscire a rompere il monopolio dei fotografi stranieri in Condè Nast, in fondo la Sozzani non è eterna!
    Ciao Settimio.
    Roberto

  13. Roberto Centamore

    la solita vecchia storia, mi occupo di fotografia da un pò di anni e posso dire che nulla è cambiato. Oggi come ieri i fotografi, ma anche gli stilisti, i musicisti, gli attori, i registi e moltre altre categorie che “vendono la loro fantasia” , in Italia fanno fatica a farsi conoscere e ancora di più ad affermarsi. Penso che ciò dipenda da diversi fattori.Prima di tutto perchè non siamo una nazione compiuta ma piuttosto una confederazione di provincie, e come in provincia subiamo il fascino di tutto ciò che ci arriva dagli altri paesi. Ma attenzione, solo dai paesi di cui abbiamo una certa soggezzione culturale. un fotografo americano, francese, inglese o giapponese se bravo non avrebbe molte difficoltà a trovare lavoro presso le redazioni dei nostri giornali, ma non credo che sia altrattanto facile per un bravo fotografo bulgaro o rumeno ( a meno che non abbia vissuto a New York per qualche anno) Inoltre qui da noi, lo sappiamo tutti, il nepotismo, le conoscenze e soprattutto la raccomandazione fanno parte del nostro dna. Un’altro problema è la scarsa capacità critica di coloro che all’interno delle redazioni o delle agenzie di pubblicità devono scegliere i fotografi. Posso dire che per esperienza molto raramente ho trovato persone in grado di capire se il giovane fotografo di cui stavano guardando il portfolio, era un cialtrone, un buon professionista o un vero talento. La colpa devo dire però che è anche dei fotografi. Troppo spesso si pensa che per fare questo lavoro sia sufficente, saper inquadrare e fare una bella luce. Certo è importante ma non basta, si può imparare tutto il dizionario della lingua italiana a memoria ma non per questo si diventa dei poeti o degli scrittori. Bisogna usare gli occhi e le orecchie come carte assorbenti leggere giornali e libri, guardare film, andare a teatro, ascoltare tanta musica insomma fare ginnastica con la parte sinistra (o è la destra?) del cervello. Ho conosciuto tanti fotografi, ma pochissimi che frequentassero territori diversi dalla fotografia.
    Settimio è uno di quei pochi, inoltre è una persona colta e intelligente. Ha meritatamente raggiunto degli ottimi risultati professionali e sono sicuro che sia apprezzato di più all’estero anche se in Italia ho visto degli ottimi lavori. Avrebbe tutti i numeri per poter pubblicare su Vogue, Flair, Marie Claire o Elle e mi piacerebbe vedere le sue foto su queste riviste al posto di molti redazionali sempre uguali e autoreferenziali. E’ un pò incazzato? Forse ma è comprensibile. Comuque non è seduto comodamente sulla riva a guardare il fiume in piena, c’è il suo lavoro, c’è questo blog, e io comunque gli auguro di riuscire a rompere il monopolio dei fotografi stranieri in Condè Nast, in fondo la Sozzani non è eterna!
    Ciao Settimio.
    Roberto

  14. Roberto Centamore

    la solita vecchia storia, mi occupo di fotografia da un pò di anni e posso dire che nulla è cambiato. Oggi come ieri i fotografi, ma anche gli stilisti, i musicisti, gli attori, i registi e moltre altre categorie che “vendono la loro fantasia” , in Italia fanno fatica a farsi conoscere e ancora di più ad affermarsi. Penso che ciò dipenda da diversi fattori.Prima di tutto perchè non siamo una nazione compiuta ma piuttosto una confederazione di provincie, e come in provincia subiamo il fascino di tutto ciò che ci arriva dagli altri paesi. Ma attenzione, solo dai paesi di cui abbiamo una certa soggezzione culturale. un fotografo americano, francese, inglese o giapponese se bravo non avrebbe molte difficoltà a trovare lavoro presso le redazioni dei nostri giornali, ma non credo che sia altrattanto facile per un bravo fotografo bulgaro o rumeno ( a meno che non abbia vissuto a New York per qualche anno) Inoltre qui da noi, lo sappiamo tutti, il nepotismo, le conoscenze e soprattutto la raccomandazione fanno parte del nostro dna. Un’altro problema è la scarsa capacità critica di coloro che all’interno delle redazioni o delle agenzie di pubblicità devono scegliere i fotografi. Posso dire che per esperienza molto raramente ho trovato persone in grado di capire se il giovane fotografo di cui stavano guardando il portfolio, era un cialtrone, un buon professionista o un vero talento. La colpa devo dire però che è anche dei fotografi. Troppo spesso si pensa che per fare questo lavoro sia sufficente, saper inquadrare e fare una bella luce. Certo è importante ma non basta, si può imparare tutto il dizionario della lingua italiana a memoria ma non per questo si diventa dei poeti o degli scrittori. Bisogna usare gli occhi e le orecchie come carte assorbenti leggere giornali e libri, guardare film, andare a teatro, ascoltare tanta musica insomma fare ginnastica con la parte sinistra (o è la destra?) del cervello. Ho conosciuto tanti fotografi, ma pochissimi che frequentassero territori diversi dalla fotografia.
    Settimio è uno di quei pochi, inoltre è una persona colta e intelligente. Ha meritatamente raggiunto degli ottimi risultati professionali e sono sicuro che sia apprezzato di più all’estero anche se in Italia ho visto degli ottimi lavori. Avrebbe tutti i numeri per poter pubblicare su Vogue, Flair, Marie Claire o Elle e mi piacerebbe vedere le sue foto su queste riviste al posto di molti redazionali sempre uguali e autoreferenziali. E’ un pò incazzato? Forse ma è comprensibile. Comuque non è seduto comodamente sulla riva a guardare il fiume in piena, c’è il suo lavoro, c’è questo blog, e io comunque gli auguro di riuscire a rompere il monopolio dei fotografi stranieri in Condè Nast, in fondo la Sozzani non è eterna!
    Ciao Settimio.
    Roberto

  15. Benedusi

    grazie roberto, grazie a tutti per il supporto.
    le cose non so se stanno cambiando, ma vi assicuro che si sta preparando un bel casino, che avrà sicuamente una bella enfasi mediatica.
    vi terrò aggiornati…

  16. Benedusi

    grazie roberto, grazie a tutti per il supporto.
    le cose non so se stanno cambiando, ma vi assicuro che si sta preparando un bel casino, che avrà sicuamente una bella enfasi mediatica.
    vi terrò aggiornati…

  17. Benedusi

    grazie roberto, grazie a tutti per il supporto.
    le cose non so se stanno cambiando, ma vi assicuro che si sta preparando un bel casino, che avrà sicuamente una bella enfasi mediatica.
    vi terrò aggiornati…

  18. Benedusi

    grazie roberto, grazie a tutti per il supporto.
    le cose non so se stanno cambiando, ma vi assicuro che si sta preparando un bel casino, che avrà sicuamente una bella enfasi mediatica.
    vi terrò aggiornati…

  19. Klakla

    Chiedo scusa per l’intrusione in un argomento serio e degno dei Vaffa del grande Beppe, e mi impegnerò a fare la mia parte scrivendo la storia del “figlio di vogue” nei vari blog che frequento, avrei però bisogno di un consiglio urgente: sto partendo per un viaggio (a fare fotografie intendo) e non mi fido molto solo del mac, qualcuno mi sa consigliare un dispositivo (che ho visto a un collega) dove scaricare le immagini ed eventualmente fare dell’editing? UNa specie di hard disk con la porta per la compact flash e un monitor…
    Grazie e complimenti per il blog
    Clara

  20. Klakla

    Chiedo scusa per l’intrusione in un argomento serio e degno dei Vaffa del grande Beppe, e mi impegnerò a fare la mia parte scrivendo la storia del “figlio di vogue” nei vari blog che frequento, avrei però bisogno di un consiglio urgente: sto partendo per un viaggio (a fare fotografie intendo) e non mi fido molto solo del mac, qualcuno mi sa consigliare un dispositivo (che ho visto a un collega) dove scaricare le immagini ed eventualmente fare dell’editing? UNa specie di hard disk con la porta per la compact flash e un monitor…
    Grazie e complimenti per il blog
    Clara

  21. Klakla

    Chiedo scusa per l’intrusione in un argomento serio e degno dei Vaffa del grande Beppe, e mi impegnerò a fare la mia parte scrivendo la storia del “figlio di vogue” nei vari blog che frequento, avrei però bisogno di un consiglio urgente: sto partendo per un viaggio (a fare fotografie intendo) e non mi fido molto solo del mac, qualcuno mi sa consigliare un dispositivo (che ho visto a un collega) dove scaricare le immagini ed eventualmente fare dell’editing? UNa specie di hard disk con la porta per la compact flash e un monitor…
    Grazie e complimenti per il blog
    Clara

  22. Klakla

    Chiedo scusa per l’intrusione in un argomento serio e degno dei Vaffa del grande Beppe, e mi impegnerò a fare la mia parte scrivendo la storia del “figlio di vogue” nei vari blog che frequento, avrei però bisogno di un consiglio urgente: sto partendo per un viaggio (a fare fotografie intendo) e non mi fido molto solo del mac, qualcuno mi sa consigliare un dispositivo (che ho visto a un collega) dove scaricare le immagini ed eventualmente fare dell’editing? UNa specie di hard disk con la porta per la compact flash e un monitor…
    Grazie e complimenti per il blog
    Clara

  23. paolos

    Non la tirerei tanto per le lunghe. La realtà è che di fotografi in Italia, ce ne sono tanti, ma la maggiorparte di essi, fanno cose noiose e scontate. Ho sfogliato un libro che vi consiglio, che si chiama The Helsinki School. Raccoglie i lavori di giovani fotografi Finlandesi usciti dalla scuola di fotografia di Helsinki. Cosa dire? La maggiorparte delle immagini sono di una modernità assoluta, e trasmettono in maniera lucida ed immediata, che la creatività è un connubio di incoscienza e di coraggio. Molti dei book che sfoglio sono tediosi, senza identità, brutte copie di servizi già visti, già immaginati, già logori. I fotografi italiani non hanno fame, pensano che saper usare la luce sia marginale, pensano che per lavorare occorra far cadere il monopolio della Sozzani. Ma l’unica cosa che bisognerebbe far cadere, sono i loro clichè, le loro tradizioni, la loro abitudine a lagnarsi ed il loro attaccamento alle sottane delle loro mamme. Costruire su macerie, è l’unico modo per arrivare da qualche parte. Fare tabula rasa di tutte le convenzioni e rischiare, rischiare per trovare un proprio stile. Lo stile non si impara stando seduti in studio a leggere il manuale del fotografo digitale, o cercando “un hard disk dove scaricare le immagini ed eventualmente fare dell’editig”. Ma che cosa cazzo state dicendo? C’è gente che con una Polaroid ha cambiato il mondo. Essere protetti è un conto, fare belle fotografie è un altro. Iniziate a fare delle belle foto, tra le dieci che vorreste mettere nel book o nel sito, scartatene nove, così per anni e anni, poi vedrete che non sarà certo il nepotismo di una Sozzani qualunque, ad impedirvi di diventare qualcuno.

  24. paolos

    Non la tirerei tanto per le lunghe. La realtà è che di fotografi in Italia, ce ne sono tanti, ma la maggiorparte di essi, fanno cose noiose e scontate. Ho sfogliato un libro che vi consiglio, che si chiama The Helsinki School. Raccoglie i lavori di giovani fotografi Finlandesi usciti dalla scuola di fotografia di Helsinki. Cosa dire? La maggiorparte delle immagini sono di una modernità assoluta, e trasmettono in maniera lucida ed immediata, che la creatività è un connubio di incoscienza e di coraggio. Molti dei book che sfoglio sono tediosi, senza identità, brutte copie di servizi già visti, già immaginati, già logori. I fotografi italiani non hanno fame, pensano che saper usare la luce sia marginale, pensano che per lavorare occorra far cadere il monopolio della Sozzani. Ma l’unica cosa che bisognerebbe far cadere, sono i loro clichè, le loro tradizioni, la loro abitudine a lagnarsi ed il loro attaccamento alle sottane delle loro mamme. Costruire su macerie, è l’unico modo per arrivare da qualche parte. Fare tabula rasa di tutte le convenzioni e rischiare, rischiare per trovare un proprio stile. Lo stile non si impara stando seduti in studio a leggere il manuale del fotografo digitale, o cercando “un hard disk dove scaricare le immagini ed eventualmente fare dell’editig”. Ma che cosa cazzo state dicendo? C’è gente che con una Polaroid ha cambiato il mondo. Essere protetti è un conto, fare belle fotografie è un altro. Iniziate a fare delle belle foto, tra le dieci che vorreste mettere nel book o nel sito, scartatene nove, così per anni e anni, poi vedrete che non sarà certo il nepotismo di una Sozzani qualunque, ad impedirvi di diventare qualcuno.

  25. paolos

    Non la tirerei tanto per le lunghe. La realtà è che di fotografi in Italia, ce ne sono tanti, ma la maggiorparte di essi, fanno cose noiose e scontate. Ho sfogliato un libro che vi consiglio, che si chiama The Helsinki School. Raccoglie i lavori di giovani fotografi Finlandesi usciti dalla scuola di fotografia di Helsinki. Cosa dire? La maggiorparte delle immagini sono di una modernità assoluta, e trasmettono in maniera lucida ed immediata, che la creatività è un connubio di incoscienza e di coraggio. Molti dei book che sfoglio sono tediosi, senza identità, brutte copie di servizi già visti, già immaginati, già logori. I fotografi italiani non hanno fame, pensano che saper usare la luce sia marginale, pensano che per lavorare occorra far cadere il monopolio della Sozzani. Ma l’unica cosa che bisognerebbe far cadere, sono i loro clichè, le loro tradizioni, la loro abitudine a lagnarsi ed il loro attaccamento alle sottane delle loro mamme. Costruire su macerie, è l’unico modo per arrivare da qualche parte. Fare tabula rasa di tutte le convenzioni e rischiare, rischiare per trovare un proprio stile. Lo stile non si impara stando seduti in studio a leggere il manuale del fotografo digitale, o cercando “un hard disk dove scaricare le immagini ed eventualmente fare dell’editig”. Ma che cosa cazzo state dicendo? C’è gente che con una Polaroid ha cambiato il mondo. Essere protetti è un conto, fare belle fotografie è un altro. Iniziate a fare delle belle foto, tra le dieci che vorreste mettere nel book o nel sito, scartatene nove, così per anni e anni, poi vedrete che non sarà certo il nepotismo di una Sozzani qualunque, ad impedirvi di diventare qualcuno.

  26. paolos

    Non la tirerei tanto per le lunghe. La realtà è che di fotografi in Italia, ce ne sono tanti, ma la maggiorparte di essi, fanno cose noiose e scontate. Ho sfogliato un libro che vi consiglio, che si chiama The Helsinki School. Raccoglie i lavori di giovani fotografi Finlandesi usciti dalla scuola di fotografia di Helsinki. Cosa dire? La maggiorparte delle immagini sono di una modernità assoluta, e trasmettono in maniera lucida ed immediata, che la creatività è un connubio di incoscienza e di coraggio. Molti dei book che sfoglio sono tediosi, senza identità, brutte copie di servizi già visti, già immaginati, già logori. I fotografi italiani non hanno fame, pensano che saper usare la luce sia marginale, pensano che per lavorare occorra far cadere il monopolio della Sozzani. Ma l’unica cosa che bisognerebbe far cadere, sono i loro clichè, le loro tradizioni, la loro abitudine a lagnarsi ed il loro attaccamento alle sottane delle loro mamme. Costruire su macerie, è l’unico modo per arrivare da qualche parte. Fare tabula rasa di tutte le convenzioni e rischiare, rischiare per trovare un proprio stile. Lo stile non si impara stando seduti in studio a leggere il manuale del fotografo digitale, o cercando “un hard disk dove scaricare le immagini ed eventualmente fare dell’editig”. Ma che cosa cazzo state dicendo? C’è gente che con una Polaroid ha cambiato il mondo. Essere protetti è un conto, fare belle fotografie è un altro. Iniziate a fare delle belle foto, tra le dieci che vorreste mettere nel book o nel sito, scartatene nove, così per anni e anni, poi vedrete che non sarà certo il nepotismo di una Sozzani qualunque, ad impedirvi di diventare qualcuno.

  27. Benedusi

    caro paolo, hai perfettamente ragione, anche i book che vedo io, di giovani fotografi o assistenti, fanno nella strangrande maggioranza, cagare.
    purtroppo però ti devo dire che questo è l’effetto, non la causa della situazione marcia in cui sguazza l’italia.
    senza una spinta editoriale, senza un palcoscenico, senza un qualcuno che ti costruisca, cosa se ne fa uno dei suoi meravigliosi esperimenti?
    se c’è in questo momento un giovane ragazzo creativo, innovativo, fantasioso qui italia, e con i suoi amici e amiche sta realizzando un meraviglioso portfolio, poi, a chi lo fa vedere?!?!
    o trova un art illuminato come te (con il quale però in ogni caso farà pur sempre un catalogo bello sì, ma commerciale) oppure?!?
    oppure deve andare all’estero.
    “e sapessi com’è duro scendere e salire le altrui scale….”

  28. Benedusi

    caro paolo, hai perfettamente ragione, anche i book che vedo io, di giovani fotografi o assistenti, fanno nella strangrande maggioranza, cagare.
    purtroppo però ti devo dire che questo è l’effetto, non la causa della situazione marcia in cui sguazza l’italia.
    senza una spinta editoriale, senza un palcoscenico, senza un qualcuno che ti costruisca, cosa se ne fa uno dei suoi meravigliosi esperimenti?
    se c’è in questo momento un giovane ragazzo creativo, innovativo, fantasioso qui italia, e con i suoi amici e amiche sta realizzando un meraviglioso portfolio, poi, a chi lo fa vedere?!?!
    o trova un art illuminato come te (con il quale però in ogni caso farà pur sempre un catalogo bello sì, ma commerciale) oppure?!?
    oppure deve andare all’estero.
    “e sapessi com’è duro scendere e salire le altrui scale….”

  29. Benedusi

    caro paolo, hai perfettamente ragione, anche i book che vedo io, di giovani fotografi o assistenti, fanno nella strangrande maggioranza, cagare.
    purtroppo però ti devo dire che questo è l’effetto, non la causa della situazione marcia in cui sguazza l’italia.
    senza una spinta editoriale, senza un palcoscenico, senza un qualcuno che ti costruisca, cosa se ne fa uno dei suoi meravigliosi esperimenti?
    se c’è in questo momento un giovane ragazzo creativo, innovativo, fantasioso qui italia, e con i suoi amici e amiche sta realizzando un meraviglioso portfolio, poi, a chi lo fa vedere?!?!
    o trova un art illuminato come te (con il quale però in ogni caso farà pur sempre un catalogo bello sì, ma commerciale) oppure?!?
    oppure deve andare all’estero.
    “e sapessi com’è duro scendere e salire le altrui scale….”

  30. Benedusi

    caro paolo, hai perfettamente ragione, anche i book che vedo io, di giovani fotografi o assistenti, fanno nella strangrande maggioranza, cagare.
    purtroppo però ti devo dire che questo è l’effetto, non la causa della situazione marcia in cui sguazza l’italia.
    senza una spinta editoriale, senza un palcoscenico, senza un qualcuno che ti costruisca, cosa se ne fa uno dei suoi meravigliosi esperimenti?
    se c’è in questo momento un giovane ragazzo creativo, innovativo, fantasioso qui italia, e con i suoi amici e amiche sta realizzando un meraviglioso portfolio, poi, a chi lo fa vedere?!?!
    o trova un art illuminato come te (con il quale però in ogni caso farà pur sempre un catalogo bello sì, ma commerciale) oppure?!?
    oppure deve andare all’estero.
    “e sapessi com’è duro scendere e salire le altrui scale….”

  31. Roberto Centamore

    “C’è gente che con una Polaroid ha cambiato il mondo.”… Calma ragazzi, non montiamoci la testa.
    Almeno il settanta percento della popolazione mondiale non sa neanche che cosa sia una Polaroid e probabilmente non sa neanche che cosa sia un microscopio, ma probabilmente è grazie a quest’ultimo che sconosciuti e malpagati biologi hanno cambiato il mondo. Qui si sta parlando di fotografie, a volte belle altre volte banali ma sono solo delle foto che servono a vendere qualche maglione, un paio di jeans, una scatola di tonno, un’auto… e non è con questo che si cambia il mondo. Inoltre credo che nessuno pensi di non riuscire a lavorare perchè la signora Sozzani dirige Vogue. I fotografi italiani sono veramente tanti, è pertanto fisiologico che vi siano molti book modesti e con poche idee. Ma anche se due o tre su mille sono ottimi anche questi devono comunque fare i conti con coloro che si mettono in cattedra pieni di pregiudizi e dei soliti luoghi comuni. I fotografi italiani sono i soliti piagnoni attaccati alle sottane di mamma? Forse, ma a tutti va riconosciuto il coraggio di essersi confrontati con il mercato ed aver trasformato la passione in un lavoro con cui guadagnarsi il pane.
    A qualcuno è andata bene a molti altri no, ma almeno nessuo avrà il rimpianto di non averci provato.
    Poi, si potrà sempre insegnare fotografia e se proprio va male anche con quello si potrà fare l’art director. ;)))

  32. Roberto Centamore

    “C’è gente che con una Polaroid ha cambiato il mondo.”… Calma ragazzi, non montiamoci la testa.
    Almeno il settanta percento della popolazione mondiale non sa neanche che cosa sia una Polaroid e probabilmente non sa neanche che cosa sia un microscopio, ma probabilmente è grazie a quest’ultimo che sconosciuti e malpagati biologi hanno cambiato il mondo. Qui si sta parlando di fotografie, a volte belle altre volte banali ma sono solo delle foto che servono a vendere qualche maglione, un paio di jeans, una scatola di tonno, un’auto… e non è con questo che si cambia il mondo. Inoltre credo che nessuno pensi di non riuscire a lavorare perchè la signora Sozzani dirige Vogue. I fotografi italiani sono veramente tanti, è pertanto fisiologico che vi siano molti book modesti e con poche idee. Ma anche se due o tre su mille sono ottimi anche questi devono comunque fare i conti con coloro che si mettono in cattedra pieni di pregiudizi e dei soliti luoghi comuni. I fotografi italiani sono i soliti piagnoni attaccati alle sottane di mamma? Forse, ma a tutti va riconosciuto il coraggio di essersi confrontati con il mercato ed aver trasformato la passione in un lavoro con cui guadagnarsi il pane.
    A qualcuno è andata bene a molti altri no, ma almeno nessuo avrà il rimpianto di non averci provato.
    Poi, si potrà sempre insegnare fotografia e se proprio va male anche con quello si potrà fare l’art director. ;)))

  33. Roberto Centamore

    “C’è gente che con una Polaroid ha cambiato il mondo.”… Calma ragazzi, non montiamoci la testa.
    Almeno il settanta percento della popolazione mondiale non sa neanche che cosa sia una Polaroid e probabilmente non sa neanche che cosa sia un microscopio, ma probabilmente è grazie a quest’ultimo che sconosciuti e malpagati biologi hanno cambiato il mondo. Qui si sta parlando di fotografie, a volte belle altre volte banali ma sono solo delle foto che servono a vendere qualche maglione, un paio di jeans, una scatola di tonno, un’auto… e non è con questo che si cambia il mondo. Inoltre credo che nessuno pensi di non riuscire a lavorare perchè la signora Sozzani dirige Vogue. I fotografi italiani sono veramente tanti, è pertanto fisiologico che vi siano molti book modesti e con poche idee. Ma anche se due o tre su mille sono ottimi anche questi devono comunque fare i conti con coloro che si mettono in cattedra pieni di pregiudizi e dei soliti luoghi comuni. I fotografi italiani sono i soliti piagnoni attaccati alle sottane di mamma? Forse, ma a tutti va riconosciuto il coraggio di essersi confrontati con il mercato ed aver trasformato la passione in un lavoro con cui guadagnarsi il pane.
    A qualcuno è andata bene a molti altri no, ma almeno nessuo avrà il rimpianto di non averci provato.
    Poi, si potrà sempre insegnare fotografia e se proprio va male anche con quello si potrà fare l’art director. ;)))

  34. Roberto Centamore

    “C’è gente che con una Polaroid ha cambiato il mondo.”… Calma ragazzi, non montiamoci la testa.
    Almeno il settanta percento della popolazione mondiale non sa neanche che cosa sia una Polaroid e probabilmente non sa neanche che cosa sia un microscopio, ma probabilmente è grazie a quest’ultimo che sconosciuti e malpagati biologi hanno cambiato il mondo. Qui si sta parlando di fotografie, a volte belle altre volte banali ma sono solo delle foto che servono a vendere qualche maglione, un paio di jeans, una scatola di tonno, un’auto… e non è con questo che si cambia il mondo. Inoltre credo che nessuno pensi di non riuscire a lavorare perchè la signora Sozzani dirige Vogue. I fotografi italiani sono veramente tanti, è pertanto fisiologico che vi siano molti book modesti e con poche idee. Ma anche se due o tre su mille sono ottimi anche questi devono comunque fare i conti con coloro che si mettono in cattedra pieni di pregiudizi e dei soliti luoghi comuni. I fotografi italiani sono i soliti piagnoni attaccati alle sottane di mamma? Forse, ma a tutti va riconosciuto il coraggio di essersi confrontati con il mercato ed aver trasformato la passione in un lavoro con cui guadagnarsi il pane.
    A qualcuno è andata bene a molti altri no, ma almeno nessuo avrà il rimpianto di non averci provato.
    Poi, si potrà sempre insegnare fotografia e se proprio va male anche con quello si potrà fare l’art director. ;)))

  35. paolos / paolo santosuosso

    Ciao Roberto,
    se tu mi conoscessi meglio, sapresti che la mia era una provocazione.Quando dico che c’è gente che con una Polaroid ha cambiato il mondo, intendo dire il mondo della fotografia, mi sembrava talmente sottinteso da non doverlo specificare. Non mi alzo alla mattina pensando a quale cremina della Kiehl’s mettermi o quale colore del pullover di Prada possa accendermii maggiormente il viso, non sono quella persona. Se parliamo di massimi sistemi allora il tuo discorso sui biologi mal pagati ha un senso, ma fino a prova contraria, qui non c’è nessuno che opera a cuore aperto o che va in missione in India a bendare lebbrosi. Mi sembra una strumentalizzazione troppo facile.
    Me ne rendo conto, realizziamo campagne pubblicitarie per vendere prodotti a persone che non ne hanno bisogno e che compreranno con soldi che probabilmente non hanno, e chi li ha, farebbe meglio a devolverli a medici senza frontiere…
    Ma come diceva il buon Fedor, è anche vero che “la bellezza cambierà il mondo” ed in questo credo ciecamente. Non la bellezza fine a sè stessa, non il sedere di Naomi Campbell, ma la ricerca costante e premurosa, di un linguaggio che porti beneficio alle persone e che parli all’anima, che nutra l’anima. Se guardo una curva qualsiasi, di una qualsiasi tifoseria di calcio, mi rendo conto che quanto mai la gente ha bisogno di bellezza. La bellezza salverà il mondo, e solo chi può capire la bellezza ed intuirne la forza, avrà le chiavi per migliorare il mondo. Io nel mio piccolo di stronzo art director, tu nel tuo, e i tuoi amati biologi nel loro. Io sono stato salvato dagli a solo di John Coltrane, delle voce di Nick Drake, da John Fante, da Van Gogh, da una foto di Certier Bresson, non certo da una Polaroid o dall’Aspirina, che non cura un malessere col quale dobbiamo purtroppo o per fortuna convivere, ovvero la mortalità. Se c’è della gente che si mette in caddedra ed è piena di luoghi comuni, è perchè non conoscono la bellezza, ed è compito nostro, nel nostro piccolo, poter rivoluzionare, giorno per giorno, a piccoli passi, questo sistema. Settimio, non con le fotografie, lo sta facendo, io ci sto provando…tu?

  36. paolos / paolo santosuosso

    Ciao Roberto,
    se tu mi conoscessi meglio, sapresti che la mia era una provocazione.Quando dico che c’è gente che con una Polaroid ha cambiato il mondo, intendo dire il mondo della fotografia, mi sembrava talmente sottinteso da non doverlo specificare. Non mi alzo alla mattina pensando a quale cremina della Kiehl’s mettermi o quale colore del pullover di Prada possa accendermii maggiormente il viso, non sono quella persona. Se parliamo di massimi sistemi allora il tuo discorso sui biologi mal pagati ha un senso, ma fino a prova contraria, qui non c’è nessuno che opera a cuore aperto o che va in missione in India a bendare lebbrosi. Mi sembra una strumentalizzazione troppo facile.
    Me ne rendo conto, realizziamo campagne pubblicitarie per vendere prodotti a persone che non ne hanno bisogno e che compreranno con soldi che probabilmente non hanno, e chi li ha, farebbe meglio a devolverli a medici senza frontiere…
    Ma come diceva il buon Fedor, è anche vero che “la bellezza cambierà il mondo” ed in questo credo ciecamente. Non la bellezza fine a sè stessa, non il sedere di Naomi Campbell, ma la ricerca costante e premurosa, di un linguaggio che porti beneficio alle persone e che parli all’anima, che nutra l’anima. Se guardo una curva qualsiasi, di una qualsiasi tifoseria di calcio, mi rendo conto che quanto mai la gente ha bisogno di bellezza. La bellezza salverà il mondo, e solo chi può capire la bellezza ed intuirne la forza, avrà le chiavi per migliorare il mondo. Io nel mio piccolo di stronzo art director, tu nel tuo, e i tuoi amati biologi nel loro. Io sono stato salvato dagli a solo di John Coltrane, delle voce di Nick Drake, da John Fante, da Van Gogh, da una foto di Certier Bresson, non certo da una Polaroid o dall’Aspirina, che non cura un malessere col quale dobbiamo purtroppo o per fortuna convivere, ovvero la mortalità. Se c’è della gente che si mette in caddedra ed è piena di luoghi comuni, è perchè non conoscono la bellezza, ed è compito nostro, nel nostro piccolo, poter rivoluzionare, giorno per giorno, a piccoli passi, questo sistema. Settimio, non con le fotografie, lo sta facendo, io ci sto provando…tu?

  37. paolos / paolo santosuosso

    Ciao Roberto,
    se tu mi conoscessi meglio, sapresti che la mia era una provocazione.Quando dico che c’è gente che con una Polaroid ha cambiato il mondo, intendo dire il mondo della fotografia, mi sembrava talmente sottinteso da non doverlo specificare. Non mi alzo alla mattina pensando a quale cremina della Kiehl’s mettermi o quale colore del pullover di Prada possa accendermii maggiormente il viso, non sono quella persona. Se parliamo di massimi sistemi allora il tuo discorso sui biologi mal pagati ha un senso, ma fino a prova contraria, qui non c’è nessuno che opera a cuore aperto o che va in missione in India a bendare lebbrosi. Mi sembra una strumentalizzazione troppo facile.
    Me ne rendo conto, realizziamo campagne pubblicitarie per vendere prodotti a persone che non ne hanno bisogno e che compreranno con soldi che probabilmente non hanno, e chi li ha, farebbe meglio a devolverli a medici senza frontiere…
    Ma come diceva il buon Fedor, è anche vero che “la bellezza cambierà il mondo” ed in questo credo ciecamente. Non la bellezza fine a sè stessa, non il sedere di Naomi Campbell, ma la ricerca costante e premurosa, di un linguaggio che porti beneficio alle persone e che parli all’anima, che nutra l’anima. Se guardo una curva qualsiasi, di una qualsiasi tifoseria di calcio, mi rendo conto che quanto mai la gente ha bisogno di bellezza. La bellezza salverà il mondo, e solo chi può capire la bellezza ed intuirne la forza, avrà le chiavi per migliorare il mondo. Io nel mio piccolo di stronzo art director, tu nel tuo, e i tuoi amati biologi nel loro. Io sono stato salvato dagli a solo di John Coltrane, delle voce di Nick Drake, da John Fante, da Van Gogh, da una foto di Certier Bresson, non certo da una Polaroid o dall’Aspirina, che non cura un malessere col quale dobbiamo purtroppo o per fortuna convivere, ovvero la mortalità. Se c’è della gente che si mette in caddedra ed è piena di luoghi comuni, è perchè non conoscono la bellezza, ed è compito nostro, nel nostro piccolo, poter rivoluzionare, giorno per giorno, a piccoli passi, questo sistema. Settimio, non con le fotografie, lo sta facendo, io ci sto provando…tu?

  38. paolos / paolo santosuosso

    Ciao Roberto,
    se tu mi conoscessi meglio, sapresti che la mia era una provocazione.Quando dico che c’è gente che con una Polaroid ha cambiato il mondo, intendo dire il mondo della fotografia, mi sembrava talmente sottinteso da non doverlo specificare. Non mi alzo alla mattina pensando a quale cremina della Kiehl’s mettermi o quale colore del pullover di Prada possa accendermii maggiormente il viso, non sono quella persona. Se parliamo di massimi sistemi allora il tuo discorso sui biologi mal pagati ha un senso, ma fino a prova contraria, qui non c’è nessuno che opera a cuore aperto o che va in missione in India a bendare lebbrosi. Mi sembra una strumentalizzazione troppo facile.
    Me ne rendo conto, realizziamo campagne pubblicitarie per vendere prodotti a persone che non ne hanno bisogno e che compreranno con soldi che probabilmente non hanno, e chi li ha, farebbe meglio a devolverli a medici senza frontiere…
    Ma come diceva il buon Fedor, è anche vero che “la bellezza cambierà il mondo” ed in questo credo ciecamente. Non la bellezza fine a sè stessa, non il sedere di Naomi Campbell, ma la ricerca costante e premurosa, di un linguaggio che porti beneficio alle persone e che parli all’anima, che nutra l’anima. Se guardo una curva qualsiasi, di una qualsiasi tifoseria di calcio, mi rendo conto che quanto mai la gente ha bisogno di bellezza. La bellezza salverà il mondo, e solo chi può capire la bellezza ed intuirne la forza, avrà le chiavi per migliorare il mondo. Io nel mio piccolo di stronzo art director, tu nel tuo, e i tuoi amati biologi nel loro. Io sono stato salvato dagli a solo di John Coltrane, delle voce di Nick Drake, da John Fante, da Van Gogh, da una foto di Certier Bresson, non certo da una Polaroid o dall’Aspirina, che non cura un malessere col quale dobbiamo purtroppo o per fortuna convivere, ovvero la mortalità. Se c’è della gente che si mette in caddedra ed è piena di luoghi comuni, è perchè non conoscono la bellezza, ed è compito nostro, nel nostro piccolo, poter rivoluzionare, giorno per giorno, a piccoli passi, questo sistema. Settimio, non con le fotografie, lo sta facendo, io ci sto provando…tu?

  39. Roberto Centamore

    Caro Paolo, “chapeau” hai il mio rispetto. Ti avevo giudicato male, evidentemente anche io sono vittima di qualche preguidizio, ma sai, in tanti anni di lavoro ho incontrato così tante persone ignoranti ed arroganti che non riesco più ad essere “obbiettivo” (…he,he pensa che tragedia per un fotografo) Peccato che quelli come te siano l’eccezione e non la regola, comunque è così che va il mondo, o meglio questo mondo. Un mondo che anche a me piacerebbe poter cambiare come a te ed al nostro comune amico Settimio. Personalmente io ho scelto la musica. Ho creato un’etichetta indipendente un piccolo studio di registrazione e produco giovani musicisti con tanti sogni molte idee e pochi soldi. Io non credo che, come diceva Dostoevskij, “la bellezza cambierà il mondo” però sicuramente lo può migliorare parecchio.
    Piacere di aver fatto la tua conoscenza, ciao Roberto.
    “La bellezza, la vera bellezza. finisce dove inizia l’espressione intellettuale” ( O. Wilde)

  40. Roberto Centamore

    Caro Paolo, “chapeau” hai il mio rispetto. Ti avevo giudicato male, evidentemente anche io sono vittima di qualche preguidizio, ma sai, in tanti anni di lavoro ho incontrato così tante persone ignoranti ed arroganti che non riesco più ad essere “obbiettivo” (…he,he pensa che tragedia per un fotografo) Peccato che quelli come te siano l’eccezione e non la regola, comunque è così che va il mondo, o meglio questo mondo. Un mondo che anche a me piacerebbe poter cambiare come a te ed al nostro comune amico Settimio. Personalmente io ho scelto la musica. Ho creato un’etichetta indipendente un piccolo studio di registrazione e produco giovani musicisti con tanti sogni molte idee e pochi soldi. Io non credo che, come diceva Dostoevskij, “la bellezza cambierà il mondo” però sicuramente lo può migliorare parecchio.
    Piacere di aver fatto la tua conoscenza, ciao Roberto.
    “La bellezza, la vera bellezza. finisce dove inizia l’espressione intellettuale” ( O. Wilde)

  41. Roberto Centamore

    Caro Paolo, “chapeau” hai il mio rispetto. Ti avevo giudicato male, evidentemente anche io sono vittima di qualche preguidizio, ma sai, in tanti anni di lavoro ho incontrato così tante persone ignoranti ed arroganti che non riesco più ad essere “obbiettivo” (…he,he pensa che tragedia per un fotografo) Peccato che quelli come te siano l’eccezione e non la regola, comunque è così che va il mondo, o meglio questo mondo. Un mondo che anche a me piacerebbe poter cambiare come a te ed al nostro comune amico Settimio. Personalmente io ho scelto la musica. Ho creato un’etichetta indipendente un piccolo studio di registrazione e produco giovani musicisti con tanti sogni molte idee e pochi soldi. Io non credo che, come diceva Dostoevskij, “la bellezza cambierà il mondo” però sicuramente lo può migliorare parecchio.
    Piacere di aver fatto la tua conoscenza, ciao Roberto.
    “La bellezza, la vera bellezza. finisce dove inizia l’espressione intellettuale” ( O. Wilde)

  42. Roberto Centamore

    Caro Paolo, “chapeau” hai il mio rispetto. Ti avevo giudicato male, evidentemente anche io sono vittima di qualche preguidizio, ma sai, in tanti anni di lavoro ho incontrato così tante persone ignoranti ed arroganti che non riesco più ad essere “obbiettivo” (…he,he pensa che tragedia per un fotografo) Peccato che quelli come te siano l’eccezione e non la regola, comunque è così che va il mondo, o meglio questo mondo. Un mondo che anche a me piacerebbe poter cambiare come a te ed al nostro comune amico Settimio. Personalmente io ho scelto la musica. Ho creato un’etichetta indipendente un piccolo studio di registrazione e produco giovani musicisti con tanti sogni molte idee e pochi soldi. Io non credo che, come diceva Dostoevskij, “la bellezza cambierà il mondo” però sicuramente lo può migliorare parecchio.
    Piacere di aver fatto la tua conoscenza, ciao Roberto.
    “La bellezza, la vera bellezza. finisce dove inizia l’espressione intellettuale” ( O. Wilde)

  43. paolos

    Ciao Roberto,
    vorrei prendere a prestito un’altra frase di Dostoevskij tratta da “I fratelli Karamazov” che dice “anche due chiacchere con un uomo intelligente, sono interessanti”. Grazie per la tua risposta, grazie perchè ami la musica, grazie perchè aiuti i musicisti e perchè pensi…e pensi bene.
    Paolo

  44. paolos

    Ciao Roberto,
    vorrei prendere a prestito un’altra frase di Dostoevskij tratta da “I fratelli Karamazov” che dice “anche due chiacchere con un uomo intelligente, sono interessanti”. Grazie per la tua risposta, grazie perchè ami la musica, grazie perchè aiuti i musicisti e perchè pensi…e pensi bene.
    Paolo

  45. paolos

    Ciao Roberto,
    vorrei prendere a prestito un’altra frase di Dostoevskij tratta da “I fratelli Karamazov” che dice “anche due chiacchere con un uomo intelligente, sono interessanti”. Grazie per la tua risposta, grazie perchè ami la musica, grazie perchè aiuti i musicisti e perchè pensi…e pensi bene.
    Paolo

  46. paolos

    Ciao Roberto,
    vorrei prendere a prestito un’altra frase di Dostoevskij tratta da “I fratelli Karamazov” che dice “anche due chiacchere con un uomo intelligente, sono interessanti”. Grazie per la tua risposta, grazie perchè ami la musica, grazie perchè aiuti i musicisti e perchè pensi…e pensi bene.
    Paolo

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